USA: compagnia aereo caduto a Buffalo multata per eccesso lavoro


pdernio

Bannato
19 Dicembre 2008
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WASHINGTON - La compagnia aerea a cui apparteneva un aereo caduto a Buffalo, New York, il 14 febbraio scorso e' stata condannata a pagare una multa di 1.3 milioni di dollari per aver sottoposto piloti e dipendenti a massacranti turni di lavoro. Nell'incidente morirono 50 persone. L'amministrazione Federale dell'Aviazione americana controllando i dati della Gulfstream International Airlines dopo l'incidente, ha scoperto che la compagnia falsificava i documenti sulle ore di servizio dei dipendenti e su quelle di volo dei velivoli: nonostante il limite statale massimo di 24 ore per settimana l'equipaggio volava anche per 34 ore settimanali senza aver diritto alle obbligatorie 8 ore di sonno ogni 24 di volo. Spesso gli aerei volavano ininterrottamente oltre il limite di 10 ore al giorno consentito dalla legge per i piccoli velivoli. I documenti relativi all'incidente diffusi dagli inquirenti del National Trasportation Safety Board mostrano che tra le cause ci sarebbero una serie di errori commessi dal pilota Marvin Renslow (47 anni) e dal copilota Rebecca Shaw (24). I95

Ma tanto a Voi interessa pagare un biglietto 1 euro!Giusto?
 
te la sei andata a cercare ....la sas non ha avuto nessun ritegno pur non essendo una low-cost
 
La compagnia caduta a Buffalo operava voli per Continental...che non fa volare per 1 Euro anzi tutt'altro.
Qui si tratta solo di persone senza scrupoli che sfruttano il personale come spesso purtroppo accade in tutti i settori. Non credo che sia questione di low cost vs major.
 
Infatti è una questione generale.Lavorare di più per meno soldi e pure sotto ricatto per chi lo permette...
 
non capisco il nesso di voler volare ad un euro con questo incidente dato che la colgan air opera voli per la continental...
 
Alcune settimane fa, sul New York Times, é apparso un articolo che metteva in evidenza un altro aspetto della vicenda che secondo me merita attezione. Il FO del volo in questione guadagnava uno stipendio base di $17200 l' anno, che, come sostenuto dalla difesa, é ssí in linea con gli stipendi di mercato, ma non consente assolutamente di vivere in una zona costosa come quella di New York dove la FO era basata. Infatti questa signora faceva la pendolare da Seattle sfruttando i pass di interlining, jump seat e quant'altro. Inoltre anche il pilota di quel volo era stato visto dormire nella crew room la sera prima (cosa peraltro proibita dal regolamento) e nessuno dei due risultava avere una sistemazione nell'area di Newark dove erano basati.

Secondo me una cosa del genere non dovrebbe essere permessa - cosí come l'eccessivo "pendolarismo" degli equipaggi. A me ha sempre dato fastidio il fatto che il personale viaggiante consideri come una sorta di diritto divino quello di essere basati in un posto e vivere in un altro a migliaia di km di distanza, e si inalbera parecchio quando i turni non consentono loro un commuting piú che agevole.
A mio avviso, se si accetta un lavoro basato in un certo posto, bisogna rassegnarsi all' idea di vivere nelle vicinanze di quel posto, con tutto ció che ne consegue. Se lo faccio io, lo possono fare anche loro...

Scusate il parziale sfogo OT...
 
No.Non ha senso parlare in questi termini.Non è colpa indirettamente dell'incidente bensì del peggioramento delle condizioni lavorative.
 
Gulfstream International Airlines non è la linea aerea che operava il volo CO 3407 precipitato a Buffalo. La linea aerea, peraltro, opera solo Beechcraft 1900, e non i Dash 8 come quello dell'incidente.
La relazione di Gulfstream con l'incidente è data dal fatto che il comandante del volo in questione aveva completato l'addestramento alla Gulstream Flight Academy.
 
Riposati...

Anche il Comandante del volo Air France uscito di pista a Toronto viveva nel sud della francia , e si era fatto quattro o cinque ore di treno prima del volo.
Come ripeto sempre , il limite non e' lo standard di riferimento , purtroppo lo e' diventato.
Se e' la legge che lo consente , e' sbagliata la legge .

Old Crow
 
Alcune settimane fa, sul New York Times, é apparso un articolo che metteva in evidenza un altro aspetto della vicenda che secondo me merita attezione. Il FO del volo in questione guadagnava uno stipendio base di $17200 l' anno, che, come sostenuto dalla difesa, é ssí in linea con gli stipendi di mercato, ma non consente assolutamente di vivere in una zona costosa come quella di New York dove la FO era basata. Infatti questa signora faceva la pendolare da Seattle sfruttando i pass di interlining, jump seat e quant'altro. Inoltre anche il pilota di quel volo era stato visto dormire nella crew room la sera prima (cosa peraltro proibita dal regolamento) e nessuno dei due risultava avere una sistemazione nell'area di Newark dove erano basati.

Secondo me una cosa del genere non dovrebbe essere permessa - cosí come l'eccessivo "pendolarismo" degli equipaggi. A me ha sempre dato fastidio il fatto che il personale viaggiante consideri come una sorta di diritto divino quello di essere basati in un posto e vivere in un altro a migliaia di km di distanza, e si inalbera parecchio quando i turni non consentono loro un commuting piú che agevole.
A mio avviso, se si accetta un lavoro basato in un certo posto, bisogna rassegnarsi all' idea di vivere nelle vicinanze di quel posto, con tutto ció che ne consegue. Se lo faccio io, lo possono fare anche loro...

Scusate il parziale sfogo OT...


tu ragioni così e va anche bene ma non pretendere che tutti possano ragionare come te,perchè te NON SEI NESSUNO per giudicare le prerogative,le necessità e le aspettative della vita privata di ogni singola persona.La residenza fino a prova contraria la sceglie il singolo non la comunità o l'azienda,il posto dove vivere e dove tenere la propria famiglia non è obbligatorio sia strettamente correlato col propro lavoro.Ricorda,si lavora per vivere,non si vive per lavorare.
Ricorda un'altra volta,se lo fai tu a me non frega una mazza e non è detto che lo possa fare anche io.Ma che ragionamento è? se me butto dal ponte d'Ariccia io,lo possono fa tutti.Abbastanza opinabile e sconcertante (a flower)
 
La residenza fino a prova contraria la sceglie il singolo non la comunità o l'azienda,il posto dove vivere e dove tenere la propria famiglia non è obbligatorio sia strettamente correlato col propro lavoro.Ricorda,si lavora per vivere,non si vive per lavorare.

Se il pendolarismo di un pilota comporta affaticamento e questo pregiudica la sicurezza dei voli, allora la comunità ha tutto il diritto - anzi: il dovere - di intervenire. Dove vivere lo sceglierà anche il lavoratore, ma la sicurezza non è un optional a discrezione e arbitrio del pilota.

Si lavora per vivere... esatto. Dunque, se le scelte personali sono incompatibili con quelle di carriera anche i piloti - come in tutti i mestieri - dovranno fare delle rinunce o, meglio delle scelte. Conosco decine di persone che si sono trasferite per avere un lavoro (al quale altrimenti avrebbero dovuto rinunciare) sacrificando la vita privata. E ne conosco altrettante che hanno rinunciato a un avanzamento di carriera per non compromettere la propria vita privata. Tutto non si può avere.

Il sistema del trasporto aereo americano è davvero viziato dall'abuso che le linee aeree fanno dei servizi regional e delle retribuzioni di chi opera questi voli. Il sistema deve essere ristrutturato per disincentivare questo modello di risparmio adottato dalle linee aeree che - invece di puntare alla produttività (penso a tutti i voli AA sulla trafficatissima LGA-BOS operati da regional jet che hanno il solo effetto di congestionare l'aeroporto) - puntano al basso costo del lavoro. Spero che le cose cambino, e alla svelta: credo che il traffico aereo in USA sia tale che presto, inevitabilmente, si arriverà a un'inversione di questa tendenza all'abuso dei vettori regional.