Unruly pax: procedure


Esco momentaneamente dal mio oblio perche’, per una volta, e’ qualcosa di cui sono al corrente almeno per British Airways.
Ci sono due distinte tipologie, il passeggero verbalmente abusivo e quello ‘manesco’.
Nel primo caso le SOP sono leggermente divergenti. Esiste il famoso cartoncino, plastificato, contenuto nella ‘libreria’ di bordo, nel cockpit, che in sostanza contiene una specie di ‘ultimo avviso’ al passeggero, ma e’ molto poco usato. Solitamente, al primo insulto, l’assistente di volo e’ istruito/a a dire al passeggero che il suo e’ un tono di voce e un comportamento inaccettabile per la compagnia e che, in base alle leggi inglesi, i toni che ha utilizzato costituiscono “assault” (aggressione? Non so il reato equivalente in italiano). L’assistente di volo (o l’addetto di terra, ne capitano di casi del genere nei terminal...) poi chiede al passeggero di ritirare quanto detto. Se il passeggero persevera l’assistente di volo e’ tenuto a farne rapporto al Customer Service Manager/Director a bordo e al capitano, il quale chiedera’ la presenza della polizia all’arrivo. Una volta atterrati il capitano chiedera’ a tutti i passeggeri di rimanere seduti perche’ l’aereo verra’ visitato dalla polizia; quindi il capitano, assieme al CSM/CSD e all’assistente di volo (se se la sente), unitamente alla polizia, andranno dal passeggero a recapitare la buona novella e ad arrestarlo. In BA gli AAVV sono incoraggiati a non accettare qualsiasi comportamento di questo tipo; per dirne una, negli ultimi sei mesi, sui voli da/per Gatwick sui quali ha operato la mia compagna, hanno arrestato un tizio per essere andato in galley, aver rubato il caffe’ di una assistente e per averla palpata, mentre la mia compagna ha fatto arrestare un tizio che l’ha mandata affanculo due volte quando lei le ha chiesto di poter vedere la cintura di sicurezza durante una turbolenza.
Diverso e’ il caso dei passeggeri maneschi. Se il passeggero aggredisce un assistente di volo, la prima cosa che si impara nel corso ‘passenger restraint’ (estremamente divertente, tra l’altro) e’ come divincolarsi, liberarsi e fare una domanda inaspettata (tipo ‘Perche’ l’ha fatto?’) con lo scopo di mettere distanza tra se’ e la persona. Quando un passeggero e’ violento, pero’, non si dialoga; esiste un passenger restraint kit, situato vicino alla posizione del CSD/CSM sull’aereo, contenente manette e corde costruite con lo stesso materiale delle cinture di sicurezza, e l’idea e’ che almeno 4 o 5 AAVV lo usino. Durante il corso abbiamo imparato a mettere le manette nel modo approvato dalla polizia (sono le stesse in uso alla Met), ma non ci hanno permesso di mettere in pratica l’intero restraint (che una volta chiamavano ‘blanket party’ ma che ora non e’ piu’ permesso di chiamare cosi’ perche’ ricorda i pestaggi della polizia in cella). Ci hanno fatto vedere un video in cui cinque AAVV, quattro donne e un uomo, sistemavano un istruttore, ex poliziotto, a cui era stato consentito di a) insultare b) spingere c) urlare d) sputare e) fare resistenza. L’idea e’ di usare una coperta gettata da dietro, di sgambettare la persona su un sedile e, poi, letteralmente di montargli sopra. La mia compagna ha dovuto fare tutto questo in un caso in cui un tizio, dopo aver bevuto, ha iniziato a picchiare la moglie. Agli AAVV non e’ concesso di picchiare il passeggero, ovviamente!
La cosa divertente e’ che, siccome i voli possono essere lunghi, al passeggero e’ concesso di chiedere di essere liberato per andare in bagno. La responsabilita’ di dire si o no e’ del CSM/CSD che deve fare un ‘assessment’ dinanzi al passeggero. Se, come e’ prevedibile, ha motivo di dubitare della sua buona fede, ha diritto a lasciarlo legato come un salame fino all’atterraggio, lasciando che se la faccia addosso.
In entrambi i casi i passeggeri saranno banditi dalla compagnia e non potranno comprare biglietti con BA in futuro. Personalmente m’e’ capitato, durante un briefing prima di iniziare il mio turno come volontario in un giorno di disruption causa neve, di venir informato che il signor XYZ – avevamo anche una copia del passaporto per ricordarcelo meglio, perche’ il nome era molto comune – era bandito dalla compagnia e se avvistato nel terminal dovevamo chiamare la polizia subito.
Infine, dopo il caso del volo per Nairobi nel 2000, c’e’ un allarme che, se suonato in volo, vuol dire che c’e’ un ‘breach of cockpit’ in atto. Se quell’allarme viene suonato tutti gli assistenti di volo devono piantare di fare quello che stanno facendo e correre al cockpit per impedire che il breach vada a termine, per ovvi motivi. Quando ho fatto il mio corso ci hanno detto chiaro e tondo che era nostro dovere prendere e andare, anche se – verosimilmente – chi cercava di entrare sarebbe stato armato. So che e’ stato suonato una volta nel 2014, anche se si e’ trattato di un semplice passeggero completamente sbronzo che voleva andare a protestare il fatto che non gli volevano piu’ dare da bere. S’e’ trovato sepolto sotto un cumulo di assistenti di volo di Mixed Fleet (non una brutta cosa, direi), legato a un sedile e passato alle cure della polizia, rischiando un’incriminazione per terrorismo.

Ottimo intervento, molto chiaro.

È permesso poter chiedere l'aiuto di altri passeggeri, in questi casi? Oppure, se gli altri passeggeri offrissero il loro aiuto, viene loro permesso?

L'unico caso di "unruly" pax che ho mai visto è stato su un volo U2 per SOF, un signore italiano che, all'uscita di emergenza, non voleva infilare la ventiquattrore nella cappelliera. Ha iniziato a inveire contro l'equipaggio e la compagnia. Eravamo già sul manico d'ombrello a MXP e hanno preferito risolvere la cosa in modo "pacifico", senza bloccare l'aereo e chiamare la polizia.

DaV
 
Una volta Dancrane si svegliato a bordo: è accorso tutto il crew con l'armamentario di cui parla 13900, ma è stato un falso allarme. Si è riaddormentato subito.

P.s.: grazie Fabrizio, molto interessante.
 
Esco momentaneamente dal mio oblio perche’, per una volta, e’ qualcosa di cui sono al corrente almeno per British Airways.
Ci sono due distinte tipologie, il passeggero verbalmente abusivo e quello ‘manesco’.
Nel primo caso le SOP sono leggermente divergenti. Esiste il famoso cartoncino, plastificato, contenuto nella ‘libreria’ di bordo, nel cockpit, che in sostanza contiene una specie di ‘ultimo avviso’ al passeggero, ma e’ molto poco usato. Solitamente, al primo insulto, l’assistente di volo e’ istruito/a a dire al passeggero che il suo e’ un tono di voce e un comportamento inaccettabile per la compagnia e che, in base alle leggi inglesi, i toni che ha utilizzato costituiscono “assault” (aggressione? Non so il reato equivalente in italiano). L’assistente di volo (o l’addetto di terra, ne capitano di casi del genere nei terminal...) poi chiede al passeggero di ritirare quanto detto. Se il passeggero persevera l’assistente di volo e’ tenuto a farne rapporto al Customer Service Manager/Director a bordo e al capitano, il quale chiedera’ la presenza della polizia all’arrivo. Una volta atterrati il capitano chiedera’ a tutti i passeggeri di rimanere seduti perche’ l’aereo verra’ visitato dalla polizia; quindi il capitano, assieme al CSM/CSD e all’assistente di volo (se se la sente), unitamente alla polizia, andranno dal passeggero a recapitare la buona novella e ad arrestarlo. In BA gli AAVV sono incoraggiati a non accettare qualsiasi comportamento di questo tipo; per dirne una, negli ultimi sei mesi, sui voli da/per Gatwick sui quali ha operato la mia compagna, hanno arrestato un tizio per essere andato in galley, aver rubato il caffe’ di una assistente e per averla palpata, mentre la mia compagna ha fatto arrestare un tizio che l’ha mandata affanculo due volte quando lei le ha chiesto di poter vedere la cintura di sicurezza durante una turbolenza.
Diverso e’ il caso dei passeggeri maneschi. Se il passeggero aggredisce un assistente di volo, la prima cosa che si impara nel corso ‘passenger restraint’ (estremamente divertente, tra l’altro) e’ come divincolarsi, liberarsi e fare una domanda inaspettata (tipo ‘Perche’ l’ha fatto?’) con lo scopo di mettere distanza tra se’ e la persona. Quando un passeggero e’ violento, pero’, non si dialoga; esiste un passenger restraint kit, situato vicino alla posizione del CSD/CSM sull’aereo, contenente manette e corde costruite con lo stesso materiale delle cinture di sicurezza, e l’idea e’ che almeno 4 o 5 AAVV lo usino. Durante il corso abbiamo imparato a mettere le manette nel modo approvato dalla polizia (sono le stesse in uso alla Met), ma non ci hanno permesso di mettere in pratica l’intero restraint (che una volta chiamavano ‘blanket party’ ma che ora non e’ piu’ permesso di chiamare cosi’ perche’ ricorda i pestaggi della polizia in cella). Ci hanno fatto vedere un video in cui cinque AAVV, quattro donne e un uomo, sistemavano un istruttore, ex poliziotto, a cui era stato consentito di a) insultare b) spingere c) urlare d) sputare e) fare resistenza. L’idea e’ di usare una coperta gettata da dietro, di sgambettare la persona su un sedile e, poi, letteralmente di montargli sopra. La mia compagna ha dovuto fare tutto questo in un caso in cui un tizio, dopo aver bevuto, ha iniziato a picchiare la moglie. Agli AAVV non e’ concesso di picchiare il passeggero, ovviamente!
La cosa divertente e’ che, siccome i voli possono essere lunghi, al passeggero e’ concesso di chiedere di essere liberato per andare in bagno. La responsabilita’ di dire si o no e’ del CSM/CSD che deve fare un ‘assessment’ dinanzi al passeggero. Se, come e’ prevedibile, ha motivo di dubitare della sua buona fede, ha diritto a lasciarlo legato come un salame fino all’atterraggio, lasciando che se la faccia addosso.
In entrambi i casi i passeggeri saranno banditi dalla compagnia e non potranno comprare biglietti con BA in futuro. Personalmente m’e’ capitato, durante un briefing prima di iniziare il mio turno come volontario in un giorno di disruption causa neve, di venir informato che il signor XYZ – avevamo anche una copia del passaporto per ricordarcelo meglio, perche’ il nome era molto comune – era bandito dalla compagnia e se avvistato nel terminal dovevamo chiamare la polizia subito.
Infine, dopo il caso del volo per Nairobi nel 2000, c’e’ un allarme che, se suonato in volo, vuol dire che c’e’ un ‘breach of cockpit’ in atto. Se quell’allarme viene suonato tutti gli assistenti di volo devono piantare di fare quello che stanno facendo e correre al cockpit per impedire che il breach vada a termine, per ovvi motivi. Quando ho fatto il mio corso ci hanno detto chiaro e tondo che era nostro dovere prendere e andare, anche se – verosimilmente – chi cercava di entrare sarebbe stato armato. So che e’ stato suonato una volta nel 2014, anche se si e’ trattato di un semplice passeggero completamente sbronzo che voleva andare a protestare il fatto che non gli volevano piu’ dare da bere. S’e’ trovato sepolto sotto un cumulo di assistenti di volo di Mixed Fleet (non una brutta cosa, direi), legato a un sedile e passato alle cure della polizia, rischiando un’incriminazione per terrorismo.

Molto interessante. Grazie.

La frase che ho evidenziato in grassetto mi aiuta a spiegare una situazione cui ho assistito a terra e lontano dal sistema aeroportuale qualche tempo fa qui negli Stati Uniti: un omone grande era entrato in un piccolo bar devo ero, e dopo poco aveva dimostrato segni di essere alticcio e potenzialmente aggressivo. All'invito del bartender (unico uomo al lavoro in quel bar) di uscire dal locale, e' diventato aggressivo verso il bartender e l'ha mezzo aggredito, il bartender (che aveva chiaramente preparazione da self-defense) si e' divincolato immediatamente, lo ha messo a terra in un niente, e rapidissimamente ha detto alla ragazza che lavorava nel bar (erano gli unici due che lavoravano li, era un piccolo bar) di chiamare la polizia, e con aria distante ha chiesto al tipo a terra "why did you do this?"

Al momento non avevo capito la domanda che sembrava un po' fuori dal contesto, e senza senso, ora credo si spieghi.
 
Grazie a tutti per i commenti.

Ottimo intervento, molto chiaro.

È permesso poter chiedere l'aiuto di altri passeggeri, in questi casi? Oppure, se gli altri passeggeri offrissero il loro aiuto, viene loro permesso?

Diciamo che non fa male, anche se poi bisogna stare attenti che non finisca in linciaggio. Ma, per come vanno le cose ultimamente, e' piu' probabile che per uno che aiuta ce ne siano otto che filmano coi telefonini.
 
Mi unisco ai ringraziamenti nei confronti di 13900 per l'interessante testimonianza e, se possibile, gli chiederei cosa successe sul volo di Nairobi del 2000... (Anche un link va benissimo, senza bisogno che scriva tutto, se la questione è già stata trattata.)
 
Per completare l'esaustiva spiegazione di 13900, da noi la collaborazione dei passeggeri è bene accetta se non addirittura sollecitata.
Nei casi più estremi, in presenza di medico a bordo, è stata praticata anche la sedazione del disturbatore.
La convenzione di Tokyo che regolamenta le azioni dell'equipaggio in caso di interferenza illecita a bordo all'articolo 10 recita:

For actions taken in accordance with this Convention, neither the
aircraft commander, any other member of the crew, any passenger, the
owner or operator of the aircraft, nor the person on whose behalf the flight
was performed shall be held responsible in any proceeding on account of the
treatment undergone by the person against whom the actions were taken.

Ovvero, se ti faccio male non mi puoi fare causa.
Questo in realtà serve a dare un quadro normativo che protegge le azioni dell'equipaggio o membri specializzati a bordo (IFSO o più comunemente detti marshalls) dalle accuse di omicidio per interventi antiterrorismo, è stato comunque molto più frequentemente applicato per i casi di unruly passenger.

Altra cosa che non sapevo. Grazie.

Grazie a tutti per i commenti.

Diciamo che non fa male, anche se poi bisogna stare attenti che non finisca in linciaggio. Ma, per come vanno le cose ultimamente, e' piu' probabile che per uno che aiuta ce ne siano otto che filmano coi telefonini.

:D

DaV