Per raggiungere Shangri-La le opzioni sono due : aereo o bus. Il primo costa uno sproposito (circa 110€ per un volo di 45-50 minuti), quindi la scelta va sul bus, che impiegherà la bellezza di 5 ore per percorrere 170 km, su strade in quota. Ancora devo capire l’equazione 50 minuti di volo/170km, ma forse fa parte dei misteri della Cina! Il bus ha un costo irrisorio, circa 8€ se non sbaglio, e permette ovviamente di vedere paesaggi favolosi.
Il dislivello da percorrere è di circa 900 metri, visto che Lijiang si trova a 2400m e Shangri La a 3300. Nonostante i 4 giorni a Lijiang, non sarà facile acclimatarsi e fare un leggero trekking una volta arrivati a Shangri La. L’altitudine si farà sentire eccome, non sotto forma di mal di montagna, ma sotto forma di…fiatone.
Man mano che ci spingiamo vicino al Tibet si percepisce che stiamo entrando in un’area “particolare”: la presenza di polizia e esercito è piuttosto marcata, e qua e là le bandiere della Cina e le bandiere con la falce e il martello fanno capire chi comanda. Le bandiere sono spesso piazzate in mezzo a campi coltivati o in punti particolarmente visibili, in puro stile propagandistico.
Shangri La ad ogni modo è Tibet, quindi la lingua, la scrittura, la fisionomia delle persone sono completamente diverse. I “locals” hanno infatti tratti asiatici ma decisamente più dolci rispetto ai vicini cinesi, in più la pelle è più scura.
Salendo con il bus mi aspettavo di trovare picchi innevati a perdita d’occhio, ma mi sbagliavo, Shangri La è infatti su quello che chiamano il “Tibetan Plateau”, un altopiano che si snoda per 200 km a est della catena montuosa dell’Himalaya, la guida mi spiegherà che la “vegetazione zero” in Tibet parte da circa 5000 metri (!!!), effettivamente il panorama circostante può ricordare a volte l’appennino tosco-bolognese

, se non fosse per gli yak, la colza…
Arriviamo a destinazione dobbiamo localizzare il minibus che ci porterà verso la città vecchia, è facile, ci sono solo 3 linee

Dobbiamo prendere la 3. Prezzo : 15 centesimi.
Vecchio e nuovo
Avete mai provato a stare in piedi su un minibus cinese con due zaini? Impossibile, però mi fa ridere.
A un certo punto rallentiamo di colpo, ma lo zaino-zavorra mi tiene ben saldo in piedi, guardo avanti per capire se abbiamo investito qualche poveraccio e invece…manca l’acqua!
Arriviamo vicino alla città vecchia, troviamo l’ostello (Kevin’s Trekker Inn, 10€), ve lo consiglio.
Andiamo subito a prenotare una guida presso un’agenzia locale, ovviamente tibetana e non cinese, e ovviamente buddista, visto che vogliamo visitare uno dei templi più importanti (e proprio per questo più spartano!) di tutto il Tibet.
Per acclimatarsi un po’ facciamo due passi. Andiamo al Ganden Sumtseling Gompa, un monastero di 300 anni fa, una specie di piccola città recintata, abitata solo da 600 monaci.
Monaco on the bus
La sera “spottiamo” dal tetto dell’ostello
Il giorno dopo ci svegliamo di buon’ora e dopo una colazione “vitaminica”, andiamo all’appuntamento con la nostra guida. Faremo un po’ di trekking leggero, circa 15 km senza grossi dislivelli, anche perché solo seguire un sentiero in salita per un chilometro diventa un discreta impresa.
Fatica o no, i colori che regala il Tibet sono favolosi
Yak
M’inchia!
La colza è ovunque
La guida ci porta per pranzo da alcuni suoi parenti, in una casa per “benestanti” visto che suo zio è un Lama (un maestro spirituale) piuttosto conosciuto.
La “cappella” del Lama
Kalsang (la guida) e il sottoscritto
Io e il cuginetto
Il menù di oggi…pane cotto nell’olio di colza, formaggio di yak con zucchero (senza è un po’ asprino, ma nemmeno tanto male) e tè al burro di yak. Quest’ultimo è ricavato sciogliendo mezzo panetto di burro di yak nel tè caldo. Diciamo che non mi è piaciuto ma l’ho bevuto perché mi scocciava rifiutarlo!
Formaggio e tè al burro
Nella foto della tavola “imbandita” c’è un contenitore grosso con dentro della cenere. E’ cenere di fiori di colza, che va impastata con il te al burro fino ad ottenere un amalgama molto proteica…che ovviamente mangio. Non male (giuro!)
Salutiamo la famiglia e ci incamminiamo verso il tempio. Incrociamo questi piccoli maialini, la mia ragazza impazzisce e vuole toccarli per forza, io invece me li immagino sullo spiedo, con mele e patate al forno.
È il tuo giorno fortunato
Bimbi
Relax
Inizia la salita alla collina del tempio
Arriviamo al tempio, in legno e molto molto spartano. Purtroppo non è stato possibile fare alcun tipo di foto proprio per l’importanza del tempio. Devo ritrovare il “biglietto” perché il nome non me lo ricordo. Ma è circa 13 km da Shangri La, ed è molto conosciuto.
Torniamo in città e prima di sera visitiamo altri templi
Si fa sera e la città vecchia è deserta
Andiamo a mangiare un po’ di carne di yak (niente affatto male) e quando usciamo dal ristorante sentiamo in lontananza della musica…
Ballano tutti nel centro della piazza, con la musica diffusa da un paio di altoparlanti!
Questa era la nostra ultima sera a Shangri La, ora ci sposteremo in aereo a Xian via Kunming.
DIQ, aeroporto stagionale, non è pulito, è immacolato. Molto bello.
L’ultimo caffè dello Yunnan
Airside
Giornali gratuiti e acqua
Oggi voleremo Lucky Air (!!!), va detto che la compagnia più sconosciuta è stata la migliore. Crew eccellente, invece di aver paura di qualsiasi “English speaking” ci si è rivolta al boarding in ottimo inglese, si sono raccomandati di non esitare a chiedere qualsiasi cosa di cui avessimo bisogno.
Ecco il bolide
Pitch e colori
Non ce l’ho fatta!!!
Portoghese? Ho controllato la registrazione ed è un ex Hainan Airlines…e non risulta altro. Boh.
Approaching KMG
Mercato?
Finalmente un volo in perfetto orario! Ci dirigiamo al gate per Xian.
Voleremo ancora China Eastern
100€ a chi riconosce la coda del terzo aereo, Lucky Air, Kunming Airlines e…?
Bravi, bello spotting point!
Solito pitch, il volo sarà uno dei più lunghi
Vicino
Maledetti vetri sudici
Uelà,!!!
Via!!! (che ala lercia!)
Pranzo! Avrei preferito il te al burro e pure il formaggio di yak…un uovo sodo con salsa di soia…
I cinesi sono così, li ho visti mangiare qualsiasi pasto in aereo a qualsiasi ora, di qualsiasi qualità, tutti con la stessa “avidità”, come se fosse l’ultima cosa che mangiano. E finiscono tutto, fino all’ultimo chicco di riso!
Tempo bruttino appena fuori KMG
Il volo scorre via bene, tante nuvole, niente da fotografare. Arriviamo a Xian e veniamo accolti dalla caratteristica di Xian, il cielo color “olocausto nucleare”.
Tutti gli aeroporti cinesi sono in espansione…pazzesco.
Luce color sabbia…nemmeno ad Addis Abeba!
Prossima "puntata" Xian, l'esercito di terracotta, il quartiere musulmano e si finisce con Pechino, la grande muraglia, tre foto di shanghai e il viaggio di ritorno! Abbiate pazienza ma quest'ultima parte la posto il 16/17 agosto perchè sto partendo per Alghero

e non avrò pc
