Ripesco il thread dopo qualche anno(senza aprirne un altro)
L’Enac sblocca l’aeroporto il Duca d’Aosta è di Gorizia
L’Ente nazionale consegna le chiavi alla società consortile. Romoli: «Giornata storica dopo settant’anni di attesa». La Fondazione Carigo pronta a interveniredi Marco Bisiach
Adesso è davvero finito il tempo degli auspici e dei condizionali.
È arrivata, da Roma, la comunicazione ufficiale: l'Enac ha disposto l'aggiudicazione definitiva della gestione dell'aeroporto di Gorizia alla società consortile Aeroporto Amedeo Duca D'Aosta.
Lo scorso luglio la gestione era stata affidata in via provvisoria, ed ora l'iter si è concluso definitivamente, e positivamente, con l'intero sedime aeroportuale che ha così un unico gestore. Totalmente goriziano. E si tratta di una sorta di primato, visto che quella di Gorizia è una delle primissime gestioni del genere (se non la prima) affidate da Enac in Italia per quel che riguarda gli aeroporti minori.
Il prossimo passaggio sarà dunque il sopralluogo dell'Enac a Gorizia, per verbalizzare la condizione esistente dell'aeroporto e consegnare “fisicamente” la gestione. Poi la società consortile – il cui nuovo cda è formato dal presidente Ariano Medeot e da Antonio Montanari, Pino Paone, Michela Ceccotti ed Erika Cernic, con i lavori seguiti esternamente pure dagli assessori Bellan e Petejan dei Comuni di Gorizia e Savogna d'Isonzzo – dovrà definire la sua pianta organica, e procedere ai bandi di sub concessione per le attività di volo e le iniziative accessorie di tutte le realtà che operano e opereranno al Duca d'Aosta. Pipistrel compresa, che se gode di una situazione autonoma per quanto riguarda la stabilimento, sarà sub concessionaria della società consortile per quanto riguarda le attività di volo con i nuovissimi Panthera.
«Questa è una grande giornata per Gorizia – ha detto ieri, commentando l'annuncio dell'aggiudicazione definitiva della gestione, il sindaco Ettore Romoli -. Dopo 70 anni e molti tentativi infruttuosi in passato, siamo in condizione di iniziare una nuova fase della storia dell'aeroporto, con questa nuova gestione. Ammetto che, solo un anno fa, non ero ancora sicuro che tutto potesse concludersi positivamente, invece grazie a tutti quelli che si sono spesi verso questo obiettivo ce l'abbiamo fatta. È adesso però che inizia il lavoro vero e proprio, la parte più difficile». Romoli ha ringraziato il cda della società, la Camera di Commercio, l'Isig (fondamentale come consulente esterno nel percorso del bando) e la Fondazione Carigo. Che ieri, per bocca del vicepresidente Roberto Collini, ha confermato l'intenzione di acquisire le quote – circa il 14% - ora in mano all'Aeroporto Fvg di Ronchi dei Legionari, già disponibile alla cessione.
«La nostra sarà una partecipazione strategica in un progetto importante per tutto il territorio – ha spiegato Collini -, per andare in un certo senso a rafforzare la funzione sociale, economica ma anche culturale dell'area del Duca d'Aosta. Ecco perché confermiamo la disponibilità della Fondazione in tal senso».
Per il resto le quote sono in mano in gran parte al Comune di Gorizia (52%), poi al Comune di Savogna (20% circa), alle Camere di Commercio di Gorizia e Trieste e, in quota minima, alla Provincia. Come previsto dal bando, la società consortile per i prossimi vent'anni corrisponderà ad Enac un canone di circa 6mila euro all'anno, più il 10% dei ricavi derivanti dai diritti aeronautici.
«Quella di oggi è una sorta di liberazione per tutti – ha detto il presidente della Camera di Commercio Gianluca Madriz – dopo un percorso difficile partito per creare nuove opportunità per il nostro sistema e le nostre imprese».
«Il risultato ottenuto ci rende orgogliosi – ha aggiunto il presidente della società consortile Ariano Medeot, ricordando anche il ruolo dell'onorevole Giorgio Brandolin nel dialogo con Roma, durante i mesi che hanno portato all'aggiudicazione della concessione -, anche perché è espressione del lavoro delle istituzioni di tutto il territorio. Ora dobbiamo metterci al lavoro per dare concretezza al progetto che abbiamo in mente».
Un progetto che presto verrà definito e presentato in tutti i suoi dettagli, ma che si sa già partirà dal recupero delle palazzine all'ingresso dell'aeroporto (vero biglietto da visita del Duca D'Aosta), per svilupparsi attraverso la scuola di volo e la valorizzazione anche dal punto di vista industriale di tutta l'area. Per un vero e proprio polo aeronautico che, adesso, può davvero diventare realtà.
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste...porto-il-duca-d-aosta-e-di-gorizia-1.12562842
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste...-ostaggio-di-un-branco-di-caprioli-1.14550613L’aeroporto di Gorizia “ostaggio” di un branco di caprioli
Si allontana l’ipotesi di riapertura il 20 dicembre, la Consortile non ha comunque ancora le chiavi. Adesso la Forestale deve catturarli e trovare un ricovero adeguato
GORIZIA Nè Pipistrel, nè Panthera. Ma caprioli. Sempre di animali si tratta, potrebbe dire qualcuno, ma non è proprio così. Succede, infatti, che all’aeroporto di Gorizia doveva essere inaugurato il prossimo 20 dicembre lo stabilimento “Pipistrel” e, contestualmente, lo scalo doveva essere riaperto al volo. Questi gli annunci, questi i desiderata. Non si sa ancora se la data rimane quella buona, ma appare improbabile. La realtà è che, a tutt’oggi, il portone del “Duca d’Aosta” è tristemente chiuso. E, all’interno, scorazzano i caprioli. L’unica anima viva.
Sì, questo è l’ultimo problema - in ordine di tempo - che devono affrontare i vertici della società consortile. A spiegare i termini della questione il presidente Ariano Medeot. «Noi, saremmo anche a buon punto. Abbiamo tutte le carte in mano e abbiamo portato a termine i “compiti per casa” che l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ci ha assegnato. In queste settimane, abbiamo sottoscritto la polizza di assicurazione, messo a punto tutte le pratiche per il presidio anti-incendio e allestito le piste. Manca solamente da effettuare la “prova di portanza” che si svolgerà all’inizio della prossima settimana. Per il resto, tutto è andato e sta andando per il verso giusto. Attendiamo l’ok dell’Enac. Ma...» E dietro che quel “ma” spunta un problema di fauna selvatica. No, questa volta i cinghiali non c’entrano. A mettersi di traverso, in questa fase, è stata una colonia di caprioli che ormai “risiede” da parecchio tempo nell’estesa area aeroportuale. Sarà perché lì, a causa del disuso, è nata una piccola giungla ma gli ungulati hanno trovato il loro habitat perfetto, naturale.
«Secondo alcuni sono dieci, secondo altri sono quindici. Al di là del loro numero, bisogna recuperarli e spostarli altrove. Non si può pensare a un’aeroporto regolarmente attivo se all’interno della pista scorrazzano questi animali. È una questione di sicurezza», annota Medeot. Ma siccome l’Italia è, proverbialmente, il Paese in cui le cose semplici diventano difficili anche una questione come questa sta facendo perdere tempo: tempo prezioso. «Non si può intervenire a cuor leggero - sottolinea ancora il presidente della società consortile -. Se non si fanno le cose seguendo le leggi, si rischia di essere perseguiti penalmente. Abbiamo già allertato la Forestale: presumibilmente sarà lei ad intervenire. Poi, si pone il problema anche di dove portare questi animali».
Della questione è stato informato pure il sindaco Ettore Romoli. Il Comune di Gorizia, infatti, è il socio di riferimento della consortile. «In effetti, ora c’è da risolvere anche il problema dei caprioli. Per il resto, Ariano Medeot mi ha assicurato che il grosso dei lavori preparatori all’apertura è stato effettuato e anche la pista di collegamento chiesta dalla Pipistrel è agibile».
Il primo cittadino rivela di aver incontrato, in occasione della recente inaugurazione dell’aeroporto Friuli Venezia Giulia, la direttrice dell’Enac Nordest, Renata Carli. «Le ho chiesto di farmi un bel regalo di Natale con la consegna delle chiavi e l’apertura al volo dell’aeroporto. Lei mi ha risposto che farà di tutto perché tutto ciò possa avvenire entro l’anno. Al più tardi, l’inaugurazione slitterà ai primi di gennaio ma la strada oramai è in discesa».
Romoli ripete concetti a lui cari. «So di apparire come un disco rotto. Ma mai prima d’ora, in Italia, l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) aveva ceduto agli enti locali la gestione di uno scalo e quindi stiamo facendo e abbiamo fatto da “cavia”. Essendo un percorso inesplorato sono giunte richieste di carte, supplementi di carte e i tempi si sono allungati».
E ora, a complicare la situazione, è intervenuta pure la questione dei caprioli.