Un pieno di "spazzatura" per gli aerei della British Airways


kenyaprince

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20 Giugno 2008
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Non lo si può negare. Quando si tratta di biocarburanti è il settore aeronautico quello ad aver mostrato il maggior impegno nell’eco-conversione delle proprie flotte. L’ultima iniziativa in tal senso arriva dalla British Airways che, a partire dal 2017, potrebbe essere già in grado di alimentare tutti i suoi voli dal City Airport di Londra al John F. Kennedy International Airport di New York con un pieno di spazzatura. La compagnia aerea britannica sta, infatti, collaborando con Fuels Solena, società sede a Washington, per mettere in produzione 50.000 tonnellate l’anno di biofuel da rifiuti solidi urbani. Si tratta di un progetto ambizioso che, a conti fatti, assegnerebbe alla British Airways il titolo di prima compagnia al mondo a tentare di convertire i rifiuti in combustibile “drop in”, ovvero che può essere impiegato in sostituzione diretta o come integrazione ai carburanti per l’aviazione. Green Sky London, così è stata ribattezzata l’iniziativa, userà il sistema già esistente per raccogliere i rifiuti domestici. “Quello che otteniamo in cambio è un combustibile puro e di alta qualità”, ha affermato Jonathon Counsell, responsabile ambiente per British Airways spiegando come la trasformazione dei rifiuti in biofuel permetta di ottenere due volte l’energia che si potrebbe invece produrre attraverso un inceneritore. “Il nuovo impianto sarà costruito nella contea di Essex“, ha aggiunto il capo del International Airlines Group Willy Welch società madre della compagnia inglese. “Saranno elaborate circa 575 tonnellate di rifiuti provenienti dal centro di riciclaggio. Da quel volume di rifiuti si prevede di ricevere fino a 120 tonnellate di carburante liquido che durante la combustione farà meno emissioni nell’atmosfera”.
 
Aggiornamento:

Alla fine BA ha deciso di abbandonare il progetto per vari fattori tra cui il prezzo basso del greggio, nervosismo tra i potenziali investitori, ma soprattutto causa la mancanza di un vero impegno e supporto del Governo:

“The government needs to support innovative aviation biofuels projects such as this if they are to progress,” said Cathy West, a BA spokeswoman. “Aviation fuels are not eligible for incentives that road transport fuels receive, making it difficult to build a business case to invest in UK aviation fuels projects. This affects investor confidence.”

Tutto l'articolo qui:
BA blames UK government for scrapping of £340m green fuels project
http://www.theguardian.com/environm...ent-for-scrapping-of-340m-green-fuels-project
 
Il biofuel porta anche qualche svantaggio vedi morchie e formazione di materiale organico che possono intasare i filtri. chi lo usa in agricoltura è costretto ad usare additivi. .

Inviato dal mio SM-P605 utilizzando Tapatalk
 
Aggiornamento:

Alla fine BA ha deciso di abbandonare il progetto per vari fattori tra cui il prezzo basso del greggio, nervosismo tra i potenziali investitori, ma soprattutto causa la mancanza di un vero impegno e supporto del Governo:



Tutto l'articolo qui:
BA blames UK government for scrapping of £340m green fuels project
http://www.theguardian.com/environm...ent-for-scrapping-of-340m-green-fuels-project
Beh , la Solena dice l'articolo é andata in bancarotta 3 mesi fa, Horizon 2020 assicura fondi di questo tipo fino al 2020 appunto,dopo qualcosa potrebbe cambiare....
Il problema di questi bellissimi progetti sono:
- devono essere economically sustainable, e fino a quando il petrolio sarà così basso questi e progetti di riciclo di plastica, ad esempio , saranno possibili per lo più grazie ad incentivi.
-sinergia tra gli attori
-continuità di flusso nel tempo.
Ipotizzo che data l'indisponibilità di Solena, BA si sia rivolta ad aziende britanniche,(come detto nell'articolo) le quali avranno replicato: "figo!noi ci siamo, ma i rischi chi li copre? Chi anticipa? Non ci muoviamo fin quando non sarà tutto definito" (da qui parte del nervosismo?)
Non leggo nell'articolo CHI avrebbe garantito quel determinato tipo di rifiutò urbano per decenni (mica butti tutto nel calderone e prepari biofuel) anche questo é un anello importante....se non trovi l'attore con tale tipo di rifiutò, a X prezzo e per tutto il tempo del progetto,non vai da nessuna parte...(nervosismo anche da qui poiché prima i rifiuti li reperiva Solena?)
....Progetti del genere già esistono in UK , ad esempio i camion della Mercedes che riforniscono i supermercati della stessa Tesco vengono riforniti da biofuel ricavato da scarti dei supermercati, ma ovviamente sono piccoli progetti a confronto...
Non mi sento di biasimare il Governo Britannico, proprio uno dei pochi che si muove per progetti innovativi, bisognerebbe capire per bene la faccenda, c'é una grossissimo cifra in ballo, e per un tempo troppo lungo (probabilmente scoperto dai fondi H2020).
Magari se qualche insider ......
Il biofuel porta anche qualche svantaggio vedi morchie e formazione di materiale organico che possono intasare i filtri. chi lo usa in agricoltura è costretto ad usare additivi. .

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Penso che in BA riescano a fare i conti, non mettono a capo del progetto teste di rapa......e poi ci sono qualità e qualità di biofuel, e Solena avrebbe garantito un'alta qualità(non andavano a pescare Solena in USA se tale azienda non avesse garantito:
-qualità del prodotto ed expertise
-continuità del flusso nel tempo
-e ovviamente economicità



bisognera' vedere l'altyro lato della medaglia, non tutto cio' che é riciclo dei rifiuti e privo di puzza ... (e di effetti colaterali)
Ultimamente mi ritrovo a rileggere i tuoi commenti, e rimango spesso impressionato dalle tue risposte esaurienti e competenti. Ti voglio così :oky: (perdonami se mi permetto di darti del tu)
 
Ultima modifica:
per mettere in produzione 50.000 tonnellate l’anno di biofuel da rifiuti solidi urbani.

Possibile che sbagli qualcosa o abbia una visione "viziata" ma:

il peso specifico del Jet A1 è di circa 0,85kg/lt, il che significa che 50.000 tonnellate equivarrebbero, in teoria a poco meno di 59.000lt (in realtà il biodiesel è piu' pesante dell'A1 ma non ricordo a mente di quanto quindi approssimo per eccesso) o 370 barili di crude oil se il rapporto fosse 1:1.

Considerato che da un barile di crude oil si produce in media il 10% di jet fuel, sono circa 3700 barili di crude oil necessari per produrre l'equivalente di 50.000 tonnellate di biodisel. Arrotondando per eccesso, 120.000usd al prezzo attuale in un anno.

Bene che si cerchino tecnologie alternative ma, finchè parliamo di questi numeri, siamo ancora davvero agli inizi.

PS: se ho sbagliato qualcosa felicissimo di essere corretto
 
Possibile che sbagli qualcosa o abbia una visione "viziata" ma:
il peso specifico del Jet A1 è di circa 0,85kg/lt, il che significa che 50.000 tonnellate equivarrebbero, in teoria a poco meno di 59.000lt

ehm... direi che 50.000 tonnellate equivarrebbero a 59 MILIONI di litri circa....
 
ehm... direi che 50.000 tonnellate equivarrebbero a 59 MILIONI di litri circa....

Ahahah, che p@@@a che sono!
Ovviamente sono 59 milioni, tolto 3 zeri per semplicità del calcolo e poi non li ho rimesso anche se mentalmente pensavo in tonnellate.
Comunque stiamo parlando di 120 milioni di USD di materia prima (e non di prezzo del Jet Fuel) al prezzo attuale.
 
Ahahah, che p@@@a che sono!
Ovviamente sono 59 milioni, tolto 3 zeri per semplicità del calcolo e poi non li ho rimesso anche se mentalmente pensavo in tonnellate.
Comunque stiamo parlando di 120 milioni di USD di materia prima (e non di prezzo del Jet Fuel) al prezzo attuale.

Giusto per dare un termine di paragone con numeri reali. Lukoil Volgograd, che è una raffineria abbastanza grossa, ha una charging capacity di 230.000 barili al giorno, cioè 36.570.000lt.
In via teorica, quindi, un output di 3.657.000lt al giorno di jet fuel equivalente a 3.108 tonnellate. In un anno quindi produrrebbe circa 20 volte in più rispetto al progetto di cui si stava discutendo.
 
Shortly after 10 a.m. Friday, United Airlines Flight 708 left Los Angeles for San Francisco with a full complement of passengers and crew — and biofuel coursing through its engines.
The flight, unremarkable save for the liquid in its tanks, could represent a turning point in aviation.
Airlines have dabbled for years in alternative fuels, both as a way to combat climate change and to hedge against volatile oil prices. But to date, the airlines have largely stuck to demonstration flights proving the fuels could work.

Now United has made biofuels part of its regular operations at Los Angeles International Airport. The airline has signed a three-year agreement with AltAir Paramount, which makes fuels out of animal fats and nonedible plant oils at a refinery near the airport. Over the life of the agreement, AltAir will supply United with 15 million gallons of biofuel — roughly 2 percent of all the fuel United will use at LAX.
United has moved aggressively to test and develop biofuels, last year investing $30 million in an East Bay startup, Fulcrum,that makes fuel out of organic trash. And yet United’s new agreement with AltAir comes even as the prices for oil and standard jet fuel have plunged to their lowest levels in years.

SFGate