Ultimatum di Ryanair all'aeroporto di Trapani


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Calò

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28 Giugno 2010
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Palermo-Novara
Il futuro di Birgi è legato ad una data, quella del prossimo 23 gennaio. E' il giorno fissato per firmare il contratto con Ryanair. Il momento delle scelte è arrivato. La compagnia aerea irlandese non sarebbe più disponibile ad attendere altro tempo. Del resto, il contratto scade il 31 marzo. Al tavolo per la firma ci saranno i vertici di Ryanair, della società di gestione dell'aeroporto e la Camera di Commercio come espressione della cabina di regia che è stata definita per coinvolgere i Comuni nell'azione di co-marketing, fondamentale per rinnovare la collaborazione con gli irlandesi. A conti fatti dalle amministrazioni locali sono arrivati 2 milioni e 100 mila euro. L'intesa con Ryanair non sarebbe più quinquennale ma triennale. Gli effetti dell'incertezza di questi mesi si cominciano a fare sentire. La compagnia aerea continua a puntare sull'aeroporto di Birgi ma sta mettendo alla prova il territorio. Continuerà a fare base al «Vincenzo Florio», ma con qualche aggiustamento organizzativo, che sarebbe stato condizionato da tutto ciò che è accaduto dal passo indietro della Provincia fino al confronto sulle quote spettanti per ogni Comune. Ryanair continua a tendere la mano ai suoi interlocutori ma si è comunque fatta più guardinga. E' chiamata a tutelare i suoi interessi. Le condizioni contrattuali non dovrebbero essere diverse rispetto al passato. Non era così scontato. Il contratto è stato tradotto dall'inglese all'italiano e messo a disposizione di tutti dei soci. La Prefettura ha svolto un'attività di raccordo tra la Camera di Commercio ed i Comuni, che ha permesso di superare una serie di ostacoli che erano stati posti da alcuni sindaci, dubbiosi sulla quota parte che hanno dovuto inserire nei rispettivi bilanci per sostenere il rinnovo del contratto. I privati, che hanno il 49% delle azioni Airgest, hanno fatto la loro parte fino in fondo ma attendono una risposta concreta da parte della Camera di Commercio nella sua funzione di cabina di regia. Anche la Regione, dopo l'acquisto del 49% delle quote della Provincia - il restante 2% è dell'ente camerale - ha spinto per arrivare alla firma del contratto. L'Airgest non potrebbe sostenere da sola il peso finanziario dell'intesa con Ryanair. Alla società di gestione deve dunque necessariamente affiancarsi l'azione di co-marketing, che dovrà essere pronta, nei dettagli, entro 11 giorni. Se così non fosse il situazione potrebbe precipitare, con il rischio di una reazione da parte di Ryanair. La compagnia aerea irlandese sarebbe, infatti, legittimata a fare altre scelte, programmando la sua attività altrove.
Vito Manca


12/01/2014

http://giornaleonline.lasicilia.it/...sione=sfogliabile&zoom=no&id_articolo=2313943
 
Che coincidenza, capita a fagiolo con la notizia-scandalo del contratto da 100 milioni (contributi più costi) di Ryanair in Puglia. Ecco cosa succede quando si punta troppo sugli irlandesi garantendogli il monopolio anziché puntare sulle compagnie low cost serie. Sigh.
 
Che coincidenza, capita a fagiolo con la notizia-scandalo del contratto da 100 milioni (contributi più costi) di Ryanair in Puglia. Ecco cosa succede quando si punta troppo sugli irlandesi garantendogli il monopolio anziché puntare sulle compagnie low cost serie. Sigh.

tutto già previsto, da quando si erano insediati seriamente a PMO!
 
Vergogna, ma non c'è un Magistrato all'ascolto?

L'articolo dice:

La Prefettura ha svolto un'attività di raccordo tra la Camera di Commercio ed i Comuni, che ha permesso di superare una serie di ostacoli che erano stati posti da alcuni sindaci, dubbiosi sulla quota parte che hanno dovuto inserire nei rispettivi bilanci per sostenere il rinnovo del contratto.

Quindi sembra che la Prefettura lavori per far sottoscrivere l'accordo...
 
Non si è ancora capito che sovvenzionare oltre modo Ryanair sta rovinando il mercato dell'aviazione Italiano (non solo), questi non pagano tasse sul nostro territorio e prendono sovvenzioni (che secondo il mio modesto parere sono del tutto assimilabili ad aiuti di Stato), poi appena non hanno quello che vogliono subito minacciano di andar via.
Un aeroporto come quello di Trapani non penso abbia bisogno di Ryanair per andare avanti, magari farà meno passeggeri ma siamo sicuri che con quello che gli enti territoriali danno a Ryanair ci sia un reale ritorno economico per il territorio?!?
Ci sono altre compagnie (Airone, Vueling, Easyjet, Wizzair....) che secondo me prenderebbero subito il posto di Ryanair su molte rotte e senza sovvenzioni.
 
Tutto giusto, FR ha il co-marketing, altri hanno la CT ed altri ancora 75M€ pagati in francobolli. Però chissà come mai, il problema è sempre FR. Uno strabismo curioso.
 
Non si è ancora capito che sovvenzionare oltre modo Ryanair sta rovinando il mercato dell'aviazione Italiano (non solo), questi non pagano tasse sul nostro territorio e prendono sovvenzioni (che secondo il mio modesto parere sono del tutto assimilabili ad aiuti di Stato), poi appena non hanno quello che vogliono subito minacciano di andar via.
Un aeroporto come quello di Trapani non penso abbia bisogno di Ryanair per andare avanti, magari farà meno passeggeri ma siamo sicuri che con quello che gli enti territoriali danno a Ryanair ci sia un reale ritorno economico per il territorio?!?
Ci sono altre compagnie (Airone, Vueling, Easyjet, Wizzair....) che secondo me prenderebbero subito il posto di Ryanair su molte rotte e senza sovvenzioni.

So che a Trapani c'era la coda per gli slot prima di Ryanair.
Ad ogni modo Darwin/Helitt assicureranno sicuramente numeri da capogiro.
 
Calò, TPS sta in Sicilia, la Sicilia è un'isola che d'inverno genera traffico aereo, e d'estate domina nel Mediterraneo. Dire che non ci sono compagnie disposte a sostituire FR mi sembra eccessivo.

Ti faccio notare che operare lo stesso numero di voli con un E140 anziché un B738 comporta sì un calo dei passeggeri, ma garantisce comunque la crescita economica. Gli USA pullulano di aerei regional e di collegamenti sul breve raggio con aerei che hanno meno di 90 posti, non vedo perché TPS non dovrebbe seguire lo stesso modello.
 
Calò, TPS sta in Sicilia, la Sicilia è un'isola che d'inverno genera traffico aereo, e d'estate domina nel Mediterraneo. Dire che non ci sono compagnie disposte a sostituire FR mi sembra eccessivo.

Ti faccio notare che operare lo stesso numero di voli con un E140 anziché un B738 comporta sì un calo dei passeggeri, ma garantisce comunque la crescita economica. Gli USA pullulano di aerei regional e di collegamenti sul breve raggio con aerei che hanno meno di 90 posti, non vedo perché TPS non dovrebbe seguire lo stesso modello.

Mobius, ma tu hai presente cosa c'era a Birgi prima di FR? Parlo di 5 anni fa.
 
Ma questo è diverso. Si parla di contributi ai naviganti basati in Italia.

Se ti vai a vedere i bilanci INPS nei riferimenti, noterai che i dipendenti del settore basati in Italia, pagano una percentuale molto piccola delle entrate del fondo, tant'è vero che anche la corte dei conti si è accorta della cosa e l'ha reputata un problema.

Cito testualmente:
10.12 I precedenti referti hanno ripetutamente segnalato le criticità del Fondo
speciale per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e
riqualificazione professionale del personale del settore del trasporto aereo - non
rientrante fra i fondi sostitutivi dell’AGO e piuttosto assimilabile ai fondi di solidarietà
disciplinati in via generale dalla Legge n.662/1996 e dal relativo regolamento di attuazione
– che riguarda tutto il personale del relativo comparto e non solo quello
navigante.
Pur non ignorando le peculiarità del Fondo - qualificato come “speciale” dalla
norma istitutiva (D.L. 5 ottobre 2004, n.249, convertito nella Legge 3 dicembre 2004,
n.291) – va infatti considerata la sua costituzione originaria sul modello tipico dei fondi
di solidarietà, attraverso un meccanismo di integrale autofinanziamento, alimentato da
un contributo posto a carico delle categorie interessate e del sistema aeroportuale e
comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
E’ stato pertanto sottolineato che il ravvicinato intervento, dopo circa quattro
mesi, di un nuovo provvedimento di urgenza (D.L. 31 gennaio 2005, n.7, convertito
nella Legge 31 marzo 2005, n.43), che ha introdotto il “cofinanziamento” del Fondo
attraverso l’istituzione di una addizionale comunale sui diritti di imbarco di 1 euro sui
biglietti emessi in Italia, ne ha di fatto spostato il carico dalle categorie interessate alla
fiscalità generale.
Sono di conseguenza derivati effetti distorsivi sulla concorrenza nel settore e,
soprattutto, la modifica del funzionamento complessivo del Fondo stesso, nel quale è
divenuto elemento strutturale il costo del biglietto, per un ammontare che nel 2008 ha
costituito l’87% delle entrate (circa 60 mln di euro, di cui solo 8 mln a titolo di
contribuzione autofinanziata), che non hanno visto l’attivazione dei contributi da parte
del sistema aeroportuale.
Un ulteriore provvedimento di urgenza – adottato con D.L. n. 134, convertito
nella Legge n.166 del 2008 - ha elevato da 1 a 3 euro la predetta addizionale,
lasciando peraltro aperta la problematica sul regime legale del finanziamento,
soggetto alle regole sulla contribuzione previdenziale obbligatoria per il contributo
dello 0,50% a carico delle categorie interessate, ma non definito per l’addizionale – se
fiscale o previdenziale – e il quadro delle rispettive competenze in materia.
Per effetto dello stesso provvedimento – in cui, tra l’altro, è prevista l’estensione
della durata dei trattamenti di cassa integrazione straordinaria (CIGS) e di mobilità e
altresì degli interventi anche a favore delle società derivanti (e non più solo derivate)
dei vettori aerei – e, soprattutto, della segnalata elevazione a 3 euro dell’addizionale,
il “cofinanziamento” a carico dei clienti delle compagnie aeree ha oltrepassato il 96%
delle entrate nel 2009 (circa 184 mln di euro, di cui quasi 178 mln a titolo di
addizionale, pari a un aumento superiore al 240% e 6 mln a titolo di contribuzione
dello 0,50%, in calo di quasi 2 mln).
E’ stato quindi nell’occasione ribadito che una gestione di sostegno, istituita
originariamente sullo schema dei fondi di solidarietà e quindi in autofinanziamento, si
è tramutata in una singolare gestione - sia pure per effetto di specifici provvedimenti
legislativi di urgenza - quasi totalmente alimentata da risorse pubbliche, con una
quota assolutamente irrilevante di contribuzioni proprie e per di più con perdurante e
totale disattivazione delle previste contribuzioni a carico del sistema aeroportuale, di
fatto consegnando la relativa disposizione primaria a norma “inutiliter data”.
Non si è mancato altresì di evidenziare come il Fondo abbia operato
prescindendo dalla disciplina generale - dettata dalla legge e dal regolamento sui fondi
di solidarietà – e quindi in carenza, tra l’altro, dell’intervento ministeriale, sia sugli
strumenti normativi adottati in via autonoma da ciascun di essi, sia sulla nomina degli
organi, i quali sono integrati da rappresentanti ministeriali, pur in assenza del
finanziamento pubblico.
Tra le varie questioni aperte – oltre che sulla rappresentanza ministeriale, la
riduzione numerica del Comitato di gestione e i limiti del regolamento autonomo in
materia di funzionamento e di erogazione delle prestazioni – è stata segnalata la
prassi singolare che prevede iniziali delibere condizionate di ammissibilità degli
interventi, seguite da successive delibere definitive di erogazione, fondate sulla
verifica delle effettive disponibilità e l’estensione degli interventi formativi a soggetti
diversi dalle aziende contribuenti.
I dati del bilancio 2011 evidenziano, tra l’altro, un ulteriore aumento delle
entrate, ma sempre di derivazione dall’addizionale, mentre emerge una leggera
ripresa dell’autofinanziamento, ancora privo tuttavia dei previsti apporti del sistema
aeroportuale.
I contributi, in lieve aumento rispetto ai precedenti 6 mln di euro (+1,8 mln),
sono sopravanzati dalle comparativamente imponenti addizionali, che salgono da 182
a 198 mln di euro, consentendo di fronteggiare l’ampio livello delle prestazioni, anche
se in transitoria diminuzione da 157,8 a 154,4 mln di euro e di chiudere con un
maggiore avanzo di 54,2 mln di euro (31,4 mln nel 2010), che porta il netto
patrimoniale da circa 161 alla ragguardevole cifra di oltre 215 mln di euro, accumulata
pressochè integralmente con risorse pubbliche.
In esito alle segnalazioni della Corte, va preso atto delle recenti disposizioni della
legge n.92/2012 sulla riforma del lavoro che prevedono la cessazione del Fondo e
dell’addizionale, ma richiedono un attento monitoraggio nella prevista fase transitoria,
soprattutto per le nuove delibere di ammissibilità e per la destinazione delle ampie
disponibilità del Fondo stesso.
 
5 anni fa il traffico low cost in Italia era minore e c'era anche una minore disponibilità di compagnie disposte a rivaleggiare AZ. Per esempio, Volotea cinque anni fa non c'era.

C'era una minore disponibilità di compagnie negli anni 90'. Nel 2009 il boom delle low cost aveva già da anni coinvolto l'italia. E alcune compagnie nel frattempo hanno messo gli aerei a terra SkyEurope, Myair, Alpieagles, Windjet, etc....
 
Secondo te, per esempio, TPS-BGY di FR con un 738 da 189 posti non è sostituibile con TPS-MXP di U2 con un 319 da 156 posti? La differenza in termini di prezzo è minima, se funziona con FR può funzionare anche con U2.
 
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