Ecco l'articolo di oggi da "Il Gazzettino"
Marchi è inc*****o nero, questo darà molto a che pensare a qualche id***a in comune di Treviso.
Anche se questo polverone, secondo me farà entrare (anche se a forza) Treviso in Save.
Treviso poteva guadagnarci, invece per la superficialità di alcuni, a mio avviso TSF sarà si di Save, ma con molti meno privilegi di prima.
Speriamo che almeno salvino il salvabile...
Ho cambiato articolo, stessa fonte, ma più semplice e meno noioso!</u>
LOGISTICA
TREVISO - Grandi incertezze sull'affare Save-AerTre. Solo fra tre mesi si saprà se la Save sarà riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta delle azioni dell'AerTre trevigiana, la società che gestisce l'aeroporto di San Giuseppe. I veneziani hanno già una sorta di governance su AerTre. Posseggono il 45\% del pacchetto azionario, il 10\% è della Regione, tramite Veneto Sviluppo, ed il restante 45\% appartiene a Comune, Provincia, Cciaa di Treviso e Fondazione Cassamarca).
Ieri è stato approvato un aumento del capitale sociale da 10 milioni. Novanta giorni di tempo per versare il denaro. Se i trevigiani (basterebbe solo il Comune, che detiene il 37\% delle azioni) dovessero decidere di non aderire alla ricapitalizzazione, la Save passerà in maggioranza grazie alla quota di inoptato. Ma se tutti i soci scuciranno contante, gli equilibri in AerTre rimarranno quelli del passato. E al presidente della Save, Enrico Marchi, questa situazione non aggrada affatto. Anche perchè da molto tempo si era concordato sull'opportunità di sistemare l'assetto azionario mediante un concambio. L'attivo di AerTre, in quote proporzionali, contro azioni Save. Concambio che sottintendeva la volontà di creare un unico sistema aeroportuale, il terzo d'Italia. «Ma qui in Veneto - afferma Marchi - si parla sempre di fare sistema e quando ci sono le condizioni per attuarlo ci si tira indietro. È successo per le banche, è successo per le utility ed ora succede anche per il polo aeroportuale». «Abbiamo un polo a Roma con due aeroporti, un polo a Milano con altri due aeroporti, mentre a Venezia si vorrebbe andare avanti con due distinte società di gestione aeroportuale, una a Tessera e una a San Giuseppe. Non ci sto più. Dichiaro chiusa questa trattativa - chiude Marchi -. Da parte mia non parlerò più di concambio azionario tra Venezia e Treviso. Sono stanco delle polemiche e non voglio passare per il presidente di una società pronta a far di tutto per incorporare un aeroporto a basso prezzo».
Polemiche invero ce ne sono state: «Sono amareggiato per le posizioni espresse da esponenti politici come Bottacin e Rubinato. Ci sono state espressioni al limite della querela sull'affare dell'aeroporto che Save vorrebbe per quattro lire. Mi hanno anche disgustato quanto hanno affermato i presidenti di Unindustria Treviso e della Confartigianato. Ho sentito pareri espressi senza cognizione di causa sull'asserita difesa dell'aeroporto di Treviso», dice Marchi. «Se i trevigiani non credono nel sistema proposto debbono saper trarre le conseguenze della loro politica - afferma ancora Marchi - E le conseguenze sono queste. Non c'è interesse per una convergenza gestionale degli scali? Allora entra in campo una sana concorrenza. Tertium non datur». Il presidente della Save sa benissimo (e lo sanno anche i trevigiani) che l'AerTre non può vivere senza l'appoggio veneziano.
Come se non bastasse, «giova ricordare - conclude Marchi - che l'aeroporto di Treviso è di proprietà del demanio e il demanio lo concede ad una società di gestione. Nel 2012 la concessione dello scalo di San Giuseppe scade e il Demanio rifarà la gara. Vincerà l'offerta migliore. Offerta che potrebbe venire da chissà dove».
Allora: rottura su tutta la linea tra Venezia e Treviso? In realtà, se in casa Save si avverte forte irritazione, tra i soci trevigiani dell'AerTre si raccolgono prevalentemente grandi silenzi. Silenzi sornioni, silenzi imbarazzati e semplicemente silenzi di assenti (ieri all'assemblea sulla ricapitalizzazione mancavano i rappresentanti del Comune e della Provincia di Treviso).Il presidente della Camera di commercio, Federico Tessari, che si è astenuto sulla ricapitalizzazione, è ancora ottimista: «Abbiamo novanta giorni di tempo per l'aumento di capitale, ma anche per riprendere a dialogare con Venezia in vista del concambio».
Barty Stefan