Trapani: bilancio 2013 in attivo per Airgest


Ryanair cancella altre 6 rotte da Birgi nella Summer 2015

Ryanair ha iniziato a mettere on line sul proprio sito tutte le rotte per la Summer 2015 e ancora una volta Trapani risulta penalizzata. Mentre sul nuovo scalo di Comiso vengono riconfermate 6 rotte su sette, l’aeroporto di Birgi ne perde altre sei.

Su Comiso, infatti, ad oggi risultano confermate, con variazioni dei giorni in cui le rotte verranno operate, le tratte per Dublino, Londra Stansted (si volerà il venerdì e il lunedì), Roma Ciampino (che rimarrà giornaliero), Pisa (rimarrà quadrisettimanale con voli il lunedì, mercoledì, venerdì e domenica), Bruxelles Charleroi (si volerà il lunedì e il venerdì) e Francoforte Hahn (si volerà il mercoledì e la domenica). Solo del collegamento per Kaunas in Lituania non si sa ancora nulla.

All’aeroporto di Trapani, invece, Ryanair conferma i voli per Ancona, Bologna, Bratislava, Bruxelles-Charleroi, Cracovia, Cuneo, Eindhoven, Francoforte-Hahn, Genova, Karlsruhe-Baden, Kaunas, Malta, Memmingen, Milano-Bergamo, Parigi-Beauvais, Parma, Pisa, Roma-Ciampino, Torino, Trieste, Treviso e Varsavia-Modlin. Al momento dunque risultano cancellati i collegamenti per Cagliari, Girona Barcellona, Goteborg, Maastricht, Manchester e Perugia.

http://www.travelnostop.com/NEWS_de...tte-da-birgi-nella-summer-2015&i=117990&tipo=

parte la guerra con Comiso ora...
 
Aeroporto di Trapani Birgi, che succede? Il punto su Ryanair, le proteste, i soldi...

All'improvviso, dunque, tutti si sono accorti che Ryanair si sta lentamente allontanando dall'aeroporto di Trapani - Birgi, il "Vincenzo Florio", per favorire scali ormai più appetitosi come Palermo o Comiso. Che sta succedendo? Siccome ci sono state molte dichiarazioni dei nostri politici, in queste ultime giornate, è meglio mettere un po' di ordine.

Ryanair innanzitutto ha annunciato il taglio di alcuni voli da e per Trapani per l'inverno 2015, quindi tra un anno. Ma ancora non c'è nulla di concreto. Solo a Novembre si saprà qualcosa in più. E le notizie fatte trapelare dalla compagnia irlandese hanno il sapore di un ultimatum: c'è un contratto che va rispettato. Senza soldi, Ryanair da Trapani se ne potrebbe andare. I soldi che Ryanair pretende sono quelli del tanto contestato contratto di co-marketing con il quale i 24 Comuni trapanesi si impegnano a contribuire indirettamente per fare stare a Birgi la compagnia. Sono impegni gravosi: 300.000 euro a testa solo per i Comuni di Trapani e Marsala, e via via tutti gli altri, secondo cifre concertate qualche mese fa dal Presidente della Camera di Commercio, Pino Pace, e dal Prefetto Leopoldo Falco. I Comuni trapanesi devono mettere due milioni di euro l'anno, in totale, ogni anno. Se avessero messo tre milioni di euro l'anno la riduzione dei voli non ci sarebbe stata. Ecco spiegato tutto. Ed ecco perchè Ryanair taglierebbe 6 voli, 2 nazionali e quattro internazionali. Lo spiega bene il deputato regionale Mimmo Fazio, che annuncia che "i tagli delle 6 rotte sono stati già annunciati, ma si tratta della "Winter 2015", in dipendenza delle risorse economiche insufficienti a disposizione dell'accordo di co-marketing dei Comuni".

Il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, se la prende con la Regione, che ha il 49% delle azioni di Airgest. Secondo Tranchida il governatore sicilano, Rosario Crocetta, penalizzerebbe Birgi in favore degli aeroporti di Palermo e Comiso. Ma ha chiamato in causa pure i deputati trapanesi per quella che lui chiama "una strabica e faziosa visione dello sviluppo dell'economia turistica della provincia". Sempre Fazio in un'interrogazione invita Crocetta ad uscire allo scoperto sull'aeroporto trapanese ed a dire se c'è "un progetto per la realizzazione di un sistema aeroportuale dell'Isola che metta in relazione le attività di programmazione delle singole società di gestione degli scali di Palermo, Catania, Trapani, Comiso, Pantelleria e Lampedusa".

Se ci fosse dunque un milione di euro in più l'anno, Ryanair non toccherebbe i voli. Un sistema non legale, nel mercato della libera concorrenza, ma tant'è. Ryanair vuole un sacco di soldi. E li ha. Un primo accordo di co-marketing è tra la società "Ams" (il braccio economico di Ryanair) e l'Airgest: 3 milioni e 400 mila euro l'anno. Per tre anni. Poi ci sono i soldi che devono i Comuni in base all'altro contratto: 2 milioni di euro l'anno. Per tre anni. Ma la proposta di Ryanair era di 3 milioni di euro l'anno per tre anni, solo che i soldi i Comuni trapanesi non li potevano garantire. Nel 2013 il livello di traffico a Birgi ha raggiunto quota un milione ed 800 mila passeggeri. I dati di «Assaeroporti» sui voli 2014, da gennaio a luglio registrano un traffico di 892.986 passeggeri, nazionali ed internazionali. La Ryanair, nel frattempo, ha ridotto la sua base su Birgi da 4 a 3 aeromobili.

Il fatto è che i Comuni non hanno neanche versato i soldi promessi, i due milioni di euro. Ad esempio, Trapani. Il consigliere comunale di Forza Italia Francesco Salone parla di "un trasferimento di somme annunciato ma mai realizzato». Ai vertici del Comune capoluogo si dicono certi che il Comune di Trapani non riuscirà a pagare le 300.000 euro anche per il taglio recente alle aliquote Tasi approvato in consiglio. Qualche giorno fa è scattato il secondo sollecito di pagamento alle amministrazioni locali, ma più di un sindaco attende l'approvazione del bilancio per trasferire le somme.

Il Sindaco di Trapani, Vito Damiano chiarisce: "La gestione aeroportuale, in ogni parte del territorio regionale, nazionale e mondiale è affidata a Società, anche partecipate dal pubblico, che, in base alla loro solidità, capacità e competenza, determinano i flussi nei rispettivi aeroporti. Qui, a Trapani, la Società Airgest, partecipata dalle quote pubbliche di Regione (49%) e Camera di Commercio (2%), per stranissima anomalia, non si sente responsabile delle scelte gestionali che dovrebbero assicurare non solo il traffico consolidato ma soprattutto lo sviluppo di quello futuro. Ecco che allora vengono allo scoperto i maghi della comunicazione che scaricano, anche in maniera sguaiata, le loro responsabilità, inefficienze, inadempienze sull´anello debole che non appartiene nemmeno alla catena: i Comuni, anzi, poichè ancora più vulnerabili, i Sindaci. Quando, alla prima riunione indetta dalla dirigenza dell´Airgest nella quale vennero invitati tutti e 24 i Comuni della provincia, feci presente che era stato commesso un grave errore, in quanto interlocutori di Airgest sarebbero dovuti essere, oltre agli azionisti privati rappresentati, la Regione e la Camera di Commercio (51%), si fece finta di non sentire. I Comuni non possono gestire aeroporti o essere chiamati, in extremis e senza possibilità di operare scelte diverse, a versare quote a sostegno e riparatorie di inefficienze, inettitudine e insensibilità altrui, a fronte di una legittima pretesa, invece, della partecipazione dei Comuni alla definizione delle linee si sviluppo e di indirizzo in concertazione con la Regione e non, come sostenuto da qualche Sindaco, la diretta partecipazione societaria".

A cercare di chiamare ognuno alle proprie responsabilità è Confindustria. Il presidente provinciale, Gregory Bongiorno sollecita la necessità di "aprire una discussione sulla mobilità, partendo dal trasporto aereo che oggi rappresenta il mezzo più veloce e più efficace per facilitare il trasporto delle persone, e di conseguenza, incrementare il settore turistico e tutto l'indotto di cui tanto si parla". Bongiorno invita i sindaci del territorio "a tener fede agli impegni assunti in Prefettura ed a versare le somme dovute per consentire il rispetto dell'accordo di co-marketing a suo tempo sottoscritto con Ryanair".

http://www.tp24.it/2014/09/18/trasp...il-punto-su-ryanair-le-proteste-i-soldi/86107
 
http://www.osservatorio-sicilia.it/...ato-nel-territorio-di-trapani-leopoldo-falco/
Airgest/Raynair. Lettera aperta al rappresentante dello stato nel territorio di Trapani, Leopoldo FALCO

Egregio dr. Falco ,
lei in terra di Sicilia malgrado rappresenti lo stato italiano nel territorio, in costituzionalmente perché l’unico vero rappresentate dello stato in Sicilia è, per Statuto e quindi per dettato Costituzionale, il presidente della Regione Siciliana (comma 2 art 21 dello Statuto di Autonomia Speciale “ Egli (il presidente) rappresenta altresì nella Regione il Governo dello Stato, che può tuttavia inviare temporaneamente propri commissari per la esplicazione di singole funzioni statali”), essendo a capo di una istituzione, anche se imposta ai siciliani da questo stato democratico, va comunque rispettato.
Continuo a leggere sue dichiarazioni sulla spinosa questione relativa ad un accordo che si dice benedetto dal rappresentante dello stato nel territorio, definito di co-marketing che prevede un contributo dei comuni ad Airgest affinchè la paventata riduzione dei voli di Raynair o addirittura un suo graduale distacco, rimanga tale e quindi il vettore possa rimanere ad essere, incredibilmente, l’unico vettore o il vettore di riferimento dell’aeroporto di Trapani / Birgi.
Orbene, ho scritto già varie volte che questo accordo di co-marketing o marketing partnership definito un po’ da tutti nelle dichiarazioni ufficiali “patto d’onore” (?), tutto sembra meno che un accordo di marketing cooperativo perché i soggetti che vi partecipano non sembrano essere tutti gli attori in campo.
E cioè, Airgest, Raynair, la Regione Siciliana, azionista di maggioranza e la Camera di Commercio di Trapani a cui si possono aggiungere, per interessi di promozione del territorio, altri soggetti. Nel caso di specie, i comuni.
Ed allora viene il dubbio , al di là di quanto spiegato, che questo co-marketing possa essere un finanziamento pubblico a privati anche perché fino ad oggi nessuno ha mai chiarito effettivamente quale sia il progetto di promozione che si andrebbe a realizzare.
Oltre a ciò, rilevo dalle norme di legge, che un progetto di promozione va assegnato ad un privato dopo aver bandito un bando ed espletato la relativa gara e non come starebbe avvenendo, per importi che sono vicino se non superano il milione di euro, direttamente e senza alcuna bando.
Per quanto riguarda il finanziamento alle aziende di gestione aeroportuale, va ricordato che l’articolo 345 del TFUE stabilisce ” che i trattati lasciano del tutto impregiudicato il regime di proprietà esistente negli Stati membri. Ne deriva che gli Stati membri possono possedere e dirigere imprese, acquistare azioni o altre partecipazioni in imprese pubbliche o private”.
Va da se quindi che “un progetto di promozione relativo all’Aeroporto di Trapani /Birgi”, in armonia alle direttive comunitarie, per non trattarsi di aiuto di stato non consentito, deve essere finanziato dai soggetti soci della società di gestione aeroportuale, ovvero, come ricordato, Airgest, Regione Siciliana, Camera di Commercio di Trapani ed eventualmente Raynair se di co-marketing si tratta.
Ed ancora, sulla base di quanto previsto dal Progetto dell’Unione Europea” Orientamenti UE sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree”, quando un gestore aeroportuale dispone di risorse pubbliche, in linea di principio, si può escludere l’aiuto ad una compagnia aerea che utilizza l’aeroporto, quando il rapporto tra il gestore dell’aeroporto e la suddetta compagnia aerea è conforme al MEO. Di norma si tratta del caso in cui:
(1) il prezzo praticato per i servizi aeroportuali corrisponde al prezzo di mercato
oppure
(2) è dimostrato, attraverso un’analisi ex ante, che il prezzo praticato per i servizi aeroportuali porta ad un utile ragionevole sul capitale investito per il gestore dell’aeroporto .
Orbene da anni si chiede ad Airgest, società a partecipazione maggioritaria pubblica, e quindi soggetto privato che sottostato al regime del diritto pubblico, di rendere pubblico il contratto di servizio tra la società e il vettore irlandese, per poter avere contezza se Raynair corrisponde ad Airgest i costi di handling e a che prezzo.
Da cittadino di questo territorio che paga per intero pesanti tasse e tributi locali, le chiedo, a tutela dei cittadini e del rispetto delle normative di trasparenza di un ente pubblico, di voler definire con chiarezza ai cittadini il significato di questo patto d’onore, se è coerente con le norme di legge, chi sono i soggetti che partecipano ai costi e se Raynair corrisponde ad Airgest i costi di handling e a quale tariffa.
A questo proposito faccio presente che i vettori corrispondono alle società di gestione aeroportuale di Roma Fiumicino , Palermo e Catania,un handling definito “toccata” di 550 euro.
Perchè mai non si può sapere quanto paga Raynair ad Airgest ?
Ritengo che lei concorderà che il cittadino che paga con le proprie tasse ha diritto di sapere come vanno gestisti i suoi soldi.
Airgest è soggetto privato di diritto pubblico e la trasparenza degli atti dovrebbe essere obbligo.
Con osservanza
Michele Santoro
Direttore Osservatorio Sicilia

 
Ryanair, Bongiorno: "Guai a tirarsi indietro. Pubblico e privati facciano la loro parte"

C’è molta incertezza sul destino dell’aeroporto di Trapani-Birgi. I sindaci dei comuni trapanesi si sono accorti soltanto adesso che Ryanair ha tirato un pacco, diminuendo i voli. Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria in provincia di Trapani, quanto è difficile programmare, fare delle scelte, degli investimenti nell’economia trapanese, con questa incertezza? Non c’è soltanto l’aeroporto, ma anche il Porto di Trapani, quello di Marsala.

E’ tutto collegato. Gli imprenditori fanno degli investimenti nell’ambito delle loro aziende, mentre gli enti locali sono chiamati a fare investimenti di portata più complessiva. Si chiama principio di sussidiarietà: mettere i cittadini e le imprese nelle condizioni di poter fare economia. Purtroppo la Sicilia è agli ultimi posti in questo, non riesce ad attrarre capitali stranieri. Se parliamo di turismo ad esempio, che è un settore in cui ci sono grandi investimenti da poter effettuare. Per fare un piccolo albergo, se non si hanno certezze di medio termine, avviare una attività del genere diventa rischioso.

Ci confrontiamo, però, con una classe politica che non ragiona nel medio termine, 5 anni, ma nel brevissimo termine, pochi giorni. Il fatto che la maggior parte dei comuni della provincia di Trapani non hanno ancora versato i soldi per il contratto con la Ryanair fa capire che non ci si può neanche fidare più del partner politico.

I sindaci della provincia di Trapani sono stati tirati per la giacca a sottoscrivere questo accordo co-marketing. Le casse dei Comuni sono sempre più vuote, anche a causa dei minori trasferimenti di Stato e Regione. Alcuni Comuni hanno deciso di mettere la tassa di soggiorno per finanziare il contratto. I Comuni non hanno però bilanci di previsione approvati, anche se siamo a fine settembre, altri non hanno incassato la tassa di soggiorno. Quindi hanno delle difficoltà. Mi preoccupa che qualche sindaco possa ripensare all’accordo sottoscritto e non rispettarlo.

Anche perché l’accordo è più una sorta di “patto tra gentiluomini”, come lo definì il Prefetto, sta tutto alle buone intenzioni degli amministratori. Il sindaco di Trapani, Vito Damiano, dice: “però i soldi li devono tirare fuori anche i privati, ad esempio gli imprenditori del settore turistico-aòlberghiero, che sono quelli che più beneficiano della presenza della Ryanair a Trapani”. Si finisce sempre per chiedere i soldi ai privati?

Su questo sono stato molto chiaro. Capisco le mille difficoltà dei Comuni, ma guai ad avere tentennamenti e tirarsi indietro, perché salterebbe il banco.

Cosa suggerisce lei?

Di mantenere l’impegno, poi gli imprenditori in qualche modo devono fare la loro parte.

Come?

Ad esempio organizzando voli charter, sostenendo i costi per promuovere il territorio, partecipare a fiere. Però l’accordo con Ryanair deve essere rispettato, e devono essere pagate queste fatture che arrivano alla Camera di Commercio. Bisogna che imprenditori e amministratori capiscano che il mondo dei vettori aerei è cambiato. Silvano Cassano, il nuovo amministratore di Alitalia-Etihad ha detto che se gli enti locali sono interessati della presenza di Alitalia nei loro territori devono fare delle proposte, altrimenti non avranno problemi a lasciare quelle rotte. Ed è quello che sta accadendo a Palermo, Catania, dove sono saltate molte tratte.

Come sta facendo la Ryanair a Trapani.

Questi vettori aerei, compresa Ryanair, la pensano in questo modo: “se a me questa tratta non conviene, o c’è qualcuno che mi dà dei soldi per colmare il gap, o la chiudo”. Quello di Trapani non è un grande scalo, come Malpensa, Linate e Fiumicino, ma un piccolo aeroporto che va sostenuto un po’ da tutti, pubblico e privato. La ricetta sta nel mezzo. La regione ha comprato le quote, i comuni devono rispettare l’accordo, i privati devono fare la loro. Altrimenti non si va avanti.

http://www.tp24.it/2014/09/23/econo...bblico-e-privati-facciano-la-loro-parte/86248
 
leggere certe cose fa venire la pelle d'oca... ora gli imprenditori non devono più investire sul territorio e sui servizi (che in Sicilia sono da terzo mondo) ma devono pagare l'aeroporto per salvare l'unica compagnia che lo mantiene attivo...
 
Oh ma nessuno che parla di trattare con altre compagnie per sostituire definitivamente FR... non ne parlano mai, neanche per sbaglio, nonostante sia una delle possibilità da considerare.

Nessuno considera la possibilità che là fuori possano esserci compagnie capaci di mantenere vivo l'aeroporto, senza aiuti o con aiuti ridotti. FR sembra molto onerosa, e se chiede X per rimanere quando ad un'altra compagnia basterebbe X-Y, perché non optare per l'altra - o le altre - compagnie?

Il pricing, l'handling e tutti gli altri aspetti che regolano la movimentazione dei passeggeri sono tutti fattori molto complessi, ma io credo che se un B738 da 189 posti parte pieno da TPS con gli aiuti, può farlo anche un B717 da 125 posti (Volotea) senza aiuti o comunque con aiuti ridotti. Stessa cosa per quanto riguarda un E175 da 88 posti (Alitalia, col vantaggio extra del feederaggio).

Poca, pochissima lungimiranza nel trapanese.

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Ryanair, i Comuni ancora non pagano. Birgi in caduta libera

Non si respira una bella aria all’aeroporto di Trapani-Birgi. Preoccupati sono i dipendenti dell’Airgest, la società che gestisce lo scalo “Vincenzo Florio”. Preoccupati sono anche gli operatori e i commercianti che all’interno dell’aeroporto hanno cominciato, da quando è arrivata la Ryanair, a lavorare, e parecchio. Da qualche mese però i numeri a fine mese sono diversi. C’è aria di incertezza, perchè la Ryanair ha annunciato che diminuirà, ancora, le tratte da e per lo scalo trapanese. Non è una novità, ma adesso scompariranno tratte fondamentali, come quella con Gerona-Barcellona, l'unica da e per la Spagna rimasta. Già da un paio di anni la compagnia irlandese ha cominciato a manifestare interesse per altri aeroporti, per altri affari, in Sicilia. Prima con Palermo, e adesso con Comiso. Se si vuole che la Ryanair resti a Birgi bisogna pagarla. Una pratica non proprio legale, nel mercato della libera concorrenza. Ma questa è stata la condizione. Allora è stato inventato un accordo di co-marketing sottoscritto dall’Airgest, che è in maggioranza pubblica. Dopo l’uscita di scena della Provincia regionale di Trapani, socio di maggioranza è diventata la Regione Siciliana. Poi una cordata di privati e la Camera di Commercio.

L’accordo prevede che anche i 24 Comuni trapanesi si impegnino a contribuire indirettamente per fare stare a Birgi la compagnia. Sono impegni gravosi: 300.000 euro a testa solo per i Comuni di Trapani e Marsala, e via via tutti gli altri, secondo cifre concertate qualche mese fa dal Presidente della Camera di Commercio, Pino Pace, e dal Prefetto Leopoldo Falco. I Comuni trapanesi devono mettere due milioni di euro l'anno, in totale, ogni anno. Se avessero messo tre milioni di euro l'anno la riduzione dei voli non ci sarebbe stata. Perchè, nel frattempo,Ryanair ha annunciato il taglio di alcuni voli da e per Trapani per l'inverno 2015. Così dai quattro aeromobili che facevano base al Vincenzo Florio si è passati a 3 lo scorso anno, e presto ne potrebbe restare solo uno. Significa meno voli, meno indotto, meno tutto. E i Comuni, che si sono accorti soltanto adesso del pacco anzichè pensarci quando la compagnia cominciava a battere cassa, non hanno ancora versato le quote. Al momento soltanto le amministrazioni comunali di Erice, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Favignana, Paceco, Partanna, San Vito Lo Capo e Valderice hanno provveduto a versare le rispettive quote previste nell'ambito dell'accordo sottoscritto con la compagnia Ryanair. E gli altri? Molti non hanno ancora approvato il bilancio di previsione. Alcuni per trovare i soldi hanno dovuto applicare la tassa di soggiorno, che le strutture ricettive hanno fatto pagare malvolentieri ai turisti (anche questi diminuiti rispetto allo scorso anno). E cosa succederebbe se alcuni Comuni decidessero di tirarsi indietro, di non pagare? Anche perchè, in realtà, la storia delle quote è nata come una sorta di “patto tra gentiluomini”. Insomma, tutto fa mettere a rischio l’accordo di co-marketing, la permanenza di Ryanair a Trapani e l’esistenza stessa dell’aeroporto. Per questo il Prefetto di Trapani Leopoldo Falco ha sollecitato le amministrazioni comunali. Marsala e Trapani, prima di tutti: “Hanno anche il dovere morale di essere di esempio per gli altri enti”, anche perchè devono versare la quota maggiore, 300 mila euro a testa. A Marsala, commissariata, si aspetta l’approvazione del bilancio di previsione e vedere quanto hanno racimolato hotel e b&b con la tassa di soggiorno. A Trapani, il sindaco Vito Damiano ha detto di aver previsto in bilancio le somme, ma ha anche chiesto la collaborazione dei privati. Della questione aeroporto vuole che se ne parli in un consiglio comunale straordinario, e chiama in causa anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Ognuno vuole mettere becco, in questa vertenza. C’è da dire che l’aeroporto vive, oggi più di prima, in una zona di nessuno. Fin quando c’era la Provincia come socio di maggioranza, nel bene o nel male, esisteva una governance, seppur politica, dello scalo. E l’Ente versava fior fior di quattrini per l’Airgest.

L’aeroporto di Trapani-Birgi è interessato anche da una crisi economica che coinvolge la società che la gestisce che avrebbe registrato un ulteriore disavanzo in bilancio. Senza la Provincia sono venute meno diverse entrate in bilancio. E altre sono in netta diminuzione, come conseguenza del taglio dei voli, come ad esempio i proventi dei parcheggi a pagamento. Intanto il Movimento 5 stelle ha sollevato il caso d della crisi in Libia che potrebbe avere ripercussioni sul traffico aereo siciliano. Questa la preoccupazione del senatore 5 Stelle, il trapanese Vincenzo Santangelo, che ha chiesto chiarimenti al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, durante il “question time” sui possibili disagi per il traffico civile nell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani.

In passato è già accaduto che il traffico civile dell’aeroporto di Birgi, vicino alla base del 37° stormo dell’Aeronautica militare, fosse stato chiuso per rendere più sicure le operazioni militari, con ricadute economiche sul territorio che si fanno sentire ancora oggi.
Il ministro Pinotti ha risposto che non esiste nessuna programmazione in merito alla situazione della Libia.

http://www.tp24.it/2014/09/24/trasp...ncora-non-pagano-birgi-in-caduta-libera/86281
 
Just for the record, prima che qualcuno si stracci le vesti su TPS come volano del turismo (anche se c'è gia il vicino PMO), i dati Bankitalia danno un leggerissimo aumento delle presenze turistiche nel trapanese (gen-giu 14), a dispetto del crollo dei passeggeri.
Se il turista vuole arrivare lì, vuoi per il brand, vuoi per il paesaggio, ci arriva lo stesso.
Insomma, non è una tragedia, se la si finisce con gli accordi di comarketing.
 
Continua la saga:
http://www.siciliainformazioni.com/126015/appello-per-salvare-laeroporto-trapani-non-perdiamo

Un appello per salvare l’aeroporto di Trapani: “Non perdiamo tempo”

Sos, salviamo Birgi. Anche il sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto, interviene sulla questione aeroporto. Un intervento a cuore aperto: sull’Airgest, la programmazione dei voli, l’azione politica necessaria da intraprendere e soprattutto la programmazione nella proposta delle politiche turistiche. “Tutte le risorse necessarie sono state previste all’interno del bilancio comunale 2014 che andrà in discussione in Consiglio Comunale nei prossimi giorni – ha spiegato -. Il Comune di Favignana, così come già evidenziato anche nelle riunioni che hanno preceduto l’accordo, non poteva istituire la tassa di soggiorno né aumentare la tassa di sbarco senza una modifica della norma nazionale – cosa che non è avvenuta – e quindi avrebbe attinto le risorse all’interno del proprio bilancio andando incontro a notevoli difficoltà e sacrifici”.

Pagoto continua: “In un momento di incertezza come quello attuale, in cui sono noti i tagli alle risorse finanziarie che impongono alle Amministrazioni Comunali scelte e strategie economico-finanziarie difficili, sobbarcarsi anche di tale gravoso impegno, significa caricarsi di nuove responsabilità. Non si può, quindi, rimanere in attesa degli eventi, ma occorre rilanciare e chiedere rispetto, investimenti e chiarezza a tutela del territorio e dei suoi cittadini. Il turismo è l’unica risorsa, forse, rimasta, ed necessario non solo preservarla ma svilupparla negli anni futuri. Tra l’altro i vettori aerei non servono soltanto a trasportare turisti ma anche tanti altri cittadini che si spostano per lavoro, studio e motivi di salute”.

Infine un appello “affinché venga convocato con urgenza un tavolo tecnico-politico anche alla presenza dei vertici Ryanair, per conoscere la strategia di rilancio della compagnia aerea e complessivamente di tutto il territorio. Non si può perdere la Ryanair, non si può perdere l’aeroporto, non si può perdere tempo”.
 
Caldo caldo da http://ale.riolo.co.uk/2014/09/perche-birgi-non-attira-vettori-oltre-Ryanair.html:

Perché Trapani Birgi non attira vettori oltre Ryanair?
Esistono vettori aerei civili che possano offrire lo stesso livello di servizio di Ryanair a costi analoghi?


Chiunque abbia una certa conoscenza, non necessariamente professionale ma giusto appena approfondita, del mercato europeo del settore del trasporto aereo civile conosce la risposta: no, non esistono altre compagnie che possano offrire lo stesso livello di servizio di Ryanair a costi analoghi. Il vettore irlandese è da anni l'opzione più a buon mercato che ci sia. Se un aeroporto europeo non riesce a attrarre o trattenere quel vettore, non ci sono speranza di attrarre altri vettori che offrano simili livelli di servizio.

Incidentalmente, per chi volesse approfondire, sono ad esempio pubblicamente disponibili, in Inglese, decine di articoli come Ryanair SWOT: low costs remain the key strength, even as customer service enhancements take root oppure Unit cost analysis of Emirates, IAG & Virgin; about learning from a new model, not unpicking it, basta tra l'altro limitarsi a notare in entrambi i casi il primo diagramma, dove si nota che soltanto Wizz Air e Pegasus sono in qualche maniera vicine al vettore irlandese in termine di costi ed efficienza.

Quindi è vero che se da un lato ci sono molte compagnie low cost che operano sul mercato euro-mediterraneo (EasyJet, Norwegian, Vueling, Volotea, Wizz Air, German Wings, Air Berlin, Pegasus, e chi più ne ha più ne metta), dall'altro è anche vero che Ryanair è quella più efficiente, quella che costa meno, per cui è la più semplice da attrarre in aeroporti come Trapani Birgi o Comiso. Se non si riesce a trattenere Ryanair, non si vede come si possa sperare di attrarre le altre.

Sull'asservimento ad una unica compagnia, per aeroporti che riescono ad attrarre soltanto Ryanair, magari anche grazie ad operazioni di co-marketing, non c'è quindi rimedio. Giusto per fare soltanto un esempio, non conosco le cifre esatte, ma quelle che darò dovrebbero essere abbastanza verisimili: a fronte di costi per passeggero di almeno 20 Euro ad imbarco, se Ryanair chiedesse ad un aeroporto come quello di Trapani Birgi uno sconto di 3 Euro, EasyJet generalmente ne potrebbe chiedere almeno 8, Vueling 10 ed Air Berlin 12.

Per inciso, con costo per passeggero di 20 Euro ad imbarco mi riferisco ai tributi e contributi aeroportuali. Pur non avendo sottomano le tariffe per Trapani Birgi, in generale alcune poste variano da aeroporto ad aeroporto, altre no, guardando a quelle di Palermo Punta Raisi, che storicamente sono state abbastanza simili, si nota che per ogni passeggero imbarcato si pagano nell'aeroporto panormita 9,35 Euro di Diritti Imbarco Passeggeri (oltre 12 per i voli extra-Europei), 2,42 Euro per il controllo passeggeri e bagagli a mano, 1,70 Euro per i bagagli in stiva, 0,84 Euro per i servizi per i passeggeri a mobilità ridotta e 6,50 Euro di addizionali, che finiscono perlopiù all'INPS, una piccola parte al Ministero dell'interno, ed un rivolo ai comuni sedi di sedime aeroportuale. Ad esempio, dei 5 o 6 milioni di Euro raccolti ogni anno, soltanto per le addizionali, per gli imbarchi a Trapani Birgi ne ritornano 38 mila al comune di Trapani (ma stranamente, niente mi risulta arrivi al limitrofo comune di Marsala, che pure dovrebbe essere sede di sedime aeroportuale).

A questi costi variabili per l'imbarco dei passeggeri bisogna aggiungere altri costi fissi, perlopiù varie altre tariffe applicate agli aeromobili, ad esempio per i Boeing 737-800 circa 90 Euro ad approdo o decollo, circa 30 Euro a ora o frazione per la sosta, e via di questo passo, alla fine quindi in aeroporti come quello di Trapani Birgi ogni passeggero per ogni imbarco in totale pagherà probabilmente più di 20 Euro (in aeroporti del nord Italia generalmente molto di più, quelli siciliani sono tra i meno cari, se ci limitiamo al Bel Paese).

La quota che finisce all'INPS finisce direttamente per alimentare il “Fondo speciale per il sostegno del reddito e dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione del personale del settore del trasporto aereo, costituito ai sensi dell'articolo 1-ter del decreto-legge 5 ottobre 2004, n. 249, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291”, ed indirettamente, dato che si raccoglie molto più di quanto effettivamente serva per il fondo in questione, a mettere pezze ad alcune gestioni INPS deficitarie (e dal 2019, tutto il raccolto da questa posta dovrebbe invece finire, secondo i piani del governo italiano, tutto a coprire parte dei costi degli assegni sociali!).

Gli aeroporti piccoli soffrono maggiormente la fiscalità aeroportuale perché hanno fattori di riempimento minori: concentrandoci sui 6,50 Euro di addizionale, questi avranno un impatto maggiore a Trapani Birgi rispetto che a Palermo Punta Raisi, ed avranno un impatto maggiore a Palermo Punta Raisi rispetto che a Fiumicino.

Il governo siciliano piuttosto dovrebbe quindi imporre o convincere quello italiano a togliere almeno l'imposta addizionale da 6,50 Euro a passeggero ad imbarco per alimentare il fondo INPS di cui sopra, che probabilmente contribuisce non poco a mandare fuori mercato i piccoli aeroporti.

Sarebbe molto più giusto, ed anche meno rischioso viste le normative europee sulla concorrenza, abbassare il costo per l'imbarco di ogni passeggero da 20 Euro a 13,50 Euro, togliendo così a tutti i vettori il peso dei contributi per il fondo speciale per il settore del trasporto aereo, dando quindi ad aeroporti come Trapani Birgi a possibilità di attirare vettori senza aver necessariamente bisogno di operazioni di co-marketing.

Nella costituzione italiana, tra l'altro, alla Regione Siciliana viene, sulla carta, data potestà quasi assoluta nella fiscalità. Le uniche eccezioni sono "le imposte di produzione e le entrate dei tabacchi e del lotto", riservate esplicitamente allo Stato. Dubito che si possa argomentare che far pagare la cassa integrazione ed i prepensionamenti della vecchia Alitalia ai turisti che si imbarcano negli aeroporti siciliani rispetti lo spirito e la lettera della costituzione italiana.

Praticamente però è abbastanza improbabile che questo avvenga. La corte costituzionale italiana pare negare con una certa continuità, sembra a volte come quasi per partito preso, i ricorsi della Regione Siciliana, ed anche quando c'è l'ipotesi che non li neghi, alcuni siciliani reputano addirittura che ci pensino i politici come i Sig.ri Crocetta ed Renzi a mettere le cose a posto in altra maniera.

Incidentalmente, sull'azione del Sig. Crocetta, non avrebbe senso, come molti paventano, una eventuale politica di favorire Comiso a discapito di Trapani Birgi, o viceversa, perché sono due bacini sia aeroportuali che turistici nettamente separati. Il maggior limite della politica regionale aeroportuale, per quanto si possa parlare dell'esistenza di una una tale politica, è invece la scarsa comprensione di come funzioni il mercato turistico dei concorrenti mediterranei, e non solo a livello di Regione Siciliana: nell'ultimo decennio, lemme lemme, il governo centrale da Roma ha imposto una addizionale di 6,50 Euro per l'imbarco di ogni passeggero, per pagare la cassa integrazione in deroga pluriennale dei lavoratori del comparto aereo (molti dei quali, come già notato, della vecchia Alitalia). Ovvio che tale imposta penalizzi in maniera particolare gli aeroporti come Trapani Birgi (o Comiso), e che di conseguenza disincentivi il turismo, però questo non impedisce ai politici nazionali di blaterare su come si debba sviluppare il turismo che loro stessi azzoppano.

Che poi, diciamoci la verità, ma un qualche giornalista, anche Siciliano, avrà mai chiesto al Sig. Crocetta se sa che il governo italiano tassa gli imbarchi a 6,50 Euro a passeggero per pagare degli ammortizzatori sociali? E per dirla tutta, anche e soprattutto ad ex lavoratori di compagnie, come la vecchia Alitalia, che non erano certo note per operare frequentemente da aeroporti come Trapani Birgi. Ai dipartimenti regionali ai trasporti, al turismo, qualcuno ha fatto delle indagini, o si è anche soltanto posto il problema, per vedere di capire qual è l'impatto di una tale imposizione fiscale sullo sviluppo del turismo siciliano? E dove finisce la tanto sbandierata autonomia se il governo centrale può penalizzare un comparto economico siciliano a suo completo piacimento senza che il governo siciliano non dico si opponga, ma almeno si renda conto che l'azione del governo centrale abbia penalizzato imprenditori e lavoratori siciliani senza nemmeno coinvolgere il governo siciliano in una discussione sul merito di una tale decisione?

Concludo, per far notare come il fatto che degli aeroporti funzionanti siano un potente volano per lo sviluppo turistico ed economico dei propri bacini di utenza, citando il Sig. Carmelo Scelta, Direttore Generale di GESAP, dal bellissimo documentario Inside Punta Raisi, min. 50:00 realizzato da Mobilita Palermo:
"Mi piacerebbe dire quello che non fa la Regione Siciliana: la storia incredibile di questo aeroporto [nel contesto: Punta Raisi], ma così come di quello di Catania, è che non si è voluto copiare un modello assolutamente banale, che è quello di un moltiplicatore di investimento laddove mettendo pochissimo hai un ritorno gigantesco, e lo dimostra lo sviluppo economico di tutta la provincia del Trapanese, con lo sviluppo dei bed & breakfast, di tutti i locali, anche dell'incremento delle quotazioni degli immobili [… omissis …] sarebbe stato sufficiente che la regione avesse investito ogni anno anche 5 milioni di Euro, molto meno, per quanto, non dico la tabella H, ma molto meno per quanto spende per sagre di ordine vario, per avere un moltiplicatore di reddito spaventoso, e non è stato fatto. Questo l'hanno capito in Puglia, gli aeroporti pugliesi erano aeroporti morti, aeroporti morti, hanno fatto una gara con 20 milioni di Euro, sette milioni all'anno per tre anni, andate a vedere i numeri degli aeroporti pugliesi, andate a vedere i numeri, e quanti stranieri vanno in Puglia, dove meritava che ci si andasse, no? Però se si va in Puglia, si va due volte in Sicilia, da questo senza voler togliere nulla ai Pugliesi!".


Nota:
Articolo scritto originariamente come risposta ad alcuni commenti all'articolo "Ryanair, i Comuni ancora non pagano. Birgi in caduta libera", pubblicato su TP24.it.
 
Questo articolo caldo caldo l'hai scritto tu? Perche' dice le stesse cose che vai dicendo da mesi pare pare.
Autonomia, ingiustizie, INPS, ruberie ai danni dei siciliani, diritti alla mobilita' ecc. ecc.

Ma del fatto che a parte Ryanair (lautamente pagata), nessun altro abbia concreto interesse a volare da TPS come mai non ne parli? Sempre colpa dell'INPS, dei CIGS Alitalia e dello Stato centrale?
 
a prescindere dall'articolo (con il massimo rispetto per chi lo ha scritto) che trovo abbastanza raccapricciante, non capisco perchè si continui a nominare Comiso se si parla di Trapani, forse per paura? perchè si può dire tutto, ma Comiso in questo primo anno di attività ha fatto degli ottimi risultati.
 
Q
Ma del fatto che a parte Ryanair (lautamente pagata), nessun altro abbia concreto interesse a volare da TPS come mai non ne parli?

In quell'articolo spiego esattamente per quale motivo questo avvenga.

I costi di operare a TPS e PMO sono stati storicamente uguali, ed ancora oggi non dovrebbero essere molto diversi. Dato che su PMO si ottengono generalmente LF piú alti, qualsiasi vettore che volesse operare in Sicilia occidentale, a costi aeroportuali pari o molto vicini, sceglierá generalmente di operare su PMO.

Da questo consegue che a TPS possono soltanto attrarre i vettore piú efficienti, e soltanto se riescono a creare una convenienza per quel vettore nello scegliere TPS rispetto a PMO, quindi ad offrire costi aeroportuali inferiori (attualmente, tramite operazioni di co-marketing, nell'articolo propongo invece di agire sulla fiscalitá aeroportuale).
 
In quell'articolo spiego esattamente per quale motivo questo avvenga.

I costi di operare a TPS e PMO sono stati storicamente uguali, ed ancora oggi non dovrebbero essere molto diversi. Dato che su PMO si ottengono generalmente LF piú alti, qualsiasi vettore che volesse operare in Sicilia occidentale, a costi aeroportuali pari o molto vicini, sceglierá generalmente di operare su PMO.

Da questo consegue che a TPS possono soltanto attrarre i vettore piú efficienti, e soltanto se riescono a creare una convenienza per quel vettore nello scegliere TPS rispetto a PMO, quindi ad offrire costi aeroportuali inferiori (attualmente, tramite operazioni di co-marketing, nell'articolo propongo invece di agire sulla fiscalitá aeroportuale).

quindi o paghi di più le compagnie, o abbassi i prezzi a Trapani, e quelli a Palermo sono così scemi che restano a guardare :D
 
a prescindere dall'articolo (con il massimo rispetto per chi lo ha scritto) che trovo abbastanza raccapricciante, non capisco perchè si continui a nominare Comiso se si parla di Trapani, forse per paura? perchè si può dire tutto, ma Comiso in questo primo anno di attività ha fatto degli ottimi risultati.

Personalmente sono contentissimo dell'apertura di Comiso, e sarò anche più contento se avrà molto più successo di quanto avuto finora.

Sempre IMVHO, ritengo che una contrapposizione tra Trapani Birgi e Comiso non esista.

Il riferimento nell'articolo è perché parte del pubblico a cui è rivolto, ritiene, erroneamente, che parte dei problemi dell'aeroporto di Trapani Birgi derivino dall'apertura di Comiso, e dell'apertura di rotte Ryanair da quell'aeroporto.

Come già scritto in passato:

Crocetta favorisce Comiso?
In un commento ad un articolo recentemente apparso tu TP24.it, Trapani Birgi, Ryanair cancella altre sei rotte dall'aeroporto "Vincenzo Florio", un lettore ha lasciato un commento che ha sintetizzato un'opinione probabilmente abbastanza condivisa, ma a mio parere improbabile:
ma secondo voi Crocetta tra Comiso-Gela e birgi-trapani ha dubbi su chi favorire?
Il mio parere è che la contrapposizione tra Trapani Birgi e Comiso è inesistente: sono due bacini aeroportuali, geografici, turistici, elettorali, del tutto diversi.

Non ha senso favorire Comiso a discapito di Birgi, non credo sia quello il motivo dell'arresto del processo di sviluppo dello scalo aeroportuale trapanese, la ragione invece è la scarsa comprensione di come funzioni il mercato turistico dei concorrenti mediterranei, e non solo a livello di Regione Siciliana: il governo centrale ha messo una imposta di 6,50 Euro per l'imbarco di ogni passeggero, per pagare la cassa integrazione in deroga pluriennale dei lavoratori del comparto aereo (ad esempio di Alitalia). Ovvio che tale imposta penalizzi in maniera particolare gli aeroporti come Trapani Birgi (o Comiso), e che disincentivi il turismo, però questo non impedisce ai politici nazionali di blaterare su come si debba sviluppare il turismo che loro stessi azzoppano.

Che poi, diciamoci la verità, ma un qualche giornalista ha mai chiesto al Sig. Crocetta se sa che il governo italiano tassa gli imbarchi a 6,50 Euro a passeggero per pagare gli ammortizzatori sociali agli ex Alitalia, ed usare quel che resta per tappare i buchi dell'INPS? Ai dipartimenti regionali ai trasporti, al turismo, qualcuno ha fatto delle indagini, o si è anche soltanto posto il problema, per vedere di capire qual'è l'impatto di una tale imposizione fiscale sullo sviluppo del turismo siciliano? E dove finisce la tanto sbandierata autonomia se il governo centrale può penalizzare un comparto economico siciliano a suo completo piacimento senza che il governo siciliano non dico si opponga, ma almeno si renda conto che l'azione del governo centrale abbia penalizzato imprenditori e lavoratori siciliani senza nemmeno coinvolgere il governo siciliano in una discussione sul merito di una tale decisione?
 
In quell'articolo spiego esattamente per quale motivo questo avvenga.

I costi di operare a TPS e PMO sono stati storicamente uguali, ed ancora oggi non dovrebbero essere molto diversi. Dato che su PMO si ottengono generalmente LF piú alti, qualsiasi vettore che volesse operare in Sicilia occidentale, a costi aeroportuali pari o molto vicini, sceglierá generalmente di operare su PMO.

Da questo consegue che a TPS possono soltanto attrarre i vettore piú efficienti, e soltanto se riescono a creare una convenienza per quel vettore nello scegliere TPS rispetto a PMO, quindi ad offrire costi aeroportuali inferiori (attualmente, tramite operazioni di co-marketing, nell'articolo propongo invece di agire sulla fiscalitá aeroportuale).

Per me il punto è un altro, come tu stesso scrivi: a Palermo c'è sufficiente traffico, a Trapani no. E, riprendendo ancora quanto tu scrivi, anche i vettori più efficienti da soli non riescono a servire Trapani.
Bastano queste due considerazioni per arrivare ad una conclusione, senza fiumi di parole ed elaborazione di ipotesi che mai si realizzeranno.
 
quindi o paghi di più le compagnie, o abbassi i prezzi a Trapani, e quelli a Palermo sono così scemi che restano a guardare :D

Ma infatti, il mio discorso, dato che il turismo è di competenza regionale per dettato costituzionale, è che le politiche di trasporto aeroportuale le dovrebbe fare la Regione Siciliana. Tocca alla Regione Siciliana fare le scelte. La Regione Siciliana, nella fattispecie chi la governa, può benissimo scegliere di far chiudere Trapani Birgi al traffico civile, senza migliorare i trasporti pubblici tra Punta Raisi ed il trapanese, e alle prossime elezioni affrontarne le conseguenze.

Il problema è che al momento la Regione Siciliana si è rifiutata di fare scelte, ha acquisito le quote del gestore di TPS, per una cifra piuttosto bassa, e non si é presentata all'assemblea dei soci! Ha abolito la provincia regionale di Trapani, che si preoccupava del co-marketing, ma non ha mai dato alcuna risposta alla richiesta, da parte della comunità, di intestarsi quel ruolo.