[TR] Tra Armenia e Georgia

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flyboy

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Buongiorno a tutti. Ero molto indeciso se pubblicare questo TR, visto che la destinazione è tutto sommato di breve raggio. Tuttavia, visto che Yerevan è una rotta aperta di recente da parte di AZ, eccovi un breve resoconto.

Il viaggio si svolge tra Armenia e Georgia. L’ideale era arrivare a Yerevan e ripartire da Tblisi. Tuttavia quando ho staccato il biglietto AZ aveva solo 2 frequenze su quest’ultima, con giorni che non si abbinavano alle mie esigenze.

Faccio il web check il giorno in cui AZ ha partorito il nuovo sito. Per fortuna prima che andasse on line…
Arrivo a Linate e vado al Roma-Milano per lasciare le valigie. L’addetta guarda il monitor e mi anticipa il volo. Forse il mio era in ritardo.

Controlli veloci e via in lounge. Ho poco tempo e l’imbarco è via bus. Pertanto mi reco in Welcome Lounge. Per chi non è di Milano, la lounge era anni fa di Lufthansa. Essendo in condizioni pietose e dovendola ristrutturare, LH la passa ad AP che la prende in carico. AZ l’ha quindi ereditata.


La lounge non è molto grande, ma almeno ha le finestre che fanno entrare la luce naturale. Di solito è semivuta. Oggi stranamente è pienissima.




L’angolo bar è self service. Si sono letteralmente pappati tutto. Di solito si trovano brioche al mattino e brioche salate con tramezzini al pomeriggio. Il vino c’è, ma molto spesso la bottiglia è chiusa e non c’è un cavatappi. Visto che ci passo spesso, mi viene da pensare che sia una strategia e non un caso.


Imbarchiamo.


Pronti al volo. Decollo dalla solita 36.
LIN-FCO
Volo: AZ2063
Classe: Y
Posto: 10A
Tipo di aereo: Airbus 321
Reg: I-BIXE
Schedulato: 1730-1840
In volo: 1740-1830
Durata: 50 min.


Non posto foto sul volo di connessione. Per me è quasi come salire su un autobus…


Arriviamo al nostro stupendo hub, che il mondo ci invidia. Questa è una parte della coda al controllo passaporti. C’è un solo poliziotto per i Shengen ed uno per i no Shengen. La coda Shengen ovviamente scorre velocissima: è già tanto se ti guardano in faccia. Non sei europeo? Affari tuoi. Aspetta! E meno male che viviamo di turismo….


Il volo parte al satellite, ma solo per voi faccio un salto veloce alla Lounge Le Navi, dopo il controllo passaporti.


Come vedete è vuotissima.


Questo il triste assortimento di tramezzini rinsecchiti e pezzi di focaccia insapore.


C’è anche un soppalco, per chi vuole un po’ di privacy.




Visto che la lounge ha le finestre verso il costruendo molo, non posso esimermi di fotografarlo. I lavori proseguono (si dice). Nel tempo in cui noi costruiamo un Terminal, la Turchia costruirà un nuovo aeroporto. Anzi, ad esser pignoli alla fine ci metterà meno tempo di noi. Lasciamo perdere…


Jumbolino Swiss, timoni dell’ormai defunta Air Italy a destra e Air China in arrivo a sinistra.


Prendo il trenino e vado al Terminal G.


A quest’ora regnano le cinesi: i nostri partner vanno a Shangai.


Questi marcioni vanno a Delhi e Taipei (mai più un volo con China Airlines….).


China Eastern carica il catering.


I Turchi salutano e se ne vanno.


Questa è un’altra chicca di Fiumicino che ho voluto documentare. Il Terminal G è veramente SPORCO, al di là di ogni limite. Avete visto le condizioni pessime dei vetri esterni qualche foto più su, ma anche per terra è veramente uno schifo. Qualcuno mi spieghi poi come sono arrivati due piccioni lì dentro, e perché stanno lì. La security che fa?


Lui è appena arrivato.


Sempre più spesso Easyjet carica da finger a Fiumicino. E noi imbarcheremo con bus. No comment…


Mentre il sole tramonta, British decolla.


Aerolineas Argentinas si avvia verso la pista.


Andiamo in Giotto, lounge che io non amo, nonostante sia stata recentemente ampliata.


Bancone vuoto. Successivamente arriveranno dei vassoi contenenti piccole vaschette in plastica grandi quanto una tazzina di caffè con 3 cubetti di melanzane e una specie di mousse. Ma lo fanno per noi! Non vogliono che ingrassiamo! Il colesterolo è una brutta bestia!


Angolo bar. Come vedete regna il disordine.


Sull’altro lato del bancone riso freddo e cuscus.


Poi i soliti immangiabili tramezzini. Alle 21 non c’è più nulla. Arrivi tardi o hai una connessione stretta? Peggio per te, il digiuno fa bene!


Questo è il lato nuovo della lounge, che si riempirà pian piano. Certo che Emirates deve aver coraggio a far arrivare qui i pax di F (visti con i miei occhi!!!!).
Ultima nota: ci sono due persone a ritirare i piattini, e devo dire con piacere che si sono davvero sbattuti molto. Ma anche qui è impossibile dare un giudizio positivo: uno era opportunamente vestito con camicia e cravatta, l’altro sembrava prelevato all’ultimo momento tra gli addetti ai bagagli. Non ho fatto volutamente la foto, ma era indecente: scarpe sporche da muratore, pantaloni verdi con i rifrangenti, magliettina della salute bianca.


E’ ora di imbarcarci.


Anziché andare al finger, scendiamo le scale e attendiamo il bus.




Pronti al decollo, che avverrà dalla 16R, parallela al mare e lato terminal G.
FCO-EVN
Volo: AZ2063
Classe: Y
Posto: 10F
Tipo di aereo: Airbus 320
Reg: EI-DTL
Schedulato: 2220-04.15
In volo: 2240-0355
Durata: 3h 15 min.


Il volo ha 6 posti in C, tutti pieni, ed il resto in Y. Molti passeggeri locali, molti transiti AF. Load di circa 70% (ma vado ad occhio). Subito dopo il decollo viene servita la cena. Personale gentilissimo e sorridente. Ottimo.
Dopo il decollo viene servita la cena. Tutte pietanze fredde (NO BUONO!). In ogni sedile c’è anche il cuscino e la coperta.


Atterriamo a Yerevan in piena notte e ci dirigiamo verso i finger.


Sono già arrivate Austrian e Czech.


Eccoci arrivati.


Subito iniziano le operazioni di scarico bagagli.


Salutiamo il nostro A320 e ci dirigiamo al controllo passaporti. Mi eri già preparato a code e attese. Mi sbagliavo: una decina di addetti erano al lavoro e non ho dovuto attendere più di 5 minuti. Sono rimasto piacevolmente spiazzato! Valigie arrivate casualmente, con fascetta di Priority non rispettata (ma qui ormai ci ho fatto l’abitudine. Farebbero meglio a non metterla, almeno uno non si arrabbia…).


A breve l’OT:cool:!
 
Ottimo inizio. Attendo il resto.

Ridicolo che a ora di cena, in una lounge extra schengen, vengano proposti dei miseri tramezzini (tralaltro pessimi) e del riso freddo.
 
Ormai i picciono sono parte integrante dell'arredi da anni. Senza contare il fatto che molte persone calpestano involontariamente gli escrementi sporcando poi molto di piu. Vanno bene solo per intrattenere i bambini
 
Veramente ottimo fin qui.
Mi duole leggere i commenti e vedere le foto di FCO, ma, ahimé, è la triste realtà oggettiva.
Molto, molto curioso per l'OT.
 
Bene, sotto con l'OT

Ormai i picciono sono parte integrante dell'arredi da anni. Senza contare il fatto che molte persone calpestano involontariamente gli escrementi sporcando poi molto di piu. Vanno bene solo per intrattenere i bambini

Negli apt seri ci sono delle bellissime zone attrezzate con giochi per i più piccoli...
 
Ottimo lavoro!
Noto un piccolo cambiamento sull'aereo China Airlines che hai fotografato... il nome della compagnia è scritto con caratteri diversi. Cambio di immagine in vista?
Quanto a FCO, è la triste realtà... dispiace dirlo ma è così, e non vale solo per i piccioni nel terminal, che c'erano già tre anni fa, ma è proprio la struttura ad essere tenuta male.
 
Partiamo con l’OT. La prima giornata giriamo Yerevan. In realtà non c’è molto da vedere e la città non è gra che. Le guerre e gli altrettanto frequenti terremoti hanno raso più volte al suolo la città e non è rimasto molto. Questa è la città dall’alto.




Nei giardini pubblici, in mezzo a carri armati inutilizzabili viene esposto questo:


Tipica architettura URSS.


Anche la cattedrale è stata rifatta recentemente.


L’unico posto degno di nota è Piazza della Repubblica, a forma circolare, è il vero centro attorno al quale ruota la città, a forma circolare anch'essa.








North Avenue, una sorta di via Montenapoleone milanese in Armenia. La strada e gli edifici sono stati costruiti dopo l’indipendenza del Paese, e gli Armeni ne sono fierissimi. Io sorrido alla guida e taccio.


Teatro lirico, anch’esso di stampo sovietico.


La cosa stupenda di questo Paese è il cibo. Si mangia molto bene, ed i costi sono imbarazzanti: un pasto completo e abbondante in ristorante costa mediamente 5 € a persona, vino escluso.


Piazza della Repubblica di notte. Questo è il Palazzo del Marriott, dove abbiamo alloggiato.


Partiamo con le escursioni, per vedere i monasteri armeni più antichi. Sono tutti in luoghi davvero ameni, spesso sperduti sulle montagne.
Qui siamo ai confini con la Turchia. Vedete al centro della foto la torretta di border. Ovviamente tutti i valichi con la Turchia sono chiusi e controllati. I Turchi a inizio ‘900 hanno sterminato circa 1.000.000 di Armeni (uno su tre), dando inizio alla diaspora. Si detestano letteralmente. Stessa cosa valga ad ovest con l’Azerbaijan: negli anni ’90 è scoppiato un conflitto per il controllo del Nagorno Karabakh, e ancora oggi i rapporti sono tesissimi.

Vedete sullo sfondo il monte Ararat, tutto in territorio turco. Secondo la Bibbia Noè arriva al monte Ararat dopo il diluvio universale. Nelle diverse spedizioni nel ‘900 affermano di aver trovato i resti dell’Arca. Mah…

La leggenda racconta anche che dopo il diluvio dal monte Ararat spuntò una seconda imbarcazione, più precisamente una gondola. A bordo vi era Dreamliner, che navigando per il mediterraneo approdò a Venezia, dove costruì il suo impero, prima di trasferirsi in Canada per colonizzare l’intera America del Nord.


Questo è il monastero di Virap, dove ho scattato la foto precedente.






Tipico paesaggio caucasico.


Monastero di Noravank








Monastero di Sevanavank sul lago Sevan. Non confinando con il mare, questo lago è la meta principale per i picnic estivi.
Anche qui la guida ci racconta una storia che ha dell’incredibile. Il lago è a 1.900m di altezza, ed è uno dei più alti del mondo. Proprio a causa dell’altitudine l’apporto di acqua da parte delle piogge è pari alla perdita delle stesse per l’evaporazione.

I russi impongono che l’acqua debba essere utilizzata, e pertanto decidono di costruire un tunnel per utilizzare l’acqua per le irrigazioni e abbassare il livello del lago di circa 50 metri. I lavori iniziano con Stalin e si concludono negli anni 50. Il piccolo monastero che vedete in foto era su un isolotto in mezzo al lago, ora è collegato alla terraferma a seguito dell’abbassamento delle acque.

L’ecosistema ovviamente si sballa, i pesci muoiono, c’è un forte disastro ecologico. Il livello del lago scende troppo, e pertanto negli anno ’70 si decide di costruire un ulteriore tunnel di 50km per deviare il corso di un fiume e apportare acqua al lago. Negli anni ’70 si avvia la costruzione di un ulteriore tunnel di 20km per deviare il corso di un secondo fiume verso il lago, e tentare di ristabilire un po’ di equilibrio nell’ecosisitema.


Lasciato il lago ci dirigiamo a nord verso il confine georgiano. Il paesaggio cambia, e troviamo la neve.


Monastero di Goshavank.


Paesaggi montani davvero splendidi, con la neve che pian piano si scioglie.


Monastero di Haghpat.


All’intero di questo monastero possiamo vedere un esempio di frigorifero di 1000 anni fa.




Non ho potuto far foto al confine. Passare in Georgia è come andare da Napoli a Trento. Pur confinanti, i due Paesi sono diversissimi. L’Armenia è molto molto povera, in Georgia stanno decisamente meglio. Lo si nota subito dopo il confine dalle strade: tutte asfaltate di recente, mentre in Armenia è un continuo zigzag dell’autista per evitare le buche. Anche le macchine sono un indice della differente condizione. In Georgia la maggior parte delle auto in circolazione è recente, in Armenia troviamo per lo più Lada, manco a dirlo russe.


Ovviamente cambiamo guida e autista. Chiedo provocatoriamente alla guida Armena come mai non venga con noi. Mi guarda con aria schifata e mi augura buona fortuna come se stessi per andare verso il demonio. In realtà al confine troveremo solo Armeni, sia in entrata che in uscita. Questo è uno dei pochi valichi aperti (a sud è possibile andare in Iran), ed è quindi la valvola di sfogo per chiunque abbia necessità di relazionarsi al mondo esterno.
Arriviamo a Tblisi, a circa 1h di macchina dal confine. In foto vedete la fortezza di Narikala,


Tbilis, al contrario di Yerevan, è una città deliziosa. Consiglio davvero di farci un week end. Il centro storico offre molto da vedere, ed inoltre l’architettura mostra una forte contaminazione di vecchio e nuovo, come vedrete. Prendiamo la funivia per salire alla fortezza.


Ponte della Pace progettato dall’italiano Michele De Lucchi.





L’uaditorium.


Di nuovo il ponte della pace.


La città vecchia dal forte.


Tipica architettura locale.


Arriviamo il giorno della domenica delle palme in rito ortodosso. All’ingresso delle chiese è pieno di banchetti che vendono i mazzetti di olivastro.


La cattedrale all’interno, mentre è in corso la lunga funzione della domenica delle Palme.


Il teatro delle marionette.


La città alla sera. Davvero splendida, affascinante e molto bene illuminata.






Il ponte della pace alla sera.


L’auditorium alla sera.


Partiamo per l’escursione georgiana. Iniziamo dal monastero di Jvary.


La splendida città di Mtskheta dall’alto.


Ritorniamo in Armenia. La primavera si incontra con l’inverno.


Il Tempio di Garni.




Mosaici di un antico centro termale.



Saliamo in quota per visitare la fortezza di Hamberd.


Vicino al forte, un immancabile piccolo tempietto.


E’ tutto! A breve il ritorno.
 
Al limite del sopportabile le lounge AZ.
Concordo con il cibo armeno, tra le cucine tipiche migliori che abbia mai assaggiato. Purtroppo, non essendo mai stato nel Caucaso, ho potuto apprezzare tale cucina solo a Gerusalemme, dove mi è stato sottolineato che la cucina armena offerta nella città santa è estremamente fedele a quella originale. Diciamo che del "sovietsky mir" le cucine caucasiche sono quelle più variegate e stuzzicanti.

Complimenti per le bellissime foto.
 
Interessante, sopratutto il cibo, che non ho ben capito cosa fosse quello al centro, sembra gnocco fritto con dentro formaggio o roba simile...