[TR Sui Generis] St Athan


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26 Aprile 2012
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Ai confini della realta', persa nelle umide campagne gallesi, in fondo a stradine larghe un metro ma comunque a doppio senso... c'e' l'aerostazione di St Athan.

Movimenti aerei/anno: pochi.
Passeggeri: zero.
Presenza militare: si, ma non stiamo parlando di chissa' cosa.

Che bisogno c'e' di venire qui, quindi?

Beh, questo.

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Il ragioner Fantozzi aveva ragione. In ogni gruppo sociale, sia esso a fini di lucro o no, e' inevitabile la presenza dell'organizzatore. Nel mio impiego, tale persona e' una vulcanica ragazza di origine indiana, autonominatasi capo del Comitato Organizzativo Scampagnate, Cene e Impegni Affini (COSCIA).

La COSCIA, in un fatidico team meeting cui io avevo dato disdetta per motivi validissimi (non c'avevo voglia e preferivo lavorare), ha ottenuto l'OK dalla nostra Illuminatissima Direttrice (ID) [cui baciamo le mani e le terga - in senso ovviamente figurato, sia mai che legga queste pagine] di organizzare l'Away Day trimestrale per il cosiddetto Leadership Team a fine aprile. In agenda le solite troiate incombenze: chiusura del trimestre, il piano-risorse per i prossimi 4 trimestri, gestione delle grane piu' scottanti, varie ed eventuali. Si ripropone il solito problema della lochescion e, in un lampo di genio, la capintesta della COSCIA se ne esce con un'idea delle sue: perche' non andare a St Athan dal nostro fornitore? Dopotutto, gli abbiamo staccato assegni da capogiro e c'han detto "venite quando volete".

Cosi', in un piovosissimo mercoledi' di aprile, mi ritrovo a Paddington, diretto a Cardiff. Alcuni dei nostri colleghi hanno usato la scusa del viaggio in Galles per uscire il prima possibile dall'ufficio e lavorare ancor meno del solito, battere il traffico sulla M4 e lavorare un po' dall'hotel. Io e un altro, troppo gonzi per copiarli, siamo rimasti nella sede di Victoria fino alle 5 e qualcosa, per poi andare a Padders e da li salire sul Pendolino Albionico per la citta' di Tom Jones.

Il Pendolino Albionico, in veste verde di Great Western Railways, costa un occhio della testa (£200+ per due ore risicate), e' stretto e ha sedili che fan rimpiangere i Recaro slimline di EZY. Arriviamo comunque a Cardiff, entriamo in hotel e ritroviamo i colleghi duramente al lavoro gia' al secondo G&T nel bar della lobby.

Segue cena (buona) e un calendario di eventi organizzati dalla COSCIA per la serata: drinks in un bar con un decor a meta' tra lo sgabuzzino di Elton John e la sala da pranzo di Don Johnson quando faceva Miami Vice, e a seguire visita a un locale dove fanno tiro con l'ascia, Calciobalilla, Ping Pong ma in cui noi ci rintaneremo in una caverna che fa molto bordello per fare... karaoke. Fuori, malgrado sia mercoledi sera, giovani gazzelle gallesi corrono da un bar all'altro in minigonne minuscole, scollature audaci e tassi alcolemici che Boris Eltsin levati. Londra sembra molto distante, e io mi sento improvvisamente vecchio.

Continua.
 
"The Boneyard"

Arriva la mattina del summit. Organizziamo un convoglio di veicoli e partiamo, piu' o meno in ordine, all'urbana ora delle 8 meno un quarto. L'aeroporto di St Athan e' una quarantina di minuti da Cardiff, oltre a quello della citta' propria. Gia' CWL e' semideserto, trovandosi troppo lontano da CWL e dall'autostrada; St Athan e' completamente vuoto, al punto che non ha nemmeno un codice IATA (una volta era DGX). Ed e' subito brughiera, verrebbe da pensare.

Guidiamo su strade sempre piu' strette, seguendo indicazioni del navigatore. La mail del fornitore dice che dobbiamo arrivare al "Bro Tathan business park", ma ovviamente finiamo in un vicolo cieco costellato di dossi riduci-velocita'. Parte una riunione di urgenza, e in qualche modo divento il cane da pastore che guida il nostro gregge intorno all'aerosuperficie fino al "business park", che si rivela essere una sequela di hangar risalenti al secondo conflitto mondiale, piu' quelle casette basse di mattoni scuri che sono la gioia di ogni parco industriale inglese. Quelle che se chiudi una porta troppo forte cade almeno un coppo dal tetto.

Sia come sia, entriamo, troviamo il fornitore, ci infiliamo in una sala riunione, facciamo cio' che dobbiamo fare. Pranzo di lavoro e pomeriggio dedicato ad attivita' di team building... e qui, cari miei, la COSCIA s'e' meritata la pagnotta.

Non perche' piova e le taxiway dell'aeroporto siano vuote:

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E nemmeno perche' la guida si sia dimenticata le chiavi della torre [servili omaggi, NdR] a casa:

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No, il motivo per perdonare alla COSCIA l'orrido drink bar, il terribile karaoke e la costosa parcella del chiropratico causata dal Pendolino Albionico e' questo. Il nostro fornitore altro non e' che uno dei migliori sfasciacarrozze del mondo. Dancrane v'ha portato a Marana e a Victorville, ma fuori. Qui, signori, saremo pure a St Athan e piovera' a dirotto, ma siamo dentro. Cioe', all'aperto. Insomma, ci siamo capiti.

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St Athan e' dove gli aerei vengono a essere smaltiti. Il fornitore, tale eCube, e' responsabile per un centinaio abbondante di demolizioni l'anno, e non solo. Per iniziare, la compagnia ha anche una parte 145, per cui fa Line Maintenance a richiesta. Questo 737, per esempio, sta venendo ispezionato prima di venir riattivato ed entrare in servizio per una compagnia di wet lease.

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Altri, invece, non sono cosi' fortunati. Il percorso e' grossomodo una specie di U. Gli aerei arrivano a St Athan e, dopo una prima rimozione di cio' che e' di valore/non di proprieta' (i motori, di solito), vengono piazzati in fila su questa taxiway, e da essi vengono rimosse tutte le parti utili. La carcassa avanza fino ad entrare in un hangar, ma li andremo piu' tardi.

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Questo povero 737, dopo una vita passata a lavorare nei cieli d'Europa, ora e' pronto per diventar lattine. L'accesso che abbiamo e' totale, possiamo infilarci anche nel vano carrelli:

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Ho sempre trovato il 737 abbastanza 'filante', come forme, e la vista di fronte mi piace molto. Purtroppo l'Organizzatrice Capo della COSCIA e' anche un'accanita fotografa/selfiemaker/quel genere di persona che fa pure i video, per cui non c'e' modo di evitare che si levi dalle inquadrature. E siccome, se fosse stato per me, non saremmo mai venuti qui resisto alla tentazione di dirle "Gaute dai bali, fumna!" e ve la lascio come referenza della scala del 737.

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Davanti al 737 c'e' un A320 di chiare origini Moldave. Spiegata dov'e' la Moldova ai colleghi, procediamo ad immortalarlo.

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Noterete che questo ha motori (ed APU) ancora in posizione. Il motivo e', stando alla nostra guida, che la proprieta' sta ancora cercando di rifilarlo a qualcuno. "What are the chances?" chiedo alla guida, dato che siamo tra amici. "Meh" e' la risposta.

Nel dubbio, diamo un'occhiata al vano carrelli, casomai serva a qualcuno.

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Il futuro che attende questo Bangkok Air, invece, e' chiaro: fiamma ossidrica.

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Vedo giu' in fondo un 737 TUI e un 767, sempre TUI, con marche olandesi. Mi riprometto di chiedere cosa ci facciano, ma la domanda e' presto dimenticata... perche', la' in fondo, vedo LEI.

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La Regina.

Dall'altro lato dell'apron, giu' in fondo, di fianco a un 318 AF, un altro 737 e un 321 con marche tedesche c'e' nientedimeno che G-BYGC, il 747-400 logojet BOAC.

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Il piu' bell'aereo di sempre, con una delle livree piu' belle di sempre. In occasione del centenario di British Airways (centenario un po' posticcio, ma vabbe') 3 747 erano stati ridipinti con livree storiche dell'azienda. In aggiunta dello splendido BOAC di cui sopra, avevamo anche:

G-CIVB, ridipinto nella livrea "Negus":

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fonte:

E G-BNLY, nella meravigliosa livrea Landor

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fonte: https://www.airliners.net/photo/Bri...fXIxgKOryxVKc+SSea+quWW9jcFgsJGgdnOcf1xlBlg==

A completare il mazzo c'era G-EUPJ in livrea BEA:

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fonte: https://mediacentre.britishairways.com/pressrelease/details/10921

Con la pandemia, venne presa la decisione di alienare, in toto, la flotta dei 747. Poco importava che erano stati tutti, o quasi, rimodernati con wi-fi e IFE Panasonic eX3 di ultimo grido, e chissenefrega del fatto che avevano ancora anni nelle ali, e che gente con un minimo di cervello (tipo Micheal O'Leary) prevedeva un ritorno del mercato col botto. Non vennero nemmeno parcheggiati nel deserto. Via, via, via tutto. G-BNLY e' gia' finito in lattine, G-CIVB sopravvive a Kemble, e G-BYGC e' qui, di proprieta' dello sfasciacarrozze. Venduti nemmeno a peso, dati via praticamente aggratis.

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Non mi capitava di passare sotto un 747 da anni. Non ricapitera' piu'.

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Dopo un po' la guida ci dice che dobbiamo continuare. Faccio un'ultima foto e sento uno dei miei colleghi preferiti, Patrick l'irlandese - ovviamente Paddy per gli amici - veterano di mille anni in rampa, che fa a mezza voce, col suo solito tono che sembra essere ghiaia che rotola, "Farewell, old lady".

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...Dancrane v'ha portato a Marana e a Victorville, ma fuori. ...

Mohave e Victorville, per essere precisi. E sì, purtroppo solo da fuori, maledetto infame!
Ma tranquillo che, presto o tardi, ti faccio portare altri pezzi, che almeno evado l'IVA post Brexit (che l'ultima volta mi è costata un botto, per la pala del RR Trent).
 
Ma levateve proprio: io verso i 16 anni avevo libero accesso (si fa per dire) ai Sikorsky SH-34 dismessi dalla Marina, nei quali entravo con cacciavite in mano e dai quali uscivo con orizzonti artificiali o anemometri che nascondevo sotto il giubbotto!
 
Ricordo i piloti della Qantas quando hanno portato in California i 747 li hanno autografato sotto la pancia! Ci sono anche delle foto.
 
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TR fantastico, as usual.

Ma levateve proprio: io verso i 16 anni avevo libero accesso (si fa per dire) ai Sikorsky SH-34 dismessi dalla Marina, nei quali entravo con cacciavite in mano e dai quali uscivo con orizzonti artificiali o anemometri che nascondevo sotto il giubbotto!

Apprezzato anche dai Casamonica.
 
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Grazie a tutti, il TR continuerà lunedi una volta archiviata la visita episcopale di 13900 senior.
 
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Gli hangar

Sottotitolato "Portate i sali a Dancrane".

Intorno all'apron si trovano un paio di hangar; in questi vengono prima tolti, e poi imballati, i pezzi di ricambio di un aereo. Gli aerei sono come i maiali di cui, si sa, non si butta via nulla. E, di conseguenza, quasi il 90% del peso di un aereo viene riciclato. Le uniche parti che non sono riutilizzabili, al momento, sono quelle in composito. E se pensiamo che i nuovi 787 e 350 sono per la maggior parte in fibra di carbonio... son problemi. Infatti Boeing si sta grattando la testa (cosi ci dice il fornitore) per capire come smaltire il 787 di Norwegian recentemente dismesso.

Fuori dal primo hangar troviamo uno dei piccolini di AF, oramai quasi sventrato. Noto con stupore che sono tutti dotati di antenna satellitare per il Wi-Fi, installata non molto tempo prima.

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Il primo hangar, abbastanza vuoto ora che l'AF è stato "digerito".

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L'ingresso al secondo hangar è attraverso questa pratica tettoia.

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Dentro lo spazio è diviso in due parti: workshop/segheria, e rimessa. Da un lato si costruiscono, sempre su misura, i contenitori dei vari pezzi di ricambio (che i clienti chiedono alla compagnia di tenere in loco), e dall'altro si tiene il prodotto in storage. La scena sembra quella alla fine del primo Indiana Jones, con l'Arca che sparisce in un qualche capannone del governo americano.

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Un angolo dell'hangar è dedicato a "Plane Reclaimers", compagnia di cui Dancrane è accanito cliente. Visto il brillante successo di Brexit, e di fatto la morte del commercio con l'Europa, il suddetto ha trovato il mio indirizzo e m'ha fatto arrivare, un giorno, lo scarico APU di un 737 di BMI Baby. Un coso oblungo che, poi, m'è toccato imbarcare in aereo un giorno. Ora, carissimo, se provi ancora a comprare qualcosa tipo la roba di cui sotto, e a spedirmela a casa, sappi che dò il tuo indirizzo ai testimoni di Geova con l'indicazione che ti piace esser disturbato alle 5 antimeridiane del sabato.

Cerchi pronti per diventare tavolini da caffè.

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Il banco degli scampoli:

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Segnaposti. Su G-ZZZB avevo volato tempo fa.

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Winglet e paratie varie.

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Pare che ci sia gente pronta a comprarsi un jumpseat.

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Un troiaio di trolley-tops, marchingegno odioso responsabile per avermi distrutto almeno due unghie.

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Evac alarm panels di un 747, G-CIVI per l'esattezza.

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Volete una registrazione? Ecchivela (Dancrane: non ci pensare nemmeno).

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Paratie di S7

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Usciamo di nuovo nella pioggia battente, non prima di esser passati attraverso la Portakabin che fa da mensa; com'è ovvio, Dan e l'altro Dan, Mort, Rob-Rob-e-Rob, Phil G, Angela e Deano hanno i loro bravi canister in cui infileranno Welsh cakes e altre fetenzie:

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De Profundis.

Manca solo più una parte, invero quella più triste: la macelleria. Qui si consuma il tristo mercato, qui gli aerei entrano più o meno integri (senza motori, o ali) e ne escono sotto forma di metalli per la fonderia, cavi sguainati, sedili da riusare, e via dicendo. Il lavoro è fermo causa vento, ma le avvisaglie ci sono tutte, basta guardarsi intorno.

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A320 e 737 decapitati, pronti a diventare simulatori di volo, abbandonati in un angolo come teste di salmone al mercato.

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La cupola di un A320 Lufthansa sembra la cassa toracica di un mammut. Siamo veramente nel cimitero degli elefanti, qui:

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il timone di questo AF, privato dell'APU, sbattacchia nel vento.

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Dietro di lui riposa un Embraer FlyBe, compagnia oramai fallita per la seconda - e ultima, credo - volta.

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Mi rifugio sotto la fusoliera di un widebody, e sento l'Iluminata Direttrice richiamarci all'ordine, che dobbiamo finire gli ultimi AOB. Torniamo dentro, e qui si conclude il nostro giro. Spero vi sia stata cosa gradita.

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Triste (per la fine che fanno i velivoli) e spettacolare allo stesso tempo.
Grazie per averlo condiviso.

ciao
Marco
 
Domanda, si possono comprare le spare parts (da privato) ? Tipo il jumpseat, le cose di cabina, la winglet etc..?
 
Molto interessante, sopratutto sapere che fai da spedizioniere aumma aumma per aggirare incombenze doganali aiutare forumisti a collezionare suppellettili aeronautiche!