PRIMA PARTE
Buongiorno a tutti.
Come chi mi conosce sa, la crisi del mercato automobilistico mi ha investito, insieme a molti altri colleghi, e mi ha fatto provare l’esperienza della cassa integrazione, o per meglio dire, delle “ferie pagate a metà”, concetto di più facile intendimento per gli stranieri che ho conosciuto in quel mese e mezzo.
Da questo nasce l’idea di un viaggio con lo zaino in spalla alla scoperta di uno dei Paesi più importanti del Sud-Est asiatico. Qualche giorno per cominciare grossolanamente a preparare un itinerario, prenotazione ed acquisto del biglietto e sono pronto alla partenza: si va a Bangkok!
Questo TR sarà diviso in 4 (credo) parti, spero di poterlo finire al più presto, altrimenti siete liberi di mandarmi a stendere (o a vedere la Juve in curva, non so cosa sia peggio)!
In ogni caso, la prima parte conterrà il volo verso la Thailandia con Swiss ed il primo di otto voli nel Sud-Est asiatico, con destinazione Phuket.
La partenza è fissata per giovedì 11 giugno, con scalo a Zurigo e arrivo a Bangkok il giorno dopo nel primo pomeriggio. Dal lontano 2003 Torino è orfana del collegamento con il mio hub preferito in Europa, Zurigo, quindi mi tocca andare fino al bellissimo, vicinissimo, ottimamente servito e comodissimo aeroporto di Varese.
Parto da Torino Porta Susa al mattino col treno delle 8.59 e arrivo puntuale a Milano Centrale alle 10.45. Purtroppo, come sempre mi succede quando prendo il treno in questa direttrice, vedo tonnellate di passeggeri con le valigie diretti a Malpensa e Bergamo, li capisco, mancando spesso dei voli basilari verso hub come Zurigo, Vienna, Amsterdam o Lisbona, per non parlare delle decine di destinazioni low cost che potrebbero essere servite dal “Pertini”: d’altronde cosa si può pretendere quando l’amministratore delegato di Sagat fa degli interventi in Commissione Trasporti alla Camera come l’ultimo (chiedete pure a Nicola_LIMF il link), desolante.
Tornando al viaggio, arrivo a Milano, trovo papà e vado a pranzo con lui, passiamo un po’ di tempo insieme e poi andiamo a Malpensa, dove arrivo alle 16.20, ampiamente in tempo per il volo delle 18.20, ma conoscendo le code ai varchi che ho già incontrato in brughiera, è meglio tenermi largo.
Eccomi a Malpensa
Entro in aerostazione, non troppo piena e vado subito a fare il check in, c’è un po’ di coda per l’Economy ma vado alla fila di Business, la mia sudata Miles&More Silver a qualcosa serve! Ricevo le due carte d’imbarco e mi fermo a fare qualche foto degli uccellini in pista.
I nuovi padroni di casa al Satellite A con i loro fiammanti A319
Un marcione brasiliano ed un A320 egiziano in zona Satellite B
Passo senza problemi (finalmente, anche se mi fa specie vedere l’aeroporto deserto) il varco di sicurezza e mi rifugio in lounge, il solito corretto standard Lufthansa, alla fine è un marchio sicuro per il cliente. Mangio, bevo e navigo, of course!
Dalla lounge faccio anche un paio di foto verso la Cargo City, molto lontana, riesco a beccare un po’ di code varie, Alitalia, Neos, Iberia, DHL e Livingston.
Si è quasi fatta l’ora dell’imbarco all’uscita A10, mentre ci vado faccio ancora qualche scatto e riesco a fotografare un A321 Turkish e il nuovo Embraer 195 I-ADJL di Air Dolomiti.
Alle 18.05 imbarchiamo sull’Airbus A319 di Swiss.
Volo: Swiss – LX1623 del 11/06/2009
Milano Malpensa (MXP/LIMC) – Zürich Kloten (ZRH/LSZH)
Aeromobile: Airbus A319-112 HB-IPS – Seat: 14F
LF: 70% circa, con 6 pax in C(su 12 posti disponibili)
Scheduled: 18.20 – 19.15
Block to block: 18.33 (Gate A10) – 19.19 (Gate A85)
In air: 18.44 (RWY 35R) – 19.17 (RWY 28)
Il volo è piuttosto pieno, il numero di passeggeri sembra maggiore del 70% che alla fine risulta essere. Prima e durante la dimostrazione di sicurezza faccio qualche foto.
Pitch
Vista del Satellite B
Imbarco
B737 Neos e Embraer AZ
A319 AF con Livingston in fondo
Finnair per HEL in livrea One World
I due Smartlynx Italia
Embraer polacco con code di Neos
Attraversiamo la 35L
TWR di Malpensa (non a fuoco)
Antonov 124 alla Cargo City
Appena ruotati
Lugano ed il suo aeroporto (LUG/LSZA)
Il servizio prevede solo da bere, vado di Heineken, mentre passiamo sopra le Alpi
Dopo pochissimo tempo siamo già in discesa, ed eccoci a Zurigo
Non è difficile capire chi sono i padroni di casa qui
Una delle sale ciuspa dell’aeroporto, molto più confortevoli dei buchi che ci sono quasi in ogni dove
Vista del terminal B
Per ingannare l’attesa vado dritto in lounge e mangio qualcosa
Esco dalla parte della SEN e trovo questa bella composizione di marcioni che simulano il decollo
Passo il controllo passaporti e vado col trenino interno verso il terminal E, dove già mi aspetta al gate E26 HB-JMA, il marcione che mi porterà in Thailandia
Vicino al mio aereo ci sono una Regina coreana ed il triplo SQ
Si sono fatte le 22.20 e viene chiamato l’imbarco
Volo: Swiss – LX180 del 11/06/2009
Zürich Kloten (ZRH/LSZH) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Airbus A340-300 HB-JMA – Seat: 25B
LF: 50% circa, intorno ai 115 pax totali
Scheduled: 22.45 – 14.35*
Block to block: 22.45 (Gate E26) – 14.35* (Gate D6)
In air: 22.57 (RWY 34) – 14.29* (RWY 19R)
Per fortuna il volo è mezzo vuoto ed al 25A non si siede nessuno (me l’ero fatto bloccare a MXP al check in). L’aereo è bollente, ma la sauna dura poco e finalmente in pochi minuti si torna a temperature più umane.
Una vista della seconda cabina di J
I miei due posti, 25A e 25B
Il pitch non è eccezionale, ma va più che bene per essere una Y europea.
Chiudiamo le porte alle 22.43 e due minuti dopo, in perfetto orario, ci muoviamo per andare fino alla RWY 34. Nel frattempo il maitre de cabine informa che il volo avrà una durata di 10 ore e 40 minuti. Durante la dimostrazione di sicurezza, noto che un paio di file davanti a me c’è un tizio, visibilmente brillo, che sta dando segni di alterazione, discutendo animatamente col vicino sull’utilizzo del bracciolo. Dopo una decina di secondi arriva l’AV che poco delicatamente lo porta via: ben fatto, sto tizio deve ancora ringraziare di non essere stato sbarcato.
Arrivati in testata 34, ci allineiamo e il marcione si alza a 294 km/h nel cielo di Kloten. La salita non è ovviamente fulmicotonica, ma a me piace così, il tempo trascorso su un aereo è tempo speso bene. In ogni caso, grazie ai venti di coda, arriviamo quasi al muro del suono (quasi, non esageriamo…) nel giro di una ventina di minuti.
Alle 23.20 ora di Zurigo, all’incirca sopra Innsbruck, arriva la cena. La scelta è tra tortellini vegetariani e pollo: so che avrei dovuto scegliere il pollo, ma ho preso i tortelli e non erano male. Accanto a loro un’insalatina, un pezzo di torta, del pane e un trancio di Camembert, tutto molto valido. Accompagno con soda thailandese e un vinello californiano, nulla di eccezionale ma scendeva bene.
Cerco di appisolarmi e dormicchio tre orette, prima di riprendere i sensi. Faccio un salto nel galley, guardo un pezzo di “Confessions of a shopaholic (I love shopping)” sul mio PVT, mentre lascio lo schermo del 25A sull’airshow. Nel frattempo siamo più o meno sopra l’Afghanistan.
Il livello di volo varia da FL320 a FL370 e tra un pisolino e l’altro ci ritroviamo sul Golfo del Bengala a 90 minuti dall’atterraggio. Una volta accese le luci, viene servita la colazione, pane, burro e formaggio, con un cornetto e le bevande: prendo caffè, succo di mela e di arancia, tutto più che decente.
Mentre viene consegnato il cioccolatino di commiato, mi perdo a rimirare l’ala del marcione nel cielo di Thailandia, quanto è bella!
Mentre comincio a radunare le mie cose, siamo sopra l’hinterland di Bangkok, edifici e campagne sono gli uni accanto alle altre, l’effetto è strano ma in un amen siamo già quasi in pista. La temperatura è annunciata di 33°C, ma è il dato dell’umidità quello peggiore, ampiamente sopra il 70%. Un paio di foto dei dintorni di Suvarnabhumi ed in corto finale.
Sawasdee-krap! Welcome to Bangkok Suvarnabhumi International Airport! Dopo 10 ore e 32 minuti mi fa piacere essere tornado coi carrelli per terra!
Durante il taxi do un’occhiata alla folta fauna presente oggi in Thailandia, ecco a voi un piccolo riassunto. Non mancavano, oltre a quelli che ho fotografato, un triplo SQ, un triplo OS, nonché varie compagnie asiatiche e mediorientali.
MS 777 da CAI
Uno dei mille marcioni TG
LY 767 da TLV
Non ho ben capito cosa fosse
Blocchiamo al D6 alle 14.35 locali, con uno score di puntualità imbarazzante. Sbarco e mi ritrovo in mezzo a questo monumento che è il nuovo BKK. Arriveranno altre foto dopo, visto il buon numero di voli interni fatti. Il controllo passaporti è veloce e mi dirigo al nastro 20 dove stanno già girando i bagagli, dopo un minuto arriva anche il mio valigione. Esco e prendo un taxi per Soi Rambuttri, nel quartiere di Banglamphu.
Il giudizio sulla classe economica di LX è molto positivo, indice di puntualità da restare allibiti, servizio valido, AAVV disponibili a darmi suggerimenti su Bangkok, cibo buono, PVT funzionanti sempre, insomma, un’ottima soluzione, che diventerebbe inarrivabile se solo potessi evitare la brughiera. Voto 9.
Da qui inizia una breve parte OT su Bangkok, la capitale della Thailandia, una città che mescola una profonda cultura radicata nella storia di questo popolo che ha resistito al colonialismo, con l’energia contemporanea che l’hanno portata ad essere una delle capitali più moderne del Sud-Est asiatico. Oggi Bangkok conta più di 6 milioni di abitanti, senza contare le estreme periferie e qualche slum.
Bangkok compare sul Guinness dei Primati per il proprio nome cerimoniale, che è il nome di città più lungo al mondo, la cui traslitterazione è
Krung-dēvamahānagara amararatanakosindra mahindrayudhyā mahātilakabhava navaratanarājadhānī purīramya utamarājanivēsana mahāsthāna amaravimāna avatārasthitya shakrasdattiya vishnukarmaprasiddhi,
che tradotto (da Wikipedia) sta per
Città degli angeli, la grande città, la città della gioia eterna, la città impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la città felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale è simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una città benedetta da Indra e costruita per Vishnukam.
La città è piena di templi (in tailandese wat) e tra questi svettano il Wat Pho ed il Wat Phra Kew. I quartieri sono ben divisi tra loro, i più interessanti, per diverse ragioni, sono Phra Nakhon (al cui interno c’è Banglamphu), Siam, Sukhumvit, Silom e Chinatown. Le foto seguenti sono l’unico OT su Bangkok, scattate in periodi diversi e raccolte insieme.
Wat Phra Kaew e Golden Palace
Wat Pho e Buddha dormiente
Democracy Monument
Vista di Phra Nakhon dalla Golden Mountain
Il Buddha gigante
Barche sul fiume Chao Phraya
Con il mio nuovo amico alla Snake Farm, più qualche altra amena bestiola!
La reception del Rambuttri Village, il mio hotel, 12 euro a notte per una camera (non grandissima) con letto matrimoniale, bagno, A/C e due piscine sul tetto, il tutto a 3 minuti a piedi da Khaosan Road.
La stazione centrale di Hua Lampong con l’Eastern&Oriental Express da Singapore
Wat Benchamabophit, nel quartiere di Dusit
Centro commerciale “MBK” in Siam Square e passaggio da Starbucks
Vista del quartiere di Sukhumvit
Il BTS, lo Skytrain
A spasso per Chinatown
Monumento a Rama I
Dopo alcuni giorni nella capitale giunge l’ora di andare a sud, in direzione Phuket. Avevo già comprato il biglietto con Air Asia dall’Italia e il giorno della partenza mi presento con abbondante anticipo all’aeroporto di Suvarnabhumi.
Faccio velocemente il check in, avevo prenotato la valigia (1 euro per un pezzo fino a 15 chili) e la gentile signorina mi sistema all’uscita di sicurezza, uno dei posti che di solito Air Asia vende con sovrapprezzo (5 euro in questo caso). Accetto volentieri il gentile omaggio e, prima di passare i controlli di sicurezza, vado a mangiare un’American Breakfast, non male ma molto caro in confronto a quello che si poteva pagare in città.
Passo i controlli e vado verso i concourse A e B, dove partono i voli domestici. Faccio un po’ di foto alla fauna locale, non eccezionale visto che siamo ai domestici, ma c’è sempre qualcosa che vale la pena immortalare.
Concourse B
Un 744 TG (non uso il termine “regina”, per non mancare di rispetto alla Regina Sirikit, molto amata dal popolo tailandese), HS-TGP.
Un A319 PG (Bangkok Airways), con la sua livrea colorata
Un 737 TG, HS-TDF in vecchia livrea
Un frullino PG dà la precedenza alla regina tedesca diretta a FRA.
Un A320 FD, HS-ABI, diretto da qualche parte in Thailandia.
Un bellissimo 330 padrone di casa (grazie della correzione!)
Nel frattempo arriva il mio aereo e si “intuba” al B2. Dopo pochi minuti ci si imbarca sul B737 che, stando ad airfleets, ha 25 anni suonati, la maggior parte dei quali vissuti in America: beh, il musetto in effetti ne ha viste di migliori.
Volo: Thai Air Asia – FD3031 del 17/06/2009
Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS) – Phuket International (HKT/VTSP)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAV – Seat: 14A
LF: 70% circa, con una capacità di 148 posti, tutti in Y
Scheduled: 16.35 – 17.45
Block to block: 17.06 (Gate B2) – 18.17 (Gate 10)
In air: 17.14 (RWY 19L) – 18.15 (RWY 27)
Vengono imbarcati prima i passeggeri disabili, poi le famiglie e quindi gli “hot seats”, le prime 5 file e le due file di uscita di sicurezza. Mi faccio strada e salgo sull’aereo, trovando il mio posto. Che dire? Senza il sedile davanti è veramente uno spasso!
Una volta caricati tutti, arriva la veloce dimostrazione di sicurezza e ci muoviamo, nonostante ci sia ancora gente in piedi, andando verso la vicina testata 19L, dalla quale decolliamo in pochi secondi diretti a sud. Accanto a me ci sono un gruppetto di indiani chiassosi che si stanno catapultando a Patong Beach, che io eviterò come la peste, passandoci solo attraverso in motorino.
Dopo sette minuti dal decollo entriamo nel cumulonembo monsonico e ci restiamo un quarto d’ora, ballando come un gruppo di tamarri 15enni al Cocoricò. A parte il balletto, il volo è assolutamente senza storia, gli AAVV passano col carrellino, le cui bontà potevano essere scelte con questo:
Dopo 50’ di volo, comincia la discesa, fuori si vede già l’isola di Phuket, in corto finale facciamo una viratona a destra e ci allineiamo sulla 27 di HKT
E dopo 61’ minuti dal decollo, eccomi atterrato a Phuket. Parcheggiamo al gate 10, accanto ad un 744 TG, HS-TGL, in vecchia livrea, utilizzato per charter e per muovere le mandrie di capitolini tailandesi da e verso HKT durante ferie e ponti.
I bagagli arrivano in fretta e prendo il minibus per Karon Beach, dove mi aspetta una collega, cassintegrata anche lei.
Mi sistemo al Phuket Heritage, ottimo rapporto qualità prezzo con camera grande, bagno, A/C e piscina, al prezzo (contrattato) di 500 bath, 10 euro.
Qui termina la prima parte. La seconda è in lavorazione, spero di recuperare le foto delle isole del Golfo del Siam (Ko Samui, Ko Pha Ngan e Ko Tao) e dei voli Surat Thani – Bangkok (URT-BKK) con Air Asia e Bangkok – Chiang Mai (DMK-CNX) con One-Two Go, compresa la chicca dell’aeroporto di Don Muaeng, e Chiang Rai – Bangkok (CEI-BKK), sempre con Air Asia. Mi sono preso un virus alla SD della macchina fotografica, aspetto di risolvere il problema.
Buongiorno a tutti.
Come chi mi conosce sa, la crisi del mercato automobilistico mi ha investito, insieme a molti altri colleghi, e mi ha fatto provare l’esperienza della cassa integrazione, o per meglio dire, delle “ferie pagate a metà”, concetto di più facile intendimento per gli stranieri che ho conosciuto in quel mese e mezzo.
Da questo nasce l’idea di un viaggio con lo zaino in spalla alla scoperta di uno dei Paesi più importanti del Sud-Est asiatico. Qualche giorno per cominciare grossolanamente a preparare un itinerario, prenotazione ed acquisto del biglietto e sono pronto alla partenza: si va a Bangkok!
Questo TR sarà diviso in 4 (credo) parti, spero di poterlo finire al più presto, altrimenti siete liberi di mandarmi a stendere (o a vedere la Juve in curva, non so cosa sia peggio)!
In ogni caso, la prima parte conterrà il volo verso la Thailandia con Swiss ed il primo di otto voli nel Sud-Est asiatico, con destinazione Phuket.
La partenza è fissata per giovedì 11 giugno, con scalo a Zurigo e arrivo a Bangkok il giorno dopo nel primo pomeriggio. Dal lontano 2003 Torino è orfana del collegamento con il mio hub preferito in Europa, Zurigo, quindi mi tocca andare fino al bellissimo, vicinissimo, ottimamente servito e comodissimo aeroporto di Varese.
Parto da Torino Porta Susa al mattino col treno delle 8.59 e arrivo puntuale a Milano Centrale alle 10.45. Purtroppo, come sempre mi succede quando prendo il treno in questa direttrice, vedo tonnellate di passeggeri con le valigie diretti a Malpensa e Bergamo, li capisco, mancando spesso dei voli basilari verso hub come Zurigo, Vienna, Amsterdam o Lisbona, per non parlare delle decine di destinazioni low cost che potrebbero essere servite dal “Pertini”: d’altronde cosa si può pretendere quando l’amministratore delegato di Sagat fa degli interventi in Commissione Trasporti alla Camera come l’ultimo (chiedete pure a Nicola_LIMF il link), desolante.
Tornando al viaggio, arrivo a Milano, trovo papà e vado a pranzo con lui, passiamo un po’ di tempo insieme e poi andiamo a Malpensa, dove arrivo alle 16.20, ampiamente in tempo per il volo delle 18.20, ma conoscendo le code ai varchi che ho già incontrato in brughiera, è meglio tenermi largo.
Eccomi a Malpensa


Entro in aerostazione, non troppo piena e vado subito a fare il check in, c’è un po’ di coda per l’Economy ma vado alla fila di Business, la mia sudata Miles&More Silver a qualcosa serve! Ricevo le due carte d’imbarco e mi fermo a fare qualche foto degli uccellini in pista.
I nuovi padroni di casa al Satellite A con i loro fiammanti A319

Un marcione brasiliano ed un A320 egiziano in zona Satellite B


Passo senza problemi (finalmente, anche se mi fa specie vedere l’aeroporto deserto) il varco di sicurezza e mi rifugio in lounge, il solito corretto standard Lufthansa, alla fine è un marchio sicuro per il cliente. Mangio, bevo e navigo, of course!


Dalla lounge faccio anche un paio di foto verso la Cargo City, molto lontana, riesco a beccare un po’ di code varie, Alitalia, Neos, Iberia, DHL e Livingston.

Si è quasi fatta l’ora dell’imbarco all’uscita A10, mentre ci vado faccio ancora qualche scatto e riesco a fotografare un A321 Turkish e il nuovo Embraer 195 I-ADJL di Air Dolomiti.


Alle 18.05 imbarchiamo sull’Airbus A319 di Swiss.

Volo: Swiss – LX1623 del 11/06/2009
Milano Malpensa (MXP/LIMC) – Zürich Kloten (ZRH/LSZH)
Aeromobile: Airbus A319-112 HB-IPS – Seat: 14F
LF: 70% circa, con 6 pax in C(su 12 posti disponibili)
Scheduled: 18.20 – 19.15
Block to block: 18.33 (Gate A10) – 19.19 (Gate A85)
In air: 18.44 (RWY 35R) – 19.17 (RWY 28)
Il volo è piuttosto pieno, il numero di passeggeri sembra maggiore del 70% che alla fine risulta essere. Prima e durante la dimostrazione di sicurezza faccio qualche foto.
Pitch

Vista del Satellite B

Imbarco

B737 Neos e Embraer AZ

A319 AF con Livingston in fondo

Finnair per HEL in livrea One World

I due Smartlynx Italia

Embraer polacco con code di Neos

Attraversiamo la 35L

TWR di Malpensa (non a fuoco)

Antonov 124 alla Cargo City

Appena ruotati

Lugano ed il suo aeroporto (LUG/LSZA)


Il servizio prevede solo da bere, vado di Heineken, mentre passiamo sopra le Alpi


Dopo pochissimo tempo siamo già in discesa, ed eccoci a Zurigo

Non è difficile capire chi sono i padroni di casa qui

Una delle sale ciuspa dell’aeroporto, molto più confortevoli dei buchi che ci sono quasi in ogni dove

Vista del terminal B

Per ingannare l’attesa vado dritto in lounge e mangio qualcosa

Esco dalla parte della SEN e trovo questa bella composizione di marcioni che simulano il decollo

Passo il controllo passaporti e vado col trenino interno verso il terminal E, dove già mi aspetta al gate E26 HB-JMA, il marcione che mi porterà in Thailandia

Vicino al mio aereo ci sono una Regina coreana ed il triplo SQ


Si sono fatte le 22.20 e viene chiamato l’imbarco

Volo: Swiss – LX180 del 11/06/2009
Zürich Kloten (ZRH/LSZH) – Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS)
Aeromobile: Airbus A340-300 HB-JMA – Seat: 25B
LF: 50% circa, intorno ai 115 pax totali
Scheduled: 22.45 – 14.35*
Block to block: 22.45 (Gate E26) – 14.35* (Gate D6)
In air: 22.57 (RWY 34) – 14.29* (RWY 19R)
Per fortuna il volo è mezzo vuoto ed al 25A non si siede nessuno (me l’ero fatto bloccare a MXP al check in). L’aereo è bollente, ma la sauna dura poco e finalmente in pochi minuti si torna a temperature più umane.
Una vista della seconda cabina di J

I miei due posti, 25A e 25B

Il pitch non è eccezionale, ma va più che bene per essere una Y europea.

Chiudiamo le porte alle 22.43 e due minuti dopo, in perfetto orario, ci muoviamo per andare fino alla RWY 34. Nel frattempo il maitre de cabine informa che il volo avrà una durata di 10 ore e 40 minuti. Durante la dimostrazione di sicurezza, noto che un paio di file davanti a me c’è un tizio, visibilmente brillo, che sta dando segni di alterazione, discutendo animatamente col vicino sull’utilizzo del bracciolo. Dopo una decina di secondi arriva l’AV che poco delicatamente lo porta via: ben fatto, sto tizio deve ancora ringraziare di non essere stato sbarcato.
Arrivati in testata 34, ci allineiamo e il marcione si alza a 294 km/h nel cielo di Kloten. La salita non è ovviamente fulmicotonica, ma a me piace così, il tempo trascorso su un aereo è tempo speso bene. In ogni caso, grazie ai venti di coda, arriviamo quasi al muro del suono (quasi, non esageriamo…) nel giro di una ventina di minuti.




Alle 23.20 ora di Zurigo, all’incirca sopra Innsbruck, arriva la cena. La scelta è tra tortellini vegetariani e pollo: so che avrei dovuto scegliere il pollo, ma ho preso i tortelli e non erano male. Accanto a loro un’insalatina, un pezzo di torta, del pane e un trancio di Camembert, tutto molto valido. Accompagno con soda thailandese e un vinello californiano, nulla di eccezionale ma scendeva bene.



Cerco di appisolarmi e dormicchio tre orette, prima di riprendere i sensi. Faccio un salto nel galley, guardo un pezzo di “Confessions of a shopaholic (I love shopping)” sul mio PVT, mentre lascio lo schermo del 25A sull’airshow. Nel frattempo siamo più o meno sopra l’Afghanistan.

Il livello di volo varia da FL320 a FL370 e tra un pisolino e l’altro ci ritroviamo sul Golfo del Bengala a 90 minuti dall’atterraggio. Una volta accese le luci, viene servita la colazione, pane, burro e formaggio, con un cornetto e le bevande: prendo caffè, succo di mela e di arancia, tutto più che decente.


Mentre viene consegnato il cioccolatino di commiato, mi perdo a rimirare l’ala del marcione nel cielo di Thailandia, quanto è bella!


Mentre comincio a radunare le mie cose, siamo sopra l’hinterland di Bangkok, edifici e campagne sono gli uni accanto alle altre, l’effetto è strano ma in un amen siamo già quasi in pista. La temperatura è annunciata di 33°C, ma è il dato dell’umidità quello peggiore, ampiamente sopra il 70%. Un paio di foto dei dintorni di Suvarnabhumi ed in corto finale.


Sawasdee-krap! Welcome to Bangkok Suvarnabhumi International Airport! Dopo 10 ore e 32 minuti mi fa piacere essere tornado coi carrelli per terra!

Durante il taxi do un’occhiata alla folta fauna presente oggi in Thailandia, ecco a voi un piccolo riassunto. Non mancavano, oltre a quelli che ho fotografato, un triplo SQ, un triplo OS, nonché varie compagnie asiatiche e mediorientali.
MS 777 da CAI

Uno dei mille marcioni TG

LY 767 da TLV

Non ho ben capito cosa fosse

Blocchiamo al D6 alle 14.35 locali, con uno score di puntualità imbarazzante. Sbarco e mi ritrovo in mezzo a questo monumento che è il nuovo BKK. Arriveranno altre foto dopo, visto il buon numero di voli interni fatti. Il controllo passaporti è veloce e mi dirigo al nastro 20 dove stanno già girando i bagagli, dopo un minuto arriva anche il mio valigione. Esco e prendo un taxi per Soi Rambuttri, nel quartiere di Banglamphu.
Il giudizio sulla classe economica di LX è molto positivo, indice di puntualità da restare allibiti, servizio valido, AAVV disponibili a darmi suggerimenti su Bangkok, cibo buono, PVT funzionanti sempre, insomma, un’ottima soluzione, che diventerebbe inarrivabile se solo potessi evitare la brughiera. Voto 9.
Da qui inizia una breve parte OT su Bangkok, la capitale della Thailandia, una città che mescola una profonda cultura radicata nella storia di questo popolo che ha resistito al colonialismo, con l’energia contemporanea che l’hanno portata ad essere una delle capitali più moderne del Sud-Est asiatico. Oggi Bangkok conta più di 6 milioni di abitanti, senza contare le estreme periferie e qualche slum.
Bangkok compare sul Guinness dei Primati per il proprio nome cerimoniale, che è il nome di città più lungo al mondo, la cui traslitterazione è
Krung-dēvamahānagara amararatanakosindra mahindrayudhyā mahātilakabhava navaratanarājadhānī purīramya utamarājanivēsana mahāsthāna amaravimāna avatārasthitya shakrasdattiya vishnukarmaprasiddhi,
che tradotto (da Wikipedia) sta per
Città degli angeli, la grande città, la città della gioia eterna, la città impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la città felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale è simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una città benedetta da Indra e costruita per Vishnukam.
La città è piena di templi (in tailandese wat) e tra questi svettano il Wat Pho ed il Wat Phra Kew. I quartieri sono ben divisi tra loro, i più interessanti, per diverse ragioni, sono Phra Nakhon (al cui interno c’è Banglamphu), Siam, Sukhumvit, Silom e Chinatown. Le foto seguenti sono l’unico OT su Bangkok, scattate in periodi diversi e raccolte insieme.
Wat Phra Kaew e Golden Palace


Wat Pho e Buddha dormiente


Democracy Monument

Vista di Phra Nakhon dalla Golden Mountain


Il Buddha gigante


Barche sul fiume Chao Phraya


Con il mio nuovo amico alla Snake Farm, più qualche altra amena bestiola!




La reception del Rambuttri Village, il mio hotel, 12 euro a notte per una camera (non grandissima) con letto matrimoniale, bagno, A/C e due piscine sul tetto, il tutto a 3 minuti a piedi da Khaosan Road.

La stazione centrale di Hua Lampong con l’Eastern&Oriental Express da Singapore


Wat Benchamabophit, nel quartiere di Dusit


Centro commerciale “MBK” in Siam Square e passaggio da Starbucks


Vista del quartiere di Sukhumvit

Il BTS, lo Skytrain

A spasso per Chinatown

Monumento a Rama I

Dopo alcuni giorni nella capitale giunge l’ora di andare a sud, in direzione Phuket. Avevo già comprato il biglietto con Air Asia dall’Italia e il giorno della partenza mi presento con abbondante anticipo all’aeroporto di Suvarnabhumi.
Faccio velocemente il check in, avevo prenotato la valigia (1 euro per un pezzo fino a 15 chili) e la gentile signorina mi sistema all’uscita di sicurezza, uno dei posti che di solito Air Asia vende con sovrapprezzo (5 euro in questo caso). Accetto volentieri il gentile omaggio e, prima di passare i controlli di sicurezza, vado a mangiare un’American Breakfast, non male ma molto caro in confronto a quello che si poteva pagare in città.


Passo i controlli e vado verso i concourse A e B, dove partono i voli domestici. Faccio un po’ di foto alla fauna locale, non eccezionale visto che siamo ai domestici, ma c’è sempre qualcosa che vale la pena immortalare.
Concourse B

Un 744 TG (non uso il termine “regina”, per non mancare di rispetto alla Regina Sirikit, molto amata dal popolo tailandese), HS-TGP.

Un A319 PG (Bangkok Airways), con la sua livrea colorata

Un 737 TG, HS-TDF in vecchia livrea

Un frullino PG dà la precedenza alla regina tedesca diretta a FRA.

Un A320 FD, HS-ABI, diretto da qualche parte in Thailandia.

Un bellissimo 330 padrone di casa (grazie della correzione!)

Nel frattempo arriva il mio aereo e si “intuba” al B2. Dopo pochi minuti ci si imbarca sul B737 che, stando ad airfleets, ha 25 anni suonati, la maggior parte dei quali vissuti in America: beh, il musetto in effetti ne ha viste di migliori.



Volo: Thai Air Asia – FD3031 del 17/06/2009
Bangkok Suvarnabhumi (BKK/VTBS) – Phuket International (HKT/VTSP)
Aeromobile: Boeing 737-300 HS-AAV – Seat: 14A
LF: 70% circa, con una capacità di 148 posti, tutti in Y
Scheduled: 16.35 – 17.45
Block to block: 17.06 (Gate B2) – 18.17 (Gate 10)
In air: 17.14 (RWY 19L) – 18.15 (RWY 27)
Vengono imbarcati prima i passeggeri disabili, poi le famiglie e quindi gli “hot seats”, le prime 5 file e le due file di uscita di sicurezza. Mi faccio strada e salgo sull’aereo, trovando il mio posto. Che dire? Senza il sedile davanti è veramente uno spasso!




Una volta caricati tutti, arriva la veloce dimostrazione di sicurezza e ci muoviamo, nonostante ci sia ancora gente in piedi, andando verso la vicina testata 19L, dalla quale decolliamo in pochi secondi diretti a sud. Accanto a me ci sono un gruppetto di indiani chiassosi che si stanno catapultando a Patong Beach, che io eviterò come la peste, passandoci solo attraverso in motorino.



Dopo sette minuti dal decollo entriamo nel cumulonembo monsonico e ci restiamo un quarto d’ora, ballando come un gruppo di tamarri 15enni al Cocoricò. A parte il balletto, il volo è assolutamente senza storia, gli AAVV passano col carrellino, le cui bontà potevano essere scelte con questo:

Dopo 50’ di volo, comincia la discesa, fuori si vede già l’isola di Phuket, in corto finale facciamo una viratona a destra e ci allineiamo sulla 27 di HKT




E dopo 61’ minuti dal decollo, eccomi atterrato a Phuket. Parcheggiamo al gate 10, accanto ad un 744 TG, HS-TGL, in vecchia livrea, utilizzato per charter e per muovere le mandrie di capitolini tailandesi da e verso HKT durante ferie e ponti.


I bagagli arrivano in fretta e prendo il minibus per Karon Beach, dove mi aspetta una collega, cassintegrata anche lei.
Mi sistemo al Phuket Heritage, ottimo rapporto qualità prezzo con camera grande, bagno, A/C e piscina, al prezzo (contrattato) di 500 bath, 10 euro.



Qui termina la prima parte. La seconda è in lavorazione, spero di recuperare le foto delle isole del Golfo del Siam (Ko Samui, Ko Pha Ngan e Ko Tao) e dei voli Surat Thani – Bangkok (URT-BKK) con Air Asia e Bangkok – Chiang Mai (DMK-CNX) con One-Two Go, compresa la chicca dell’aeroporto di Don Muaeng, e Chiang Rai – Bangkok (CEI-BKK), sempre con Air Asia. Mi sono preso un virus alla SD della macchina fotografica, aspetto di risolvere il problema.
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