Preambolo
Il viaggio di Sokol continua: mollati i dilettanti Dancrane e Falkux, El Barbon si incontra con me a La Paz. Lo raggiungo alle 3.30 del mattino dopo 26 ore di SFO-MEX-LIM-LPB con United e LAN Perù tutto in Y: voli che non documento perché ho dormito tutto il tempo (due notti consecutive in volo) e perché non era previsto che facessi io un TR. Per la cronaca, il mio dispositivo fotografico è un Samsung Galaxy S4 Mini: le foto sono quelle che sono.
Non vi racconto nemmeno la prima parte del viaggio in Bolivia: La Paz è una ciofeca, il volo Amaszonas LPB-UYU è un balzello, e le immagini del Salar si trovano facilmente con Google. Mostro un’unica foto di El Barbon al Salar perché è venuta particolarmente bene:
Avevo programmato con El Barbon un itinerario da La Paz a San Paolo del Brasile, con soste in varie città boliviane, in Paraguay, e alle cascate Iguazu. Purtroppo, un paio di settimane prima del viaggio, l’azienda per la quale lavoro ha spostato la data della riunione del Cda facendola cadere praticamente a metà del viaggio, che ho dovuto dunque tagliar corto per rientrare e raccontare un po’ di boiate fresche di conio ai consiglieri. Questo TR è, dunque, solo il racconto del viaggio di 35 ore da Potosì a San Francisco: un viaggio da una città mineraria a 4000 metri di altitudine a una delle città tecnologicamente più avanzate del pianeta, attraverso comunità rurali talmente remote da non trovarsi su alcuna mappa online; un viaggio iniziato con un pulmino su rotaia, proseguito su un aereo dell’aeronautica militare boliviana, e conclusosi su un 737-800 di Copa. Un viaggio che mi ha visto seduto accanto a una cholita in una zona impervia delle Ande, e infine accanto a una ricca spaccona in business class. Un viaggio nel tempo iniziato con sette ore e mezzo di Buscarril per percorrere 170 chilometri attraverso le Ande (velocità media: km/h 22,67), e conclusosi con un volo PTY-SFO di sette ore e dieci minuti (km/h 745,46). Insomma, un viaggio nel tempo – back to the future!
Atto primo: el Buscarril
La prima tappa del viaggio prevede di andare da Potosì a Sucre: le persone sane di mente percorrono il tragitto in pullman impiegando tre ore scarse in autostrada. Dancrane avrebbe impiegato sei ore volando Boliviana de Aviacion con cambio a La Paz. El Barbon e io scegliamo la terza opzione: il Buscarril, che di ore ne impiega 7-8. Chiamasi Buscarril o Ferrobus questo pulmino Mercedes riadattato per viaggiare su ferro: percorre una ferrovia a scartamento ridotto (sarebbe meglio dire scartamento variabile, visto che non c'era un binario diritto) attraversando zone impervie delle Ande che non hanno altri collegamenti. Tre viaggi a settimana per senso di marcia: da Sucre a Potosì lunedì, mercoledì e venerdì; tragitto inverso martedì, giovedì e sabato.
Il biglietto costa 25 bolivianos a testa (€3,20). Con gli stranieri si formalizzano un po', emettono la fattura e controllano il passaporto. Coi locali funziona più a mo' di autobus extraurbano con fermata a richiesta e pagamento a bordo. Acquisto i biglietti e ci accomodiamo. Qualche turista la si trova anche su questo mezzo: due argentine e tre francesi. Partenza prevista alle 8 del mattino con Basilio alla guida e Carlos come meccanico (nonché venditore di biglietti e rimotore di ostacoli vari): il loro ruolo è vitale per le comunità andine e i passeggeri li chiamano Don Basilio e Don Carlos in segno di rispetto. Altro segno - il segno della croce - se lo fa invece Don Carlos al momento della partenza (8.13).
Da subito si capisce che il viaggio sarà lungo: lo stato di manutenzione della linea ferroviaria è pessimo, con binari storti, spesso affondati nel terreno, occupati da persone, animali o cose. Lungo il percordo tocca rallentare per cani, polli, asini, un toro, qualche pecora, un po' di ragazzini. Ai cani piace inseguire abbaiando il Buscarril. Per passare il tempo misuro la nostra velocità prendendo come riferimenti i segnali distanziometrici lungo il percorso, e stimo il ritardo rispetto all'orario di arrivo previsto nelle varie stazioni (il tempo programmato sarebbe di poco superiore alle sei ore, ma è un tempo irrealizzabile).
Atto Secondo
Alle 15.45 ora locale si apre la porta del Buscarril e scendo a Sucre: la mia vacanza termina ufficialmente qua, ma devo ancora rientrare fino a SFO. C'è un volo Amaszonas che parte per Santa Cruz Viru Viru (VVI) alle 17.20, ma io conto di arrivare in tempo per prendere un volo T.A.M. delle 16.30 per Santa Cruz El Trompillo (SRZ). Trovo un taxi e arrivo in aeroporto alle 16.05: check-in, pagamento della tassa aeroportuale, controlli di sicurezza e pit stop in bagno, e alle 16.12 sono davanti al gate. Fuori c'è il mio aereo che mi attende:
Questo 737-200, marche FAB-113 (FAB dovrebbe essere acronimo di Fuerza Aérea Bolivariana), classe 1986, appartiene a Transporte Aéreo Militar (T.A.M.), un vettore passeggeri gestito dall'aeronautica militare boliviana per collegare comunità remote del paese e, da qualche anno, per tenere bassi i prezzi anche su rotte un po' più trafficate come questa. Dopo un paio di minuti vedo che la porta dell'aereo si chiude:
Mi spavento, temo di non essermi accorto dell'imbarco già avvenuto, ma è un falso allarme - quell'aereo è lì per operare il volo del giorno successivo (e avrà come ospite El Barbon). Il mio aereo arriva poco dopo, attorno alle 16:20: è un Bae-146-200A, marche FAB-105, un esemplare classe 1984 consegnato a PSA e passato poi per le mani di Debonair, Cityjet, Flightline, Neptune Aviation Services. L'imbarco inizia poco dopo le 16.20.
Volo: 12-4-2016 // Transporte Aereo Militar 923 // SRE-SRZ// Bae146 FAB-105 // Y // 5D
Durante l'imbarco viene consegnata ai passeggeri una scatolina contenente una caramella e un paio di pasticcini confezionati. Trovo il mio posto (5D) e mi accomodo. Le poltrone parlano tedesco, ma non si capisce da dove vengano.
A bordo siamo una ventina abbondante di passeggeri destinati a Santa Cruz, Cochabamba e La Paz (le successive destinazioni dell'aereo). L'equipaggio è di sei persone: tre piloti (ipotizzo che uno fosse in addestramento), un militare in uniforme in cabina a occuparsi del servizio di bordo assieme a due assistenti di volo. Alcune particolarità: non ci sono né rivista di bordo (El Barbon ne ha elemosinata una del 2013 in un'agenzia di viaggio a Potosì), né safety card; solo un inserto del ministero della giustizia e il classico sacchetto per eventuali problemi di nausea.
La cabina è configurata con cinque posti in sezione trasversale, dunque con poltrone piuttosto ampie. La numerazione delle file è sfalsata: sono seduto al 5D ma al mio fianco dall'altro lato del corridoio c'è il 4D. Questo perché sulla sinistra manca la prima fila e, invece di iniziare la numerazione della fila 1 sul lato sinistro, il vettore ha preferito iniziare da 1 anche su quel lato. Un po' di confusione durante l'imbarco è inevitabile.
La procedura d'imbarco viene completata in pochi minuti, la porta si chiude e inizia il rollaggio: sommaria presentazione delle misure di sicurezza (solo in spagnolo) e siamo pronti al decollo. L'assistente di volo in uniforme militare si siede in un jump seat anteriore poco prima della rotazione, le colleghe dietro erano sedute una nel jump seat, e l'altra in un posto al finestrino verso la coda dell'aereo. Tempo di volo previsto: 31 minuti.
Il volo prosegue con un rapido servizio bevande. Il mio bottino è questo:
Inizia la discesa verso SRZ: si tratta evidentemente di un visual per pista 15, con una discesa degna di un Jumbolino (giù a calci, insomma). Uno dei tre piloti prende posto all'1F, accanto all'AV militare all'1E. Una delle AAVV torna al suo posto al finestrino in una delle ultime file, e tocca all'altra AV rimanere in piedi nel corridoio durante l'atterraggio. L'aereo rallenta e si ferma in pista: il pilota seduto all'1F va in cockpit e dà il cambio nel posto a sinistra al comandante; la porta si chiude e il rollaggio riprende con un backtrack. In un paio di minuti arriviamo al gate.
L'aeroporto El Trompillo:
Lascio l'aeroporto in taxi diretto in centro città, dove trovo qualcosa da mangiare.
Epilogo
A Santa Cruz non c'è molto a parte una piazza centrale abbastanza carina. Dopo cena, esaurite le energie, vado a Viru Viru, l'aeroporto internazionale della città, verso le 21.30. Mi attende un itinerario VVI-PTY-SFO, tutto in business con Copa, con partenza attorno alle 2 del mattino. Rapido check-in e vado a visitare una splendida terrazza dalla quale si può ammirare tutto il piazzale. Di traffico, però, c'è solo questo.
Supero i controlli di sicurezza e mi metto a sonnecchiare in una zona piuttosto calma.
Volo: 13-4-2016 // CM126 // VVI-PTY // B737 HP-1538CMP // C // 1B
L'imbarco avviene per gruppi, e Copa pare abbastanza ben capace di gestire la procedura con disinvoltura. Il vettore dispone di 737 in due configurazioni: come norma generale, i voli inferiori alle 5,5 ore vengono effettuati con aerei provvisti di una business class analoga alla prima nazionale di Delta, United e American negli USA: è questo il caso del volo VVI-PTY, roba da 4,5 ore. La versione dell'aereo è questa. Il posto accanto al mio rimane vuoto. L'assistente di volo consegna il menù.
Poco dopo l'AV passa a ricevere l'ordine per la colazione con le relative bevande: pensando che la colazione sarebbe stata servita verso la fine del volo, ordino le uova. Scopro dopo il decollo che l'intenzione è invece quella di servire la colazione immediatamente dopo il decollo (alle 3 di mattina!) - dunque rifiuto il pasto e mi metto a dormire. Mi sveglio poco prima dell'atterraggio a PTY.
Lo sbarco a Panama poco dopo le 6 del mattino è traumatico: l'aeroporto è freddissimo. I bocchettoni dell'aria condizionata (vedi sotto) sparano folate di aria gelida che attraversa il terminal. Ho visto almeno due commesse di negozi (già aperti alle 6!) indossare sciarpa e guanti.
Vado alla lounge di Copa: è ampia, luminosa e con una bella vista sul piazzale, ma dopo pochi minuti diviene affollatissima. Impressionante - è un eufemismo - la scelta di roba da mangiare:
Esco immediatamente e decido di riscaldarmi camminando in giro per il terminal. Poco dopo le 7 inizio a capire il perché dell'aria condizionata sparata a palla: appena il sole inizia a picchiare sull'aeroporto, la struttura si scalda in pochi minuti e la temperatura diviene umana, prima, e gradevole, poi.
Equipaggi in fila al bancomat: la quinta della fila sarà l'AV responsabile della business class sul mio volo per SFO.
Volo: 13-4-2016 // CM208 // PTY-SFO // B737 HP-1839CMP// C // 1E
Per i voli superiori alle 5,5 ore (PTY-SFO impiega quasi 7,5 ore), Copa tende a utilizzare 737 con posti di business class più comodi: 50 di pitch anziché 38, e recline più pronunciato. Sono posti che ricordano la prima classe di Virgin America (55 di pitch con 21 di ampiezza). Mi trovo bene anche perché non sono un appassionato assoluto dei full flat, e c'è da considerare che i prezzi di Copa sono giustamente più bassi di quelli dei concorrenti con business class più evolute.
Prendo posto e ricevo il menù e un welcome drink.
Dopo qualche minuto arriva a sedersi accanto a me una signora che si fa portare il bagaglio a mano da un assistente di terra (lasciandogli una mancia di $20): dal primo minuto dà filo da torcere alle assistenti di volo. Si noti l'anello:
Tutto in orario ed entro poco siamo in volo verso SFO con un comandante americano e quattro assistenti di volo: la numero uno non presta molta attenzione alla business (al completo: 16 su 16), lasciando la collega da sola per quasi tutto il tempo del servizio, che risulta quindi un po' lento. Mentre l'aereo a terra l'AV prende le ordinazioni per il pasto.
Amenity kit distribuito dopo il decollo:
Foto dello snack venuta benissimo!
Il sistema di intrattenimento è discreto: una quarantina abbondante di fim e ampia scelta di musica e qualche programma televisivo. Il tempo passa.
Poco meno di due ore prima dell'arrivo a SFO, inizia il servizio del pranzo. Un po' di noccioline e affini: ho dimenticato di fare la foto al ciotolino pieno - ammiratelo vuoto.
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Lomo asado e salmon a la plancha - ambedue molto buoni.
Il servizio è quello che è, senza refill delle bevande. L'assistente di volo parla benissimo sia lo spagnolo che l'inglese ma non è la più motivata della storia in quanto a servizio. Il fratello è AV in Emirates, mi sa che a lei è andata meglio.
Arriviamo a San Francisco in orario: supero celermente i controlli e nel giro di pochi minuti sono in taxi. Il giorno successivo mi presento fresco e raggiante alla riunione del Cda: finisce così.
Ritorno al passato
Non avrete mica creduto che sia finita qua? Finita la riunione del Cda vado a bere qualcosa con dei colleghi e poi torno in aeroporto. La vacanza ricomincia. Vado a ricongiungermi con El Barbon che, abbandonato a Sucre, avanza da solo verso Foz do Iguacu passando attraverso lo splendido Paraguay. Ho disposto un itinerario SFO-PTY-GRU-IGU con Copa e Gol. Vi risparmio il check-in e l'aeroporto di San Francisco: non vado nemmeno nella lounge United che fa pena e mi mette tristezza. Aspetto il volo che imbarca tempestivamente.
Volo: 14-4-2016 // CM209 // SFO-PTY // B737 HP-1847CMP // C // 1B
A bordo ritrovo lo stesso equipaggio e anche la signora seduta accanto a me la sera prima (stavolta siede un paio di file indietro), che si fa di nuovo portare il bagaglio a mano da un'assistente - l'onere tocca alla numero 1 stavolta. Solita routine con welcome drink, menù e relativo ordine. La partenza è in orario, attorno alle 23. Raggiunta la quota di crociera ascolto un po' di musica e mi metto a dormire (notare che gli amenity kit non erano ancora stati distribuiti, quasi un'ora dopo la partenza).
Mi sveglio un'ora e trenta minuti prima dell'arrivo, giusto in tempo per la colazione. Anche stavolta, refill impensabile.
Atterriamo a PTY in orario. Ho tre ore abbondanti: trovo un angolo nella lounge dove dormire ancora un po' e vado al gate dopo un paio d'ore.
Volo: 15-4-2016 // CM701 // PTY-GRU // B737 HP-1843CMP // C // 1B
Su questo volo l'amenity kit si trova già al proprio posto.
Tanto per cambiare, ricevo il welcome drink e il menù. L'AV passa a prendere l'ordine e via come al solito. Foto sempre pregevoli.
Su questo volo l'AV viene aiutata molto di più dalla numero 1, e il servizio ne risente positivamente sotto ogni aspetto.
Snack prima dell'arrivo e mi trovo in Brasile per la prima volta in vita mia.
Del volo Gol da GRU a IGU c'è poco da raccontare: un 737-800 con una trentina di passeggeri a bordo - partenza in orario e arrivo in anticipo poco dopo le 1 del mattino.
Raggiungo El Barbon in albergo.
Fora Dilma
Un po' di OT per mostrare non le cascate di Iguazu (di foto migliori ne trovate su Google), né le due ore passate a passeggio per Ciudad de L'Este in Paraguay (non c'è niente!), bensì per parlare dell'impeachment del presidente Dilma Rousseff. Ci siamo trovati in Brasile (a Rio e Sao Paulo) proprio nel giorno della votazione della Camera bassa del parlamento brasiliano per il proseguimento del procedimento di impeachment del presidente.
Raccomandazione del Ministero degli Esteri:
Raccomandazione del Department of State americano:
Raccomandazioni di El Barbon, in un bel pomeriggio sul lungomare di Copacabana:
(Cliccare per vedere i video)

Più tardi, nella Avenida Paulista a Sao Paulo, il trecentoquarantaduesimo sim all'impeachment!


Si conclude così il viaggio: il giorno successivo partiamo l'uno alla volta di San Francisco, l'altro alla volta di Victoria. Alla prossima.
Ancora una cosa
Non pensavo di fare un TR dei voli GRU-MIA-SFO con TAM e AA, tutto in economy - voli programmati rispettivamente con 777 e 737. A GRU un'ora di fila al check-in (non disponibile per la mia prenotazione il check-in online o alle macchinette in aeroporto) e mi avvio verso il gate, dove noto che c'è stato un cambio di aeromobile. L'aereo è in controluce e decido di fotografarlo a MIA, dove tuttavia sarà nuovamente in controluce (vedi sotto).
Non mi ero accorto che dal 13 aprile, pur risultando ancora un 777 sulla prenotazione, il volo è operato da A350. La mia prima volta su un 350 è a bordo di PR-XTB, il ventisettesimo A350 prodotto e secondo consegnato a TAM il 18/3/2016.
Volo: 18-4-2016 // JJ8054 // GRU-MIA// A350 PR-XTB // Y // 17H
L'imbarco avviene in modo ordinato grazie alla disposizione di file ben delineate per i vari gruppi di passeggeri. Trovo il mio posto e mi accomodo: le poltrone ricordano quelle di un 777-300ER di Emirates sul quale volai nel 2012. Sono strette ma relativamente comode: per un volo diurno non lunghissimo (7,5 ore) come questo vanno più che bene.
Fa impressione la dimensione notevole delle cappelliere: sono talmente grandi (e, talvolta, pesanti) che le assistenti di volo si muovono in due per chiuderle una alla volta.
A imbarco completato vengono distribuite caramelle:
Distributi immediatamente anche i formulari della dogana americana: non mi sembra una grande idea farlo così presto perché praticamente tutti i passeggeri si rialzano per cercare il passaporto nelle cappelliere, abbassano il tavolino per compilare il modulo, e fermano in continuazione le AAVV impegnate in faccende più importanti per chiedere delucidazioni. Questa signora, invece, se la prende comoda e decide di sporcare subito l'aereo con un paio di pedate:
La presentazione delle misure di sicurezza viene fatta manualmente: mi sarei aspettato un video.
Pushback più o meno in orario e ci avviamo verso la pista. Dopo qualche minuto, però, il comandante annuncia il ritorno a una postazione di parcheggio per consentire a un passeggero con problemi di salute di scendere ed essere assistito da personale medico. Ci fermiamo a uno stand remoto.
Ultimato lo sbarco della signorina in difficoltà e del suo compagno, il comandante annuncia che l'aereo deve essere rifornito. Ripartiamo alla fine con poco più di un'ora di ritardo.
Durante il decollo il 350 è silenzioso - non quanto un 380 ma la differenza rispetto a un 330 è ovvia. Ci avviamo verso MIA.
Inizia poco dopo il servizio del pranzo. La scelta è fra ravioli e carne - opto per la seconda.
Il pranzo è (relativamente) molto buono, e il servizio è celere e cortese. Il volo prosegue poi senza intoppi:
Guardo un paio di film e sonnecchio finché non arriva il momento della merenda: panino con prosciutto e formaggio - anche questo piuttosto buono.
Atterriamo a MIA poco dopo le 19 locali. Supero velocemente i controlli di frontiera e dogana, e vado al Concouse D ad attendere il volo per SFO. Non ve lo racconto perché è deprimente, come quasi sempre quando si vola sul nazionale con AA, UA o DL. Il TR, stavolta, è finito davvero.
#elbarbon
#salardeuyuni
#buscarril
#transportoaereomilitar
#350
Il viaggio di Sokol continua: mollati i dilettanti Dancrane e Falkux, El Barbon si incontra con me a La Paz. Lo raggiungo alle 3.30 del mattino dopo 26 ore di SFO-MEX-LIM-LPB con United e LAN Perù tutto in Y: voli che non documento perché ho dormito tutto il tempo (due notti consecutive in volo) e perché non era previsto che facessi io un TR. Per la cronaca, il mio dispositivo fotografico è un Samsung Galaxy S4 Mini: le foto sono quelle che sono.
Non vi racconto nemmeno la prima parte del viaggio in Bolivia: La Paz è una ciofeca, il volo Amaszonas LPB-UYU è un balzello, e le immagini del Salar si trovano facilmente con Google. Mostro un’unica foto di El Barbon al Salar perché è venuta particolarmente bene:

Avevo programmato con El Barbon un itinerario da La Paz a San Paolo del Brasile, con soste in varie città boliviane, in Paraguay, e alle cascate Iguazu. Purtroppo, un paio di settimane prima del viaggio, l’azienda per la quale lavoro ha spostato la data della riunione del Cda facendola cadere praticamente a metà del viaggio, che ho dovuto dunque tagliar corto per rientrare e raccontare un po’ di boiate fresche di conio ai consiglieri. Questo TR è, dunque, solo il racconto del viaggio di 35 ore da Potosì a San Francisco: un viaggio da una città mineraria a 4000 metri di altitudine a una delle città tecnologicamente più avanzate del pianeta, attraverso comunità rurali talmente remote da non trovarsi su alcuna mappa online; un viaggio iniziato con un pulmino su rotaia, proseguito su un aereo dell’aeronautica militare boliviana, e conclusosi su un 737-800 di Copa. Un viaggio che mi ha visto seduto accanto a una cholita in una zona impervia delle Ande, e infine accanto a una ricca spaccona in business class. Un viaggio nel tempo iniziato con sette ore e mezzo di Buscarril per percorrere 170 chilometri attraverso le Ande (velocità media: km/h 22,67), e conclusosi con un volo PTY-SFO di sette ore e dieci minuti (km/h 745,46). Insomma, un viaggio nel tempo – back to the future!
Atto primo: el Buscarril
La prima tappa del viaggio prevede di andare da Potosì a Sucre: le persone sane di mente percorrono il tragitto in pullman impiegando tre ore scarse in autostrada. Dancrane avrebbe impiegato sei ore volando Boliviana de Aviacion con cambio a La Paz. El Barbon e io scegliamo la terza opzione: il Buscarril, che di ore ne impiega 7-8. Chiamasi Buscarril o Ferrobus questo pulmino Mercedes riadattato per viaggiare su ferro: percorre una ferrovia a scartamento ridotto (sarebbe meglio dire scartamento variabile, visto che non c'era un binario diritto) attraversando zone impervie delle Ande che non hanno altri collegamenti. Tre viaggi a settimana per senso di marcia: da Sucre a Potosì lunedì, mercoledì e venerdì; tragitto inverso martedì, giovedì e sabato.


Il biglietto costa 25 bolivianos a testa (€3,20). Con gli stranieri si formalizzano un po', emettono la fattura e controllano il passaporto. Coi locali funziona più a mo' di autobus extraurbano con fermata a richiesta e pagamento a bordo. Acquisto i biglietti e ci accomodiamo. Qualche turista la si trova anche su questo mezzo: due argentine e tre francesi. Partenza prevista alle 8 del mattino con Basilio alla guida e Carlos come meccanico (nonché venditore di biglietti e rimotore di ostacoli vari): il loro ruolo è vitale per le comunità andine e i passeggeri li chiamano Don Basilio e Don Carlos in segno di rispetto. Altro segno - il segno della croce - se lo fa invece Don Carlos al momento della partenza (8.13).
Da subito si capisce che il viaggio sarà lungo: lo stato di manutenzione della linea ferroviaria è pessimo, con binari storti, spesso affondati nel terreno, occupati da persone, animali o cose. Lungo il percordo tocca rallentare per cani, polli, asini, un toro, qualche pecora, un po' di ragazzini. Ai cani piace inseguire abbaiando il Buscarril. Per passare il tempo misuro la nostra velocità prendendo come riferimenti i segnali distanziometrici lungo il percorso, e stimo il ritardo rispetto all'orario di arrivo previsto nelle varie stazioni (il tempo programmato sarebbe di poco superiore alle sei ore, ma è un tempo irrealizzabile).







Atto Secondo
Alle 15.45 ora locale si apre la porta del Buscarril e scendo a Sucre: la mia vacanza termina ufficialmente qua, ma devo ancora rientrare fino a SFO. C'è un volo Amaszonas che parte per Santa Cruz Viru Viru (VVI) alle 17.20, ma io conto di arrivare in tempo per prendere un volo T.A.M. delle 16.30 per Santa Cruz El Trompillo (SRZ). Trovo un taxi e arrivo in aeroporto alle 16.05: check-in, pagamento della tassa aeroportuale, controlli di sicurezza e pit stop in bagno, e alle 16.12 sono davanti al gate. Fuori c'è il mio aereo che mi attende:

Questo 737-200, marche FAB-113 (FAB dovrebbe essere acronimo di Fuerza Aérea Bolivariana), classe 1986, appartiene a Transporte Aéreo Militar (T.A.M.), un vettore passeggeri gestito dall'aeronautica militare boliviana per collegare comunità remote del paese e, da qualche anno, per tenere bassi i prezzi anche su rotte un po' più trafficate come questa. Dopo un paio di minuti vedo che la porta dell'aereo si chiude:

Mi spavento, temo di non essermi accorto dell'imbarco già avvenuto, ma è un falso allarme - quell'aereo è lì per operare il volo del giorno successivo (e avrà come ospite El Barbon). Il mio aereo arriva poco dopo, attorno alle 16:20: è un Bae-146-200A, marche FAB-105, un esemplare classe 1984 consegnato a PSA e passato poi per le mani di Debonair, Cityjet, Flightline, Neptune Aviation Services. L'imbarco inizia poco dopo le 16.20.
Volo: 12-4-2016 // Transporte Aereo Militar 923 // SRE-SRZ// Bae146 FAB-105 // Y // 5D


Durante l'imbarco viene consegnata ai passeggeri una scatolina contenente una caramella e un paio di pasticcini confezionati. Trovo il mio posto (5D) e mi accomodo. Le poltrone parlano tedesco, ma non si capisce da dove vengano.


A bordo siamo una ventina abbondante di passeggeri destinati a Santa Cruz, Cochabamba e La Paz (le successive destinazioni dell'aereo). L'equipaggio è di sei persone: tre piloti (ipotizzo che uno fosse in addestramento), un militare in uniforme in cabina a occuparsi del servizio di bordo assieme a due assistenti di volo. Alcune particolarità: non ci sono né rivista di bordo (El Barbon ne ha elemosinata una del 2013 in un'agenzia di viaggio a Potosì), né safety card; solo un inserto del ministero della giustizia e il classico sacchetto per eventuali problemi di nausea.


La cabina è configurata con cinque posti in sezione trasversale, dunque con poltrone piuttosto ampie. La numerazione delle file è sfalsata: sono seduto al 5D ma al mio fianco dall'altro lato del corridoio c'è il 4D. Questo perché sulla sinistra manca la prima fila e, invece di iniziare la numerazione della fila 1 sul lato sinistro, il vettore ha preferito iniziare da 1 anche su quel lato. Un po' di confusione durante l'imbarco è inevitabile.
La procedura d'imbarco viene completata in pochi minuti, la porta si chiude e inizia il rollaggio: sommaria presentazione delle misure di sicurezza (solo in spagnolo) e siamo pronti al decollo. L'assistente di volo in uniforme militare si siede in un jump seat anteriore poco prima della rotazione, le colleghe dietro erano sedute una nel jump seat, e l'altra in un posto al finestrino verso la coda dell'aereo. Tempo di volo previsto: 31 minuti.
Il volo prosegue con un rapido servizio bevande. Il mio bottino è questo:

Inizia la discesa verso SRZ: si tratta evidentemente di un visual per pista 15, con una discesa degna di un Jumbolino (giù a calci, insomma). Uno dei tre piloti prende posto all'1F, accanto all'AV militare all'1E. Una delle AAVV torna al suo posto al finestrino in una delle ultime file, e tocca all'altra AV rimanere in piedi nel corridoio durante l'atterraggio. L'aereo rallenta e si ferma in pista: il pilota seduto all'1F va in cockpit e dà il cambio nel posto a sinistra al comandante; la porta si chiude e il rollaggio riprende con un backtrack. In un paio di minuti arriviamo al gate.
L'aeroporto El Trompillo:


Lascio l'aeroporto in taxi diretto in centro città, dove trovo qualcosa da mangiare.
Epilogo
A Santa Cruz non c'è molto a parte una piazza centrale abbastanza carina. Dopo cena, esaurite le energie, vado a Viru Viru, l'aeroporto internazionale della città, verso le 21.30. Mi attende un itinerario VVI-PTY-SFO, tutto in business con Copa, con partenza attorno alle 2 del mattino. Rapido check-in e vado a visitare una splendida terrazza dalla quale si può ammirare tutto il piazzale. Di traffico, però, c'è solo questo.

Supero i controlli di sicurezza e mi metto a sonnecchiare in una zona piuttosto calma.

Volo: 13-4-2016 // CM126 // VVI-PTY // B737 HP-1538CMP // C // 1B
L'imbarco avviene per gruppi, e Copa pare abbastanza ben capace di gestire la procedura con disinvoltura. Il vettore dispone di 737 in due configurazioni: come norma generale, i voli inferiori alle 5,5 ore vengono effettuati con aerei provvisti di una business class analoga alla prima nazionale di Delta, United e American negli USA: è questo il caso del volo VVI-PTY, roba da 4,5 ore. La versione dell'aereo è questa. Il posto accanto al mio rimane vuoto. L'assistente di volo consegna il menù.

Poco dopo l'AV passa a ricevere l'ordine per la colazione con le relative bevande: pensando che la colazione sarebbe stata servita verso la fine del volo, ordino le uova. Scopro dopo il decollo che l'intenzione è invece quella di servire la colazione immediatamente dopo il decollo (alle 3 di mattina!) - dunque rifiuto il pasto e mi metto a dormire. Mi sveglio poco prima dell'atterraggio a PTY.
Lo sbarco a Panama poco dopo le 6 del mattino è traumatico: l'aeroporto è freddissimo. I bocchettoni dell'aria condizionata (vedi sotto) sparano folate di aria gelida che attraversa il terminal. Ho visto almeno due commesse di negozi (già aperti alle 6!) indossare sciarpa e guanti.


Vado alla lounge di Copa: è ampia, luminosa e con una bella vista sul piazzale, ma dopo pochi minuti diviene affollatissima. Impressionante - è un eufemismo - la scelta di roba da mangiare:




Esco immediatamente e decido di riscaldarmi camminando in giro per il terminal. Poco dopo le 7 inizio a capire il perché dell'aria condizionata sparata a palla: appena il sole inizia a picchiare sull'aeroporto, la struttura si scalda in pochi minuti e la temperatura diviene umana, prima, e gradevole, poi.
Equipaggi in fila al bancomat: la quinta della fila sarà l'AV responsabile della business class sul mio volo per SFO.

Volo: 13-4-2016 // CM208 // PTY-SFO // B737 HP-1839CMP// C // 1E
Per i voli superiori alle 5,5 ore (PTY-SFO impiega quasi 7,5 ore), Copa tende a utilizzare 737 con posti di business class più comodi: 50 di pitch anziché 38, e recline più pronunciato. Sono posti che ricordano la prima classe di Virgin America (55 di pitch con 21 di ampiezza). Mi trovo bene anche perché non sono un appassionato assoluto dei full flat, e c'è da considerare che i prezzi di Copa sono giustamente più bassi di quelli dei concorrenti con business class più evolute.
Prendo posto e ricevo il menù e un welcome drink.

Dopo qualche minuto arriva a sedersi accanto a me una signora che si fa portare il bagaglio a mano da un assistente di terra (lasciandogli una mancia di $20): dal primo minuto dà filo da torcere alle assistenti di volo. Si noti l'anello:

Tutto in orario ed entro poco siamo in volo verso SFO con un comandante americano e quattro assistenti di volo: la numero uno non presta molta attenzione alla business (al completo: 16 su 16), lasciando la collega da sola per quasi tutto il tempo del servizio, che risulta quindi un po' lento. Mentre l'aereo a terra l'AV prende le ordinazioni per il pasto.
Amenity kit distribuito dopo il decollo:


Foto dello snack venuta benissimo!

Il sistema di intrattenimento è discreto: una quarantina abbondante di fim e ampia scelta di musica e qualche programma televisivo. Il tempo passa.

Poco meno di due ore prima dell'arrivo a SFO, inizia il servizio del pranzo. Un po' di noccioline e affini: ho dimenticato di fare la foto al ciotolino pieno - ammiratelo vuoto.

Lomo asado e salmon a la plancha - ambedue molto buoni.


Il servizio è quello che è, senza refill delle bevande. L'assistente di volo parla benissimo sia lo spagnolo che l'inglese ma non è la più motivata della storia in quanto a servizio. Il fratello è AV in Emirates, mi sa che a lei è andata meglio.
Arriviamo a San Francisco in orario: supero celermente i controlli e nel giro di pochi minuti sono in taxi. Il giorno successivo mi presento fresco e raggiante alla riunione del Cda: finisce così.

Ritorno al passato
Non avrete mica creduto che sia finita qua? Finita la riunione del Cda vado a bere qualcosa con dei colleghi e poi torno in aeroporto. La vacanza ricomincia. Vado a ricongiungermi con El Barbon che, abbandonato a Sucre, avanza da solo verso Foz do Iguacu passando attraverso lo splendido Paraguay. Ho disposto un itinerario SFO-PTY-GRU-IGU con Copa e Gol. Vi risparmio il check-in e l'aeroporto di San Francisco: non vado nemmeno nella lounge United che fa pena e mi mette tristezza. Aspetto il volo che imbarca tempestivamente.
Volo: 14-4-2016 // CM209 // SFO-PTY // B737 HP-1847CMP // C // 1B
A bordo ritrovo lo stesso equipaggio e anche la signora seduta accanto a me la sera prima (stavolta siede un paio di file indietro), che si fa di nuovo portare il bagaglio a mano da un'assistente - l'onere tocca alla numero 1 stavolta. Solita routine con welcome drink, menù e relativo ordine. La partenza è in orario, attorno alle 23. Raggiunta la quota di crociera ascolto un po' di musica e mi metto a dormire (notare che gli amenity kit non erano ancora stati distribuiti, quasi un'ora dopo la partenza).
Mi sveglio un'ora e trenta minuti prima dell'arrivo, giusto in tempo per la colazione. Anche stavolta, refill impensabile.


Atterriamo a PTY in orario. Ho tre ore abbondanti: trovo un angolo nella lounge dove dormire ancora un po' e vado al gate dopo un paio d'ore.
Volo: 15-4-2016 // CM701 // PTY-GRU // B737 HP-1843CMP // C // 1B
Su questo volo l'amenity kit si trova già al proprio posto.

Tanto per cambiare, ricevo il welcome drink e il menù. L'AV passa a prendere l'ordine e via come al solito. Foto sempre pregevoli.




Su questo volo l'AV viene aiutata molto di più dalla numero 1, e il servizio ne risente positivamente sotto ogni aspetto.
Snack prima dell'arrivo e mi trovo in Brasile per la prima volta in vita mia.

Del volo Gol da GRU a IGU c'è poco da raccontare: un 737-800 con una trentina di passeggeri a bordo - partenza in orario e arrivo in anticipo poco dopo le 1 del mattino.

Raggiungo El Barbon in albergo.
Fora Dilma
Un po' di OT per mostrare non le cascate di Iguazu (di foto migliori ne trovate su Google), né le due ore passate a passeggio per Ciudad de L'Este in Paraguay (non c'è niente!), bensì per parlare dell'impeachment del presidente Dilma Rousseff. Ci siamo trovati in Brasile (a Rio e Sao Paulo) proprio nel giorno della votazione della Camera bassa del parlamento brasiliano per il proseguimento del procedimento di impeachment del presidente.
Raccomandazione del Ministero degli Esteri:
Alcune grandi città brasiliane sono state interessate da manifestazioni di protesta, in larga maggioranza pacifiche, che in alcuni casi sono degenerate in episodi di violenza. Si consiglia ai connazionali di evitare le manifestazioni e gli assembramenti e di mantenersi informati sulle situazioni locali tramite i media.
Raccomandazione del Department of State americano:
Demonstrations have been taking place throughout Brazil to protest against corruption and an increase in costs to basic services. Monitor local media and developments, follow the advice of local authorities and avoid all large crowds, as even peaceful demonstrations can turn violent suddenly.
Raccomandazioni di El Barbon, in un bel pomeriggio sul lungomare di Copacabana:


(Cliccare per vedere i video)
Più tardi, nella Avenida Paulista a Sao Paulo, il trecentoquarantaduesimo sim all'impeachment!
Si conclude così il viaggio: il giorno successivo partiamo l'uno alla volta di San Francisco, l'altro alla volta di Victoria. Alla prossima.
Ancora una cosa
Non pensavo di fare un TR dei voli GRU-MIA-SFO con TAM e AA, tutto in economy - voli programmati rispettivamente con 777 e 737. A GRU un'ora di fila al check-in (non disponibile per la mia prenotazione il check-in online o alle macchinette in aeroporto) e mi avvio verso il gate, dove noto che c'è stato un cambio di aeromobile. L'aereo è in controluce e decido di fotografarlo a MIA, dove tuttavia sarà nuovamente in controluce (vedi sotto).

Non mi ero accorto che dal 13 aprile, pur risultando ancora un 777 sulla prenotazione, il volo è operato da A350. La mia prima volta su un 350 è a bordo di PR-XTB, il ventisettesimo A350 prodotto e secondo consegnato a TAM il 18/3/2016.
Volo: 18-4-2016 // JJ8054 // GRU-MIA// A350 PR-XTB // Y // 17H
L'imbarco avviene in modo ordinato grazie alla disposizione di file ben delineate per i vari gruppi di passeggeri. Trovo il mio posto e mi accomodo: le poltrone ricordano quelle di un 777-300ER di Emirates sul quale volai nel 2012. Sono strette ma relativamente comode: per un volo diurno non lunghissimo (7,5 ore) come questo vanno più che bene.

Fa impressione la dimensione notevole delle cappelliere: sono talmente grandi (e, talvolta, pesanti) che le assistenti di volo si muovono in due per chiuderle una alla volta.


A imbarco completato vengono distribuite caramelle:


Distributi immediatamente anche i formulari della dogana americana: non mi sembra una grande idea farlo così presto perché praticamente tutti i passeggeri si rialzano per cercare il passaporto nelle cappelliere, abbassano il tavolino per compilare il modulo, e fermano in continuazione le AAVV impegnate in faccende più importanti per chiedere delucidazioni. Questa signora, invece, se la prende comoda e decide di sporcare subito l'aereo con un paio di pedate:

La presentazione delle misure di sicurezza viene fatta manualmente: mi sarei aspettato un video.


Pushback più o meno in orario e ci avviamo verso la pista. Dopo qualche minuto, però, il comandante annuncia il ritorno a una postazione di parcheggio per consentire a un passeggero con problemi di salute di scendere ed essere assistito da personale medico. Ci fermiamo a uno stand remoto.
Ultimato lo sbarco della signorina in difficoltà e del suo compagno, il comandante annuncia che l'aereo deve essere rifornito. Ripartiamo alla fine con poco più di un'ora di ritardo.
Durante il decollo il 350 è silenzioso - non quanto un 380 ma la differenza rispetto a un 330 è ovvia. Ci avviamo verso MIA.

Inizia poco dopo il servizio del pranzo. La scelta è fra ravioli e carne - opto per la seconda.


Il pranzo è (relativamente) molto buono, e il servizio è celere e cortese. Il volo prosegue poi senza intoppi:

Guardo un paio di film e sonnecchio finché non arriva il momento della merenda: panino con prosciutto e formaggio - anche questo piuttosto buono.

Atterriamo a MIA poco dopo le 19 locali. Supero velocemente i controlli di frontiera e dogana, e vado al Concouse D ad attendere il volo per SFO. Non ve lo racconto perché è deprimente, come quasi sempre quando si vola sul nazionale con AA, UA o DL. Il TR, stavolta, è finito davvero.
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#350
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