Seconda Parte del TR Live: da Baltimore a Los Angeles
Salve a tutti,
Innanzitutto scusateci per il giorno di ritardo nella pubblicazione di questa seconda parte del TR, abbiamo voluto pubblicare una parte in più. Questa parte coprirà la parte OT della visita a Washington DC, dei voli (Virgin America e AirTran Airways da Dulles a Los Angeles) e del primo giorno a Los Angeles.
Lasciamo Baltimore la mattina presto, ci rechiamo alla Penn Station per prendere il treno per la capitale, Washington DC.
Arriviamo e possiamo ammirare sin da subito nel suo splendore la Union Station, anch’essa un monumento.
E’ anche ora di pranzo e scendiamo nella food court al piano interrato per cercare qualcosa da mangiare. Assaggiamo una improbabile “Yankee Style Pizza”, tutto sommato neanche così male.
Dopo esserci sistemati in hotel, ci rechiamo sulla Mall per cominciare la nostra visita alla città. Abbiamo un appuntamento prefissato al Campidoglio per la visita guidata al suo interno.
Otteniamo anche il permesso per visitare il Senato in sessione, esperienza davvero interessante e formativa anche se ci era vietato fare foto della seduta in corso. All’uscita dalla galleria del Senato abbiamo avuto anche uno di quelli che chiamiamo “momenti-mascotte” ovvero una discussione molto simpatica con uno dei commessi del Senato e riguardante il nostro Paese, ma non credo di poterla pubblicare qui se non altro per una questione di rispetto del credo politico di ognuno di voi, qualcuno potrebbe ritenersi offeso dato che il nostro amico commesso ha fatto commenti sulla attuale situazione politica italiana.
Il primo giorno di visita a Washington termina molto presto, anche se c’è ancora il tempo per una breve visita agli Archivi Nazionali per vedere copie originali della dichiarazione di Indipendenza e della Costituzione; al Museum of Natural History e al Museum of American History dove fra i reperti in esposizione c’è anche la bellissima tuba di Abraham Lincoln. Segue qualche foto:
Il secondo giorno a Washington DC inizia con una visita al bellissimo museo dedicato all’Olocausto. Eravamo già stati in visita ad Auschwitz (vi ricorderete il nostro vecchio TR) e pensavamo di aver visto già tutto, ma il museo realizzato dal governo Americano è di una bellezza struggente, consiglio a tutti di visitarlo.
Proseguiamo il nostro tour con una visita al Washington Monument, da tutti conosciuto più semplicemente come l’”Obelisco” sul quale è possibile salire (gratuitamente, forse non tutti lo sanno ma tutti i musei di Washington DC sono completamente gratuiti, anche questo contribuisce a costruire quello spirito di orgoglio nazionale che spesso in Italia manca) per ammirare una bellissima vista della città. Vi proponiamo alcune foto dei principali monumenti:
Questo edificio forse non vi dirà nulla invece, almeno di prima impressione ma è la sede centrale della FAA.
La giornata prosegue col Lincoln Memorial, dove la maestosa statua del salvatore dell’unità nazionale veglia sui visitatori. Questo è anche il monumento dove Martin Luther King fece il suo famoso discorso “I Have a Dream”.
Prima di andare a mangiare, c’è tempo per una breve visita al cimitero di Arlington, dove fra l’altro è sepolto anche il Presidente Kennedy e i suoi famosi fratelli, sempre nelle vicinanze è presente anche il famoso monumento dedicato al corpo dei Marines. Inutile dire quanto emozionante sia vedere quante migliaia di persone hanno perso la vita per combattare in luoghi a loro spesso sconosciuti. Voglio a tal proposito citare la frase che è riportata sul memoriale alla guerra di Corea: “Our Nation honors her sons and daughters who answered the call to defend a country they never knew and a people they never met”.
E’ ora di pranzo e continuiamo nella tradizione iniziata di mangiare non nei soliti “fast food” ma in posti suggeriti da RoadFood.com, il sito internet Americano vagamente paragonabile al nostro “Slow Food” che suggerisce posti ameni e improbabili dove andare a gustare le specialità di ogni città e stato Americano.
Iniziamo da Ben’s Chili Bowl, a piccolo negozietto nel quartiere afroamericano di U Street che fa alcuni dei chili dogs più buoni del paese, e dove lo stesso Presidente Obama ogni tanto si concede una “scappatina” per sfuggire al rigoroso isolamento della Casa Bianca.
Forse non sazi decidiamo di realizzare un record personale, la cena a distanza di soli 30 minuti dal pranzo. Già che siamo in zona infatti ci rechiamo nel diner metropolitano “Florida Avenue Grill”, molto vintage al suo interno (e neanche tanto pulito), dove mangiamo un ottimo pollo fritto “Southern-Style”.
E’ già sera, c’è tempo solo per una scappatina a Chinatown prima di tornare in hotel.
Ed è già ora di recarci all’Aeroporto di Dulles dove passeremo la notte in attesa del nostri voli (eh si, viaggeremo separati stavolta) assai mattinieri. Arriviamo a Dulles intorno alle dieci di sera, l’aeroporto è “stranamente” a terminal unico ma ampio e comodo, segue qualche foto della nostra “attesa”.
I nostri voli direzione Los Angeles saranno rispettivamente un AirTran Airways con scalo ad Atlanta e un attesissimo (almeno da parte mia) Virgin America con scalo a San Francisco.
Il mio (Daniele) Virgin America parte alle 07.00, è la mia prima volta a bordo di questa compagnia di cui ho sentito parlare un gran bene e che, devo dire, non delude le aspettative. Con una flotta di A320 configurati in due classi e con un programma di intrattenimento di tutto rispetto anche in Economy, Virgin offre un servizio sul nazionale davvero buono, specialmente se comparato con quello di molti altri carrier Americani.
Ecco una foto della Business Class.
Apprezzabile è inoltre il mood- lightening che, con un sapiente gioco di luci, fornisce una atmosfera rilassante in qualsiasi momento del giorno e della notte che aiuta molto, soprattutto su voli lunghi come poteva essere il mio IAD-SFO.
Ho parlato prima del servizio di intrattenimento. Innanzitutto un plauso per il servizio wi-fi gratuito che fornisce a tutti la possibilità dell’ebbrezza di navigare su internet da 36.000 piedi. Ottimo anche il PVT, che viene utilizzato sia per ordinare le bibite (molte gratuite, non gli alcolici) e snack e pasti (a pagamento). Ecco qualche foto:
Insomma, internet+PVT una vera combinazione vincente, non dite?
Grazie al servizio mappa, riesco a seguire nel dettaglio la rotta del volo. Nel mio caso si sorvolano gli stati del midwest (Wisconsin, Minnesota) per poi attraversare le praterie del Wyoming e Idaho, proseguire per il Nevada e atterrare a San Francisco. Vi propongo qualche foto degli struggenti paesaggi invernali che ho potuto “catturare” dall’aereo, comprese alcune piccole cittadine sul percorso.
Bellissima infine l’ala degli A320 Virgin America, molto patriottica.
In men che non si dica (6 ore HEHE) si arriva a SFO, forse uno degli aeroporti più “emozionanti” in atterraggio, particolarmente quando sbuca dal nulla un altro aereo in discesa sulla pista parallela.
Ed ecco il logbook del volo, gentilmente compilato dal capitano che avevo incontrato pochi minuti prima dell'imbarco al gate che rideva, scherzava e dava pacche sulle spalle a hostess e passeggeri. "Sure I will do your logbook, I always do that, last time was for a guy from Australia". Devo dire che è stato di parola, allo sbarco passeggeri si era sistemato in un sedile di business e, vedendomi passare, mi da una pacca sulla spalla e dice "did you get it?". Davvero simpatico.
Vi propongo ora qualche foto della “fauna” ivi presente.
La mia connessione sarà molto veloce, neanche mezz’ora e sono a bordo della prosecuzione per Los Angeles. Pronti, partenza e via, stacco e virata nei prezzi del Golden Gate.
Passa solo una mezzoretta e stiamo già scendendo, prima ammiriamo LAX dall’alto, una ultima virata nei pressi di downtown, un sorvolo della “bellissima” Compton (è un eufemismo HEHE credo sappiate che è una delle città più pericolose d’America) e siamo a terra.
Il capitano del volo, gentilissimo, mi concede di entrare in cabina dicendomi “ho lavorato anche io per una compagnia aerea Italiana fino a qualche anno fa” (per precisare, non la compagnia di bandiera, o meglio non lo era a quel tempo). Mi compila anche il logbook con un bell’Italianissimo “Grazie” in fondo a tutto e il simpaticissimo commento “This Airplane is named – Airplane named Desire”. Ecco qualche foto (scusate per la qualità, ma la luce del sole che filtra non aiuta):
Avevo lasciato Mirko a Washington a prendere il volo della AirTran Airways in partenza da IAD alle 06.10 e con scalo previsto ad Atlanta. La prima tratta, IAD-ATL è servita da un vetusto ma sempre dignitoso B717.
Ecco qualche foto del catering servito in volo. Purtroppo nessuna foto dei paesaggi in quanto il tempo è rimasto coperto per l’intera durata del volo.
Atlanta, non è necessario specificarlo, è regno incontrastato di Delta e, parzialmente, anche della stessa AirTran. La fauna è interessante, ma alla lunga tende ad annoiare.
Anche se, qualche intruso è nonostante tutto presente.
Altra ovvietà forse, ma ATL è davvero “crowded” in ogni momento della giornata e dell’anno, non a caso è l’aeroporto più trafficato al mondo.
Il secondo volo, ATL-LAX sarà servito da un B737. Anche in questo caso, il capitano sarà così gentile da concedere a Mirko l’ingresso in cabina.
Ci ritroviamo a LAX, aeroporto enorme, confusionario e dalla fauna estremamente variegata ed interessante. Ecco qualche foto:
LAX è un aeroporto in continua evoluzione, lavori dappertutto. E tendono a comunicarlo in modo originale, non col solito noiosissimo “scusateci per il disagio” ma giocando con le parole e il nome e la sigla dell’Aeroporto stesso:
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Arrivati in hotel, dormiamo tutto il giorno. La stanchezza è molta.
Ed arriviamo ad oggi, 17 Dicembre, con una breve visita alla rinomata e alquanto sopravvalutata Hollywood. La Walk of Fame? Ok, 4 stelle su un marciapiede ma che altro?
Solo una cosa ci trattiene dal giudicare questa giornata come “sprecata”, le soddisfazioni gastronomiche quotidiane. Prima “In ‘n Out”, catena di fast food rigorosamente locale, presente solo in California e pochi altri stati della West Coast, dove è possibile assaggiare un buon hamburger, diverso da quelli fatti con lo stampino dalle più grandi catene da noi conosciute.
E poi, non sazi, una breve visita al famoso “Pink’s”, negozietto a gestione famigliare che fa i più buoni chili dogs della California.
Tutto qua, la nostra visita a LA continuerà domani ma crediamo sarà molto difficile cambiare il giudizio su questa città sporca, caotica e pericolosa. Davvero un altro mondo rispetto alla più bella San Francisco. Consiglio spassionato: volete conoscere e visitare LA? Basta giocare a GTA San Andreas. Non vogliamo dilungarci troppo, ma sappiate che questa foto rappresenta “Los Angeles” nella sua più intima bellezza (leggasi, è tutta così !!!):
E chiudiamo in simpatia, non avremmo mai pensato di trovare un cartello critico nei confronti di Obama in California, ed anche così originale:
Arrivederci a tutti, alla prossima puntata fra qualche giorno con il restante della visita a Los Angeles e la “pazza” Las Vegas.