Questo thread e la seconda parte del nostro TR Americano, abbiamo deciso di aprire un nuovo topic per non "incasinare" troppo quello vecchio e allo stesso tempo renderlo troppo pesante da caricare.
Alcune foto potrebbero essere un po' "grandi", ma la connessione dell'Hotel e scarsa e non riusciamo a modificarle per bene. Ci scusiamo per il disagio.
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Ci eravamo lasciati dopo il nostro primo giorno a Los Angeles. I due giorni successivi spesi nella “City of Angels” non hanno fatto che confermare il nostro giudizio su una città molto conosciuta ed anche sopravvalutata da molti Italiani.
E’ una città sporca, trascurata e anche pericolosa (anche se non abbiamo avuto problemi sotto questo punto di vista, ma le storie su Compton ed altri quartieri credo siano note a tutti) e non solo nelle periferie estreme, basta allontanarsi di poche strade dal centro per trovarsi in quello che sembra un vero e proprio “slum” o meglio, spesso non serve nemmeno lasciare il centro città, il quadrilatero compreso fra Main, Alameda, 3rd e 7th, conosciuto come Skid Row o più semplicemente “The Nickel” è difatti la capitale dei senzatetto d’America ed è da evitare sia di giorno che di notte, tutto questo a non più di due traverse di distanza dal municipio.
Il nostro secondo giorno a Los Angeles passa quasi tutto all’interno del nostro albergo, un po’ per mancanza di “attrazioni”, un po’ per noia ma soprattutto per le condizioni atmosferiche avverse, in questi giorni si è difatti abbattuto su L.A. il peggior temporale che la città abbia mai visto negli ultimi 10 anni. La conseguenza di stato ciò è questa (ironicamente, forse il momento più divertente e coinvolgente della nostra visita in città):
Il 19 Dicembre è il giorno della nostra partenza per Vegas, il volo sarà solo nel tardo pomeriggio e quindi decidiamo di sfidare il tempo e andare per una ultima veloce visita “downtown”; non perché sia poi così interessante, anzi, bensì per motivi puramente gastronomici.
Downtown presenta forse l’edificio più storico e interessante dell’intera città che, ironicamente, è la stazione centrale dei treni. Ecco qualche foto di questo edificio “stile coloniale”:
Come dicevamo la nostra visita in centro era dovuta ad un pressante interesse “gastronomico”. Volevamo infatti assaggiare i famosi “French Dip Sandwich” di “Philippe the Original”, locale molto grezzo e spartano conosciuto in tutta America come l’inventore di questo tipo di panini.
Ecco quindi il momento che “ripaga” le due ore di metro (andata e ritorno) per venire a downtown. Un bel panino all’agnello immerso nel gravy con contorno di “pickled egg” (un uovo molto buono e speziato):
Nel pomeriggio ci attende il volo per Las Vegas. Per motivi questa volta puramente “aeronautici” decidiamo di non ripartire dal comodo LAX, aeroporto sicuramente interessante ma “banale” in confronto al minuscolo e caratteristico LGB (Long Beach). A portarci a Vegas sarà JetBlue, low-cost americana che ha fatto di BUR e LGB le sue basi alternative al traffico di LAX.
Long Beach è un piccolo ma grazioso aeroporto di provincia (d’altronde, con una gigante come LAX a poco più di 20 minuti d’auto, non si può pretendere altrimenti) ed è anche un “edificio di valore storico” (così come riconosciuto dallo Stato della California). Già l’esterno difatti promette molto bene:
L’interno anche è piccolo ma molto grazioso; poche compagnie servono questo scalo (su tutte JetBlue e Allegiant). Dentro l’aeroporto molta attenzione ai dettagli, sono addirittura esposte delle piccole collezioni di modellini di aeroplani.
Ma la parte più bella deve ancora venire. Iniziamo dal “baggage claim”, letteralmente “all’aperto” e coperto da un tendone antipioggia:
Per poi arrivare al percorso che conduce alla security, una tettoia coperta “alla buona” dove non di rado si corre il rischio di “bagnarsi” (dopotutto piove dentro HEHE):
Il terminal è poi attaccato ai controlli security, anche questo molto grazioso:
La fauna presente, come vi aspetterete, non è molto variegata e limitata a qualche aeroplano oltre al nostro:
E’ ora di andare, a servire la tratta oggi sarà l’A320 “Blue Better Believe It”. Abbiamo trovato molto simpatica l’idea di dare un nome ad ogni aeroplano della flotta JetBlue in modo tale che ciascuno di questi nomi contenga almeno una volta la parola “Blue”.
Simpatica anche la “scaletta” utilizzata per imbarcare, non ne avevo mai viste di questo tipo:
Gli interni degli A320 di JetBlue sono spartani ma confortevoli, inoltre ogni sedile è dotato di un IFE di vecchia generazione, ma pur sempre utile per passare il tempo in volo.
Niente film, solo musica, una route map (non molto avanzata ma meglio che niente) e live TV satellitare, dalla CNN a Fox News dove ho potuto vedere una bellissima intervista a Bush 41 e sua moglie.
Nonostante il volo sia brevissimo, circa 50 minuti, la compagnia svolge ugualmente un basilare servizio catering cosa davvero apprezzabile.
Se poi si aggiunge che JetBlue è l’unica compagnia Americana insieme a Southwest che sui voli “domestic” offre almeno un bagaglio imbarcato gratuito (Southwest ne offre 2, caso più unico che raro) il giudizio globale su questa compagnia è più che positivo, era la nostra prima volta a bordo con loro e crediamo non sarà certamente l’ultima.
Sembra quasi una “maledizione”, ma pare che su tutti i voli diretti a Vegas debba esserci una qualche turbolenza che rende la fase di atterraggio “movimentata”. Poco male, eccoci a “Sin City”.
Come si fa a sapere di essere atterrati al posto giusto? Non sono molti gli aeroporti che accolgono i visitatori con delle slot già nella zona terminal e baggage claim!!!
L’aeroporto di Las Vegas è molto bello e moderno. Segue qualche foto:
Iniziamo ora L’OT su Vegas. Il nostro Hotel sarà il Flamingo, hotel sicuramente vecchiotto ma che svolge tuttora il suo compito in maniera egregia. E poi dove altro si può trovare una offerta che con poco più di 15 euro a testa per notte ci da la stanza e anche un pass per il famoso “buffet of buffets”? (per chi non ne fosse a conoscenza è un pass che per 24 ore da accesso illimitato ai buffet di 8 degli hotel più famosi della Strip).
La nostra visita a Vegas si concentra sugli highlights della Strip. La prima visita d’obbligo è al Caesar’s Palace, bellissimo hotel in stile “Antica Roma”. Ecco qualche foto:
Al Caesar’s facciamo anche colazione sfruttando il nostro pass, colazione piccola giusto per rimanere leggeri HEHE:
Visitiamo poi un altro hotel famosissimo, il Venetian. Così come il Caesar’s con Roma, anche il Venetian ti da l’impressione di essere veramente nella città lagunare. Vedere per credere:
Proseguiamo poi per il lussuosissimo Bellagio e i suoi giardini stile natalizio:
Per andare a pranzo al Paris, insomma giriamo il mondo rimanendo sulla stessa strada:
Una menzione speciale va fatta per il buffet “Le Village” dell’Hotel Paris. In stile francese gli interni e il cibo. Una atmosfera davvero incredibile:
Proseguiamo nei giorni seguenti la nostra visita alla Strip, visitando un po’ tutti gli Hotel e le attrazioni fra cui i negozi della Coca Cola e di M&M’s.
Bellissimo l’Hotel New York New York.
E non delude neanche l’MGM Grand con la sua “gabbia dei leoni” all’interno dell’Hotel stesso.
Non ultimo l'Excalibur col suo stile medievale da cavalieri della tavola rotonda:
Infine, vi proponiamo qualche altra foto “mista” della Strip.
L’ultimissima foto è però quella del nostro ultimo buffet, quello serale al Planet Hollywood, ritenuto da molti quello più buono di tutta Vegas:
Chiudiamo così per ora, appuntamento alla prossima puntata fra pochi giorni. Vi anticipiamo i contenuti: potrete leggere del nostro volo da Vegas a Denver (con Southwest), della nostra visita alla Capitale del Colorado, e dei nostri voli in direzione Florida, rispettivamente con Frontier (Denver-Dallas) e American (Dallas-Orlando).
Speriamo continuerete a seguirci con interesse. Se avete domande o commenti, scrivete, saremo felici di poter leggere e rispondere.
Un saluto.
Alcune foto potrebbero essere un po' "grandi", ma la connessione dell'Hotel e scarsa e non riusciamo a modificarle per bene. Ci scusiamo per il disagio.
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Ci eravamo lasciati dopo il nostro primo giorno a Los Angeles. I due giorni successivi spesi nella “City of Angels” non hanno fatto che confermare il nostro giudizio su una città molto conosciuta ed anche sopravvalutata da molti Italiani.
E’ una città sporca, trascurata e anche pericolosa (anche se non abbiamo avuto problemi sotto questo punto di vista, ma le storie su Compton ed altri quartieri credo siano note a tutti) e non solo nelle periferie estreme, basta allontanarsi di poche strade dal centro per trovarsi in quello che sembra un vero e proprio “slum” o meglio, spesso non serve nemmeno lasciare il centro città, il quadrilatero compreso fra Main, Alameda, 3rd e 7th, conosciuto come Skid Row o più semplicemente “The Nickel” è difatti la capitale dei senzatetto d’America ed è da evitare sia di giorno che di notte, tutto questo a non più di due traverse di distanza dal municipio.
Il nostro secondo giorno a Los Angeles passa quasi tutto all’interno del nostro albergo, un po’ per mancanza di “attrazioni”, un po’ per noia ma soprattutto per le condizioni atmosferiche avverse, in questi giorni si è difatti abbattuto su L.A. il peggior temporale che la città abbia mai visto negli ultimi 10 anni. La conseguenza di stato ciò è questa (ironicamente, forse il momento più divertente e coinvolgente della nostra visita in città):

Il 19 Dicembre è il giorno della nostra partenza per Vegas, il volo sarà solo nel tardo pomeriggio e quindi decidiamo di sfidare il tempo e andare per una ultima veloce visita “downtown”; non perché sia poi così interessante, anzi, bensì per motivi puramente gastronomici.
Downtown presenta forse l’edificio più storico e interessante dell’intera città che, ironicamente, è la stazione centrale dei treni. Ecco qualche foto di questo edificio “stile coloniale”:



Come dicevamo la nostra visita in centro era dovuta ad un pressante interesse “gastronomico”. Volevamo infatti assaggiare i famosi “French Dip Sandwich” di “Philippe the Original”, locale molto grezzo e spartano conosciuto in tutta America come l’inventore di questo tipo di panini.


Ecco quindi il momento che “ripaga” le due ore di metro (andata e ritorno) per venire a downtown. Un bel panino all’agnello immerso nel gravy con contorno di “pickled egg” (un uovo molto buono e speziato):

Nel pomeriggio ci attende il volo per Las Vegas. Per motivi questa volta puramente “aeronautici” decidiamo di non ripartire dal comodo LAX, aeroporto sicuramente interessante ma “banale” in confronto al minuscolo e caratteristico LGB (Long Beach). A portarci a Vegas sarà JetBlue, low-cost americana che ha fatto di BUR e LGB le sue basi alternative al traffico di LAX.
Long Beach è un piccolo ma grazioso aeroporto di provincia (d’altronde, con una gigante come LAX a poco più di 20 minuti d’auto, non si può pretendere altrimenti) ed è anche un “edificio di valore storico” (così come riconosciuto dallo Stato della California). Già l’esterno difatti promette molto bene:


L’interno anche è piccolo ma molto grazioso; poche compagnie servono questo scalo (su tutte JetBlue e Allegiant). Dentro l’aeroporto molta attenzione ai dettagli, sono addirittura esposte delle piccole collezioni di modellini di aeroplani.




Ma la parte più bella deve ancora venire. Iniziamo dal “baggage claim”, letteralmente “all’aperto” e coperto da un tendone antipioggia:

Per poi arrivare al percorso che conduce alla security, una tettoia coperta “alla buona” dove non di rado si corre il rischio di “bagnarsi” (dopotutto piove dentro HEHE):

Il terminal è poi attaccato ai controlli security, anche questo molto grazioso:



La fauna presente, come vi aspetterete, non è molto variegata e limitata a qualche aeroplano oltre al nostro:


E’ ora di andare, a servire la tratta oggi sarà l’A320 “Blue Better Believe It”. Abbiamo trovato molto simpatica l’idea di dare un nome ad ogni aeroplano della flotta JetBlue in modo tale che ciascuno di questi nomi contenga almeno una volta la parola “Blue”.

Simpatica anche la “scaletta” utilizzata per imbarcare, non ne avevo mai viste di questo tipo:


Gli interni degli A320 di JetBlue sono spartani ma confortevoli, inoltre ogni sedile è dotato di un IFE di vecchia generazione, ma pur sempre utile per passare il tempo in volo.



Niente film, solo musica, una route map (non molto avanzata ma meglio che niente) e live TV satellitare, dalla CNN a Fox News dove ho potuto vedere una bellissima intervista a Bush 41 e sua moglie.




Nonostante il volo sia brevissimo, circa 50 minuti, la compagnia svolge ugualmente un basilare servizio catering cosa davvero apprezzabile.


Se poi si aggiunge che JetBlue è l’unica compagnia Americana insieme a Southwest che sui voli “domestic” offre almeno un bagaglio imbarcato gratuito (Southwest ne offre 2, caso più unico che raro) il giudizio globale su questa compagnia è più che positivo, era la nostra prima volta a bordo con loro e crediamo non sarà certamente l’ultima.
Sembra quasi una “maledizione”, ma pare che su tutti i voli diretti a Vegas debba esserci una qualche turbolenza che rende la fase di atterraggio “movimentata”. Poco male, eccoci a “Sin City”.

Come si fa a sapere di essere atterrati al posto giusto? Non sono molti gli aeroporti che accolgono i visitatori con delle slot già nella zona terminal e baggage claim!!!

L’aeroporto di Las Vegas è molto bello e moderno. Segue qualche foto:




Iniziamo ora L’OT su Vegas. Il nostro Hotel sarà il Flamingo, hotel sicuramente vecchiotto ma che svolge tuttora il suo compito in maniera egregia. E poi dove altro si può trovare una offerta che con poco più di 15 euro a testa per notte ci da la stanza e anche un pass per il famoso “buffet of buffets”? (per chi non ne fosse a conoscenza è un pass che per 24 ore da accesso illimitato ai buffet di 8 degli hotel più famosi della Strip).
La nostra visita a Vegas si concentra sugli highlights della Strip. La prima visita d’obbligo è al Caesar’s Palace, bellissimo hotel in stile “Antica Roma”. Ecco qualche foto:




Al Caesar’s facciamo anche colazione sfruttando il nostro pass, colazione piccola giusto per rimanere leggeri HEHE:

Visitiamo poi un altro hotel famosissimo, il Venetian. Così come il Caesar’s con Roma, anche il Venetian ti da l’impressione di essere veramente nella città lagunare. Vedere per credere:




Proseguiamo poi per il lussuosissimo Bellagio e i suoi giardini stile natalizio:







Per andare a pranzo al Paris, insomma giriamo il mondo rimanendo sulla stessa strada:


Una menzione speciale va fatta per il buffet “Le Village” dell’Hotel Paris. In stile francese gli interni e il cibo. Una atmosfera davvero incredibile:




Proseguiamo nei giorni seguenti la nostra visita alla Strip, visitando un po’ tutti gli Hotel e le attrazioni fra cui i negozi della Coca Cola e di M&M’s.



Bellissimo l’Hotel New York New York.


E non delude neanche l’MGM Grand con la sua “gabbia dei leoni” all’interno dell’Hotel stesso.



Non ultimo l'Excalibur col suo stile medievale da cavalieri della tavola rotonda:


Infine, vi proponiamo qualche altra foto “mista” della Strip.



L’ultimissima foto è però quella del nostro ultimo buffet, quello serale al Planet Hollywood, ritenuto da molti quello più buono di tutta Vegas:


Chiudiamo così per ora, appuntamento alla prossima puntata fra pochi giorni. Vi anticipiamo i contenuti: potrete leggere del nostro volo da Vegas a Denver (con Southwest), della nostra visita alla Capitale del Colorado, e dei nostri voli in direzione Florida, rispettivamente con Frontier (Denver-Dallas) e American (Dallas-Orlando).
Speriamo continuerete a seguirci con interesse. Se avete domande o commenti, scrivete, saremo felici di poter leggere e rispondere.
Un saluto.