[TR] Non sono più abituato a queste cose! HAM-BVC-SID e ritorno. Con sorpresa.


Mio caro padre, oggi a Londra e' comparsa una cosa strana gialla e luminosa... mi dicono si chiami sole. :-)! Senza quella mi sarei buttato dal marciapiede senza paracadute dopo aver guaradato questo TR e quell'altro dei Caraibi. Ma non saremo un po' masochisti ? :-)

ahahahahahah è dura a Padova non oso immaginare a Londra...ma si guardiamo avanti che tra un pò arriva l'estate!!!
Certo che però anche tu chiamarti londonfog...non ti aiuta eh :D
 
bello venexiano!!!Certo che mettermi a guardare questo TR un lunedi pom di febbraio mi manda in depressione!!!
Su su forza col resto ;)

Mio caro padre, oggi a Londra e' comparsa una cosa strana gialla e luminosa... mi dicono si chiami sole. :-)! Senza quella mi sarei buttato dal marciapiede senza paracadute dopo aver guaradato questo TR e quell'altro dei Caraibi. Ma non saremo un po' masochisti ? :-)

Grazie! Se vi può consolare, anche la scrittura del trip report è molto dolorosa...

Niente male... Che voglia di sole e di caldo!! :)

Grazie! A chi lo dici :)

Bellissimo, grazie.

Grazie a te! :)
 
5 gennaio 2013, ore 09:30

Ci alziamo di buon’ora e andiamo a ritirare la nostra fida Panda, pronta a portarci alla scoperta dell’isola. Per uscire da Santa Maria andiamo un po’ a intuito seguendo i sensi unici, visto che le indicazioni dei locali non sono propriamente d’aiuto. In effetti sembrano non avere la minima idea di come sia fatta Santa Maria: come constateremo il giorno seguente, non sanno nemmeno indicarci con precisione dove si trovi l’ufficio postale :D

CV2013_055.jpg


CV2013_056.jpg


CV2013_057.jpg


Riusciamo comunque a raggiungere l’autostrada e, dopo aver passato l’aeroporto, ben presto arriviamo al capoluogo dell’isola, Espargos. Il nome, dalla traduzione facilmente intuibile, si riferisce agli asparagi selvatici, Cistanche phelypaea, che crescono in tutta l’isola (è l’infiorescenza gialla visibile in una delle foto della prima parte OT). La città, che è estremamente tranquilla, forse ancor più di Santa Maria, ha all’incirca 6000 abitanti. Non presenta attrattive particolari, se non un paio di chiese, qualche piazza e un mercato, ma la sua storia è strettamente collegata all’aeroporto ed è piuttosto interessante. Wikipedia e le nostre guide cartacee ci insegnano che nel 1939, con l’autorizzazione del governo coloniale portoghese, il governo Mussolini fece costruire un aeroporto di transito per i voli dall’Europa al Sudamerica. Inizialmente la struttura consisteva di semplici prefabbricati; dopo la guerra venne acquisita dai Portoghesi e progressivamente ampliata. Questo sviluppo comportò anche la costruzione di alloggi per gli operai, provenienti perlopiù dall’isola di São Nicolau: l’area venne chiamata Preguiça, che è il nome del porto di tale isola.

Lasciamo l’auto vicino al centro parrocchiale e facciamo una passeggiata più o meno a caso. Ci sono diversi bar: prendiamo un caffè molto buono, dell’ormai nota torrefazione locale Sical, per l’astronomica cifra di 60 centesimi di euro :D Camminando per strada ci passa sopra un ATR 42-500 della TACV diretto a Praia, volo VR4101.

CV2013_058.jpg


CV2013_059.jpg


CV2013_060.jpg


Vedere Babbo Natale con queste temperature fa un po’ impressione…

CV2013_061.jpg


CV2013_062.jpg


CV2013_063.jpg


CV2013_064.jpg


CV2013_065.jpg


Compriamo un paio di banane da una delle tante signore del posto che girano con ceste di frutta in testa e torniamo verso l’auto. Prossima tappa: le vecchie saline. Per arrivarci dobbiamo seguire le indicazioni per Pedra de Lume, una località quasi del tutto deserta tranne uno o due pescatori. Ci sono tre case, delle quali una diroccata, nonché una flotta di pescherecci tirati in secca e mangiati dalla ruggine. Ha un che di surreale.

CV2013_066a.jpg


CV2013_066.jpg


CV2013_067.jpg


CV2013_068.jpg


CV2013_069.jpg


Un giovane sbucato dal nulla cerca di convincerci a seguire le sue indicazioni (a pagamento…) per le saline: a suo dire dovremmo girare dietro a degli edifici in rovina e salire per di là. Non ci fidiamo, torniamo indietro e parcheggiamo la Panda vicino all’unica altra automobile nei paraggi. Ogni tanto passano dei pulmini con turisti: li seguiamo e ci avviamo a piedi lungo la salita per le saline, dove arriviamo dopo una decina di minuti. Il paesaggio, costellato da ciò che resta dei vecchi impianti , ricorda per certi versi la Monument Valley.

CV2013_070.jpg


CV2013_071.jpg


Le saline, come detto, non sono più in uso e sono diventate un’attrazione turistica: pagando circa 5 euro si può attraversare la galleria di ingresso ed entrare in una sorta di vallata al centro della quale si trova la salina. Il colpo d’occhio è notevole.

CV2013_072a.jpg


CV2013_072.jpg


Scendiamo fino allo specchio d’acqua, occupato da un gruppo di turisti scandinavi più bianchi di me (ed è tutto dire). L’alta concentrazione di sale fa sì che si galleggi molto facilmente, proprio come nel Mar Morto.

CV2013_073.jpg


CV2013_074.jpg


Incurante di una piccola ferita al piede che mi sono procurato qualche giorno prima, entro in acqua e, grazie al sale, faccio fatica a trattenermi dallo sbraitare accostamenti zoo-teologici… Vabbè, se non altro ha proprietà disinfettanti. Il gruppo di turisti se n’è andato e oltre a noi è rimasta solo una coppia, anch’essa scandinava, di mezza età. La vichingasignora esce dall’acqua e scherza: “I feel younger already!”. “Wishful thinking,” vorrei dirle, ma non ne ho il cuore :D

Cerchiamo di liberarci alla bell’e meglio della crosta di sale che ci ricopre e torniamo verso l’auto, sperando che sia ancora lì e soprattutto che sia ancora tutta intera. I nostri timori si rivelano infondati, così ripartiamo tranquilli verso Palmeira, sulla costa ovest di Sal, dove si trova l’unico porto dell’isola. Percorriamo in un batter d’occhio i circa 10 chilometri che ce ne separano e parcheggiamo a caso. Palmeira è poco più di un piccolo villaggio addormentato, ma molto colorato e soprattutto poco turistico. In effetti ci sono il porto, un impianto di desalinizzazione, un mercato, qualche negozio e poco altro. Rimaniamo sorpresi di fronte a un murales raffigurante un veliero e dedicato al naturalista ed esploratore tedesco Alexander von Humboldt, fratello di Wilhelm: Valentina ha scritto la tesi su quest’ultimo, sembra quasi una persecuzione :D Scopriremo in seguito che il veliero in questione, appunto la “Alexander von Humboldt”, è una nave-scuola che ha visitato più volte anche l’isola di Sal.

CV2013_075.jpg


CV2013_076.jpg


CV2013_076b.jpg


Proprio accanto all’effigie del veliero troviamo un ristorante italiano di cui purtroppo non ricordo il nome. La consorte prende gli spaghetti all’aragosta (e meno male, nei giorni seguenti non la troveremo più da nessuna parte), forse ancora più buoni di quelli che ho mangiato al “Café Leonardo”. E soprattutto costano la metà! Io opto per dei calamari, buoni anch’essi, forse solo la porzione è un po’ piccola.

Finito di mangiare riprendiamo la nostra cara Panda e andiamo verso la prossima tappa, forse la più avventurosa: l’Olho Azul (“occhio blu”) di Buracona. È una stretta insenatura rocciosa, nella quale il mare ha scavato grotte e formato piscine naturali di una certa bellezza. Per arrivarci seguiamo le indicazioni, pare di recente installazione, trovandoci ben presto all’inizio di un percorso sterrato di 6 chilometri. Niente che richieda un Hummer, intendiamoci, ma con la nostra povera Panda siamo costretti a procedere a passo di lumaca: il rischio di bucare una gomma e rimanere bloccati in mezzo al nulla fa da freno a qualunque entusiasmo. Lungo il percorso veniamo superati da un pick-up e persino da una Suzuki Jimny, ma non ci perdiamo d’animo e arriviamo all’unico edificio di Buracona, un ristorante completamente vuoto. Parcheggiamo accanto a questo e rimaniamo all’erta: ci hanno avvertito che a volte qui si trova brutta gente.

CV2013_077.jpg


CV2013_078.jpg


A causa del mare grosso decidiamo di non avvicinarci più di tanto alla gola. Ci basta osservare da lontano le onde che si infrangono con violenza sugli scogli dove un gruppo di pazzi sta organizzando una grigliata! Il panorama, ad ogni modo, è molto bello.

CV2013_079.jpg


CV2013_080.jpg


Un gruppo di ambulanti sembra volersi avvicinare, ma l’istinto ci dice di fare solo un cenno di saluto e fiondarci subito in macchina per tornare indietro. Ha un che di bizzarro il fatto che in una strada in mezzo al nulla ci si debba fermare per far passare una mandria di vacche, ma tant’è. Prego, passate pure! Rientriamo a Palmeira, dribblando degli aggressivi cani che, evidentemente colti da un raptus suicida, si gettano davanti a noi.

CV2013_080b.jpg


In breve tempo siamo di nuovo sulla strada per Espargos: abbiamo visto tutto quello che volevamo, quindi svoltiamo verso Santa Maria passando di nuovo accanto all’aeroporto.

CV2013_081.jpg


Ci fermiamo a metà strada dare un’occhiata al villaggio di Murdeira, consistente in una manciata di case-vacanza e una piccola spiaggia. Sembra una località gradevole, ma è totalmente deserta. Poco lontano si trova l’uscita dell’autostrada per andare alla spiaggia di Calheta Funda, ma rinunciamo a quest’ultima tappa data l’ora tarda e la strada di accesso poco agevole.

CV2013_082.jpg


Rientrando a Santa Maria scorgiamo di nuovo questo originale albero di Natale fatto con bottiglie di plastica :)

CV2013_083.jpg


Parcheggiamo l’auto di fronte all’autonoleggio, al quale dovremo restituirla l’indomani, e facciamo due passi per Rua 1 de Junho e Rua Amílcar Cabral, fermandoci in una delle tante lojas (negozi) di alimentari per comprare qualche snack e del caffè da portare a casa come ricordo. L’assortimento di prodotti non è per niente misero e i prezzi sono piuttosto contenuti.

CV2013_084.jpg


Purtroppo ci restano solo due giorni interi prima di tornare a casa. Passiamo a salutare le simpatiche ragazze del “Sapo com fome”, che ci hanno dato tanti consigli per la nostra escursione, e trascorriamo un paio di serate all’“Uhuru rooftop reggae bar”, forse il posto più bello e divertente che abbiamo trovato. Il proprietario è un tedesco, ma la gestione è affidata a gente del luogo. Tutti sono estremamente cordiali, l’atmosfera è molto gradevole anche grazie a un simpatico ragazzo originario del Gambia che fa da “promoter” e chiacchiera con i clienti.

Non si vede molto, ma questo è il rooftop reggae bar…

CV2013_085.jpg


CV2013_086.jpg


Continua…
 
Ultima modifica:
Ci scusiamo per l’interruzione. I programmi riprenderanno fra pochi istanti.

8 gennaio 2013, ore 10equalcosa

C’è un bel sole, fuori: andiamo a far colazione e poi dritti in spiagg--… ah, no, i bagagli sono pronti. Lasciamo l’albergo di buon’ora, secondo me fin troppo, visto che ci vorrà al massimo un quarto d’ora per arrivare in aeroporto e il volo parte appena alle 13:15. ”Non è Heathrow, dai, non ci sarà tanta fila!”, dico io :) Prendiamo il primo taxi che troviamo e, per i soliti 1200 scudi, partiamo alla volta dell’Amílcar Cabral. Purtroppo mi accorgo dell’enorme crepa sul parabrezza dell’automobile solo quando siamo già all’imboccatura dell’autostrada… ma arriviamo comunque sani e salvi.

Mentre Valentina va a cambiare gli ultimi scudi rimasti, io attendo davanti al controllo dei documenti prima dell’area check-in. L’aeroporto è abbastanza affollato, ma tutto sommato gradevole e, soprattutto, pulito.

CV2013_087.jpg


Continuo a pensare che siamo arrivati con largo anticipo finché, nel giro di pochi minuti, si materializza davanti a noi una fila enorme per il check-in. Ricorda un po’ VCE in alta stagione, quindi ci sentiamo quasi a casa. ”Vedi, te l’avevo detto che non siamo partiti troppo presto!”…. OK, OK…

CV2013_088.jpg


CV2013_089.jpg


L’area check-in è in fase di ristrutturazione, con tutti i disagi del caso: una manciata di banchi per diversi voli di vacanzieri in partenza (Transavia per AMS via Banjul, Luxair per LUX, Thomson per BHX e TACV per Praia). Gli addetti al check-in sono di una lentezza esasperante, quindi non possiamo far altro che aspettare e goderci lo spettacolo della gente che litiga per il posto in fila. Si respira nell’aria un certo stress da fine vacanza, la tensione è alta. Noi, però, cerchiamo di rimanere tranquilli e ci facciamo due risate osservando la varietà di tipi e comportamenti umani presenti nella sala.

CV2013_091.jpg


Alle 12:20, che poi sarebbe anche l’orario d’imbarco, è finalmente il nostro turno. Lasciamo le valigie all’addetta scazzata quanto basta (non ho avuto il coraggio di chiederle un cambio di posto), prendiamo le carte d’imbarco e ci mettiamo di nuovo in fila per il controllo passaporti. Manco a dirlo, è lentissima anche questa. Mentre aspettiamo vedo che c’è una corte a cielo aperto.

CV2013_092.jpg


CV2013_090.jpg


Non c’è due senza tre: ora tocca alla fila per i controlli di sicurezza. Con quattro voli in partenza contemporaneamente e un solo varco aperto (!!!), vi lascio immaginare la rapidità dell’operazione. Abbiamo tutto il tempo di andare, a turno, a berci un buon caffè all’unico bar nell’area nonché a fare acquisti al duty free. Approfitto anche del cortile per una ciuspa al sole.

CV2013_093.jpg


CV2013_094.jpg


Passiamo all’area imbarchi, piccola, affollata e dotata di ben tre gate. Inutile dire che l’orario previsto d’imbarco del volo è passato da un pezzo, per non parlare di quello di partenza. Ma non c’è traccia del volo sugli schermi dei gate e vediamo molta gente diretta ad Amburgo, perciò aspettiamo tranquilli. Non abbiamo nessuna fretta di partire, tant’è vero che le scarpe chiuse le abbiamo messe nel bagaglio a mano e le indosseremo solo una volta a bordo. Questo gesto avrà una valenza quasi profetica, come scopriremo fra poco.

CV2013_095.jpg


Il tempo passa, mentre il nostro aereo, lo stesso dell’andata, è fermo sul piazzale da almeno due ore. Intorno alle 14, finalmente, vediamo che attorno al gate comincia a muoversi qualcosa. Con tutta calma ci alziamo e procediamo verso l’uscita, dove dovrebbe arrivare presto l’autobus interpista.

SID-HAM
X3 6244
13:15 LT - 22:00 LT (scheduled)
Boeing 737-800 (Winglets) | LN: 3497 | Delivery date: 18/12/2010
D-ATUB
Seat 25D


Al posto dell’autobus tuttavia compare una corpulenta agente di terra che, a modo suo, ci informa che ”your plane is going to Las Palmas, yes? Las Palmas, Las Palmas!”, per poi sparire. Cominciamo a guardarci intorno con aria interrogativa e constatiamo che non siamo gli unici a non aver capito molto bene cosa stia succedendo. Non ci facciamo prendere dal panico: ”Boh, dai, chiederemo agli assistenti di volo una volta a bordo: almeno loro sapranno dirci qualcosa!”. Sapendo che TUIfly opera voli regulari anche sulla SID-LPA, comincio a pensare che potrebbero aver accorpato i due voli, facendo quindi SID-LPA-HAM. Sotto sotto, in ogni caso, ci auguriamo un soggiorno fuori programma a Gran Canaria: un rientro in Europa un po’ più graduale sarebbe l’ideale.

Arriviamo sottobordo e saliamo per la scaletta. Sul piazzale è presente un 757-200 Thomson, mentre poco dopo giungerà anche un 737-800 Luxair.

CV2013_096.jpg


CV2013_097.jpg


Valentina si dirige subito verso l’assistente di volo alla porta e, mostrandole la carta d’imbarco, chiede dove ci porteranno oggi. La signorina prende in mano il tagliando, lo osserva attentamente, poi ammette con leggero imbarazzo di non sapere quale sarà la nostra destinazione. Andiamo bene! Ci accomodiamo ai posti assegnatici, 25D e 25E, anche se poi la purser annuncia che oggi la scelta dei posti è libera, cosa che genera ancor più confusione fra gli altri passeggeri, già abbastanza scossi dall’incertezza sull’effettiva rotta del volo.

Dopo qualche minuto il comandante fa chiarezza sulla situazione, spiegando che l’aereo in arrivo da HAM non ha potuto fare scalo a Boa Vista a causa di una tempesta di sabbia. Perciò tutti quanti, sia i passeggeri diretti a Boa Vista che quelli di ritorno a HAM, dovremo pernottare a Gran Canaria. L’indomani l’aereo farà LPA-BVC-LPA prima di ripartire per Amburgo. Dunque abbiamo fatto bene a imbarcarci in infradito! Nella cabina si sentono alcune lamentele per il ritardo che tutto ciò comporterà, ma prevalgono nettamente le grida di giubilo :D

Il volo diventa:

SID-LPA
X3 6244
15:00 LT - 18:00 LT
Boeing 737-800 (Winglets) | LN: 3497 | Delivery date: 18/12/2010
D-ATUB
Seat 25D


CV2013_098.jpg


Intorno alle 15:00, finalmente, decolliamo; il volo durerà poco più di due ore. Quando siamo già a FL350 viene servito il rancio: pollo o pasta. La scelta ricade inevitabilmente sul primo. Non sarebbe prudente accettare un piatto di pasta passato per mani tedesche, per di più in aereo :D Sembra abbastanza unto, principalmente per il fatto che è appena uscito dal microonde, ma in realtà non è malvagio. Forse una porzione un pelo più grande non avrebbe guastato.

CV2013_100.jpg


CV2013_099.jpg


CV2013_101.jpg


Il volo procede tranquillo e alle 17:55 locali (le Canarie sono un’ora avanti rispetto a Capo Verde) atterriamo sulla pista 03L dell’aeroporto di Gran Canaria.

CV2013_102.jpg


CV2013_103.jpg


CV2013_104.jpg


Il piazzale, illuminato dal sole al tramonto, è popolato da diversi ATR 72 della Binter; per il resto si vedono un 737-800 TUIfly Nordic, un A320 dell’ormai defunta Orbest Orizonia, un 737-800 Ryanair e un A320 Vueling.

CV2013_105.jpg


CV2013_106.jpg


CV2013_107.jpg


CV2013_108.jpg


Sbarchiamo rapidamente e, dopo essere rientrati nell’UE, aspettiamo le valigie nella luccicante area di riconsegna dei bagagli.

CV2013_109.jpg


Mentre io aspetto, Valentina si fionda alla ricerca di un banco TUI nella speranza di farci riproteggere su un altro volo, magari anche per Berlino. Niente da fare: l’unico addetto TUI presente sul posto non sa nulla. Poco dopo arriva una matrona olandese, la quale in un tedesco gutturale ci comunica che ne sarà di noi: ripartiremo dall’hotel la mattina seguente alle 11:00. Le chiedo se ci sia qualche possibilità di organizzare un rientro alternativo, ma mi liquida in maniera sbrigativa adducendo la fantasiosa motivazione che ”TUIfly ist kein Linienflug, sondern ein Shuttle(!)” (”TUIfly non è un volo di linea, bensì una navetta”). Chiedo cosa voglia dire, tanto più che abbiamo comprato un semplice biglietto aereo e non una Pauschalreise (vacanza “tutto compreso”). Ma la signora non mi degna di alcuna risposta e continua a biascicare orari e destinazioni.

Vabbè, chi se ne frega: siamo alle Canarie, alloggiamo in un hotel a 5 stelle ed è giusto l’ora dell’aperitivo! :D

Continua…
 
Ultima modifica:
una curiosita', venexiano, solo per capire come mai parli italiano e tedesco: sei figlio di genitori misti, es. lui tedesco e lei italiana ?
 
bellissimo trip! attendiamo il seguito! :D

Grazie! Il seguito non tarderà ad arrivare :)

bellissimi paesaggi, mi sa che ci devo fare un pensierino!

Faccelo, faccelo un pensierino ;)

una curiosita', venexiano, solo per capire come mai parli italiano e tedesco: sei figlio di genitori misti, es. lui tedesco e lei italiana ?

Proprio così: papà italiano, mamma tedesca.
 
Lo so, questo racconto non finisce più. Temo che un certo TR di AZ1774 mi abbia influenzato negativamente per quanto riguarda le tempistiche… :D

Ma bando alle ciance: siamo appena arrivati a Gran Canaria ed è ora di cena.

8 gennaio 2013, ore 18:30

Seguiamo la mandria fino ai pullman che ci aspettano per portarci in albergo. L’area arrivi di LPA è discretamente grande.

CV2013_110.jpg


Una volta a bordo, ci viene comunicato che soggiorneremo al Riu Maspalomas Oasis: una veloce ricerca Google sembra promettere bene! L’albergo si trova nella cittadina di Maspalomas, sul lato meridionale dell’isola, a circa 35 km dall’aeroporto. Dopo una quarantina di minuti di viaggio e un’altra piccola attesa per il check-in, ci dirigiamo verso la nostra stanza.

CV2013_111.jpg


CV2013_113.jpg


Per raggiungerla dobbiamo percorrere un labirinto di corridoi molto lunghi e molto vuoti. L’atmosfera, qui, ricorda un po’ l’Overlook Hotel; gli altri spazi dell’albergo sono invece molto più luccicanti e pacchiani. La presenza di montascale ovunque, inoltre, lascia intendere l’età media degli ospiti: inutile dire che l’arrivo di un intero carico di passeggeri da Capo Verde abbassa notevolmente tale dato!

CV2013_117.jpg


CV2013_118.jpg


CV2013_112.jpg


La stanza, ad ogni modo, è confortevole e spaziosa quanto basta.

CV2013_114.jpg


CV2013_116.jpg


Non avendola fatta in aereo, scelgo di adempiere così all’obbligo di F.A.C. :D

CV2013_115.jpg


Sono quasi le 20:00, quindi procediamo verso il ristorante. Il buffet è ben fornito e invita a strafogarsi: data la fame, è difficile resistere alla tentazione! :D

CV2013_119.jpg


CV2013_120.jpg


Il cibo è offerto da TUIfly, mentre le bevande si pagano. Anche l’acqua! Bevo un vino bianco discreto e mi diverto a osservare gli altri ospiti intorno a noi. Escludendo gli altri passeggeri del nostro volo, abbiamo la conferma che si tratta perlopiù di coppie danarose non di primissimo pelo. Una signora che potrebbe essere la nonna di Paris Hilton cattura la nostra attenzione mentre flirta pesantemente con il suo aitante cameriere, probabilmente di una trentina d’anni più giovane. Ah, l’amore…

Non appena finito di mangiare, decidiamo di fare una passeggiata nei dintorni. Prendiamo una cartina e ci avviamo sul lungomare totalmente deserto, come (quasi) deserto è anche il resto di Maspalomas. Scegliamo un bar a caso, veramente orribile. Fra le altre cose, i televisori sembrano essere sintonizzati su una specie di versione pornografica di MTV. Ma tant’è: per una birretta va più che bene.

CV2013_123.jpg


CV2013_124.jpg


CV2013_124bis.jpg


Un po’ sorpresi dalla calma piatta del luogo, ma comunque ancora contenti per la sosta imprevista, torniamo in albergo e ci facciamo una bella dormita.

L’indomani, dopo una bella colazione all’aperto, abbiamo ancora un po’ di tempo prima della partenza, fissata per le 11. Decidiamo di fare un’altra breve passeggiata, giusto il tempo di bagnarsi i piedi e godersi il sole, merce rara dalle nostre parti.

CV2013_126.jpg


CV2013_127.jpg




È proprio il 9 gennaio 2013. Garantito da Homer Simpson:

CV2013_130.jpg


CV2013_129.jpg




Non ci mettiamo molto a vedere quel che c’è da vedere a Maspalomas (ben poco), così torniamo verso l’albergo. Partiamo quasi puntuali per LPA, dove arriviamo in men che non si dica.

CV2013_133.jpg


CV2013_134.jpg


L’area check-in non è particolarmente bella, ma in compenso è grande e spaziosa. Discreto anche il numero dei varchi per i controlli di sicurezza.

CV2013_135.jpg


CV2013_136.jpg


Il resto dell’area partenze airside è abbastanza simile a una discoteca, perlomeno per quanto riguarda la scelta della musica di sottofondo. I negozi duty-free sono molto grandi e offrono prezzi piuttosto bassi. Ma ciò che di più pregevole ha da offrire LPA è, senz’ombra di dubbio, la terrazza con bar e vista sul piazzale: ci fiondiamo lì, incuranti del sole cocente e del caffè imbevibile, e ci godiamo la vista.

CV2013_140.jpg


Bottiglia e bicchiere non sono roba mia! :D

CV2013_141.jpg


Un po’ di fauna straniera: A321 Air Berlin e Thomas Cook Scandinavia, 737-800W TUIfly Nordic, TUIfly (livrea speciale Haribo) e Norwegian:

CV2013_142.jpg


Vedo atterrare il nostro D-ATUB, reduce da un roundtrip Las Palmas-Boa Vista-Las Palmas per portare a destinazione i passeggeri del giorno prima e caricare i vacanzieri di ritorno ad Amburgo. Con molta calma, dunque, procediamo verso il gate. Per raggiungerlo dobbiamo passare il controllo documenti ed entrare in un’area d’imbarco piuttosto rovente e spartana. Il volo è in leggero ritardo: facendo un calcolo rapido, rischiamo di non riuscire a prendere l’ultimo treno da Amburgo a Berlino, quindi chiamo in ufficio per avvisare del mio eventuale ritardo l’indomani.

D-ATUB ci attende:

CV2013_143.jpg


Finalmente arriva l’ora dell’imbarco. Accanto a noi è arrivato un 737-300 Small Planet, mentre decolla un A330-300 Thomas Cook Scandinavia.

LPA-HAM
X3 6244
12:00 LT - 17:30 LT (tentative schedule) | 15:43 LT - 20:06 LT (actual)
Boeing 737-800 (Winglets) | LN: 3497 | Delivery date: 18/12/2010
D-ATUB
Seat 09F



CV2013_145.jpg


CV2013_146.jpg


LPA a quest’ora è parecchio affollato:

CV2013_147.jpg


CV2013_148.jpg


CV2013_149.jpg


CV2013_150.jpg


Decolliamo per 03L (se non ricordo male): fra circa quattro ore dovremmo arrivare a HAM, e con un po’ di fortuna potremmo anche farcela a prendere l’ultimo ICE.

CV2013_151.jpg


Circa 45 minuti dopo il decollo le aa/vv entrano in azione e cominciano a distribuire il rancio. Insalata di pomodoro, mozzarella e olive, manzo con riso e verdure, e dolcetto al cioccolato. Niente male, in particolare il dessert è decisamente soddisfacente.

CV2013_152.jpg


Spazzolo tutto e, frattanto, mi godo il panorama dal finestrino. Circa un’ora e mezza dopo il decollo raggiungiamo la costa sud del Portogallo all’altezza di Praia de Albufeira:

CV2013_153.jpg


Il sole tramonta, e il mood lighting in cabina si adegua:

CV2013_154.jpg


CV2013_155.jpg


CV2013_156.jpg


Il volo procede normalmente: stando alle informazioni fornite dall’airshow, secondo il quale atterreremo alle 20:08, arrivare in tempo alla stazione sembra una possibilità concreta. Cerco di calcolare i tempi di percorrenza da HAM con i mezzi pubblici, quando vengo bruscamente interrotto dall’annuncio della purser: ”Ist ein Arzt an Bord? Is there a doctor on board?”. Come non detto! Penso già al peggio, ma per fortuna dopo non molto il passeggero si riprenderà abbastanza da poterci permettere di proseguire fino a HAM. In ogni caso lo terranno in galley per un bel po’, prima di farlo coricare in prima fila con la consorte.

Atterriamo poco dopo le 20:00, come previsto, e rulliamo velocemente fino a uno stand remoto; prima di sbarcare dovremo attendere che l’ambulanza prelevi il passeggero che si è sentito male. Non riesco a distogliere lo sguardo dall’orologio: ogni minuto è prezioso, e non ho nessuna voglia di passare la notte in albergo, tanto più che la prenotazione per la notte prima (saltata a causa dello stopover a LPA), in ogni caso, è persa.

Accanto a noi c’è un A321 Air Berlin:

CV2013_157.jpg


Per fortuna il tutto avviene molto rapidamente: in dieci minuti siamo già a bordo del bus interpista.

CV2013_158.jpg


Auf Wiedersehen, D-ATUB!

CV2013_159.jpg


I bagagli arrivano altrettanto velocemente. Con il nostro biglietto Rail&Fly potremmo prendere la S-Bahn per raggiungere la stazione, ma il tempo a disposizione non è molto. Optiamo per il taxi, che per 22,50 euro ci molla a Hamburg Hauptbahnhof. Abbiamo una ventina di minuti, sufficienti per prendere qualcosa da mangiare e dirigersi verso il binario.

CV2013_160.jpg


Una volta a bordo tiro finalmente un sospiro di sollievo :)

CV2013_161.jpg


Complice la stanchezza, il viaggio in treno vola. Poco dopo la mezzanotte arriviamo a Berlin Hauptbahnhof: S-Bahn, tram, e siamo di nuovo a casa!

CV2013_162.jpg


CV2013_163.jpg



Grande è l’emozione (e l’orgoglio) di aver finito questo report in tempi più brevi del TR-scassoplano. E pazienza se mi si dirà che mi piace vincere facile :D

Spero che abbiate gradito :)

Federico
 
Ultima modifica:
Me l'ero perso, meno male che c'è stato il ritardo... grazie, gran bel TR!
 
mmm son stato qualche settimana fa a Capo Verde (generosa offerta di Jetairfly a 200€ a/r) e devo dire che l'isola più bella è Boa Vista!

Sal non mi ha entusiasmato...mentre Santiago e Sao Vicente son da vedere. Se potessi tornare laggiù, vedrei sicuramente Fogo e Sao Antao ;)
 
Grazie per questa parte...(anche se hai preso la malattia di AZ1774 diciamo che l'hai curata bene.... povero AZ e lo scassoplano)... Mi sembra di capire che lo standard charter delle compagnia tedesche sia notevolmente superiore alle nostre (non ho mai provato Neos)....

:)