C'è bisogno di qualcuno che vada a Sofia per un venerdì e mezzo di lavoro, tutti schifati dalla destinazione e dal meteo (minima -16°, massima -4°) rifiutano sdegnosi, chi si propone? Ma yours truly ovviamente, a patto che gli sia consentito il ritorno domenica sera. Chiesto, ottenuto, e bigliettato, ecco il TR...
Tratta: MXP-SOF
Volo: U2 2671
Aereo: Airbus A319-111
MSN: 3413
Reg: G-EZDA
Consegnato il: 21/02/2008
Posto: 7A
Gate: E24
Sched dep: 07.45
Sched arr: 10.50
Nonostante il check-in online parto scandalosamente presto da Milano; a quell'ora o c'è il bus, o c'è il taxi, ma al solo pensiero di essere crocefisso in sala mensa per una ricevuta da 85€, prendo il bus. In brughiera c'è un po' di neve per terra, ai bordi delle strade, ma nulla di preoccupante; foschia, e un freddo umido tremendo.
Appena entrato nel terminal mi dirigo direttamente ai controlli di sicurezza. Il serpentone per arrivare alle macchine è divertente, chissà quando c'è coda... passo come mio solito senza suonare e mi dirigo subito verso il primo bar che trovo aperto per un cappuccino e una brioche. Andando alla ricerca del mio gate vedo che è uno di quelli oltre il posto di controllo di frontiera: la Bulgaria non aderisce a Schengen o non è ancora entrato in vigore il trattato? Boh, comunque poco male, non c'è coda e me la sbrigo in qualche secondo.
Al gate E24 non ci sono posti a sedere (nel senso che non ci sono sedili!), per cui mi piazzo oltre, dove c'è il volo easyJet per Gatwick. Non ho girato tutto il pezzo extra Schengen, ma non c'è neppure un bar qui? Non mi pare di averlo visto. Ci sono le macchinette.
Vedo sfilare il nostro crew quando il check-in dovrebbe essere già aperto da una decina di minuti. Appena chiamano il volo (venti minuti dopo l'orario indicato) si forma una massa di persone che spinge, nemmeno una delle solite file globulari, ma proprio una calca tipo incendio a teatro o terroristi in hotel. Tanto poi si aspetta tutti un altro quarto d'ora sull'interpista, al freddo, e chi è salito con calma dopo, come me, si trova proprio davanti alle porte, pronto per un'agevole salita in aereo
Mi sistemo comodo al 7A, la mia tripletta di posti rimarrà vuota per tutto il volo (pieno al 50% circa). Davanti a me invece tutta la fila da sei è occupata da due giovani ragazze bulgare e quattro accompagnatori masculi, oltre a due pimpi italo-bulgari, dei quali uno credo che avesse seri problemi con la pressurizzazione, visto quanto urlava.
L'equipaggio di cabina sa il fatto suo, passa spesso in zona bimbi a vedere se i genitori avessero bisogno di qualcosa (qualsiasi cosa, gli hanno pure scaldato il latte mettendo il biberon dentro un recipiente con acqua calda...). Attenti, cordiali, davvero dei crew easyJet io non posso che parlare stra-bene, in tutti i voli fatti con loro. Tra l'altro sono molto attenti alla sicurezza dei pax, nel senso che si fermano a controllare che tutto sia in ordine prima della partenza, compreso che gli infant siano cinturati con le estensioni - altri crew di altre compagnie, anche major, li ho visti distratti a volte su questo.
Esce il dispatcher, chiudono le porte e tolgono le scalette - bene, penso, finalmente tra poco posso dormire; eh no! Vedo dal finestrino che stanno rimettendo la scaletta, il P1 non se ne accorge finché non bussano sul vetro. Vengono disarmati nuovamente gli scivoli, aperta la porta e fatto entrare qualcuno - è un tecnico, come ci dice il comandante qualche minuto dopo.
Dopo un'altra decina di minuti se ne va, tutto a posto, si può partire. Nuovo controllo di cabina, messa in moto e via verso il de-icing, come ci dice ancora il comandante. Prima di arrivare in piazzola passiamo davanti ad alcuni scavi, non ho ben capito che giro abbiamo fatto, ma erano a fianco alla cargo city:
È la prima volta che faccio il de-icing, direi affascinante. Tanto per gradire:
Finita la procedura (ma il liquido non è in genere verdino o sull'arancione?) andiamo verso la pista; mentre gli a/v fanno gli ultimi check in cabina sento un'a/v che chiede a un pax (italiano) di togliere il bagaglio a mano da sotto il sedile, visto che è in uscita di emergenza. Il tizio risponde che lì in bagaglio non dà fastidio a nessuno e non capisce perché deve metterlo in cappelliera; l'a/v risponde che è per sicurezza, in caso d'emergenza potrebbe essere d'intralcio ai passeggeri.
"Ah, ma a me non me l'ha mai fatto spostare nessuno, sono venticinque anni che volo, non perdiamo tempo e decolliamo"
"Sono i regolamenti internazionali, per favore le chiedo nuovamente di spostare il bagaglio"
"Ma che cazzo di compagnia, certo che di Alitalia si può dire tutto, ma... lei quanti anni ha, vuole insegnare a me a volare?"
"Non la riguarda quanti anni ho e non sarà certo lei a insegnare a me i regolamenti, per cui questa ora va in cappelliera"
Arriva il P1, un ragazzone piuttosto alto e apparentemente ben piazzato a muscoli.
"Il signore ha qualche problema? Tutto bene?"
"Mi state facendo perdere tempo, con 'sto cazzo di bagaglio, invece che perdere tempo e decollare! Mai più con 'sta cazzo di compagnia, ma chi me l'ha fatto fare! Non la prendiamo più, eh!" (rivolto ai compagni di viaggio)
"Lei è fortunato che siamo già sui raccordi vicino alla pista, altrimenti la facevamo sbarcare"
"Se, se, ma che cazzo di compagnia" (e via borbotti fino al decollo. Il trolley gliel'hanno messo via gli a/v).
Per un attimo ho quasi sperato che uscisse il comandante, facesse sbarcare il pezzente e gli facesse pure fare una figura di merda davanti a tutto l'aereo. Purtroppo partiamo senza altri ritardi, tranne il ritardato all'uscita di sicurezza.
Volo molto tranquillo, sotto di noi è una nuvola unica, carine le vette che sbucano, sembrano degli isolotti in mezzo al mare.
In volo prendo un te caldo, maremma che schifezza
L'avvicinamento a SOF è banalissimo, ma si sorvola bene la città (l'aeroporto è a 15km dal centro, ma per atterrare si passa giusto sopra)
A terra relitti sovietici e post-comunisti vari:
T'oh, un hangar Lufthansa Technik...
Noi andiamo al terminal 1, il 2 è dedicato ai clienti seri
Scendendo ringrazio sentitamente l'equipaggio e gli dico di non curarsi di certa gentaglia che c'è a bordo.
Non ho bagagli da ritirare, ripasso al controllo passaporti abbastanza in fretta. Non mi fermo ad ammirare il terminal, ma vado diretto al bancomat a prelevare. La Cirrus-Maestro della BPM non ne vuole sapere di emettere lev; provo con la Barclays ma è lo stesso, per fortuna riesco con la Mastercard, altrimenti andavo nel panico
In almeno quindici si avvicinano per offrirmi un passaggio in "taxi" in centro, ma vado dritto alla corsia dei gialli Supertaxi e salgo a bordo del primo, una Opel Vectra del 1990, a occhio e croce. Il guidatore fuma e guida come un cane, ma arrivo in ufficio sano e salvo consegnando un biglietto con scritto l'indirizzo in cirillico. La periferia è sovietica, ed è più o meno ai livelli che ho visto in Polonia cinque anni fa: hanno ancora un po' di strada da fare.
Tra sabato e domenica ho tempo libero, per cui cerco di vedere il più possibile (che poi sarà pochino). Il centro di Sofia è proprio piccolo, si va da una parte all'altra in quindici minuti a piedi, venti al massimo. È pulito, ben tenuto, dove possibile ristrutturato. Non c'è tantissimo da vedere, qualche chiesa ortodossa interessante, compresa la cattedrale Nevski; un museo archeologico che fa impallidire i nostri per obsoletezza dell'esposizione e del percorso museale, con un rapporto guardiani-visitatori che rasenta l'infinito. Per il resto ho trovato tutto molto tranquillo, a volte troppo, ma faceva anche davvero molto freddo. Impressionante, e tristissime, le scene dei tanti cani randagi che ci sdraiavano sotto gli sfoghi dell'aria condizionata alla ricerca di quei 10/15 gradi in più per riscaldarsi.
Difficilissimo comunicare, l'inglese non è molto diffuso nonostante gli sforzi (del governo, delle scuole e del British Council), i giovani che lo parlano tendono ad emigrare in EU occidentale/USA e oltre alla lingua c'è pure l'ostacolo dell'alfabeto, praticamente impossibile da superare: volevo andare a Plovdiv in treno (mi piacciono i viaggi avventura...) ma per la prima volta mi sono dovuto arrendere all'impossibilità di scambiare o ricevere informazioni, complice l'architettura della stazione che divide le biglietterie in periodi di viaggio (un incubo escheriano, se non fosse reale...). Scartato anche il monastero del Rila, che pure è solo a un'ottantina di km da Sofia, mi rimane solo Boyana, col suo museo e la chiesa-santuario più importante della Bulgaria: ebbene, nonostante sia un sobborgo a quindici km di distanza, non sono stato in grado di farmici portare, e poi avrei voluto vedere come tornare: al telefono, Supertaxi risponde solo in bulgaro
Che sia il paese più povero dell'UE si vede dai prezzi, davvero ridicoli rispetto a qualsiasi cosa mai vista in Europa. Tanto per fare dell'aneddotica, viste le temperature e il vento, ho avuto bisogno di un cappellino. Sono entrato in una specie di zona commerciale con supermercati, bar e negozi, su stile occidentale; il primo berretto che ho trovato l'ho pagato ben... 2.5€! Si mangia in generale discretamente, si paga poco. Ho assaggiato il vino locale di cui mi hanno parlato tutti benissimo; i rossi a me non piacciono in generale per cui non ho assaggiato; buoni invece i bianchi, anche se mi sembrano simili ai vini tedeschi della Mosella come idea.
Se mi è consentito un commento schifosamente maschilista, non ho visto in giro tutta 'sta gnagna per cui dovrebbe essere famosa la Bulgaria, sarà che ormai è già tutta dispersa per l'Europa e il mondo...
Una chicca è il museo militare; tolta l'esposizione pallosissima di mostrine e fucili, il parco esterno è pieno di MiG, razzi, SCUD, carri armati della seconda guerra mondiale e altre amenità interessanti. Qualche foto IT:
Domenica pomeriggio torno all'hotel per riprendere la valigia e mi faccio chiamare un taxi. Entro nel terminal e vedo una meraviglia architettonica in stile sovietico puro, marmi scuri, lampadari enormi, panche in legno intarsiato, check-in che più razionalisti si muore, fatto per incutere timore reverenziale, è palese; sfido chiunque a non trovarlo affascinante. Peccato non aver fotografato nulla - strapieno di polizia. Al controllo passaporti la bionda agente si sofferma un po' troppo sulla mia foto, ecchekaiser, quella foto c'ha cinque anni, ma come faccio per aprire bocca mi rende il documento. Andata! Faccio un po' di spotting dalla pulita vetrata del terminal.
Tratta: SOF-BGY
Volo: W6 0641
Aereo: Airbus A320-232
MSN: 2571
Reg: LZ-WZA
Consegnato il: 29/09/2005
Posto: 4A
Gate: 6
Sched dep: 17.30
Sched arr: 18.35
L'imbarco è una fotocopia dell'andata, con la differenza che una nerboruta bulgara alta un metro e trentacinque mi ha infilato il suo baule-trolley nella rotula. Ho ancora il livido! Dopo un'altra piacevole attesa al fresco nell'interpista, imbarchiamo con venti minuti abbondanti di ritardo sullo schedulato. Equipaggio tutto bulgaro, carina molto l'a/v che lavora davanti (ecco dov'è finita la gnagna!)
Chiudiamo le porto, demo sicurezza in inglese e bulgaro (a mano) e decolliamo alla volta di Bergamo (non Milano Orio: proprio Bergamo). Bel tramonto in volo.
Per finire gli ultimi spiccioli compro un panino (minuscolo!!!) e una coca, non hanno resto in leva e me lo danno in euro - per fortuna! - insieme alla ricevuta.
Lo spazio a bordo è uguale a tutti gli altri 320 con 180Y - poco. Però il sedile è mediamente comodo, non sfondato almeno, per cui dopo la "cena" ci sta un semi-pennichella con iPod e qualche mini turbolenza. Volo più pieno che all'andata.
Arriviamo con un po' di ritardo; sbarchiamo e ancora un altro controllo documenti, come al solito riesco sempre ad essere l'ultimo della fila. OrioShuttle e via verso casa.
DaV
Tratta: MXP-SOF
Volo: U2 2671
Aereo: Airbus A319-111
MSN: 3413
Reg: G-EZDA
Consegnato il: 21/02/2008
Posto: 7A
Gate: E24
Sched dep: 07.45
Sched arr: 10.50
Nonostante il check-in online parto scandalosamente presto da Milano; a quell'ora o c'è il bus, o c'è il taxi, ma al solo pensiero di essere crocefisso in sala mensa per una ricevuta da 85€, prendo il bus. In brughiera c'è un po' di neve per terra, ai bordi delle strade, ma nulla di preoccupante; foschia, e un freddo umido tremendo.

Appena entrato nel terminal mi dirigo direttamente ai controlli di sicurezza. Il serpentone per arrivare alle macchine è divertente, chissà quando c'è coda... passo come mio solito senza suonare e mi dirigo subito verso il primo bar che trovo aperto per un cappuccino e una brioche. Andando alla ricerca del mio gate vedo che è uno di quelli oltre il posto di controllo di frontiera: la Bulgaria non aderisce a Schengen o non è ancora entrato in vigore il trattato? Boh, comunque poco male, non c'è coda e me la sbrigo in qualche secondo.
Al gate E24 non ci sono posti a sedere (nel senso che non ci sono sedili!), per cui mi piazzo oltre, dove c'è il volo easyJet per Gatwick. Non ho girato tutto il pezzo extra Schengen, ma non c'è neppure un bar qui? Non mi pare di averlo visto. Ci sono le macchinette.
Vedo sfilare il nostro crew quando il check-in dovrebbe essere già aperto da una decina di minuti. Appena chiamano il volo (venti minuti dopo l'orario indicato) si forma una massa di persone che spinge, nemmeno una delle solite file globulari, ma proprio una calca tipo incendio a teatro o terroristi in hotel. Tanto poi si aspetta tutti un altro quarto d'ora sull'interpista, al freddo, e chi è salito con calma dopo, come me, si trova proprio davanti alle porte, pronto per un'agevole salita in aereo

Mi sistemo comodo al 7A, la mia tripletta di posti rimarrà vuota per tutto il volo (pieno al 50% circa). Davanti a me invece tutta la fila da sei è occupata da due giovani ragazze bulgare e quattro accompagnatori masculi, oltre a due pimpi italo-bulgari, dei quali uno credo che avesse seri problemi con la pressurizzazione, visto quanto urlava.
L'equipaggio di cabina sa il fatto suo, passa spesso in zona bimbi a vedere se i genitori avessero bisogno di qualcosa (qualsiasi cosa, gli hanno pure scaldato il latte mettendo il biberon dentro un recipiente con acqua calda...). Attenti, cordiali, davvero dei crew easyJet io non posso che parlare stra-bene, in tutti i voli fatti con loro. Tra l'altro sono molto attenti alla sicurezza dei pax, nel senso che si fermano a controllare che tutto sia in ordine prima della partenza, compreso che gli infant siano cinturati con le estensioni - altri crew di altre compagnie, anche major, li ho visti distratti a volte su questo.

Esce il dispatcher, chiudono le porte e tolgono le scalette - bene, penso, finalmente tra poco posso dormire; eh no! Vedo dal finestrino che stanno rimettendo la scaletta, il P1 non se ne accorge finché non bussano sul vetro. Vengono disarmati nuovamente gli scivoli, aperta la porta e fatto entrare qualcuno - è un tecnico, come ci dice il comandante qualche minuto dopo.

Dopo un'altra decina di minuti se ne va, tutto a posto, si può partire. Nuovo controllo di cabina, messa in moto e via verso il de-icing, come ci dice ancora il comandante. Prima di arrivare in piazzola passiamo davanti ad alcuni scavi, non ho ben capito che giro abbiamo fatto, ma erano a fianco alla cargo city:


È la prima volta che faccio il de-icing, direi affascinante. Tanto per gradire:






Finita la procedura (ma il liquido non è in genere verdino o sull'arancione?) andiamo verso la pista; mentre gli a/v fanno gli ultimi check in cabina sento un'a/v che chiede a un pax (italiano) di togliere il bagaglio a mano da sotto il sedile, visto che è in uscita di emergenza. Il tizio risponde che lì in bagaglio non dà fastidio a nessuno e non capisce perché deve metterlo in cappelliera; l'a/v risponde che è per sicurezza, in caso d'emergenza potrebbe essere d'intralcio ai passeggeri.
"Ah, ma a me non me l'ha mai fatto spostare nessuno, sono venticinque anni che volo, non perdiamo tempo e decolliamo"
"Sono i regolamenti internazionali, per favore le chiedo nuovamente di spostare il bagaglio"
"Ma che cazzo di compagnia, certo che di Alitalia si può dire tutto, ma... lei quanti anni ha, vuole insegnare a me a volare?"
"Non la riguarda quanti anni ho e non sarà certo lei a insegnare a me i regolamenti, per cui questa ora va in cappelliera"
Arriva il P1, un ragazzone piuttosto alto e apparentemente ben piazzato a muscoli.
"Il signore ha qualche problema? Tutto bene?"
"Mi state facendo perdere tempo, con 'sto cazzo di bagaglio, invece che perdere tempo e decollare! Mai più con 'sta cazzo di compagnia, ma chi me l'ha fatto fare! Non la prendiamo più, eh!" (rivolto ai compagni di viaggio)
"Lei è fortunato che siamo già sui raccordi vicino alla pista, altrimenti la facevamo sbarcare"
"Se, se, ma che cazzo di compagnia" (e via borbotti fino al decollo. Il trolley gliel'hanno messo via gli a/v).
Per un attimo ho quasi sperato che uscisse il comandante, facesse sbarcare il pezzente e gli facesse pure fare una figura di merda davanti a tutto l'aereo. Purtroppo partiamo senza altri ritardi, tranne il ritardato all'uscita di sicurezza.

Volo molto tranquillo, sotto di noi è una nuvola unica, carine le vette che sbucano, sembrano degli isolotti in mezzo al mare.

In volo prendo un te caldo, maremma che schifezza

L'avvicinamento a SOF è banalissimo, ma si sorvola bene la città (l'aeroporto è a 15km dal centro, ma per atterrare si passa giusto sopra)


A terra relitti sovietici e post-comunisti vari:




T'oh, un hangar Lufthansa Technik...
Noi andiamo al terminal 1, il 2 è dedicato ai clienti seri




Scendendo ringrazio sentitamente l'equipaggio e gli dico di non curarsi di certa gentaglia che c'è a bordo.
Non ho bagagli da ritirare, ripasso al controllo passaporti abbastanza in fretta. Non mi fermo ad ammirare il terminal, ma vado diretto al bancomat a prelevare. La Cirrus-Maestro della BPM non ne vuole sapere di emettere lev; provo con la Barclays ma è lo stesso, per fortuna riesco con la Mastercard, altrimenti andavo nel panico

In almeno quindici si avvicinano per offrirmi un passaggio in "taxi" in centro, ma vado dritto alla corsia dei gialli Supertaxi e salgo a bordo del primo, una Opel Vectra del 1990, a occhio e croce. Il guidatore fuma e guida come un cane, ma arrivo in ufficio sano e salvo consegnando un biglietto con scritto l'indirizzo in cirillico. La periferia è sovietica, ed è più o meno ai livelli che ho visto in Polonia cinque anni fa: hanno ancora un po' di strada da fare.
Tra sabato e domenica ho tempo libero, per cui cerco di vedere il più possibile (che poi sarà pochino). Il centro di Sofia è proprio piccolo, si va da una parte all'altra in quindici minuti a piedi, venti al massimo. È pulito, ben tenuto, dove possibile ristrutturato. Non c'è tantissimo da vedere, qualche chiesa ortodossa interessante, compresa la cattedrale Nevski; un museo archeologico che fa impallidire i nostri per obsoletezza dell'esposizione e del percorso museale, con un rapporto guardiani-visitatori che rasenta l'infinito. Per il resto ho trovato tutto molto tranquillo, a volte troppo, ma faceva anche davvero molto freddo. Impressionante, e tristissime, le scene dei tanti cani randagi che ci sdraiavano sotto gli sfoghi dell'aria condizionata alla ricerca di quei 10/15 gradi in più per riscaldarsi.



Difficilissimo comunicare, l'inglese non è molto diffuso nonostante gli sforzi (del governo, delle scuole e del British Council), i giovani che lo parlano tendono ad emigrare in EU occidentale/USA e oltre alla lingua c'è pure l'ostacolo dell'alfabeto, praticamente impossibile da superare: volevo andare a Plovdiv in treno (mi piacciono i viaggi avventura...) ma per la prima volta mi sono dovuto arrendere all'impossibilità di scambiare o ricevere informazioni, complice l'architettura della stazione che divide le biglietterie in periodi di viaggio (un incubo escheriano, se non fosse reale...). Scartato anche il monastero del Rila, che pure è solo a un'ottantina di km da Sofia, mi rimane solo Boyana, col suo museo e la chiesa-santuario più importante della Bulgaria: ebbene, nonostante sia un sobborgo a quindici km di distanza, non sono stato in grado di farmici portare, e poi avrei voluto vedere come tornare: al telefono, Supertaxi risponde solo in bulgaro





Che sia il paese più povero dell'UE si vede dai prezzi, davvero ridicoli rispetto a qualsiasi cosa mai vista in Europa. Tanto per fare dell'aneddotica, viste le temperature e il vento, ho avuto bisogno di un cappellino. Sono entrato in una specie di zona commerciale con supermercati, bar e negozi, su stile occidentale; il primo berretto che ho trovato l'ho pagato ben... 2.5€! Si mangia in generale discretamente, si paga poco. Ho assaggiato il vino locale di cui mi hanno parlato tutti benissimo; i rossi a me non piacciono in generale per cui non ho assaggiato; buoni invece i bianchi, anche se mi sembrano simili ai vini tedeschi della Mosella come idea.
Se mi è consentito un commento schifosamente maschilista, non ho visto in giro tutta 'sta gnagna per cui dovrebbe essere famosa la Bulgaria, sarà che ormai è già tutta dispersa per l'Europa e il mondo...
Una chicca è il museo militare; tolta l'esposizione pallosissima di mostrine e fucili, il parco esterno è pieno di MiG, razzi, SCUD, carri armati della seconda guerra mondiale e altre amenità interessanti. Qualche foto IT:






Domenica pomeriggio torno all'hotel per riprendere la valigia e mi faccio chiamare un taxi. Entro nel terminal e vedo una meraviglia architettonica in stile sovietico puro, marmi scuri, lampadari enormi, panche in legno intarsiato, check-in che più razionalisti si muore, fatto per incutere timore reverenziale, è palese; sfido chiunque a non trovarlo affascinante. Peccato non aver fotografato nulla - strapieno di polizia. Al controllo passaporti la bionda agente si sofferma un po' troppo sulla mia foto, ecchekaiser, quella foto c'ha cinque anni, ma come faccio per aprire bocca mi rende il documento. Andata! Faccio un po' di spotting dalla pulita vetrata del terminal.





Tratta: SOF-BGY
Volo: W6 0641
Aereo: Airbus A320-232
MSN: 2571
Reg: LZ-WZA
Consegnato il: 29/09/2005
Posto: 4A
Gate: 6
Sched dep: 17.30
Sched arr: 18.35

L'imbarco è una fotocopia dell'andata, con la differenza che una nerboruta bulgara alta un metro e trentacinque mi ha infilato il suo baule-trolley nella rotula. Ho ancora il livido! Dopo un'altra piacevole attesa al fresco nell'interpista, imbarchiamo con venti minuti abbondanti di ritardo sullo schedulato. Equipaggio tutto bulgaro, carina molto l'a/v che lavora davanti (ecco dov'è finita la gnagna!)

Chiudiamo le porto, demo sicurezza in inglese e bulgaro (a mano) e decolliamo alla volta di Bergamo (non Milano Orio: proprio Bergamo). Bel tramonto in volo.




Per finire gli ultimi spiccioli compro un panino (minuscolo!!!) e una coca, non hanno resto in leva e me lo danno in euro - per fortuna! - insieme alla ricevuta.
Lo spazio a bordo è uguale a tutti gli altri 320 con 180Y - poco. Però il sedile è mediamente comodo, non sfondato almeno, per cui dopo la "cena" ci sta un semi-pennichella con iPod e qualche mini turbolenza. Volo più pieno che all'andata.
Arriviamo con un po' di ritardo; sbarchiamo e ancora un altro controllo documenti, come al solito riesco sempre ad essere l'ultimo della fila. OrioShuttle e via verso casa.
DaV