Come molti qui dentro, anche per me l’aereo non rappresenta un mezzo per raggiungere una destinazione, ma il fine ultimo di ogni mio viaggio. È questo lo spirito che mi ha portato a comprare, una folle notte di novembre, un biglietto per Manila con KW, rientro con ET, e una piccola odissea di scali intermedi. Il tutto in quattro giorni.
21 febbraio, così è deciso. Pochi i vestiti neI bagaglio, uno di quelli che ne ha viste tante. Tante le attrezzature tecno per documentare il tutto.
Malpensa in questo giovedì di piena fashion week è zeppo di gente. Non i banchi check-in di Kuwait Airways.
Due minuti due e ho le mie carte di imbarco. Scalo a KWI, prosecuzione pre MNL.
Fuori il solito panorama...
Arrivo al gate e riesco a contare le persone tanto è deserto
Intanto 9K-APA, un fanciullo di 3 anni, approda al gate
Imbarco previsto alle ore 13.00, ma visto che siamo davvero quattro gatti, aprono alle 13.30.
9K-APA pre-boarding
Aereo letteralmente deserto. Pochissimi i pax, alcuni dei quali saranno con me anche sul KWI-MNL. Uno degli av, gentilisimo come tutti gli altri, mi chede se mi voglio spostare su una fila vuota da 4 per dormire comodo. Per ora rimango al mio posto
Lato aria tutto langue. Un Emirodonte appena atterrato, un secondo pronto a partire e poco altro. Tra questi un Evelop! che pare piantato lì.
Pitch discreto, anche se senza la prova del passeggero ingombrante a fianco, nulla si può dire
Stacchiamo alle 14 in punto e ci avviamo prendendola molto larga. Decolliamo e in un minuto siamo fuori dallo schifo che ci tocca respirare tutti i giorni a noi gente di pianura.
Tempo di dare un’occhiata al menu intrattenimento e cala il crepuscolo tipo inferno/paradiso
L’effetto bordello di lusso è davvero piacevole
Menu del giorno...
Rivista di bordo e safety card...
Bella la pagina dedicata alla flotta. In arrivo A350, A320neo e A330-800
Il pranzo viene servito in 10 minuti. Servizio ultrarapido visto che, contati, siamo in 11 in economy...
Da segnalare:
1) la presenza di posate ‘pesanti’, che cozza con
2) la ‘leggerezza’ del pasto.
I palati tolleranti come il mio apprezzano i due mc-nuggets giganti su letto di fettuccine scotte degne della peggior mensa ospedaliera. Va da sé, in economy non si mangia. Ci si nutre. E a volte manco quello.
Comunque l’equipaggio molto friendly e sorridente rende tutto più digeribile.
Il check intrattenimento rivela una discreta scelta di film e serie, anche se non siamo ai livelli delle principali major. Mi accontento di due puntate di The Big Bang theory, puntate già viste almeno una decina di volte. Tra i contenuti trovo anche le due camere, una frontale e una puntata verso il basso, che sorvolando ora l’egeo, è inservibile.
Fuori lasciamo uno scatafascio di scie chimiche
Poi arriva il tramonto, sempre spettacolare da quassù, e la notte
Mancano due ore e puntiamo dritti verso il Sinai
Fuori l’ultima luce del giorno
Appena a ovest di Aqaba viriamo decisamente a est verso KWI. Manca un’ora e mezza e fuori è ormai buio pesto
A un’ora dall’atterraggio servono un muffin e the o caffè. Sarà che siamo quattro gatti, gli aavv sono sempre gentilissimi
Atterraggio morbidissimo sotto una luna quasi piena sorvolando un’illuminatissima Kuwait City
Siamo davvero quattro gatti e lo sbarco, ai remoti, si sbriga in 10 minuti. Da un fiammante COUBUS con tanto di cellophane ancora da rimuovere, rubo questo scatto
Il terminal di KWI è nuovo di pacca. Mi aspetto grandi cose ma rimarrò deluso nel vedere che è talmente nuovo che praticamente non è ancora aperto. Alla pulizia quasi glaciale delle architetture si accompagna la quasi totale assenza di esercizi commerciali. Soprattutto di posti in cui comprare qualcosa da mangiare.
Tutto è in costruzione
Anche Ronald si è messo l’elmetto
Le tre lunghe ore che mi toccano di transito saranno allietate da una ‘persistente’ sinfonia di musica araba intervallata dalla stessa signorina di tutti gli aeroporti del mondo, preceduta dall’ormai internazionale gong, che annuncia la partenza del volo di turno. Partiti il Lahore, il Cairo, Mumbai e Delhi la situazione si fa parecchio deserta. A parte un gruppo di strani individui vestiti di asciugamani (perdonate l’ignoranza sui vestiti tradizionali dei locali) in partenza per Jeddah, rimaniamo i soliti quattro gatti.
Con i voli per Dubai, Colombo e, appunto, Manila verso mezzanotte la situazione si ridensifica. E i due chioschi a tiro si ripopolano di cibo, o meglio, di riempitori di sacche gastriche
Imbarchiamo che sono quasi le 2.00 (non fatevi ingannare dal display, un’ora indietro)
La coda non lascia spazio ad illusioni di file completamente vuote, e infatti il volo è pieno a tappo. Entrando tra i primi riesco a fare un po’ di foto alla cabina prima che si riempia del tutto. La macchina, due anni di vita, è come nuova. I sedili slim garantiscono un pitch confortevole
Imbarco terminato in circa 30 minuti. Impressionante l’efficienza dei cabin crew che hanno sistemato perfettamente la cabina in un lampo. Bravi!
Come al solito la messa in moto sul 773 mette a dura prova anche le orecchie più resistenti. Non le mie che ogni volta saltan via tipo Mr Potato...
Taxi cortissima e siamo in volo in pochi minuti. E pochi minuti dopo il decollo viene servita la colazione (siamo sicuri?!?! Sono le 3 di mattina!!!). Opto per un’omelette. La stessa combo con frittelle di patate e salsiccia servita a tutte le latitudini
Intanto oltre alla solita puntata di The Big Bang theory, mi becco anche questo documentario dedicato al mio aeroporto preferito. Haneda! E... sorpresa, parlano anche del JAL maintenance tour. Da non perdere se capitate laggiù.
A sud di Mashad, 35000 piedi e 6,40 di volo rimanenti mi cala la palpebra, complice anche la moodlight tipo bordello chic. Mi addormento.
Mi risveglio all’altezza di Hanoi, a poco meno di due ore dall’arrivo.
Fuori è giorno...
...dentro servono il pranzo.
Chiedo all’equipaggio una safety card nuova per la mia collezione e mi arriva questa. Quando si dice nuova!
Inizialmo la discesa ma ci tocca aspettare causa congestione dello scalo
Finalmente arriva il nostro turno e in 10 min siamo a terra
Taxi che sembra di fare un safari (interessante il 380 di BA in manutenzione)
Ci sono pure le carcasse. Si tratta di un 737-800 di Xiamen andato fuori pista nel 2018 durante un temporale.
Cargo area.
Il marshall ci parcheggia arrampicato sulla scala
Ultimi ritratti del triplo
[/url]
[/url]
Arrivi un po’ caotici ma tuttavia nel caos me la cavo in 40 minuti. Fuori la navetta per l’hotel mi attende e lì sì che il caos si fa sentire. Traffico ingestibile e per passare da un terminal all’altro ci metto quasi un’ora. La cosa bella del tragitto è che puoi vedere aerei ovunque, anche nelle situazioni apparentemente più assurde. Una coppia di BAe 146 di Skyjet spuntare in mezzo alle baracche
PAL 320 in hangar sui generis
Scrap metal
Tempo di arrivare in hotel e si fa buio. Niente spotting, domani mi tocca un’alzataccia per volare con CebGo fino a Legazpi. Quindi la giornata si chiude qui.
E si riapre alle 3.30am, sveglia nel cuore della notte per andare in aeroporto. La cosa assurda è che siamo nemmeno all’alba e fuori il traffico è quello delle sei di pomeriggio. Almeno in una città normale, ché qui a Manila alle 18 è una catastrofe.
Parto dal terminal 4, uno dei due serviti da Cebu Pacific in questo scalo che sembra essere stato costruito sul concetto di aeroporto diffuso, ovvero tanti microterminal sparsi intorno al sedime. E devo dire che il T4 è davvero tanto piccolo quanto orendo. Sono appena passate le 4 e il terminal, a cui si accede previo scan dei bagagli, è già gremito.
Tento di fare check in alle macchinette, che sembrano di cartone tanto sono instabili, ma niente da fare. Fortuna che la coda si è smaltita e faccio veloce.
Anche i controlli, divisi tra uomini e donne, sono veloci. Pochi gli uomini, molte le donne in effetti. Lato partenze è angosciante, simile ai gate B di Linate per intenderci. Poco spazio, mille persone e code secanti agli imbarchi. Il menu della mattina...
La madonna delle nuvole benedice i pax in partenza dal gate 5
Lui con il trolley di Air Inuit è un pro
Imbarchiamo in perfetto orario (5.35 AM, mortacc'!!!!)
Il bus nuovo di zecca mi porterà su un altrettanto nuovo ATR 72-600 di CEBGO, branch regional di Cebu Pacific.
Mi casca giusto l’occhio su questa customizzazione del COBUS.
A bordo la cabina nuovissima e moderna riserva più d’una brutta sorpresa
Pitch assassino, sedili scomodissimi e poco stabili sui loro supporti, tanto che se il vicino si muove, cosa che non smette di fare, tutto oscilla.
Interessante la soluzione del 'tavolino' tenuto in posizione chiusa da un elastico.
Rivista e safety card
Intanto ci comunicano che causa traffico resteremo in attesa per non si sa quanto. Siamo i numero 9 in sequenza per lo start up e ci viene pure comunicata una sibillina restrizione ad una sola pista per le partenze nazionali..
Stacchiamo che ormai abbiamo accumulato un’ora di ritardo. Il sedile è veramente scomodo. Ricorda per chi ci ha volato quello del Jumbolino di Brussels. Una ciofeca vera. Finalmente rulliamo e quello che sfila rende tutto lo squallore del terminal.
Fortuna che lo stand al qualle abbiamo aspettato tutto questo tempo è proprio attaccato alla pista, quindi taxi di tre minuti e senza soluzione di continuità decolliamo. Uno dei terminal internazionali...
MNL è praticamente inglobato nella città con bidonville tutto intorno
Il tempo non è un granché, fortuna che siamo in un attimo ne siamo fuori.
Dimentico di aver ordinato due, dico due , sandwiches per colazione. Uno si rivela una sorta di croissant viola ripieno di una roba dolce molle e viscida. Il secondo un più che mangiabile panino al tacchino.
Prendiamo il largo e il panorama si fa più interessante
Già tempo di scendere
E touch down
L’attrazione del posto è l’imponente vulcano che domina il panorama.
E tra mille foto che sembra di essere alla fiera dell’aviation geek si sbarca.
Lui arriva da Cebu
Arrivi e subito fuori ché devo già fare il check in per il rientro. Questo tris di foto ben rappresenta tutti i miei ultimi viaggi: sbarco, arrivo, uscita, check in, imbarco e decollo. Senza pause.
Il ‘terminal’ di LGP è imbarazzante. Se lo dividono Cebu Paacific e Philippines Airlines, che credo abbia due voli, uno per Cebu e l’altro per MNL.
Almeno il check-in è veloce e pure i controlli sono rapidi e indolori.
Lato aria la situazione non migliora e nel casino di due imbarchi, Manila e Cebu, riesco a trovare un posto sotto la guardia dell’onnipresente madonna delle aerovie.
Fuori il vulcano è sempre protagonista.
Il mio AT7 torna a Manila.
Poi arriva il mio da Manila.
Cebu adotta una procedura tipo Ryanair, ovvero transiti di mezz’ora con imbarco praticamente contestuale alla discesa dell’ultimo pax del volo precedente.
Tranquilli, non sono l’unico a sparare raffiche di foto. Sono forse l’unico a non farsi un selfie. L’insieme della cabina è agghiacciante. Tutto tapezzato di pubblicità e decals che danno un aspetto da bus di provincia. Anche su retro del tavolinetto c’è la pubblicità...
Safety card...
E il solito panino che mi sono ordinato, senza ricordarlo, al momento dell’acquisto.
Fuori è già quasi ora di scendere
E senza fare holding atterriamo in orario. Ci parcheggiano ai remoti, in mezzo ad una catastrofe di container da rottamare.
Lui va a Cebu
La desolazione degli arrivi al T3 e il benvenuto di CEBU Pacific fanno a pugni
Esco immediatamente dagli arrivi e dal terminal per poi accorgermi di aver dimenticato di chiedere una cosa. Cerco di entrare da dove sono uscito ma un poliziotto mi fa la faccia cattiva e mi indica l’ingresso principale, dove dovrei fare di nuovo il controllo bagagli. Lasciamo perdere, cammino a piedi verso l’hotel (il Savoy, comodissimo per chi si muove dal T3) respingendo la qualsiasi in termini di offerta taxi. Si va dai taxi ufficiali, via via fino alle biciclette.
Salgo in camera e visto che in Italia è il cuore della notte (e non voglio per nessun motivo adattarmi all’ora locale visto che lunedì sarò di nuovo in patria) me ne vado a letto a godermi la nottata diurna.
Alle 18 si riparte. Il mio volo MNL HKG ADD FCO MXP mi attende. Arrivare in aeroporto a MNL è abbastanza casino per via del traffico. Se capiterete da queste parti calcolate con molta generosità i tempi di percorrenza.
Ethiopian vola dal T1. Passati i controlli all’ingresso (ah, si devono pure mostrare documento e biglietto), così si presentano i banchi ET
Mi avvicino, l’addetta mi viene incontro chiedendomi il nome e mi molla all’istante il voucher per l’hotel ad ADD. Per chi ha più di otto ore di scalo laggiù è prevista la sistemazione alberghiera (pensione completa) totalmente a carico della compagnia. Mica male, no?
La zona partenze è decisamente meglio rispetto a quelle ciofeche dei terminal domestic.
Cena veloce da Starbucks e via al gate, previo ulteriore controllo passaporti.
Fuori un ragazzotto di sei anni mi aspetta
Ci imbarcano con largo anticipo, visto che siamo di nuovo quattro gatti. Salgo per primo e nessuno dell’equipaggio è alla porta. Due foto, busso e urlo ‘passengers!’
Sono il primo, è vero, ma vi assicuro che la cabina non si riempirà più di così
Questa macchina mostra parecchi segni dei sei anni che ha, soprattutto nella qualità dei sedili
Safetycard
Partiamo e siamo i quarti in sequenza. Dieci minuti e siamo airborne. A cabina vuota la cena viene servita in un lampo. Opto per la pasta, digeribile ma non mangiabile.
Le luci non vengono mai alzate più di un tot, quindi tocca affidarsi ai sapori. Chiedo se è possibile fare un giro in cockpit, visto che siamo pochi pax, ma la mia richiesta viene respinta perché siamo già in discesa. Ah! In effetti stiamo scendendo, poi però ci tocca fare holding ballando un po’, finché non dirottiamo sul nuovo scalo di Kowloon.
Fuori piove ed è buio. Questo non mi impedisce di individuare numerose vittime per i miei viaggi futuri, una su tutte HK Express. Lo scalo è uno di quelli in cui resti a bordo, quindi per la successiva ora oltre all’avvicendamento dell’equipaggio, l’aereo viene sistemato alla bell’e meglio per la tratta successiva. Apprendo da una av che il volo sarà completo, quindi raggruppo i miei quattro stracci e mi accomodo al mio non posto, visto che quello che mi spetta al finestrino è occupato da un tipo che dorme della grossa. Mi sento di fottergli il suo al corridoio. Arrivano i pax e come tradizione con i cinesi cominciano le urla. Si parte, carichi come somari e in poco più di un’ora siam di nuovo per aria
Servono la cena. La scelta è tra beef with rice o chicken. Scelgo la seconda per scoprire che anche il chicken è con rice.
La verdura sa di guardaroba chiuso da mesi, il pollo, beh già sapete... si salvano il pane e burro e la torta, niente male. Del vino ve lo faccio raccontare dal mio stomaco. Come mia abitudine, mi calo le solite gocce per dormire e sfidando la trombosi venosa profonda mi addormento per quattro lunghe ore. Mi sveglio e in preda ad una crisi di astinenza da glutammato vado a caccia nella galley posteriore. Lasciata completamente sguarnita. Ne approfitto per fare qualche scatto
Oltre alle solite bevande, vengono offerti dei noodles in scatola che sì, mangerei anche se solo trovassi l’acqua calda. Dopo poco comunque emergono le av dai loro giacigli (una coltre di coperte nell’ultima fila) e mi servono un the. Intanto ci avviciniamo al corno d’Africa
Manca un’ora e mezza e viene servita la colazione, questa volta discretamente buona.
Ci siamo, fuori comincia ad albeggiare e iniziamo a scendere per atterrare ad ADD in perfetto orario. Totale durata poco più di 10 h da HKG, più due da MNL.
Ultimi scatti al mio Dreamliner, che alla luce del giorno rivela ancora di più i segni del tempo
Questo invece nuovo di zecca
Qui è un duello tra Dream e Zorro
Nell’area transiti si trova l’ufficio che si occupa delle sistemazioni slberghiere per il long layovers come me. Voucher alla mano si occupano della conferma della prenotazione.
Mi metto in fila e prima di ricevere una sorta di lasciapassare per l’immigration passa quasi un’ora. Il lasciapassare non ti risparmia affatto la coda agli sportelli, coda che si prenderà un’altra ora e mezza prima di poter essere libero. Esci e devi fare un’ulteriore fila per lo shuttle. Finalmente libero, insieme ad un’altra decina di pax, mi avvio verso il pullmino. Il terminal da fuori...
A dispetto di quello che pensavo, l’hotel assegnato non è per nulla vicino all’aeroporto. Ci mettiamo una buona mezz’ora per raggiungere il posto. Ad accoglierci il personale piuttosto indifferente ci distribuisce nelle camere. A me capita una ai piani alti vista città
Nel voucher sono compresi colazione, pranzo e cena (ripartiamo dopo mezzanotte). Salto la colazione e vado dritto a nanna. Per curiosità però scendo a pranzo e mi mangio un “ottimo” piatto di spaghetti offerti dalla casa.
Torno in camera per scoprire che il wifi va a scatti per poi morire del tutto nel corso del pomeriggio. Addio connessione con il mondo. Torno a dormire... finché non bussano dicendo che la cena è servita. Il buffet è sinistramente uguale a quello del pranzo. Faccio, di nuovo, il pieno di carboidrati, non fidandomi di fritture ultrabruciate che occhieggiano dai vassoi. Mi viene anche comunicato che il transfer per l’aeroporto partirà alle 21.
Poco più di un’ora e con uno scassatissimo minivan si torna allo scalo. Fuori dal terminal l’aria è surreale. Venticello fresco, pochi passeggeri, carosello stranamente ordinato di auto e un silenzio davvero irreale. Da fuori il T2 sembra anche moderno e ordinato.
Non ho capito se questo si riferisce a lavori già fatti o in corso. No, perché nel caso avrei qualcosa da dire sul risultato...
Per accedere si passano due filtri. Uno all’esterno in prossimità dei parcheggi, dove ti chiedono documenti e titolo di viaggio. Il secndo è all’ingresso dove viene fatto un controllo sui bagagli del tutto identico a quello dei filtri alle partenze. Così si presentano i banchi check in di Ethiopian
Partenze notturne, incluso il mio per MXP via FCO.
Questa volta sarà un 777-300 a portarmi a casa. Scatto veloce prima che venga preso d'assalto da passeggeri in transito da amene località balneari (tutti invariabilmente color biscotto)
Rispetto al 787 gli interni cambiano di pochissimo. Stessi sedili in stoffa, stesso IFE, stessa usura.
Del volo c'è poco da raccontare, anche perché lo passerò dormendo per la maggior parte. Scalo tecnico a FCO, dove l'aereo di svuota per un buon 3/4, e ripartenza dopo un'ora e mezza per Milano. Arriviamo a MXP alle prime luci dell'alba
Ultimi scatti del triplo dai remoti prima della corsa al controllo passaporti, MXP Express e... ufficio! Lasciatemi dire che è proprio così che i veri appassionati passano i loro week end!
Fine.
21 febbraio, così è deciso. Pochi i vestiti neI bagaglio, uno di quelli che ne ha viste tante. Tante le attrezzature tecno per documentare il tutto.

Malpensa in questo giovedì di piena fashion week è zeppo di gente. Non i banchi check-in di Kuwait Airways.

Due minuti due e ho le mie carte di imbarco. Scalo a KWI, prosecuzione pre MNL.

Fuori il solito panorama...

Arrivo al gate e riesco a contare le persone tanto è deserto

Intanto 9K-APA, un fanciullo di 3 anni, approda al gate


Imbarco previsto alle ore 13.00, ma visto che siamo davvero quattro gatti, aprono alle 13.30.

9K-APA pre-boarding

Aereo letteralmente deserto. Pochissimi i pax, alcuni dei quali saranno con me anche sul KWI-MNL. Uno degli av, gentilisimo come tutti gli altri, mi chede se mi voglio spostare su una fila vuota da 4 per dormire comodo. Per ora rimango al mio posto

Lato aria tutto langue. Un Emirodonte appena atterrato, un secondo pronto a partire e poco altro. Tra questi un Evelop! che pare piantato lì.


Pitch discreto, anche se senza la prova del passeggero ingombrante a fianco, nulla si può dire

Stacchiamo alle 14 in punto e ci avviamo prendendola molto larga. Decolliamo e in un minuto siamo fuori dallo schifo che ci tocca respirare tutti i giorni a noi gente di pianura.



Tempo di dare un’occhiata al menu intrattenimento e cala il crepuscolo tipo inferno/paradiso


L’effetto bordello di lusso è davvero piacevole


Menu del giorno...

Rivista di bordo e safety card...

Bella la pagina dedicata alla flotta. In arrivo A350, A320neo e A330-800

Il pranzo viene servito in 10 minuti. Servizio ultrarapido visto che, contati, siamo in 11 in economy...
Da segnalare:
1) la presenza di posate ‘pesanti’, che cozza con
2) la ‘leggerezza’ del pasto.

I palati tolleranti come il mio apprezzano i due mc-nuggets giganti su letto di fettuccine scotte degne della peggior mensa ospedaliera. Va da sé, in economy non si mangia. Ci si nutre. E a volte manco quello.
Comunque l’equipaggio molto friendly e sorridente rende tutto più digeribile.
Il check intrattenimento rivela una discreta scelta di film e serie, anche se non siamo ai livelli delle principali major. Mi accontento di due puntate di The Big Bang theory, puntate già viste almeno una decina di volte. Tra i contenuti trovo anche le due camere, una frontale e una puntata verso il basso, che sorvolando ora l’egeo, è inservibile.


Fuori lasciamo uno scatafascio di scie chimiche

Poi arriva il tramonto, sempre spettacolare da quassù, e la notte


Mancano due ore e puntiamo dritti verso il Sinai

Fuori l’ultima luce del giorno

Appena a ovest di Aqaba viriamo decisamente a est verso KWI. Manca un’ora e mezza e fuori è ormai buio pesto

A un’ora dall’atterraggio servono un muffin e the o caffè. Sarà che siamo quattro gatti, gli aavv sono sempre gentilissimi

Atterraggio morbidissimo sotto una luna quasi piena sorvolando un’illuminatissima Kuwait City



Siamo davvero quattro gatti e lo sbarco, ai remoti, si sbriga in 10 minuti. Da un fiammante COUBUS con tanto di cellophane ancora da rimuovere, rubo questo scatto

Il terminal di KWI è nuovo di pacca. Mi aspetto grandi cose ma rimarrò deluso nel vedere che è talmente nuovo che praticamente non è ancora aperto. Alla pulizia quasi glaciale delle architetture si accompagna la quasi totale assenza di esercizi commerciali. Soprattutto di posti in cui comprare qualcosa da mangiare.


Tutto è in costruzione

Anche Ronald si è messo l’elmetto

Le tre lunghe ore che mi toccano di transito saranno allietate da una ‘persistente’ sinfonia di musica araba intervallata dalla stessa signorina di tutti gli aeroporti del mondo, preceduta dall’ormai internazionale gong, che annuncia la partenza del volo di turno. Partiti il Lahore, il Cairo, Mumbai e Delhi la situazione si fa parecchio deserta. A parte un gruppo di strani individui vestiti di asciugamani (perdonate l’ignoranza sui vestiti tradizionali dei locali) in partenza per Jeddah, rimaniamo i soliti quattro gatti.
Con i voli per Dubai, Colombo e, appunto, Manila verso mezzanotte la situazione si ridensifica. E i due chioschi a tiro si ripopolano di cibo, o meglio, di riempitori di sacche gastriche

Imbarchiamo che sono quasi le 2.00 (non fatevi ingannare dal display, un’ora indietro)

La coda non lascia spazio ad illusioni di file completamente vuote, e infatti il volo è pieno a tappo. Entrando tra i primi riesco a fare un po’ di foto alla cabina prima che si riempia del tutto. La macchina, due anni di vita, è come nuova. I sedili slim garantiscono un pitch confortevole


Imbarco terminato in circa 30 minuti. Impressionante l’efficienza dei cabin crew che hanno sistemato perfettamente la cabina in un lampo. Bravi!
Come al solito la messa in moto sul 773 mette a dura prova anche le orecchie più resistenti. Non le mie che ogni volta saltan via tipo Mr Potato...
Taxi cortissima e siamo in volo in pochi minuti. E pochi minuti dopo il decollo viene servita la colazione (siamo sicuri?!?! Sono le 3 di mattina!!!). Opto per un’omelette. La stessa combo con frittelle di patate e salsiccia servita a tutte le latitudini

Intanto oltre alla solita puntata di The Big Bang theory, mi becco anche questo documentario dedicato al mio aeroporto preferito. Haneda! E... sorpresa, parlano anche del JAL maintenance tour. Da non perdere se capitate laggiù.

A sud di Mashad, 35000 piedi e 6,40 di volo rimanenti mi cala la palpebra, complice anche la moodlight tipo bordello chic. Mi addormento.

Mi risveglio all’altezza di Hanoi, a poco meno di due ore dall’arrivo.

Fuori è giorno...

...dentro servono il pranzo.

Chiedo all’equipaggio una safety card nuova per la mia collezione e mi arriva questa. Quando si dice nuova!


Inizialmo la discesa ma ci tocca aspettare causa congestione dello scalo

Finalmente arriva il nostro turno e in 10 min siamo a terra


Taxi che sembra di fare un safari (interessante il 380 di BA in manutenzione)

Ci sono pure le carcasse. Si tratta di un 737-800 di Xiamen andato fuori pista nel 2018 durante un temporale.


Cargo area.

Il marshall ci parcheggia arrampicato sulla scala

Ultimi ritratti del triplo




Arrivi un po’ caotici ma tuttavia nel caos me la cavo in 40 minuti. Fuori la navetta per l’hotel mi attende e lì sì che il caos si fa sentire. Traffico ingestibile e per passare da un terminal all’altro ci metto quasi un’ora. La cosa bella del tragitto è che puoi vedere aerei ovunque, anche nelle situazioni apparentemente più assurde. Una coppia di BAe 146 di Skyjet spuntare in mezzo alle baracche

PAL 320 in hangar sui generis

Scrap metal

Tempo di arrivare in hotel e si fa buio. Niente spotting, domani mi tocca un’alzataccia per volare con CebGo fino a Legazpi. Quindi la giornata si chiude qui.
E si riapre alle 3.30am, sveglia nel cuore della notte per andare in aeroporto. La cosa assurda è che siamo nemmeno all’alba e fuori il traffico è quello delle sei di pomeriggio. Almeno in una città normale, ché qui a Manila alle 18 è una catastrofe.
Parto dal terminal 4, uno dei due serviti da Cebu Pacific in questo scalo che sembra essere stato costruito sul concetto di aeroporto diffuso, ovvero tanti microterminal sparsi intorno al sedime. E devo dire che il T4 è davvero tanto piccolo quanto orendo. Sono appena passate le 4 e il terminal, a cui si accede previo scan dei bagagli, è già gremito.

Tento di fare check in alle macchinette, che sembrano di cartone tanto sono instabili, ma niente da fare. Fortuna che la coda si è smaltita e faccio veloce.

Anche i controlli, divisi tra uomini e donne, sono veloci. Pochi gli uomini, molte le donne in effetti. Lato partenze è angosciante, simile ai gate B di Linate per intenderci. Poco spazio, mille persone e code secanti agli imbarchi. Il menu della mattina...

La madonna delle nuvole benedice i pax in partenza dal gate 5

Lui con il trolley di Air Inuit è un pro

Imbarchiamo in perfetto orario (5.35 AM, mortacc'!!!!)

Il bus nuovo di zecca mi porterà su un altrettanto nuovo ATR 72-600 di CEBGO, branch regional di Cebu Pacific.

Mi casca giusto l’occhio su questa customizzazione del COBUS.

A bordo la cabina nuovissima e moderna riserva più d’una brutta sorpresa

Pitch assassino, sedili scomodissimi e poco stabili sui loro supporti, tanto che se il vicino si muove, cosa che non smette di fare, tutto oscilla.

Interessante la soluzione del 'tavolino' tenuto in posizione chiusa da un elastico.

Rivista e safety card

Intanto ci comunicano che causa traffico resteremo in attesa per non si sa quanto. Siamo i numero 9 in sequenza per lo start up e ci viene pure comunicata una sibillina restrizione ad una sola pista per le partenze nazionali..
Stacchiamo che ormai abbiamo accumulato un’ora di ritardo. Il sedile è veramente scomodo. Ricorda per chi ci ha volato quello del Jumbolino di Brussels. Una ciofeca vera. Finalmente rulliamo e quello che sfila rende tutto lo squallore del terminal.


Fortuna che lo stand al qualle abbiamo aspettato tutto questo tempo è proprio attaccato alla pista, quindi taxi di tre minuti e senza soluzione di continuità decolliamo. Uno dei terminal internazionali...

MNL è praticamente inglobato nella città con bidonville tutto intorno



Il tempo non è un granché, fortuna che siamo in un attimo ne siamo fuori.


Dimentico di aver ordinato due, dico due , sandwiches per colazione. Uno si rivela una sorta di croissant viola ripieno di una roba dolce molle e viscida. Il secondo un più che mangiabile panino al tacchino.


Prendiamo il largo e il panorama si fa più interessante


Già tempo di scendere



E touch down

L’attrazione del posto è l’imponente vulcano che domina il panorama.

E tra mille foto che sembra di essere alla fiera dell’aviation geek si sbarca.



Lui arriva da Cebu

Arrivi e subito fuori ché devo già fare il check in per il rientro. Questo tris di foto ben rappresenta tutti i miei ultimi viaggi: sbarco, arrivo, uscita, check in, imbarco e decollo. Senza pause.


Il ‘terminal’ di LGP è imbarazzante. Se lo dividono Cebu Paacific e Philippines Airlines, che credo abbia due voli, uno per Cebu e l’altro per MNL.


Almeno il check-in è veloce e pure i controlli sono rapidi e indolori.
Lato aria la situazione non migliora e nel casino di due imbarchi, Manila e Cebu, riesco a trovare un posto sotto la guardia dell’onnipresente madonna delle aerovie.

Fuori il vulcano è sempre protagonista.

Il mio AT7 torna a Manila.

Poi arriva il mio da Manila.

Cebu adotta una procedura tipo Ryanair, ovvero transiti di mezz’ora con imbarco praticamente contestuale alla discesa dell’ultimo pax del volo precedente.



Tranquilli, non sono l’unico a sparare raffiche di foto. Sono forse l’unico a non farsi un selfie. L’insieme della cabina è agghiacciante. Tutto tapezzato di pubblicità e decals che danno un aspetto da bus di provincia. Anche su retro del tavolinetto c’è la pubblicità...



Safety card...

E il solito panino che mi sono ordinato, senza ricordarlo, al momento dell’acquisto.

Fuori è già quasi ora di scendere

E senza fare holding atterriamo in orario. Ci parcheggiano ai remoti, in mezzo ad una catastrofe di container da rottamare.

Lui va a Cebu

La desolazione degli arrivi al T3 e il benvenuto di CEBU Pacific fanno a pugni

Esco immediatamente dagli arrivi e dal terminal per poi accorgermi di aver dimenticato di chiedere una cosa. Cerco di entrare da dove sono uscito ma un poliziotto mi fa la faccia cattiva e mi indica l’ingresso principale, dove dovrei fare di nuovo il controllo bagagli. Lasciamo perdere, cammino a piedi verso l’hotel (il Savoy, comodissimo per chi si muove dal T3) respingendo la qualsiasi in termini di offerta taxi. Si va dai taxi ufficiali, via via fino alle biciclette.
Salgo in camera e visto che in Italia è il cuore della notte (e non voglio per nessun motivo adattarmi all’ora locale visto che lunedì sarò di nuovo in patria) me ne vado a letto a godermi la nottata diurna.
Alle 18 si riparte. Il mio volo MNL HKG ADD FCO MXP mi attende. Arrivare in aeroporto a MNL è abbastanza casino per via del traffico. Se capiterete da queste parti calcolate con molta generosità i tempi di percorrenza.
Ethiopian vola dal T1. Passati i controlli all’ingresso (ah, si devono pure mostrare documento e biglietto), così si presentano i banchi ET

Mi avvicino, l’addetta mi viene incontro chiedendomi il nome e mi molla all’istante il voucher per l’hotel ad ADD. Per chi ha più di otto ore di scalo laggiù è prevista la sistemazione alberghiera (pensione completa) totalmente a carico della compagnia. Mica male, no?

La zona partenze è decisamente meglio rispetto a quelle ciofeche dei terminal domestic.

Cena veloce da Starbucks e via al gate, previo ulteriore controllo passaporti.
Fuori un ragazzotto di sei anni mi aspetta

Ci imbarcano con largo anticipo, visto che siamo di nuovo quattro gatti. Salgo per primo e nessuno dell’equipaggio è alla porta. Due foto, busso e urlo ‘passengers!’

Sono il primo, è vero, ma vi assicuro che la cabina non si riempirà più di così


Questa macchina mostra parecchi segni dei sei anni che ha, soprattutto nella qualità dei sedili

Safetycard

Partiamo e siamo i quarti in sequenza. Dieci minuti e siamo airborne. A cabina vuota la cena viene servita in un lampo. Opto per la pasta, digeribile ma non mangiabile.

Le luci non vengono mai alzate più di un tot, quindi tocca affidarsi ai sapori. Chiedo se è possibile fare un giro in cockpit, visto che siamo pochi pax, ma la mia richiesta viene respinta perché siamo già in discesa. Ah! In effetti stiamo scendendo, poi però ci tocca fare holding ballando un po’, finché non dirottiamo sul nuovo scalo di Kowloon.


Fuori piove ed è buio. Questo non mi impedisce di individuare numerose vittime per i miei viaggi futuri, una su tutte HK Express. Lo scalo è uno di quelli in cui resti a bordo, quindi per la successiva ora oltre all’avvicendamento dell’equipaggio, l’aereo viene sistemato alla bell’e meglio per la tratta successiva. Apprendo da una av che il volo sarà completo, quindi raggruppo i miei quattro stracci e mi accomodo al mio non posto, visto che quello che mi spetta al finestrino è occupato da un tipo che dorme della grossa. Mi sento di fottergli il suo al corridoio. Arrivano i pax e come tradizione con i cinesi cominciano le urla. Si parte, carichi come somari e in poco più di un’ora siam di nuovo per aria

Servono la cena. La scelta è tra beef with rice o chicken. Scelgo la seconda per scoprire che anche il chicken è con rice.

La verdura sa di guardaroba chiuso da mesi, il pollo, beh già sapete... si salvano il pane e burro e la torta, niente male. Del vino ve lo faccio raccontare dal mio stomaco. Come mia abitudine, mi calo le solite gocce per dormire e sfidando la trombosi venosa profonda mi addormento per quattro lunghe ore. Mi sveglio e in preda ad una crisi di astinenza da glutammato vado a caccia nella galley posteriore. Lasciata completamente sguarnita. Ne approfitto per fare qualche scatto


Oltre alle solite bevande, vengono offerti dei noodles in scatola che sì, mangerei anche se solo trovassi l’acqua calda. Dopo poco comunque emergono le av dai loro giacigli (una coltre di coperte nell’ultima fila) e mi servono un the. Intanto ci avviciniamo al corno d’Africa

Manca un’ora e mezza e viene servita la colazione, questa volta discretamente buona.

Ci siamo, fuori comincia ad albeggiare e iniziamo a scendere per atterrare ad ADD in perfetto orario. Totale durata poco più di 10 h da HKG, più due da MNL.

Ultimi scatti al mio Dreamliner, che alla luce del giorno rivela ancora di più i segni del tempo



Questo invece nuovo di zecca

Qui è un duello tra Dream e Zorro


Nell’area transiti si trova l’ufficio che si occupa delle sistemazioni slberghiere per il long layovers come me. Voucher alla mano si occupano della conferma della prenotazione.

Mi metto in fila e prima di ricevere una sorta di lasciapassare per l’immigration passa quasi un’ora. Il lasciapassare non ti risparmia affatto la coda agli sportelli, coda che si prenderà un’altra ora e mezza prima di poter essere libero. Esci e devi fare un’ulteriore fila per lo shuttle. Finalmente libero, insieme ad un’altra decina di pax, mi avvio verso il pullmino. Il terminal da fuori...

A dispetto di quello che pensavo, l’hotel assegnato non è per nulla vicino all’aeroporto. Ci mettiamo una buona mezz’ora per raggiungere il posto. Ad accoglierci il personale piuttosto indifferente ci distribuisce nelle camere. A me capita una ai piani alti vista città


Nel voucher sono compresi colazione, pranzo e cena (ripartiamo dopo mezzanotte). Salto la colazione e vado dritto a nanna. Per curiosità però scendo a pranzo e mi mangio un “ottimo” piatto di spaghetti offerti dalla casa.

Torno in camera per scoprire che il wifi va a scatti per poi morire del tutto nel corso del pomeriggio. Addio connessione con il mondo. Torno a dormire... finché non bussano dicendo che la cena è servita. Il buffet è sinistramente uguale a quello del pranzo. Faccio, di nuovo, il pieno di carboidrati, non fidandomi di fritture ultrabruciate che occhieggiano dai vassoi. Mi viene anche comunicato che il transfer per l’aeroporto partirà alle 21.
Poco più di un’ora e con uno scassatissimo minivan si torna allo scalo. Fuori dal terminal l’aria è surreale. Venticello fresco, pochi passeggeri, carosello stranamente ordinato di auto e un silenzio davvero irreale. Da fuori il T2 sembra anche moderno e ordinato.

Non ho capito se questo si riferisce a lavori già fatti o in corso. No, perché nel caso avrei qualcosa da dire sul risultato...

Per accedere si passano due filtri. Uno all’esterno in prossimità dei parcheggi, dove ti chiedono documenti e titolo di viaggio. Il secndo è all’ingresso dove viene fatto un controllo sui bagagli del tutto identico a quello dei filtri alle partenze. Così si presentano i banchi check in di Ethiopian

Partenze notturne, incluso il mio per MXP via FCO.

Questa volta sarà un 777-300 a portarmi a casa. Scatto veloce prima che venga preso d'assalto da passeggeri in transito da amene località balneari (tutti invariabilmente color biscotto)

Rispetto al 787 gli interni cambiano di pochissimo. Stessi sedili in stoffa, stesso IFE, stessa usura.

Del volo c'è poco da raccontare, anche perché lo passerò dormendo per la maggior parte. Scalo tecnico a FCO, dove l'aereo di svuota per un buon 3/4, e ripartenza dopo un'ora e mezza per Milano. Arriviamo a MXP alle prime luci dell'alba

Ultimi scatti del triplo dai remoti prima della corsa al controllo passaporti, MXP Express e... ufficio! Lasciatemi dire che è proprio così che i veri appassionati passano i loro week end!




Fine.