[TR] LIN-CDG-MXP: L’aspirapolvere francese


flyLILB

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Disclaimer: Le destinazioni esotiche e i vettori rari sono sull’altro TR. Giusto per non rubare clic a chi merita più di me.

Quando Aviazione Civile non era ancora Aviazione Civile, o forse quando alcuni suoi padri fondatori compivano i primi esperimenti di terapia del dolore applicata all’aviazione commerciale [i pionieristici studi sulla capacità delle destinazioni da MXP, ndr] io conducevo il mio business di contractor mercenario su Parigi (come dice il parigino imbruttito), frequentavo i peggiori bar di Montmartre come faceva la buonanima di Henri de Toulouse-Lautrec, e soprattutto facevo il pendolare settimanale aviotrasportato su Milano (come dice il milanese imbruttito). Questa insana abitudine si trascinò per anni, pressoché tutte le sante domeniche sera in direzione nord e tutti i santi venerdì sera in direzione sud, per la gioia di AZ che mi ha spillato a botta (e in Y) cifre da escort high-end, per la gioia della buonanima di VE [Volareweb] che nonostante i miei cospicui regalini a tre cifre più decimali non ho potuto salvare dall’estinzione, e dando qualche piccola soddisfazione a U2 ma a quel punto la crisi cominciò a mordere anche in riva alla Senna. [Niente FR nella mia agendina – BVA decisamente fuori target, in senso logistico – né VY in quanto io in seguito cambiai base.] Negli anni della mia condizione di expat che non si capiva se fossi più di qua o di là, ho accumulato appunti che, quando li riordinai, mi uscì una raccolta di duecentoepassa pagine che non so come diavolo faccia la gente a pescarla tuttora dall’Oceano del Kindle Store e a comprarla [e pensare che le storie dei peggiori bar di Montmartre non sono su quella raccolta!] ma questo è un forum di aviazione e non di letteratura creativa.

Il contesto di questo TR è il solito di tutti i miei precedenti, ossia il project manager di turno che sbuca fuori il venerdì nella videocall in Mondovisione con un Allora lunedì vieni su, neh? [chiedermelo prima della videocall no, neh?], tu che ovviamente devi rispondere davanti a tutti che no, non hai problemi a salire a Parigi dalla sera alla mattina perchè 1) grazie al Cielo la festa di compleanno che ti hanno organizzato con tre mesi di anticipo [Un’offerta che non potevi rifiutare, cit.] è la settimana dopo, 2) la tua vita da contractor mercenario è, come diceva quella canzone, Comme un bateau qui trouve son équilibre entre les vagues et le chaos e tu questa vita la fai da vent’anni e non ti dovrebbe più fare né caldo né freddo… ma evitiamo di cristonare contro i clienti perchè essi, oltre a finanziarci indirettamente le feste di compleanno che non si possono rifiutare, alle volte ci danno l’opportunità di fare della letteratura creativa di viaggio.

Con buona pace dei membri dello sparkling club e dei lettori appassionati dei reportages dal buco del c**o del mondo – tra i quali (lettori) peraltro mi ci metto anch’io – la mia produzione continua a limitarsi a destinazioni indubbiamente noiose, con aviogetti standard, e soprattutto in barbon class. Come noto, la rotta MIL-PAR rappresenta uno dei principali condotti di aspirazione dei pax milanesi, ma noi ci limiteremo al point-to-point. La nostra scelta cade su AF – da cui il titolo del report, l’aspirapolvere francese appunto – in quanto, a parità di servizi (trasporto da A a B, bagaglio in stiva e riservazione del posto) e con operativi simili, U2 mi sarebbe costata circa il venticinque per cento in più. [Oltre al trenino per MXP 2.] Il low-cost quindi non è detto che sia sempre the lowest, specie se lo prendi il giorno prima di partire. La rotta la conosce il 95% dei forumisti quindi sarebbe superfluo mettere la cartina di gcmap.com, ma la mia residenza virtuale mi ha reso un po’ crucco e voglio strutturare comme il faut i miei report.



Lasciamo l’ufficio situato in una delle zone sparkling di Milano – quella che Pensavo fosse La Défense invece era un calesse – riconsegnando il badge alla graziosa signorina con i caratteri runici tatuati sui polsi e trasciniamo il nostro carrellino per il metro’ e per il bus fino ad arrivare all’aeroporto più amato dai milanesi.

Con una temperatura superiore al punto di ebollizione della ghisa, col cavolo che vi facevo una foto dell’esterno di LIN.

Come noto, l’area pubblica del City Airport ha ricoperto i toni del giallo Simpson con l’Eurowhite is the new black. Tuttavia in area sterile la riforma non si è ancora compiuta.



Se escludiamo Diletta Leotta, il Tagesplan non dà molti stimoli per passare la serata qua dentro.



Lo prova la classica panoramica del parterre.



Ciao, topolina. La tua cuginona [quella del TR su GVA del marzo 2016, ndr] è una vita che non la vedo e mi manca molto.



Ma che, è ancora in giro?!?



La piazzista di Amex – come il suo sodale, che sta dietro di lei – non tampina gli orsi e si dedica al superc***eggio MacBook, grazie al Cielo.



Se Starbucks crede che gli hub siano roba sua, dovrà passare sul mio cadavere.



Un aliscafo passa in rassegna i barbons e ci mostra il c**o.



Questo invece non so se chiamarlo aliscafo o piroscafo.



La topolina di prima decolla e mi precederà a CDG. Küsse.



E libera il nostro # [cancelletto].



All’A21 c’è invece l’aspirapolvere tedesco, modello A320 sharklets. Se non sbaglio, la gobba dovrebbe fungere da antenna satellitare a supporto dell’IFE.



Mentre il nostro aspirapolvere francese arriva in ritardo sulla tabella di marcia, come ogni signorina che si rispetti.

Mon., Aug. 6th, 2018
LIN-CDG
Flight: AF1313
Class: Y
Seat: 35F
Eqp: Airbus A321-212
Reg: F-GTAD
Scheduled: 2040-2210
Block to Block: 2055-2230
In Air: 2112-2222



Trenta secondi dopo, la scena è questa. La paura che l’aspirapolvere tiri su tutti tranne loro è dura da vincere. Avrebbero meritato il pubblico ludibrio, ma mi sono preso lo stesso la briga di oscurare le facce perchè Come sono umano io…



Le mie paure invece sono ben altre (e molto più stupide), per cui attendo che la signorina del # mi chiami per nome prima di accostarmi a lei.

L’aereo è pieno – a parte qualche spazio vuoto nelle file più avanzate di Y – e l’imbarco è di una lentezza estenuante. Nella lunga attesa all’interno del tentacolo, scorgiamo da una posizione immonda l’ibrido Air Italy in livrea Meridiana.



Dalla nostra seggiola, a fianco di un nativo delle colonie francesi che a fine volo discuterà animatamente con un compare di notifiche di attività lucrativa, permessi di dimora e misure di accompagnamento alla libera circolazione [o meglio, gli escamotages per aggirarle] scorgiamo il tanto desiderato ampliamento del terminal, familiare al 95% dei forumisti.



Se solo avessero spento le luci in cabina, mi sarebbero uscite delle foto da cristiani di là fuori, per cui siamo costretti a limitarci alle sigle standard dei TR di Aviazione Civile.

PT– Pitch Test: Ora che la signorina conosciuta a Mendrisio mi ha procurato una borsa più piccola e leggera per il laptop, lo spazio tra le gambe ne ha guadagnato in umanità.



SF – Safety First: Per i feticisti del genere, comunque nulla di nuovo.





USB – La presa per caricare gli iPhone e continuare a superc***eggiare senza patemi è annegata nel bracciolo.



Questi onestamente mi ricordano i tovaglioli della Festa dell’Unità, release 2.0.



Per i feticisti del genere, pagine scelte dalla rivista di bordo. Scopro che il Mulino Rosso non è l’hotel di Imola nel quale stazionai parecchi anni fa.



Per i feticisti delle bocchette, sebbene l’articolo non sia vintage.



Quel che passa il convento. Sull’arancia rossa ci ho messo una pietra sopra da mo’ – ché poi, AF non l’ha mai avuta – ma il paninetto con formaggio di capra, noci e fichi – perdonatemi – è da Tribunale Penale Internazionale.



Ma grazie al Cielo la discesa è appena iniziata, l’aspirapolvere ci terrà in aria per due mezze ore in tutto, più un bonus di una decina di minuti. Per gli amanti delle formule complicate, il rate al minuto è poco più di un franco svizzero al cambio attuale. Roba da far venire gli occhi lucidi ai profeti della spesa al discount.

Questa sera siamo molto fortunati perchè atterreremo sulla 09L – ossia sorvoleremo il centro di Parigi a distanza ravvicinata, non per niente ho scelto il posto di destra – ma in cabina lo staff continua a tenere accese le luci. Questo è il meno peggio che ho potuto scattare.



Una vista immonda di LBG, per il motivo di cui sopra.



Come era doveroso aspettarsi, quassù non gli è ancora passata da quando hanno vinto i Mondiali. Il Camembert – il terminal 1, chiamato così per la sua caratteristica forma – è ancora vestito a festa.



La nostra destinazione è comunque il “solito” 2F, che il 95% dei forumisti ben conosce e che raggiungiamo dopo un taxeggio di una decina di minuti. Pensavo peggio, vista la distanza dalla pista.

Lo sbarco è estenuante tanto quanto l’imbarco. Nel frattempo scrutiamo le risorse dello handler che scaricano i container con dentro il mio carrellino.



Dopo aver lasciato scendere tutti, ci appostiamo per immortalare la cabina completamente vuota, ma…



Ah ecco, solo adesso vi siete decisi a spegnere la luce?!?

Con la torcia del telefono aiutiamo la sciura AV un po’ in carne [purtroppo la biondina carina è rimasta nel galley in fondo col suo compare] ad assicurarsi che non si siano annidati dei sans-papier nelle file di sua competenza – l’area tra 2L/2R e 3L/3R – e dopo reciproci ringraziamenti andiamo a riveder le stelle e ci congediamo dall’aspirapolvere francese coi tre bacini d’ordinanza.



L’area ritiro bagagli del 2F, anch’essa conosciuta dal 95% dei forumisti. La app di AF – io sono un contractor un po’ all’antica e sono ancora legato alla carta e alle mail, ma al ritorno mi propongo di sfruttare maggiormente queste nuove diavolerie – mi ha indicato fin dall’atterraggio quale tapis roulant dovrò raggiungere, ma a LIN mi ha mostrato il gate d’imbarco con parecchio ritardo. I tempi di consegna sono degni della Malpensa dei tempi d’oro [ops, della valigia rossa].



Il taxi che in cambio di cinquanta euri ci riporterà, dopo otto anni di assenza, all’hotel di Paris XI a due passi dalla (fu) redazione di Charlie Hebdo è condotto da una gentile e loquace Mamy.
La hall dell’hotel in cui passai alcuni anni della mia vita è cambiata radicalmente – un layout finto bucolico onestamente un po’ così – mentre la stanzetta, ristrutturata ai tempi della mia precedente permanenza, non è cambiata per niente. Grazie al Cielo l’aria condita funziona, perchè anche qua siamo al punto di ebollizione della ghisa. Bonne nuit.
 
TR molto simpatico e ben fatto! Ho apprezzato il tuo "Disclaimer", anche se qua nessuno merita di più o di meno di altri, :D :D Ottimo lavoro comunque
 
Ciao, topolina. La tua cuginona [quella del TR su GVA del marzo 2016, ndr] è una vita che non la vedo e mi manca molto.

Il giorno dopo essere stata evocata, la cuginona è riapparsa improvvisamente contro ogni previsione, per poi volatilizzarsi pochi giorni dopo. Effetti collaterali della riallocazione dei numeri obsoleti, che in ogni caso non sono rilevanti ai fini del nostro racconto. Andiamo avanti – o meglio, torniamo indietro, a casa.

Se negli anni della mia quasi-residenza a Parigi – ho vissuto la fine politica di Chirac e gran parte dell’occupazione di Carla Bruni all’Eliseo – mi sentivo molto a mio agio, rivedere in questi giorni la città mi ha per così dire annoiato. Non me ne voglia chi adora il luogo, perchè so bene cosa vuol dire. Forse influenzato dai media locali (francesi) degli ultimi anni, mi aspettavo una Parigi decisamente peggiorata [più… ehmmm… “meticcia” di quanto già non fosse] ma la realtà è che non è né meglio né peggio di come l’avevo lasciata. Il puzzo caratteristico del metro’ (dovuto a batteri sconosciuti alla scienza, così disse qualcuno) è sempre lo stesso, nonostante la linea 1 sia da mo’ a guida autonoma e la linea 5 abbia finalmente l’aria condita. [Più in generale, sta finalmente prendendo piede l’uso del condizionatore, anche se non in maniera estensiva.] Se l’idea di mangiare in un bistrot a un tavolino da 40x40 cm (su cui normalmente ci mangiano in quattro) un tempo la trovavo da folclore parigino, oggi invece la trovo terribilmente scomoda, specie se a trenta centimetri da te mangiano altre sei persone che magari fossero Carla Bruni, Naomi Campbell e Cindy Crawford. [E grazie al Cielo nei bistrot è vietato fumare da dieci anni.] La novità (va bene, ce l’hanno da qualche anno) che onestamente trovo pericolosissima – per i pedoni soprattutto – è l’autorizzazione alle biciclette di pedalare contromano nelle vie a senso unico, quando si attraversa infatti non ci si può sempre ricordare di guardare da entrambe le parti se le macchine vanno soltanto da una parte. Ma quello che mi ruga di più è che ora il polacco di Place Barrès, il ristorante-cripta a due passi dalla Concorde, è chiuso e a questo punto l’unico modo per farmi uno żurek è farmelo cucinare dalla mia amica di Breslavia con le sue manine sante. [Ché la signorina sono quattro anni che non aspetta altro.] Il punto è che, dopo questi anni, sono io ad essere cambiato, e non Parigi. Sto invecchiando, sto diventando sempre più burbero e intollerante, esagero i difetti e non do la giusta importanza ai pregi delle cose. E poi mettiamoci pure il caldo bestia, che non mi ha certo messo dell’umore giusto per trovare nuove fonti di ispirazione. Qualcosa mi dice che tornerò a breve quassù, ma mi auguro le temperature siano meno disumane.

Dopo circa un’ora di viaggio senza intoppi fra metro’ e trenino [lanciamo uno sguardo di commiserazione a quelli che si lamentano dei tempi di percorrenza e del numero di fermate del Malpensa Express] giungiamo finalmente al 2F di CDG. Il rate standard del viaggio è dieci euri e trenta, ma se le polveri sottili fossero perdurate ancora un paio di giorni, avrei beneficiato del cosiddetto forfait pollution ossia un biglietto giornaliero da tre euri e ottanta col quale avrei percorso in lungo e in largo l’intera rete dei mezzi pubblici dell’Île de France. Al di là dell’effetto dell’iniziativa sulle finanze pubbliche, nei giorni scorsi ne ho fatto uso e l’ho trovato molto utile.

L’iconico Tagesplan del 2F. Il # del mio volo mi era stato notificato con largo anticipo dall’app di AF. Almeno con gli aeroporti domestici funziona.



La procedura Air France di rilascio bagagli è ora automatizzata, ma la maggior parte dei pax non si trova a suo agio e giocoforza provoca code che si potrebbero evitare. Mi spiace, ma la componente umana è ancora necessaria e ne serve più di quanto i tagliatori di teste abbiano tagliato. Il mio consiglio, se avete bagagli registrati, è di utilizzare la prima macchinetta libera del check-in che trovate – chissenefrega se è quella appena fuori della fermata del RER – stampare carta d’imbarco ed etichetta bagaglio e recarsi nell’area check-in propriamente detta. Così almeno una coda ve la risparmiate. Lo staff vi farà fare (seconda) coda per i banchetti del drop-off, dove ora c’è solo il relativo nastro trasportatore e un touchscreen che vi impartirà le istruzioni per lasciare il vostro carrellino. Poi si va come d’abitudine a farsi irraggiare, pour votre sécurité.

Un paio di panoramiche dell’area imbarchi, che il 95% dei forumisti già conosce.



Sulla sinistra, il nostro #. Con l’imbrunire, l’affluenza aumenterà sensibilmente.



Non sparate sul pianista – che tra l’altro è un piacere ascoltare. L’idea dei pianoforti libre service è seguita anche dalle più importanti stazioni ferroviarie della Svizzera, con le colpevoli esclusioni di Mendrisio e Schwerzenbach.



Surrounding Victoria’s Secret.



CDG ci ha messo parecchi anni per diventarlo, ma ora può considerarsi a buon diritto uno hub.



Quando ho chiesto ai francesi come si leggesse il nome della sezione low-cost di AF, ho avuto sette risposte tutte diverse. Allora non sono l’unico rinc******ito.



Il nostro aspirapolvere è arrivato con oltre un quarto d’ora di ritardo sulla tabella di marcia.



E invece no, non è il nostro. Il tentacolo del # F51 è biforcuto e ci toccherà l’aviogetto di destra, che era nascosto alla nostra vista.

Thu., Aug. 9th, 2018
CDG-MXP
Flight: AF1630
Class: Y
Seat: 29A
Eqp: Airbus A320-214
Reg: F-HEPE
Scheduled: 2100-2230
Block to Block: 2125-2255
In Air: 2137-2247



La signorina si sta ravviando i capelli per il suo ennesimo selfie. Le sue scarpe le distribuisce il cliente che ho lasciato qualche ora fa, a un rate immondo. Almeno fossero delle Louboutin, ma con la salopette di jeans il tacco 12 con la zeppa sarebbe stato imbarazzante.



[Qualcosa mi dice che ha anche le Louboutin.]

La nostra si installerà al 10D dopo alcune decine di ulteriori selfie. Mentre noi avremo la penultima fila completamente sgombra, magno cum gaudio.

Il personale di cabina questa volta spegne le luci.



Aviogetti sul viale del tramonto.





Ci allineiamo alla 27R, di nuovo quella che dà sul terminal 1, perchè le “solite” 08/26 sono chiuse fino all’autunno a causa di un cantiere ferroviario, che sarà per il gerente aeroportuale anche l’occasione per effettuare ulteriori lavori più propriamente aviatori, tipo la sostituzione dell’ILS.



E abbandoniamo Parigi con il Camembert ancora vestito a festa. Il 2022 non è dietro l’angolo, orcapuzzola.



I controllori del traffico mi hanno giocato un brutto scherzo. Di solito quando si decolla verso ovest si vira verso sud passando in rassegna i luoghi più importanti della Ville Lumière, invece stavolta si va dall’altra parte. Facciamo appena in tempo a catturare un panorama.



Ancora il viale del tramonto.



Lasciamo perdere la checklist del buon tripreportista perchè, a parte l’aereo più piccolo, è tutto uguale a tre giorni fa e ci limitiamo al convento. Carne secca [perchè oltreramina non possono chiamarla bresaola], senape e sedano, non siamo ai livelli di tribunale penale come all’andata, però almeno un giorno in pretura questo sandwich meriterebbe di farselo.



La rotta non sarà la “solita” Digione / Ginevra / Torino e atterraggio, ma si farà il giro largo dalla Svizzera interna e si farà inversione verso destra poco a sud di Milano. Ma tanto là sotto è buio e nel frattempo in cabina hanno riacceso le luci.

Eccole qua, le luci scintillanti di MXP immondamente riprese.





Alle undici della sera, il personale disposto ad accostare il tentacolo all’aviogetto si fa attendere, e io comincio a dare segni di cedimento. Fra attesa per disimbarcare e per recuperare il carrellino, si farà mezzanotte meno un quarto. La valigia rossa di MXP è viva e lotta insieme a noi (cit.).

Nel frattempo, verifichiamo da buon umarèll il cantiere dell’area ritiro bagagli, i cui colori vivaci fanno tanto foresta pluviale.



Ultima chiamata per Mendrisio. Quando il trenino arriverà a destinazione, il bar sarà chiuso e i pax saranno costretti a ripiegare su Lugano, che personalmente preferisco.



Chiudiamo qui, va’, ché già abbiamo fatto abbastanza danni. Bonne nuit.



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Previously on AC:

2016/11: LIN-AMS-PVG-CDG-LIN without OT

2016/05: ZRH-IST-TZX + OT Postcards from Trabzon

2016/03: LUG-GVA + OT Les Demoiselles de Genève

2014/09 + 2014/12: MXP-IST/SAW-ADB + OT Postcards from Izmir

2013/09 + 2013/11: LIN-AMS-DTW + DTW-LGA + DTW-CDG-LIN + OT Biella & Pistone + OT Postcards from NYC

2012/10: LIN-MAD-AGP + OT Paletta & Secchiello
 
Ultima modifica:
E' sempre un gran piacere leggere i tuoi TR, soprattutto per le originali didascalie a corredo delle foto!

Grazie!
 
Quoto carloz.
Sempre piacevoli, divertenti da leggere e raccontati con uno stile narrativo che mai annoia.
 
La classica domandona appena arrivi a MXP: ma è un'installazione tratta dal MaGa, oppure stanno davvero lavorando per rifare i controsoffitti?
 
Ma è evidente, è un'installazione direttamente ispirata ai quadri di Rousseau il Doganiere, quello che dipingeva le scene della giungla.

Grazie a tutti per aver letto. Se riesco, nei prossimi giorni preparo una roba sbracata uguale qua da MUC e poi torno a nascondermi. Notte Ciao
 
Clap clap, come rendere molto piacevole un TR di corto raggio!
Aspettiamo i prossimi ;)
 
Grazie mille per il contributo! Il pendolarismo avionico, per me, è la morte civile. Hasta la maleta roja siempre!!!
 
Per come scrivi, pure un lin mxp con l'airpullman sarebbe una figata pazzesca.