
Premessa
Tutto ciò non doveva essere un TR, dunque le di rito dello snack a bordo o di quanta Coca-Cola mettono nel bicchiere potrebbero mancare, la qualità delle stesse è mediamente pessima ed è il mio primo TR, dunque abbiate pietà
24 anni non capitano molte volte nella vita, un Erasmus in culo al mondo neppure, tantomeno avere una voglia matta di viaggiare e non avere il tempo di farlo.
Tutto inizia a Maggio 2015.
Era una giornata come tante altre, ergo dalle 7:30 in reparto e una temperatura avvertita di 26°; mi chiamano dall’ufficio Erasmus di Genova con una mail intimidatoria che cita “La invitamo a recarsi in ufficio Erasmus oggi, alle ore 12:30, per comunicazione URGENTE in merito alla sua domanda”.
Sei in reparto, con una paziente tossicodipendente che ti chiede la 4 sigaretta della giornata, e sono le 8:15 di mattina, e tiri un sospiro di sollievo pensando che, dopo 6 settimane di ritardo, sono finalmente uscite le graduatorie Erasmus. Apri whatsapp, sfogli 250 diversi gruppi inutili, zittiti fino a Settembre 2017, trovi quello giusto e comunichi la (presunta) buona nuova.
Nessuno ti caga, alcuni ti dicono che nessun altro l’ha ricevuta, uno dice di averla appena.
Iniziano i dubbi.
Torni in reparto, sudando come un cane perché al San Martino piace risparmiare sul climatizzatore a Maggio, anche se ci sono frotte di tue compagne, che postano culi al sole e che ti ricordino che anche al mare stanno à fa la schiuma, trovi una tua collega che ti chiede della mail. Menomale, siamo in tre, ma cosa ci lega?
Abbiamo mete diverse, abbiamo dato risposte diverse (io ho puntato a Riga anche per altre ragioni) e abbiamo fatto prove di lingua diverse; io inglese, francese e tedesco copiato spudoratamente dalla ragazza madrelingua, mai cagata in vita mia e di cui mi sono dimenticato il nome 5 secondi dopo averla salutata.
Gli altri? Pure
“Eccallà che t’hanno beccato. Non sei mai riuscito a copiare in vita tua, persino all’asilo ti beccavano, figurati all’università.
Ora ti becchi un falso in atto pubblico e scappi in Sud America con un biglietto di sola andata, perché se ti becca tua madre, ti apre come un cocomero”.
Sudi, continui a sudare, fantasticando di macchine della Polizia pronte ad arrestarti.
Arriva l’ora.
Scappo dal reparto, arrivo in un ufficio erasmus discretamente vuoto (e senza Pantere) e vado dalla segretaria, sempre scazzata, qualunque sia la congiunzione astrale, che mi dice che andrò ad Anversa.
Si perché copiare ho copiato, ma ho copiato male, perché ho cannato quei due punti che mandano quella mia collega odiosa come poche, media del 30 e lode, con sessioni esami finite a luglio, a Riga, mentre io me ne vado ad Anversa.
Ma mentre una sfuggente domanda si palesa nella mia mente(“Ma dove diavolo è Anversa?”), siamo già a settembre ed è tempo di partire.
Il mio itinerario prevederà:
LIN-BRU-*-BRU-FCO-LIN-BRU-*-FCO-GOA-FCO-BRU-*-LIN-BRU-LIN*
Cosa sono gli asterischi? Gli itinerari non previsti, perché io di stare ad Anversa, non ne avrò proprio voglia (e giustamente).
Dunque, il mio itinerario reale prevederà:
LIN-BRU-(LIN-BRU-AMS-MAD-LPA-MAD-AMS-LIN-BRU-AMS)-BRU-FCO-LIN-BRU-(ANR-PAR)-FCO-GOA-FCO-BRU-(LIN-BRU)-LIN-(GOA-FCO-GOA)LIN-BRU-FCO-GOA
Proprio perché questo Erasmus non inizia molto tranquillamente (vengo miseramente mollato in aeroporto, per messaggio, mentre io sto per partire per un altro paese per 6 mesi e mi sento come i ragazzi mandati nella legione straniera per punizione), questo TR sarà abbastanza movimentato, non sempre dettagliato a livello fotografico (anche perché dopo un po’ che scatti ti parte il “e ma che due coglioni”), ma spero di trasmettervi qualcosa di quello che ho vissuto.
1) LIN-BRU AZ 150 13:00-14:20
POSTO: 3F
LF: 75-80%
AEROMOBILE: E-170 (EI-RDE)
Secondo il calendario è il 16 Settembre, secondo me è il 16 agosto e ho estrema necessità di riprendermi da un esame che mi ha devastato. Invece no, “Settembre andiamo, è tempo di migrare”, e tocca anche a me seguire le rondini (col c***o, loro vanno al caldo, io a gelare).
Ore 6, sveglia in casa FlyKing.
Tua madre è sveglia da sei ore e ha fatto qualunque lavoro possibile in casa per cercare di prendere sonno, in compenso non hai mai visto casa tua tanto perfetta. Armi e bagagli in mano, si arriva in stazione nel ponente ligure.
Io con trolley, cassa da morto nera e zaino, ad aspettare un IC, con cambio a Genova Principe, per Rogoredo, poi taxi fino al siti.
La giornata parte malissimo, con quella bonanima di mia madre piange come una bambina e che, in un impeto di affetto, mi abbraccia, fa cadere lo zaino con il pc dentro, mentre nella mia mente risuonano parole epiche, e con un treno, ovviamente, in ritardo. Che il viaggio di Fantozzi abbia inizio!
Il treno finalmente arriva, saluti, e sali; arrivato quasi a Genova Principe ti arriva un messaggio del tuo migliore amico, solitamente glaciale, che ti fa salire i lacrimoni proprio nel momento in cui stai scaricando il baule e davanti a te hai una vecchina che una folata di vento più forte potrebbe far sbriciolare. Recuperi agilmente, manco so come, l’equilibrio e sbarchi il sarcofago.
Treno fino a Rogoredo unevenftull, se non per la piacevole chiacchierata con una coppia di coniugi americani, lei di origini italiane, di ritorno negli States dopo due settimane di girovagare su e giù per lo stivale, per ritrovare i vecchi parenti. All’arrivo a Milano, c’è una coda di 20 persone in coda per i taxi e nessuna macchina in arrivo. La mia carica di positività non termina così in fretta, dunque apro quel costoso affare che ho in tasca e che uso per Facebook, Clash of Clans e Spotify (nell’ordine), come un’illuminazione si palesa l’icona di Uber. Posizione, destinazione, 5 minuti e un Audi A6 nera arriva a prendermi (mentre io continuo a pensare “che figata”).
Mentre sono seduto sul sedile posteriore e iniziano a frecciare le bandiere di Viale Forlanini, mi viene in mente che io avevo un “appuntamento”, ma che non ho controllato a Rogoredo preso dalla fretta. Vabbè, siamo arrivati.
Consegnati i bagagli ai banchi SkyPriority, vuoti, vado fuori a fumare e a cercare la famosa persona, che poco dopo mi scaricherà come anticipato sopra. Incontro una ragazza, a cui cade dalla borsa un pacchetto di sigarette, che le recupero e scambiamo due chiacchiere.

Rientrato e diretto al Fast Track, che ovviamente sbaglierò perché non sono così sparkling da usare soventemente la LIN-FCO, arriva la mazzata da un semplice messaggio su Whatsapp. In compenso in 30 secondi sono airside e vado a cercare la vecchia Manzoni.

In lounge mi concedo un (fai anche quattro) bicchiere di prosecco, mentre ripenso al destro che ho appena ricevuto e tento di leggere la valanga di messaggi di incoraggiamento anche di gente che non vedo dal battesimo (il loro).
Nel frattempo fuori il cielo si è coperto.


Mentre finisco l’ultimo bicchiere di vino, tra le varie chat silenziate fino a data da destinarsi, vedo che Cataplomosifone è pure lui in Lounge a Linate. Mi ricompongo (male, ma ci provo), e facciamo due chiacchiere.
L’imbarco per BRU sarà, ovviamente, ai remoti, ma le priority vengono fatte rispettare, anche se tutte le volte che parte la solfa “Chiameremo prima i passeggeri che volano in Business Class e gli SkyPriority, i Freccia Alata e Freccia Alata Plus, Ulisse, Skyteam Elite ed ElitePlus, Carte Corporate e Corporate Premium, Carte American Express Alitalia Oro e Platino, Carta Lounge, Cartafreccia Oro e Argento, Carta Payback, Carte You&Eni, Carta StarQ8, Carta Hilton Honor, Carte Socio Conad e il numero vincente della tombola” ti cadono le palle.

A bordo vengo accolto da un sorridente capocabina, che conoscerò meglio in seguito, e mi dirigo al mio 3F. L’aereo è tenuto in condizioni indecenti, sui sedili ci sono resti alimentari, una gomma da masticare appiccicata tra Ulisse e Safety Card, bustine per il vomito appallottolate e incastrate in una fenditura sopra la mia testa. Mi piace la cura Etihad!

“Quantomeno partiremo in orario”
Ovviamente no, appena finito di pensarlo, il comandante annuncia che avremo un ritardo di circa 15 minuti causa traffico su Milano. Vabbè.

Tempo di un “vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza”, siamo già in crociera ed è iniziato il servizio.
Premetto che sono un amante del caffè e che se c’è la possibilità di una dose extra di caffeina, non rifiuto mai, dunque vada per surrogato di surrogato di surrogato di caffè e biscotti.
Mai scelta fu meno azzeccata.
Il mio tavolino, in questa piacevole successione di fortune, è, ovviamente, rotto e il bicchiere brandizzato si trasforma in un istante in una colata lavica su di me (e, ovviamente sul passeggero a fianco). Dopo aver assunto qualunque colorazione in volto ed essere stato sommerso di fazzoletti dall’aa/vv, corro in bagno per rimediare al disastro, dove mi accorgo che, casualmente, la macchia ha assunto una forma “fraintendibile”.
Rimediato alla bene e meglio, mi siedo in coda ed aspetto che il servizio sia finito.
Quando il carrello arriva alla mia fila mi accorgo che, nel frattempo il capocabina, che ha terminato il servizio davanti, da una mano al collega per finire il servizio.
Questo signore, di cui ho già parlato bene su questo forum, è, per me, l’emblema di quello a cui tutti gli assistenti di volo dovrebbero aspirare; cortese e disponibile, si è scusato a nome suo e della compagnia per l’accaduto, specificando che appena atterrati segnalato l’accaduto, per poi congediarsi con un “per qualsiasi cosa, non esiti a chiedere”. 10 e Lode, meritati.
Avevo detto che il tempo a Milano era prevalentemente soleggiato? Ecco, a Bruxelles sono 15°, pioggia e vento. Che bella meta.
Sbarco al finger, ringrazio ancora il capocabina, e mi avvio in aeroporto; la struttra è carina, anche se spesso desolata e se la strada per arrivare dal terminal A alla consegna bagagli interminabile. La cosa bella è che, dopo questa bella passeggiata, si arriva ai nastri giusto in tempo per l’uscita del primo bagaglio. L’Apple Watch nel frattempo mi dice che ho raggiunto il traguardo di oggi.
“Ma quanto diavolo è lungo questo Terminal?”
Come avrò modo di vedere più volte, l’etichetta Priority è la cosa più inutile inventata dopo il Tamagotchi, e trolley e rimorchio arrivano tra le ultime.
In ascensore incontro nuovamente la bella ragazza del pacchetto di sigarette di Linate, anche lei in Erasmus, ma, ovviamente, va a Ghent. Ovviamente.
Da Bruxelles Aeroporto ci sono treni per Anversa ogni 30 minuti, sono solitamente molto puntali anche se vecchiotti, ma il servizio è veramente ineccepibile, come avrò modo di notare in seguito.

Mentre tento di fare un sunto di tutto quello che è accaduto in mezza giornata e focalizzare che starò in questo posto 6 mesi, arrivo in una uggiosa e cupa Anversa.

Qualche scorcio di città






I parchi

La Cattedrale


L'Università


Il mio potente mezzo di trasporto

Strane abitudini locali 1 (fuori pioveva e c'erano 3 gradi)

Strane abitudini locali 2

Strane abitudini locali 3

4 mesi e mezzo dopo, Anversa è ancora uggiosa e cupa, e questo è il mio ultimo giorno in Erasmus.
[Continua]
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