[TR] Il mio addio a Tempelhof (1923-2008): in volo su un DC-3 "Rosinenbomber"
"Fatti, non pugnette!" - annunciava fiero Palmiro Cangini, assessore alle Attività Varie ed Eventuali del comune di Roncofritto (roba di Zelighiana memoria). Come lui, non sono uno al quale piace perdersi in chiacchiere. Poco più di un mese fa - appena rientrato da un volo in Germania sul JU-52 di Lufthansa - ho espresso il mio rammarico per non aver potuto fare il volo dall'aeroporto di Berlino Tempelhof, mitico aeroporto berlinese che chiuderà al traffico aereo il prossimo 31 ottobre. Ma ecco scattare quel genio di I-DAVE (thanks!) che mi segnala l'esistenza di un DC-3 sospetto a Berlino.
Nasce così l'Atto II del mio 2008 nostalgico. Prenoto un posto per il 21 settembre sul sito http://www.air-service-berlin.de e organizzo il viaggio: PSA-SXF (U2); TXL-FLR (IG). In due giorni, mi becco tutti e tre gli aeroporti di Berlino.
Per chi non lo sapesse, prima di darmi a una carriera nel mondo dell'internet advertising, ho fatto un dottorato di ricerca in storia specializzandomi in storia della guerra fredda. E Tempelhof fu il primo aeroporto che gli alleati utilizzarono durante la prima grande crisi della guerra fredda: il blocco di Berlino. I sovietici bloccarono gli accessi stradali e ferroviari a Berlino Ovest per costringere quella parte di città, controllata dagli alleati, a farsi rifornire dai sovietici. Gli alleati (principalmente USA e UK, i francesi all'inizio non ne volevano sapere) misero su un ponte aereo a suon di DC-3, C-54, idrovolanti e qualsiasi altra cosa avesse le ali per rifornire Berlino Ovest dalla Germania Ovest. Tempelhof sostenne il maggior carico, soprattutto nei primi mesi, prima che i francesi costruissero Tegel.
Un pilota americano, Gail Halvorsen, prese l'abitudine di lanciare dal finestrino del proprio aereo in avvicinamento a Tempelhof dei piccoli paracadute artigianali con appese caramelle per i bambini. Altri piloti lo imitarono e ben presto, attorno all'aeroporto, presero a riunirsi bambini da tutta Berlino Ovest.
(foto da Prolog-Berlin.com)
Alla fine fu il comando americano a decidere di ufficializzare la pratica dei "Candy Bomber", o "Rosinenbomber" per i tedeschi, organizzando un rifornimento sistematico di caramelle (e paracadute) direttamente dall'America e impegnando tutti gli equipaggi nelle operazioni di lancio. Bei tempi quando gli americani sapevano combattere (e vincere alla grande) le guerre culturali...
La giornata inizia con l'arrivo alla fermata della metropolitana in Piazza del Ponte Aereo...
Davanti all'aeroporto di Tempelhof.
Per me è stata un'emozione incredibile varcare la soglia dell'aeroporto.
L'organizzazione del volo è piuttosto turistica. Ho trovato meno appassionati/malati di aviazione rispetto a quando ho volato sul JU-52 di Lufthansa. Qua molti (tutti tedeschi, comunque) sono venuti a passare una mattinata diversa.
Il check-in presenta un rischio terribile: il DC-3 ha file da tre posti: un passeggero su tre non avrà un posto al finestrino. Incrocio le dita e ottengo il 7A. Pericolo scampato.
Dopo il check-in si viene indirizzati verso lo "Officer's Lounge", uno spazio dove viene offerta la colazione e dove si viene parcheggiati per quasi un'ora.
Niente di entusiasmante, ma ci sono un po' di foto interessanti in esposizione.
Tutti si concentrano sul mangiare e mi è sembrato di essere l'unico con lo sguardo fisso verso il piazzale alla ricerca del DC-3 protagonista della giornata. Finalmente, nell'indifferenza generale, lo vedo in lontananza trainato fuori dal proprio hangar (era il primo volo della giornata). In lontananza si vede posteggiato un altro old-timer, probabilmente un C-54.
La luce non è favorevole: è una di quelle giornate molto luminose, con una pessima saturazione dei colori, e la posizione del sole a quell'ora della mattina impone foto in controluce.
Dopo una certa attesa veniamo tutti rinchiusi in una piccola sala dove viene proiettato un video - tutto rigorosamente in tedesco - sul ponte aereo, con la nostra assistente di volo che ogni tanto si mette a fare commenti come se fosse una guida turistica a Disneyland.
Dopo più di 30 minuti, finalmente, inizia la festa. Il copilota del volo viene a presentarsi e ci scorta, assieme alla hostess, fino ai controlli di sicurezza e poi all'aereo.
Questo è il gate
Gli spazi sono tutti piuttosto angusti in questo aeroporto che mostra tutta la propria età con un fascino d'altri tempi.
Raggiungiamo l'aereo
E veniamo subito fatti accomodare
Messa in moto e via verso la pista.
Due video del decollo:


Runway heading per qualche minuto. Una serie di foto
Virata di 180°, queste ciminiere sembrano vicinissime.
E passiamo accanto all'aeroporto
Poi ci dirigiamo verso Ovest.
Poi altra virata di 180° per rientrare.
In avvicinamento verso l'aeroporto.
I flap scendono da "sotto" l'ala:
La nostra ombra lungo i binari
Corto finale.
Touchdown.
Ci sono alberi nell'aeroporto non distante dalla pista.
Un altro vecchio catorcio in partenza controluce
Arrivati al parcheggio ci danno qualche minuto per gironzolare attorno all'aereo e scattare qualche foto:
Hamilton Standard...
...e una macchia d'olio che rende più credibile il motore, altrimenti lindo come fosse nuovo di fabbrica e non fosse montato su un aereo del 1938.
Altre foto:
Si torna al terminal dopo aver ricevuto dei turisticissimi certificati firmati dal comandante del "Rosinenbomber".
Nastro riconsegna bagagli nell'area "extra-Schengen", credo pressoché inutilizzata come tale visto che ci siamo passati noi.
Altrimenti i bagagli verrebbero riconsegnati qua, nel salone centrale.
Sempre nel salone è stato ricavato anche uno spazio espositivo dove viene illustrato il futuro dell'attuale superficie aeroportuale. A quanto pare c'è molta gente che non approva la chiusura:
"(Ness)Una chance per Berlino":
"Una vergogna per Berlino":
"Lasciate l'aeroporto com'è, idioti!"
Saluto (per sempre) l'aeroporto di Tempelhof e mi dirigo verso Tegel - destinato anche quello a chiudere quando Schoenefel diverrà Berlin Brandeburg International.
Due casi "mongoloidi" fianco a fianco.
Il banco AZ ha un orario ridottissimo:
E' finita. Il volo di rientro è perfetto. La chiusura di THF è amara ma, francamente, inevitabile: l'aeroporto è praticamente inutile nel mondo di oggi. E credo che sarà valorizzato bene come parco/museo/spazio espositivo. Quanto al DC-3, continuerà a volare da Schoenefeld dal 1 novembre: non sarà la stessa cosa, ma è sempre una bella esperienza - come aereo è veramente una libidine.
"Fatti, non pugnette!" - annunciava fiero Palmiro Cangini, assessore alle Attività Varie ed Eventuali del comune di Roncofritto (roba di Zelighiana memoria). Come lui, non sono uno al quale piace perdersi in chiacchiere. Poco più di un mese fa - appena rientrato da un volo in Germania sul JU-52 di Lufthansa - ho espresso il mio rammarico per non aver potuto fare il volo dall'aeroporto di Berlino Tempelhof, mitico aeroporto berlinese che chiuderà al traffico aereo il prossimo 31 ottobre. Ma ecco scattare quel genio di I-DAVE (thanks!) che mi segnala l'esistenza di un DC-3 sospetto a Berlino.
Nasce così l'Atto II del mio 2008 nostalgico. Prenoto un posto per il 21 settembre sul sito http://www.air-service-berlin.de e organizzo il viaggio: PSA-SXF (U2); TXL-FLR (IG). In due giorni, mi becco tutti e tre gli aeroporti di Berlino.
Per chi non lo sapesse, prima di darmi a una carriera nel mondo dell'internet advertising, ho fatto un dottorato di ricerca in storia specializzandomi in storia della guerra fredda. E Tempelhof fu il primo aeroporto che gli alleati utilizzarono durante la prima grande crisi della guerra fredda: il blocco di Berlino. I sovietici bloccarono gli accessi stradali e ferroviari a Berlino Ovest per costringere quella parte di città, controllata dagli alleati, a farsi rifornire dai sovietici. Gli alleati (principalmente USA e UK, i francesi all'inizio non ne volevano sapere) misero su un ponte aereo a suon di DC-3, C-54, idrovolanti e qualsiasi altra cosa avesse le ali per rifornire Berlino Ovest dalla Germania Ovest. Tempelhof sostenne il maggior carico, soprattutto nei primi mesi, prima che i francesi costruissero Tegel.
Un pilota americano, Gail Halvorsen, prese l'abitudine di lanciare dal finestrino del proprio aereo in avvicinamento a Tempelhof dei piccoli paracadute artigianali con appese caramelle per i bambini. Altri piloti lo imitarono e ben presto, attorno all'aeroporto, presero a riunirsi bambini da tutta Berlino Ovest.

(foto da Prolog-Berlin.com)
Alla fine fu il comando americano a decidere di ufficializzare la pratica dei "Candy Bomber", o "Rosinenbomber" per i tedeschi, organizzando un rifornimento sistematico di caramelle (e paracadute) direttamente dall'America e impegnando tutti gli equipaggi nelle operazioni di lancio. Bei tempi quando gli americani sapevano combattere (e vincere alla grande) le guerre culturali...
La giornata inizia con l'arrivo alla fermata della metropolitana in Piazza del Ponte Aereo...

Davanti all'aeroporto di Tempelhof.

Per me è stata un'emozione incredibile varcare la soglia dell'aeroporto.

L'organizzazione del volo è piuttosto turistica. Ho trovato meno appassionati/malati di aviazione rispetto a quando ho volato sul JU-52 di Lufthansa. Qua molti (tutti tedeschi, comunque) sono venuti a passare una mattinata diversa.
Il check-in presenta un rischio terribile: il DC-3 ha file da tre posti: un passeggero su tre non avrà un posto al finestrino. Incrocio le dita e ottengo il 7A. Pericolo scampato.
Dopo il check-in si viene indirizzati verso lo "Officer's Lounge", uno spazio dove viene offerta la colazione e dove si viene parcheggiati per quasi un'ora.

Niente di entusiasmante, ma ci sono un po' di foto interessanti in esposizione.




Tutti si concentrano sul mangiare e mi è sembrato di essere l'unico con lo sguardo fisso verso il piazzale alla ricerca del DC-3 protagonista della giornata. Finalmente, nell'indifferenza generale, lo vedo in lontananza trainato fuori dal proprio hangar (era il primo volo della giornata). In lontananza si vede posteggiato un altro old-timer, probabilmente un C-54.

La luce non è favorevole: è una di quelle giornate molto luminose, con una pessima saturazione dei colori, e la posizione del sole a quell'ora della mattina impone foto in controluce.
Dopo una certa attesa veniamo tutti rinchiusi in una piccola sala dove viene proiettato un video - tutto rigorosamente in tedesco - sul ponte aereo, con la nostra assistente di volo che ogni tanto si mette a fare commenti come se fosse una guida turistica a Disneyland.
Dopo più di 30 minuti, finalmente, inizia la festa. Il copilota del volo viene a presentarsi e ci scorta, assieme alla hostess, fino ai controlli di sicurezza e poi all'aereo.
Questo è il gate

Gli spazi sono tutti piuttosto angusti in questo aeroporto che mostra tutta la propria età con un fascino d'altri tempi.
Raggiungiamo l'aereo

E veniamo subito fatti accomodare


Messa in moto e via verso la pista.

Due video del decollo:


Runway heading per qualche minuto. Una serie di foto




Virata di 180°, queste ciminiere sembrano vicinissime.

E passiamo accanto all'aeroporto


Poi ci dirigiamo verso Ovest.

Poi altra virata di 180° per rientrare.

In avvicinamento verso l'aeroporto.

I flap scendono da "sotto" l'ala:


La nostra ombra lungo i binari

Corto finale.

Touchdown.

Ci sono alberi nell'aeroporto non distante dalla pista.

Un altro vecchio catorcio in partenza controluce


Arrivati al parcheggio ci danno qualche minuto per gironzolare attorno all'aereo e scattare qualche foto:

Hamilton Standard...

...e una macchia d'olio che rende più credibile il motore, altrimenti lindo come fosse nuovo di fabbrica e non fosse montato su un aereo del 1938.

Altre foto:





Si torna al terminal dopo aver ricevuto dei turisticissimi certificati firmati dal comandante del "Rosinenbomber".

Nastro riconsegna bagagli nell'area "extra-Schengen", credo pressoché inutilizzata come tale visto che ci siamo passati noi.

Altrimenti i bagagli verrebbero riconsegnati qua, nel salone centrale.

Sempre nel salone è stato ricavato anche uno spazio espositivo dove viene illustrato il futuro dell'attuale superficie aeroportuale. A quanto pare c'è molta gente che non approva la chiusura:
"(Ness)Una chance per Berlino":

"Una vergogna per Berlino":

"Lasciate l'aeroporto com'è, idioti!"

Saluto (per sempre) l'aeroporto di Tempelhof e mi dirigo verso Tegel - destinato anche quello a chiudere quando Schoenefel diverrà Berlin Brandeburg International.

Due casi "mongoloidi" fianco a fianco.

Il banco AZ ha un orario ridottissimo:

E' finita. Il volo di rientro è perfetto. La chiusura di THF è amara ma, francamente, inevitabile: l'aeroporto è praticamente inutile nel mondo di oggi. E credo che sarà valorizzato bene come parco/museo/spazio espositivo. Quanto al DC-3, continuerà a volare da Schoenefeld dal 1 novembre: non sarà la stessa cosa, ma è sempre una bella esperienza - come aereo è veramente una libidine.
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