Il rientro.
Completiamo il TR con la fase del rientro. La sveglia, dicevo, è alle due di notte. Scendo, e ovviamente il taxi prenotato non c'è. Pazienza, Uber funziona e in un nanosecondo arriva l'Uber Black richiesto (così ci sta la valigia). Il tunnel, mi dice il buon'uomo, è chiuso (lo conferma anche Maps) e quindi rifacciamo la panoramica di ieri, se non di notte. Io mi immagino chissà che cosebbrutte, i palazzi intorno non sembravano proprio raccomandabili, ma a dire il vero sulla strada che porta sopra Medellìn, in questo martedi notte, ci sono soltanto gruppi di giovani coi bong (non i bonghi, i bong) e un macello di coppiette. Se volete andare in camporella a Medellìn, la panoramica per l'aeroporto è il posto che fa per voi.
Ad ogni modo, sbologno il collo come primo della fila
prariority, e nessuno sembra adombrarsi al peso registrato di kg 23.8. C'è giusto il tempo di passare i controlli migratori più idioti del mondo, con un e-gate dove devi presentarti, infilare il tuo passaporto, digitare il numero - solo il numero, non il prefisso - del tuo volo, confermare che sì è quello di Miami, piazzarti all''altezza giusta per la foto (che vuol dire fare una specie di squat, dato che la macchinetta è tarata per Magalli), bestemmiare a denti stretti e poi si è airside dopo un sommario controllo radiogeno. Ah, le istruzioni della macchinetta sono elargite in spagno o, per gli stranieri, cinese. Io vorrei trovare gli ingegneri informatici che hanno pensato questa tr*iata e spedirli a Vorkuta a scavare nel permafrost con un cucchiaino in alluminio leggero.
Airside, però, trovo un negozio con una gigantografia di quello che sembra essere un giovane Gianluca Grignani, e tutto è perdonato.
Prendo anche un panino da Gianluca, e constato che l'aeroporto, alla fin fine, è tutto qua. notare i molteplici schermi che mostrano le pubblicità della Subaru e non, per dirne una, le partenze.
Fuori c'è nebbia. Il convento passa questo COPA panamense in livrea retrò. Ora, permettetemi una
bolemmiga; ve la metto sotto l'aereo di Copa, tra questa foto e quella successiva, così se non ne avete voglia potete saltarla a piè pari.
L'anno scorso, siccome avere già McKinsey e BCG in mezzo alle gonadi non era abbastanza, ci appiopparono la consulenza di leadership chiamata FranklinCovey. Dovemmo andare a fare dei corsi: prima i mammasantissima, poi noi mezzeseghe, e in ultimo i minions. A me, quale onore, offrirono di fare il corso di 'lancio' coi megadirettori cosmici come occasione per fare networking (
c'è tutto il sinior liderscip grùp, è importante, bla bla bla). Comunque, i corsi erano pure utili, eh, e ci davano anche il pranzo. Peccato che mi sia toccato fare
tutti e tre gli eventi, e in tutti e tre l'americano di turno ha iniziato col stramaledetto video che testé vi propongo, pure sottotitolato in polacco.
Alla seconda volta, io ammetto di aver iniziato a provare un certo odio per la musichina, per Rahamfiss Gomes, per la signora col capello alla Farrah Fawcett e i tacchi che corre, e per l'intera Copa Airlines. Comunque, sopravvivo al terzo video e mi dico "bene, non lo vedrò mai più". Se non fosse che faccio un
away day coi miei 'clienti', ossia il team che seguo per un progetto e la brava ragazza che li dirige pensa bene di... far vedere 'sto video. A tradimento.
Vedo Copa e mi viene in mente quella che dice che fanno i barbeque in rampa, quell'altra che corre, il Rahamfiss e non vi dico quanto astio mi viene. Meglio levarsi, và. Ecco il mio MAX, anche se - là dietro - c'è un altro aereo di Copa.
Imbarchiamo in ottimo orario. Anche qui gli scuri sono abbassati. Solito posto corridoio, e al finestrino arriva una coppia colombiana. Stacchiamo mentre guardo un po' cosa dice il foglietto del
uai fai, e la signorina al finestrino alza lo scurino tanto basta per rivelare che a) l'alba è sorta b) piove e c) Copa, che doveva partire mezzora prima di noi, è ancora lì. Vendetta!
Del volo, sinceramente, non ho niente da dire. Tutto chiuso, tutto buio. Mi rendo conto solo ora di quanto sia trasparente la tenda di AA che divide i fighi da noi barboni:
Atterraggio dopo tre ore, e 'mazza se erano lunghe. Devo fare immigrazione, e quindi parte lo sprint più spudorato di tutti. Mi sento come Pogacar al Giro dello scorso anno, ripiglio tutti gli altri passeggeri. Mi fermo giusto a fare due foto lungo la via:
E arrivo a una sala immigrazione non vuota, di più. Non c'è nessuno, sono il primo. Vado dal primo agente che trovo, e becco G.I. Joe. Uniforme tattica, giubbotto antiproiettile, pistola e 4 caricatori alla cintola. Mi viene in mente l'Idolo, quell'Andrea Alongi che -
dignitosamente brillo - riuscì a sbeffeggiare la Municipale in "Un giorno in pretura" e lo parafraso nella mia mente. CBP stampa i passaporti, dai.
Comunque, domande di prammatica, ndovieni, ndovvai, perchenonciail'esta, e mi ridà il passaporto. Manco un buondì o arrivederci. Vabbè. Vado in zona bagagli, aspetto, prendo la sacca, e la ri-check-inno. Eccola qui, col suo bravo TSA Lock.
Faccio transito in uno stanzone senza finestre, temperature africane e i soliti agenti TSA a gridare. Di sicuro la sala d'attesa per il Purgatorio è così, penso. Mi dico che, forse, avrei fatto meglio a fare il transito con Avianca. Non sarà l'ultima volta.
Passati i controlli, decido di mangiare qualcosa qua. Prezzo per 'sto coso e 2 birre, tra l'altro da 0.4? $55 più mancia. A facc ro cazz. Mi chiedo nuovamente perchè sono transitato per gli
iuessei.
Ma almeno MIA è hub.
Altro giro, altro 737 di AA. MIA-ORD. Stavolta mi riesce di fare una foto alla First.
Colto dalla disperazione, decido di chiedere un'acqua frizzante. Mi arriva una al lime, e non è neppure male.
Starebbe benissimo con un gin, ma..
$10 per quella fetenzia dell'Aviation Gin di Ryan Reynolds? MA ANCHE NO.
Altro volo al buio, e si atterra a ORD. è il 26 aprile, esattamente un anno fa completavamo il progetto del trasloco. La sensazione di esser di nuovo qui è veramente strana.
BA sta per partire. Vado a salutare i colleghi, che non solo mi riconoscono ma si offrono di spostarmi su quello, ma la valigia non ce la farebbe. Niente, rimango su AA.
Quanta nostalgia, signori. Quello è stato proprio un bel progetto. Mi passa anche davanti ANA, e la nostalgia - per il Sol Levante, stavolta - aumenta ancor di più.
Ecco il nostro 789.
Ed ecco anche la mia bike bag, pronta per esser caricata.
Parte l'imbarco, salgo a bordo e prendo il mio posto. Volo strapieno, Midwesterners a palate. Tutti molto ciarlieri. Mi capitano di fianco gli unici altri due inglesi del volo.
Premium eco. AA anche sul lungo va di grigio ratto ed ecopelle.
Barbon:
Immediatamente noto un paio di problemi: il sedile in ecopelle è traspirante come una Vergine di Norimberga, così che, a metà volo, le mie terga raggiungeranno pressione e temperature viste solo su Venere. Il recline è di quelli diabolici in cui si reclina anche la parte inferiore del sedile, giusto per aumentare la pressione sul cavallo dei pantaloni. Infine, i braccioli sono veramente bassi. Insomma, non so chi abbiano scelto in AA per i sedili, penso la compagnia del Marchese De Sade.
Partiamo e a servirci c'è un equipaggio di carampane tra cui, per la prima volta, una signora che sembra di esser felice di fare questo lavoro. Prendo ancora una volta la mia acqua frizzante al delicato gusto di Arbre Magique, e... basta. Un'occhiata al vassoio dei vicini mi fa capire che il cibo a bordo sarà molto, ma molto, peggiore di quello passato al vecchio Ospedale di Biella. Non ho fame.
Sono sette ore di volo, e mi appisolo ogni tanto, fino a questo momento. Il volo è stato distruttivo, e se lo confronto con quello di JAL - lungo il doppio - il paragone è impari.
Prendo, se non altro per il photo-op e perchè so che Marks & Spencer è stata hackerata e non hanno niente sugli scaffali, la colazione. Il pacchetto si compone di uno yoghurt Chobani, una specie di barretta e del mangime per colombi. Buono lo yoghurt, va detto.
Scendo il prima possibile, ringrazio l'Onnipotente di essere arrivato, e agli arrivi trovo questa sorpresa. Mi hanno rotto il lucchetto TSA, e hanno chiuso la valigia con un zip-tie.
Dentro, ovviamente, il cartellino TSA. Due su due dall'America.
Vado a casa, doccia tipo autolavaggio, e via a lavorare. Prima riunione alle 08.30, e davanti a me, pronta da rimontare, c'è la nuova bici.