[TR] Hecho en Colombia.


Che figata incredibile dev’essere farsi costruire una bici col meglio delle tecnologia, su misura e esteticamente completamente a gusto tuo. Per una volta in un TR, non vedo l’ora di vedere il proseguo non tanto per i luoghi o i contatti con la cultura locale, ma per vedere come ti costruiscono la bici e sapere le tue sensazioni una volta a bordo!
 
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Figata! Spiega anche bene la globalizzazione economica: acciaio italiano (con materie prime sicuramente non italiane) che finisce in Colombia per la trasformazione in una bici ordinata in UK.

Julian è uno dei designers di Scarab e, assieme al fondatore Santiago e all'esperto dei colori Alejo, mi ha seguito nel processo.

Un armocromista colombiano e un biellese a cui piace il color granata. Cosa mai può andar male!

DaV
 
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Intermezzo - il Velocipede Perfetto

Siccome il TR langue, e nella speranza di postare più materiale nei prossimi giorni, ecco alcune foto del VP.

Iniziamo coi due artisti. A sinistra Julian, a destra Alejo. Che, a differenza di quel malfidente di I-DAVE cui piace il Bubble Tea e bevande che pure l'apone di Jollybee troverebbe indegne, è un uomo di fini capacità colorative e ha colto appieno quello che gli chiedevo di fare.

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Ed ecco la bestia. Páramo integrated con cockpit in carbonio ENVE, forcella ENVE, ruote ZIPP 303 XPLR wide, copertoni Pirelli Cinturato Gravel H 700x45.

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Cambio elettronico SRAM Rival GX con cassetta 10-52, roba da MTB ma che sulle salite colombiane è servita come il pane.

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Dettaglio del bottom bracket, effetto 'marbled'. Un insieme di verde, blu, e viola.

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Eccola un po' sporca dopo un gravel in questi giorni invero asciuttissimi a Londra.

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A domani con il resto dell'OT Colombiano.
 
Vedo le foto un po' stiracchiate, credo che qualche impostazione del forum vada ancora tarata alla meglio, ma ho tirato un sospiro di sollievo per la scelta cromatica. Mi aspettavo una roba color trasüdeciùc... ma immagino come sia andata la discussione:

Biella: "Vorrei una roba un po' Grande Torino, con accenti fuoco vulcano islandese e metallizzazione stile Eroica, con gli stencil di biciclette che investono fagiani e cerbiatti con cui poi mi faccio un hamburger"
Julian/Alejo: "Sì, sì, un pochito de azul, un pochito de morada e los sghiribizzos en verde esperanza que es lo mas che podemos esperar por tigo"
Biella: "Ecco!"

DaV
 
Intermezzo - il Velocipede Perfetto

Siccome il TR langue, e nella speranza di postare più materiale nei prossimi giorni, ecco alcune foto del VP.

Iniziamo coi due artisti. A sinistra Julian, a destra Alejo. Che, a differenza di quel malfidente di I-DAVE cui piace il Bubble Tea e bevande che pure l'apone di Jollybee troverebbe indegne, è un uomo di fini capacità colorative e ha colto appieno quello che gli chiedevo di fare.

Ed ecco la bestia. Páramo integrated con cockpit in carbonio ENVE, forcella ENVE, ruote ZIPP 303 XPLR wide, copertoni Pirelli Cinturato Gravel H 700x45.

Cambio elettronico SRAM Rival GX con cassetta 10-52, roba da MTB ma che sulle salite colombiane è servita come il pane.

Dettaglio del bottom bracket, effetto 'marbled'. Un insieme di verde, blu, e viola.

Eccola un po' sporca dopo un gravel in questi giorni invero asciuttissimi a Londra.

A domani con il resto dell'OT Colombiano.

Bella bella! Io ho una Cinelli Nemo Tig gravel che ha un acciaio comparabile e la trovo un pochino dura…questa come risposta al terreno com’è?
Comunque davvero bella!
 
Ciclismo.

Sabato santo, Julian mi fa "facciamo un leg-shaker veloce, una roba tranquilla". Io mi fido, tra l'altro jetlag e altitudine si fanno sentire. Pronti via, usciamo da El Retiro e lui mi fa 'potrebbe esserci del singletrack'. Un minuto dopo passiamo su 'sto coso.

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Segue singletrack letteralmente verticale, devo scendere e spingere. A seguire una specie di sentiero da taglialegna, e siamo quassù.

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Per prima cosa, noto la bellezza assoluta di questi posti. I profumi - un misto di eucalipto, pino, fiori, una meraviglia - sono fortissimi. Poi, però, inizio a sentirmi senza fiato, coperto di sudore e già al limite. Julian capisce che rischia di seppellire il cliente, e piega per una discesa da Enduro, una strada fatta letteralmente di rocce a una pendenza del 25%. Piccolo guado nella giungla, con io che penso al terribile film di J-Lo sull'anaconda, e un momento di pausa a rimetterci le scarpe.

La Darién di Julian e la mia Páramo.

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E poi via. Passiamo in una zona di fincas, altrimenti conosciute come cascine. Le strade, qui, non danno tregua. Prendere e perdere 200 metri di altitudine in 5km è normale; a fine giro faremo 60km e quasi 2000 di dislivello, roba che io non ho mai fatto prima. Sono altresì venuto con una sola borraccia e senza cibo, e, si, le gambe tremano.

Facciamo una salita su asfalto e ci fermiamo qua. Un cancello chiude la via, più in là una vista su Rionegro. Dò un'occhio oltre il cancello, si vede una villa molto anni '80 in evidentissimo stato di abbandono.

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Julian mi fa "This place used to belong to Pablo". Gli dico "That Pablo?" e lui mi fa di sì.

Parliamo per un momento della cosa su cui tutti, quando si parla di Colombia in generale (e Medellìn in particolare), fanno ironie. Farle, qui, è poco raccomandato; questa è gente che, un po' come succede ora in Messico, ha sofferto la guerra in prima persona. Non ho fatto nessuna domanda, perchè non mi sembrava il caso e, soprattutto, della droga a me frega veramente poco, per cui un po' mi sorprende che Julian ne parli. Lui non ne sa molto, è nato ben dopo la morte di Escobar (e ciò mi fa sentire d'un vecchio che non potete capire), però sa - da genitori e parenti - del periodo in questione. Ora, mi dice, qui c'è pace; specie dopo gli accordi con le FARC. E infatti a Medellìn, l'anno scorso, han registrato meno della metà dei morti di Chicago; non pro-capite, in assoluto.

Chiaro, mi fa lui, la produzione c'è sempre e il governo prova un po' a combatterla. Però, alla fine della fiera, il sentimento popolare è "per quale motivo dovremmo combattere noi un problema causato dai ricchi americani ed europei che vogliono demolirsi le mucose nasali?". Onestamente, li capisco. Da quando ho letto l'eccellente Narconomics (consigliatissimo a tutti) ho l'idea che la cosiddetta "War on Drugs" non sia la risposta che serve, e non ha fatto nulla per fermare l'ascendenza delle droghe.

Comunque, ora come ora le innumerevoli case di Pablo sono proprietà demaniale, e sostanzialmente lasciate a sé stesse. Unica eccezione è la Hacienda Los Napoles, che è una specie di museo, e dove ci sono i famosi ippopotami. Che pare stiano causando un casino che in confronto le droghe son niente.

Riprendiamo il giro, e scolliniamo dove ricomincia l'asfalto e un cavallo mangia i cespugli. Da lì è tutta discesa, fa Julian.

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Qualche km dopo siamo di nuovo a El Retiro, dove è d'obbligo la magnata (menu: trota fritta) e birretta.

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Il giorno successivo, lui ha ancora un po' di tempo, e facciamo un "breve" giro. 50km, che di solito si fanno in due orette, ma 1,500m di dislivello. Questa, però, mi promette sarà su gravel liscissimo.

Partiamo con una salita che sembra il Gavia. Vedo una tarantola, grazie all'Onnipotente spiaccicata in precedenza (altrimenti ero di ritorno in aeroporto a Mach 3) e un rospo enorme. Stavolta ho cibo e acqua in abbondanza, e vado che è un piacere. La Páramo col 52 dietro è una meraviglia, e il telaio in acciaio è sorprendentemente "morbido". Ho pedalato su alluminio e carbonio e la differenza si vede.

Oggi siamo su strade più bucoliche. Foreste di pini, altri alberi non meglio definiti, e fiori. Pedaliamo attraverso tappeti di petali viola. Una meraviglia.

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Anche la temperatura è più gradevole.

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All'improvviso, dramma. Giriamo l'angolo, e c'è un chiva a bloccare il traffico. Un chi? Lui:

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Sostanzialmente, uno dei torpedoni locali che girano sulle strade sterrate delle campagne. Vecchi camion americani dipinti scrupolosamente a mano da artigiani di Medellìn. Questo è fermo in mezzo alla via:

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Il motivo è presto detto: il signore col cappello, altrimenti noto come il suonatore di violino dei Fanfare Ciocarlia (chi sa, sa) deve scendere a fare pipì. Fatto il lavoro, eccolo che arimonta sul tetto, e con lui il resto dei campesinos, e si riparte.

Questo chiva ha un sound system che le parate di Notting Hill se lo sognano. Cumbia a tutto volume, e dentro è pieno di donne che cantano e se la ballano, e a ogni buca partono urla di giubilo. Una meraviglia, impossibile non ridere. Le nuvole di fumo Euro -1, ecco, forse quello no.

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Arriviamo a metà percorso e ci prendiamo un caffè in un paesello chiamato Montebello. I cani, qui, sono estremamente affettuosi - o forse sono semplicemente in cerca di un qualcosa da mangiare.

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E poi ritorno, sulla stessa via.

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Arriviamo in città, e altro pranzo in un lupanare locale dove, però, fanno una bandeja paisa che è una meraviglia. Fagioli, carni varie, arepa, riso, quella che mi sembra la farofa brasiliana (che loro chiamano yuca, qui), ovetto e via dicendo. C'è pure il sanguinaccio.

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Il giorno dopo faccio ancora un giro, stavolta su strada. Julian è tornato a lavoro, qui Pasquetta è lavorativa, e passo da Scarab a salutarli.

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A breve con un altro pochetto di OT e il rientro.
 
Vedo le foto un po' stiracchiate, credo che qualche impostazione del forum vada ancora tarata alla meglio, ma ho tirato un sospiro di sollievo per la scelta cromatica. Mi aspettavo una roba color trasüdeciùc... ma immagino come sia andata la discussione:

Biella: "Vorrei una roba un po' Grande Torino, con accenti fuoco vulcano islandese e metallizzazione stile Eroica, con gli stencil di biciclette che investono fagiani e cerbiatti con cui poi mi faccio un hamburger"
Julian/Alejo: "Sì, sì, un pochito de azul, un pochito de morada e los sghiribizzos en verde esperanza que es lo mas che podemos esperar por tigo"
Biella: "Ecco!"

DaV

Si, sono un po' stiracchiate per il widescreen di un computer. Da cellulare non sembra così problematico.

Trasüdeciùc lo diceva anche mia mamma! :D Comunque, no, volevo proprio un colore cosi, con effetto gravel.

Bella bella! Io ho una Cinelli Nemo Tig gravel che ha un acciaio comparabile e la trovo un pochino dura…questa come risposta al terreno com’è?
Comunque davvero bella!

Sai che stavo proprio pensando alla Tig prima di decidermi su Scarab? Questa è molto 'morbida'. Parlando con i ragazzi, avevo appunto chiesto che facessero qualcosa di confortevole, da randonneur, e l'acciaio Columbus - più una geometria abbastanza rilassata, ha un sacco di trail - aiutano proprio. Lì in Colombia il gravel era terribile, e anche qui l'asfalto fa pena a Londra, ma si sta da Dio.

Spettacolo, i paesaggi, l'atmosfera, il contesto, persino il motivo del viaggio. Una delle cose che mi chiedo sempre, quando viaggio, è: quindici, venti anni fa, avresti mai immaginato di fare una cosa del genere?

DaV

No, mai. E sono proprio contento di averlo potuto fare. È in quei momenti che mi rendo conto di quanto sono fortunato.
 
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El pueblo.

Parliamo un momento della città, Retiro, dove sono stato. E anche di Medellìn.

Retiro è un paesone, florido e carino. Tranquillo, con le mucche al pascolo a poca distanza dal centro, un negozio di bici - Missile - e alcuni ristoranti. La piazza principale segue la classica impostazione coloniale che si vede ovunque, da Cuzco al deserto di Atacama. Da un lato, la chiesa (aperta e frequentatissima, vista la settimana santa):

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Dall'altro, il palazzo del comune.

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In mezzo, baretti e cose varie. Io mi metto qui ogni giorno, a buttar giù note e a bermi una prensa francesa.

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il clima è mite, i turisti sono pochi, tutti sono gentilissimi. Inglese, non pervenuto; devo usare il mio spagnolo imparato guardando serie TV su Netflix.

Ci sono processioni a non finire, visto il periodo, e sembra veramente di essere in un qualche paese in Italia, con la confraternita che porta in giro il labaro, la banda, i ragazzini a flirtare, gli anziani a giocare a scopa e a bersi una birretta.

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Il lunedi, però, non c'è praticamente più nulla. In più piove a dirotto, per cui decido di far le valigie e chiedere un trasporto a Medellìn. Le signore trovano un tale Don Gerardo, e così Don 13900 e Don Gerardo vanno a Medellìn. Il monsù Gerardo si rivela una pasta d'uomo, e quando capisce che mi piace la strada scenica decide di fare, invece che il tunnel, la vecchia strada che scende in città (Medellìn sta in una valle, che io definirei anche canyon, e la strada passa da 2200 a 1800 metri in veramente pochissimi km). Una figata.

Di Medellìn non ho molte foto, per un motivo molto semplice. Ho preso una stanza in un hotel figonzo in El Poblado, zona "in" della città. Ho scoperto che, in America Latina, che il quartiere con più alberi, è quello più signorile e "sicuro". Funziona a CDMX, San Paolo, e qui. Un po' meno, magari, a Santiago e a Lima. Comunque, torniamo al motivo delle poche foto. Arrivo, prendo possesso della stanza, ecchivela:

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Vado in piscina, da cui si vede questo panorama:

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e

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E poi esco in cerca di cibo e bevande... Lasciando il telefono sulla watt bike della palestra. Me ne rendo conto solo un paio d'ore dopo. Al ritorno in hotel, l'omino della sicurezza mi approccia dicendo "Don 13900, olvidaste su telefono". Eggià.

Comunque, per celebrare la mia buona sorte, festeggio con un caffè EPICO in questo posto. Entro, mi siedo e mi maledico perchè sembra di essere a Hoxton: bionde americane che fanno le digital nomads, un duo di irlandesi con delle ustionature solari incredibili che ci provano con due algidissime nordeuropee, musica unza-unza-unza. Però il menù ha tre pagine per i caffè, e prendo un filtrato (con pour over Hario V60!) che è la fine del mondo. Fatto il pieno di fighettanza, vado in un posto aperto H24 che fa bandeja paisa, e poi torno a nanna che l'indomani la sveglia è a un'orario ignobile. Le due di notte.
 
Il passo Gavia… cosa mi hai tirato fuori!
Fatto per colpa del navigatore una dozzina d’anni fa, in direzione Bormio, ricordo ancora l’incubo di una strada dove a stento passavo con la mia macchina, ma che era a doppio senso di marcia.
Anche l’eccitazione di vedersi arrivare in senso opposto uno stramaledetto camper è indimenticabile, così come mia moglie che scende dalla macchina per vomitare una volta arrivati in cima al passo.
Quella sera, la visione dell’hotel Compagnoni a Santa Caterina non fu inferiore a quella di Colombo quando vide finalmente terra…
 
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Il passo Gavia… cosa mi hai tirato fuori!
Fatto per colpa del navigatore una dozzina d’anni fa, in direzione Bormio, ricordo ancora l’incubo di una strada dove a stento passavo con la mia macchina, ma che era a doppio senso di marcia.
Anche l’eccitazione di vedersi arrivare in senso opposto uno stramaledetto camper è indimenticabile, così come mia moglie che scende dalla macchina per vomitare una volta arrivati in cima al passo.
Quella sera, la visione dell’hotel Compagnoni a Santa Caterina non fu inferiore a quella di Colombo quando vide finalmente terra…

Guardati questo video dell'epico Safa Brian. Magari a digestione completa.


Al Poblado come i ricchi conquistadores...vergüenza!

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Te l'ho mai scritto che mi stai sul.cazzo?


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Il rientro.

Completiamo il TR con la fase del rientro. La sveglia, dicevo, è alle due di notte. Scendo, e ovviamente il taxi prenotato non c'è. Pazienza, Uber funziona e in un nanosecondo arriva l'Uber Black richiesto (così ci sta la valigia). Il tunnel, mi dice il buon'uomo, è chiuso (lo conferma anche Maps) e quindi rifacciamo la panoramica di ieri, se non di notte. Io mi immagino chissà che cosebbrutte, i palazzi intorno non sembravano proprio raccomandabili, ma a dire il vero sulla strada che porta sopra Medellìn, in questo martedi notte, ci sono soltanto gruppi di giovani coi bong (non i bonghi, i bong) e un macello di coppiette. Se volete andare in camporella a Medellìn, la panoramica per l'aeroporto è il posto che fa per voi.

Ad ogni modo, sbologno il collo come primo della fila prariority, e nessuno sembra adombrarsi al peso registrato di kg 23.8. C'è giusto il tempo di passare i controlli migratori più idioti del mondo, con un e-gate dove devi presentarti, infilare il tuo passaporto, digitare il numero - solo il numero, non il prefisso - del tuo volo, confermare che sì è quello di Miami, piazzarti all''altezza giusta per la foto (che vuol dire fare una specie di squat, dato che la macchinetta è tarata per Magalli), bestemmiare a denti stretti e poi si è airside dopo un sommario controllo radiogeno. Ah, le istruzioni della macchinetta sono elargite in spagno o, per gli stranieri, cinese. Io vorrei trovare gli ingegneri informatici che hanno pensato questa tr*iata e spedirli a Vorkuta a scavare nel permafrost con un cucchiaino in alluminio leggero.

Airside, però, trovo un negozio con una gigantografia di quello che sembra essere un giovane Gianluca Grignani, e tutto è perdonato.

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Prendo anche un panino da Gianluca, e constato che l'aeroporto, alla fin fine, è tutto qua. notare i molteplici schermi che mostrano le pubblicità della Subaru e non, per dirne una, le partenze.

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Fuori c'è nebbia. Il convento passa questo COPA panamense in livrea retrò. Ora, permettetemi una bolemmiga; ve la metto sotto l'aereo di Copa, tra questa foto e quella successiva, così se non ne avete voglia potete saltarla a piè pari.

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L'anno scorso, siccome avere già McKinsey e BCG in mezzo alle gonadi non era abbastanza, ci appiopparono la consulenza di leadership chiamata FranklinCovey. Dovemmo andare a fare dei corsi: prima i mammasantissima, poi noi mezzeseghe, e in ultimo i minions. A me, quale onore, offrirono di fare il corso di 'lancio' coi megadirettori cosmici come occasione per fare networking (c'è tutto il sinior liderscip grùp, è importante, bla bla bla). Comunque, i corsi erano pure utili, eh, e ci davano anche il pranzo. Peccato che mi sia toccato fare tutti e tre gli eventi, e in tutti e tre l'americano di turno ha iniziato col stramaledetto video che testé vi propongo, pure sottotitolato in polacco.


Alla seconda volta, io ammetto di aver iniziato a provare un certo odio per la musichina, per Rahamfiss Gomes, per la signora col capello alla Farrah Fawcett e i tacchi che corre, e per l'intera Copa Airlines. Comunque, sopravvivo al terzo video e mi dico "bene, non lo vedrò mai più". Se non fosse che faccio un away day coi miei 'clienti', ossia il team che seguo per un progetto e la brava ragazza che li dirige pensa bene di... far vedere 'sto video. A tradimento.

Vedo Copa e mi viene in mente quella che dice che fanno i barbeque in rampa, quell'altra che corre, il Rahamfiss e non vi dico quanto astio mi viene. Meglio levarsi, và. Ecco il mio MAX, anche se - là dietro - c'è un altro aereo di Copa.

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Imbarchiamo in ottimo orario. Anche qui gli scuri sono abbassati. Solito posto corridoio, e al finestrino arriva una coppia colombiana. Stacchiamo mentre guardo un po' cosa dice il foglietto del uai fai, e la signorina al finestrino alza lo scurino tanto basta per rivelare che a) l'alba è sorta b) piove e c) Copa, che doveva partire mezzora prima di noi, è ancora lì. Vendetta!

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Del volo, sinceramente, non ho niente da dire. Tutto chiuso, tutto buio. Mi rendo conto solo ora di quanto sia trasparente la tenda di AA che divide i fighi da noi barboni:

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Atterraggio dopo tre ore, e 'mazza se erano lunghe. Devo fare immigrazione, e quindi parte lo sprint più spudorato di tutti. Mi sento come Pogacar al Giro dello scorso anno, ripiglio tutti gli altri passeggeri. Mi fermo giusto a fare due foto lungo la via:

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E arrivo a una sala immigrazione non vuota, di più. Non c'è nessuno, sono il primo. Vado dal primo agente che trovo, e becco G.I. Joe. Uniforme tattica, giubbotto antiproiettile, pistola e 4 caricatori alla cintola. Mi viene in mente l'Idolo, quell'Andrea Alongi che - dignitosamente brillo - riuscì a sbeffeggiare la Municipale in "Un giorno in pretura" e lo parafraso nella mia mente. CBP stampa i passaporti, dai.

Comunque, domande di prammatica, ndovieni, ndovvai, perchenonciail'esta, e mi ridà il passaporto. Manco un buondì o arrivederci. Vabbè. Vado in zona bagagli, aspetto, prendo la sacca, e la ri-check-inno. Eccola qui, col suo bravo TSA Lock.

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Faccio transito in uno stanzone senza finestre, temperature africane e i soliti agenti TSA a gridare. Di sicuro la sala d'attesa per il Purgatorio è così, penso. Mi dico che, forse, avrei fatto meglio a fare il transito con Avianca. Non sarà l'ultima volta.

Passati i controlli, decido di mangiare qualcosa qua. Prezzo per 'sto coso e 2 birre, tra l'altro da 0.4? $55 più mancia. A facc ro cazz. Mi chiedo nuovamente perchè sono transitato per gli iuessei.

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Ma almeno MIA è hub.

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Altro giro, altro 737 di AA. MIA-ORD. Stavolta mi riesce di fare una foto alla First.

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Colto dalla disperazione, decido di chiedere un'acqua frizzante. Mi arriva una al lime, e non è neppure male.

Starebbe benissimo con un gin, ma..

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$10 per quella fetenzia dell'Aviation Gin di Ryan Reynolds? MA ANCHE NO.

Altro volo al buio, e si atterra a ORD. è il 26 aprile, esattamente un anno fa completavamo il progetto del trasloco. La sensazione di esser di nuovo qui è veramente strana.

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BA sta per partire. Vado a salutare i colleghi, che non solo mi riconoscono ma si offrono di spostarmi su quello, ma la valigia non ce la farebbe. Niente, rimango su AA.

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Quanta nostalgia, signori. Quello è stato proprio un bel progetto. Mi passa anche davanti ANA, e la nostalgia - per il Sol Levante, stavolta - aumenta ancor di più.


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Ecco il nostro 789.

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Ed ecco anche la mia bike bag, pronta per esser caricata.

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Parte l'imbarco, salgo a bordo e prendo il mio posto. Volo strapieno, Midwesterners a palate. Tutti molto ciarlieri. Mi capitano di fianco gli unici altri due inglesi del volo.

Premium eco. AA anche sul lungo va di grigio ratto ed ecopelle.

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Barbon:

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Immediatamente noto un paio di problemi: il sedile in ecopelle è traspirante come una Vergine di Norimberga, così che, a metà volo, le mie terga raggiungeranno pressione e temperature viste solo su Venere. Il recline è di quelli diabolici in cui si reclina anche la parte inferiore del sedile, giusto per aumentare la pressione sul cavallo dei pantaloni. Infine, i braccioli sono veramente bassi. Insomma, non so chi abbiano scelto in AA per i sedili, penso la compagnia del Marchese De Sade.

Partiamo e a servirci c'è un equipaggio di carampane tra cui, per la prima volta, una signora che sembra di esser felice di fare questo lavoro. Prendo ancora una volta la mia acqua frizzante al delicato gusto di Arbre Magique, e... basta. Un'occhiata al vassoio dei vicini mi fa capire che il cibo a bordo sarà molto, ma molto, peggiore di quello passato al vecchio Ospedale di Biella. Non ho fame.

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Sono sette ore di volo, e mi appisolo ogni tanto, fino a questo momento. Il volo è stato distruttivo, e se lo confronto con quello di JAL - lungo il doppio - il paragone è impari.

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Prendo, se non altro per il photo-op e perchè so che Marks & Spencer è stata hackerata e non hanno niente sugli scaffali, la colazione. Il pacchetto si compone di uno yoghurt Chobani, una specie di barretta e del mangime per colombi. Buono lo yoghurt, va detto.

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Scendo il prima possibile, ringrazio l'Onnipotente di essere arrivato, e agli arrivi trovo questa sorpresa. Mi hanno rotto il lucchetto TSA, e hanno chiuso la valigia con un zip-tie.

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Dentro, ovviamente, il cartellino TSA. Due su due dall'America.

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Vado a casa, doccia tipo autolavaggio, e via a lavorare. Prima riunione alle 08.30, e davanti a me, pronta da rimontare, c'è la nuova bici.
 

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Fagioli, carni varie, arepa, riso, quella che mi sembra la farofa brasiliana (che loro chiamano yuca, qui), ovetto e via dicendo. C'è pure il sanguinaccio
Una bandeja paisa, la colazione del campione in Antioquia.
Quando hai menzionato le chivas ti credevo in un chivas tour a bere aguardiente e ascoltare cumbia :D

il sedile in ecopelle è traspirante come una Vergine di Norimberga
game, set, match :)

Grazie per la narrativa, come sempre! Le zona intorno a Medellin sono fantastiche, se ti ricapita di andarci, la zona di Guatapè è bellissima.
 
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Bella la Colombia e, da ciclista da asfalto, pure bella anche la bicicletta!

Guatape' mi pare sia dove c'e' El Penol ..anche io proprio li' mi mangiai una bella trucha
 
Una bandeja paisa, la colazione del campione in Antioquia.
Quando hai menzionato le chivas ti credevo in un chivas tour a bere aguardiente e ascoltare cumbia :D


game, set, match :)

Grazie per la narrativa, come sempre! Le zona intorno a Medellin sono fantastiche, se ti ricapita di andarci, la zona di Guatapè è bellissima.

Beh, un po' di cumbia c'era! Grazie per il consiglio, prima o poi tornero'.

Bella la Colombia e, da ciclista da asfalto, pure bella anche la bicicletta!

Guatape' mi pare sia dove c'e' El Penol ..anche io proprio li' mi mangiai una bella trucha

Grazie!
 
Grazie caro, con il "Cascading the objectives" del video Copa ho appena fatto bingo aziendale, sbaragliando una agguerrita concorrenza!