[TR] “Hai chiuso il gas?” | Siberia Nordoccidentale


venexiano

Amministratore AC
Staff Forum
12 Novembre 2005
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Milano/Pavia/Berlino
Questa volta niente preamboli ampollosi, veniamo subito al dunque: pochi giorni fa ho avuto l’occasione di accompagnare una delegazione di esperti tedeschi in un breve tour del giacimento di gas di Urengoj, il più grande di tutta la Russia. Il programma è denso di attività: oltre agli stabilimenti del colosso russo del gas con la “G”, visiteremo anche alcune località nel sud della penisola dello Yamal, a qualche centinaio di chilometri a ovest dalla nostra destinazione.

Disclaimer: in questo TR ci saranno molte foto, e molto OT.

Nel giro di un mese sbrighiamo tutte le pratiche per il visto e i preparativi, e siamo pronti a partire dal General Aviation Terminal di Berlino Schönefeld – un’oasi di tranquillità rispetto alla bolgia del terminal passeggeri dall’altra parte della pista.

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Le destinazioni sono quelle che uno si aspetta.

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Dopo un veloce controllo radiogeno e dei documenti siamo già sul piazzale. Ad attenderci c’è il Sukhoi Superjet 100-95LR RA-89029, uno dei dieci aerei di questo tipo in dotazione a Gazpromavia e gentilmente messo a disposizione (a pagamento, s’intende) dal suddetto colosso di Mosca. È il mio primo SSJ e in assoluto il mio primo volo su un aereo di produzione russa. Credo che la compagnia sia una new entry nel forum.

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SXF-LED
4G9638
10:07 LT – 13:07 LT
Sukhoi Superjet 100-95LR | msn: 95057 | First flight: 10/03/2014
RA-89029
Seat 16F


Salgo fra gli ultimi e vengo accolto con un sorriso dall’equipaggio. In tutto si prenderanno cura di noi 4 assistenti di volo.

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Gli interni sono ariosi e non hanno nulla da invidiare alla concorrenza occidentale, anche per quanto riguarda il pitch un po’ sacrificato. Nel complesso, però, la cabina è molto confortevole.

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Safety card. Forse è solo una mia impressione, ma il grafico che le ha prodotte deve avere avuto un debole per Angelina Jolie. Il bambino dalle gote rubiconde, invece, rientra appieno nell’iconografia di un tempo.

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Pur essendo un gruppo abbastanza nutrito, il LF resta comunque al di sotto del 50%. Ci viene offerto un pre-departure drink (acqua o succo d’arancia) e una caramella prima di rullare rapidamente verso la 25R, da cui decolliamo placidamente. Seguirà una “inversione a U” con vista sulla cattedrale nel deserto detta BER.

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Prima di raggiungere la nostra destinazione finale dovremo fare scalo a San Pietroburgo per passare la dogana e l’immigration. Da Berlino sono circa due ore di volo, più che sufficienti per servire un pasto completo. L’equipaggio distribuisce delle hot towel che lasciano un sacco di pelucchi sulle mani, mentre poco dopo il purser consegna a ogni passeggero un tovagliolo inamidato. Un tocco di classe.

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A seguire, secondo una precisa sceneggiatura che si ripeterà identica in tutti gli altri voli di questo viaggio, passa il carrello delle bevande. Su di questo, accanto ad acqua e succhi, campeggiano bottiglie di Moët & Chandon, Chivas Regal e vari altri superalcolici. Forse un po’ troppo alle dieci di mattina, ma i gusti sono gusti.

Nel frattempo arriva l’enorme vassoio con antipasti, formaggi e frutta. I salumi sono semi-commestibili, sul resto non mi pronuncio.

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Ovviamente non finisce qui: è il momento della portata principale. A memoria, vi è una scelta fra tre piatti caldi, uno dei quali era una milanese. Io scelgo del pesce con patate al forno: all’inizio sa di pollo, ma dopo la prima forchettata il gusto migliora. Forse sarà anche lo champagne, per quanto tiepido, come del resto era tiepida la portata. Anche questa sarà una costante su tutti i voli.

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Spazzolo comunque tutto e mi metto comodo: ho scaricato qualche episodio di “Narcos”, che torna utile in questo momento data la totale assenza di IFE.

Dopo il tè e il caffè con dolcetto, sul quale passo, è quasi ora di atterrare a San Pietroburgo con una bella legnata e una decisa frenata sulla 28R.

Fauna locale.

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Sbarchiamo al business aviation terminal, il Pulkovo-3, dove ci fermeremo per un paio d’ore prima di proseguire.

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C’è anche un bel modellino, a occhio in scala 1:400, del terminal stesso.

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A differenza della prima tratta, svoltasi senza formalità particolari, qui riceviamo una carta d’imbarco pro forma.

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Altri voli in partenza quest’oggi.

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Il nostro fido Superjet è pronto a ripartire alla volta di Novyj Urengoj, nella Siberia Nordoccidentale! Decolliamo (credo) dalla 28L, il che vuol dire che ho una bella vista su tutta la città di San Pietroburgo. Scusate la scarsa qualità delle foto: con la foschia che c’era, ho dovuto ritoccarle pesantemente.

SXF-LED
4G9638
15:26 LT – 20:30 LT
Sukhoi Superjet 100-95LR | msn: 95057 | First flight: 10/03/2014
RA-89029
Seat 16F


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La Fortezza di Pietro e Paolo.

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Il Palazzo di Costantino, reggia appartenuta a un ramo della dinastia Romanov del cui progetto iniziale fu responsabile l'architetto veneziano Niccolò Michetti. Oggi è una residenza ufficiale del presidente russo.

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Mezz’ora circa dopo il decollo ricomincia l’ormai noto servizio di hot towel, tovagliolo e bevande, questa volta con l’aggiunta di una salvietta rinfrescante. Subito dopo mi ritrovo sul tavolino un altro vassoio completo: la differenza rispetto al catering caricato a Berlino è lampante, sinceramente non riesco a mangiare quasi nulla.

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Buoni, invece, i pel’meni con la panna acida che scelgo come pasto caldo.

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Per tutta la tratta fino a Novyj Urengoj, circa tre ore di volo, sorvoliamo una densa coltre di nubi.

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Sono quasi le 20:30 locali, le 17:30 in Germania, quando siamo già in corto finale per l’aeroporto di Novyj Urengoj. Questo è il mio primo impatto con i paesaggi della Siberia: sembra molto interessante.

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Un’altra decisa legnata con annessa inchiodata sui lastroni della pista di NUX e siamo arrivati.

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Dobro pozhalovat’ a Novyj Urengoj! Fa fresco, anche se non freddo, e si ha già un po’ la sensazione di essere arrivati in una località remota.

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Sul piazzale non c’è nessuno oltre a noi…

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… ma AC c’è!

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È ora di andare in albergo e cenare, domani dobbiamo partire di buon’ora per visitare un giacimento a nord del circolo polare artico. In attesa di capire quali foto potrò pubblicare, però, il TR proseguirà con la seconda parte del programma, non meno entusiasmante.

Stay tuned…
 
Ultima modifica:
Ottimo inizio. Un SSJ di Gazprom era a CAG un paio di settimane fa, e mi stavo giusto chiedendo come fosse configurato: grazie per avere svelato il mistero!
 
Bellissimo inizio, complimenti!!!
Come sono le cappelliere, sedute e rumore della cabina rispetto ad Embraer?
 
Grande! Io ho volato tantissime volte con il loro Tupolev via VKO o LED (prima che aprissero il terminal nuovo) ma non ho mai provato il SSJ.

Ginza è una catena di ristoranti in Russia, ce ne sono un paio a Mosca ed un paio a SPB che che adoro.

PS: Posso chiederti quale in quale sito sei stato?
 
Tantissima, tantissima, tantissima invidia. Ho passato a guardare dal finestrino la Siberia tutte le volte che m'é capitato di andare in Giappone, o a Hong Kong, sognando di poterci un giorno andare. Non vedo l'ora di leggere il resto e se la prossima volta hai bisogno di un aiutante, fai un fischio :D
 
Molto bello. Urignji e la città dove arriva il "polar express" anche!? Il treno speciale di Gasprom.
 
Tantissima, tantissima, tantissima invidia. Ho passato a guardare dal finestrino la Siberia tutte le volte che m'é capitato di andare in Giappone, o a Hong Kong, sognando di poterci un giorno andare. Non vedo l'ora di leggere il resto e se la prossima volta hai bisogno di un aiutante, fai un fischio :D

un bel salto ad ekaterinburg o Omsk si può sempre fare, e ne vale la pena
 
Molto bello. Urignji e la città dove arriva il "polar express" anche!? Il treno speciale di Gasprom.

No Sokol, quella ferrovia va a Bovanenkovo, uno dei più importanti rig di estrazione di gas al mondo (tra l'altro ci sono stato nel 2012). Si collega a non ricordo che ferrovia vicino a Labytnangi (ci arrivi con Rusline volando su Salekhard e poi attraversi il fiume Ob)

un bel salto ad ekaterinburg o Omsk si può sempre fare, e ne vale la pena
La mia quasi moglie è nata a Omsk. Perchè gli vuoi cosí male? :D
 
Ultima modifica:
Ottimo inizio. Un SSJ di Gazprom era a CAG un paio di settimane fa, e mi stavo giusto chiedendo come fosse configurato: grazie per avere svelato il mistero!

Grazie! La configurazione è del tutto normale, c'è solo un buco di una fila fra la C e la Y, anche se nel nostro caso la classe di servizio era unica.


Grazie!

Bellissimo inizio, complimenti!!!
Come sono le cappelliere, sedute e rumore della cabina rispetto ad Embraer?

Cappelliere in tutto e per tutto paragonabili agli E-Jet, anche se meno spaziose rispetto a quelle di più moderna concezione (es. Boeing Sky Interior o Bombardier CSeries).

Grande! [...] PS: Posso chiederti quale in quale sito sei stato?

Grazie! Lo scriverò fra poco, comunque sono stato al sito numero 16 di Urengoj, nonché allo stabilimento Achimgaz.

Tantissima, tantissima, tantissima invidia. Ho passato a guardare dal finestrino la Siberia tutte le volte che m'é capitato di andare in Giappone, o a Hong Kong, sognando di poterci un giorno andare. Non vedo l'ora di leggere il resto e se la prossima volta hai bisogno di un aiutante, fai un fischio :D

Considerando le destinazioni e la qualità dei tuoi ultimi TR, leggere la parola "invidia" scritta da te mi inorgoglisce non poco :-D

Molto bello. Urignji e la città dove arriva il "polar express" anche!? Il treno speciale di Gasprom.




che inizio spettacolare!

inizio mooolto interessante!

mooolto bellllo l'inizio! aspetto con impazienza il resto!
a presto! :)

Grazie!
 
Il primo giorno lo passeremo fra il museo della Gazprom Dobycha Urengoy (la sussidiaria di Gazprom responsabile per l’estrazione del gas in questa regione) e lo stabilimento numero 16, a circa un’ora e mezza a nord di Novyj Urengoj.

Mentre sto ancora verificando se sia possibile pubblicare le foto fatte all’interno dello stabilimento, qualche immagine del resto della giornata posso senz’altro condividerla.

Il museo illustra in maniera efficace la storia dello sfruttamento dei giacimenti di gas di Urengoj, scoperti nel 1966. Oltre a dei modelli dei vari strati geologici, ci sono anche delle ricostruzioni delle abitazioni degli operai che vivevano negli stabilimenti, nonché delle interessanti cartine con tutti i gasdotti che partono dalla Russia.

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Modello di uno stabilimento di produzione di gas.

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In questa regione vivono ancora molti nomadi della popolazione Nenets, cosa che trova riscontro nel percorso espositivo.

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Un filmato olografico ci mostra la varietà di flora e fauna della tundra. Il tutto termina con un saluto di Ded Moroz, il Babbo Natale slavo. Le popolazioni autoctone della regione dello Yamal lo chiamano “Yamal Iri”, o “nonno dello Yamal”.

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È chiaro chi comanda, qui.

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Per raggiungere lo stabilimento numero 16, dicevo, utilizziamo un comodo torpedone dal quale è possibile ammirare il paesaggio della tundra.

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A metà strada ci fermiamo a una piazzola in corrispondenza del circolo polare artico, ottima occasione per scattare una foto e fare due passi.

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Flora tipica.

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Railway to nowhere.

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Volevo fermarmi qui e continuare domani, ma non sto più nella pelle: a breve la prossima parte!
 
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Il secondo giorno il tour prevede una visita dello stabilimento Achimgaz, una joint venture fra Gazprom e la tedesca Wintershall, a circa cinquanta minuti di autobus dalla città. Per le foto dall’interno vale la stessa considerazione fatta nella parte precedente.

Da qui dovremmo spostarci sulla penisola della Yamal, a circa 320 chilometri. Sono già le due di pomeriggio: come faremo ad andare e tornare in tempo per cena? Che domande: con l’elicottero! :)

È da più di un mese che aspetto questo momento e non vedo l'ora. Il bus ci porta alla piazzola di atterraggio dove verrà a prenderci il nostro mezzo. Dato che siamo una quarantina di persone, ci vorranno in tutto tre elicotteri… e che elicotteri: dei Mil Mi-8, la quintessenza dell’ala rotante sovietica.

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Io sono nel terzo e ultimo gruppo, posso quindi osservare con tutta calma l’arrivo dei primi due elicotteri della Yamal Airlines.

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Il secondo mezzo è ripartito, e noi aspettiamo. Aspettiamo. Il cielo, di un azzurro intenso, si fa via via più grigio: quel fronte temporalesco non lascia presagire nulla di buono.

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Dopo quasi un’ora e mezza, per fortuna, una schiarita permette al nostro RA-24175 di raggiungerci. È bellissimo!

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Apprendo dalla safety card che questo Mi-8T ha una capienza di 17 passeggeri.

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La dotazione di bordo comprende le cuffie, indispensabili contro il rumore, e i giubbotti salvagente, obbligatori in quanto sorvoleremo ampi specchi d’acqua.

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La sensazione è quella di un mezzo estremamente stabile, al netto delle notevoli vibrazioni. Non mi accorgo nemmeno del decollo.

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Questa prima tratta durerà circa un’ora e quaranta minuti, durante i quali ci sfilerà davanti un’incredibile varietà di paesaggi, dagli sparuti alberi della tundra, alle paludi dello Yamal, ai ghiacci perenni. È semplicemente straordinario, per cui lascio parlare le immagini.

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Anche se la configurazione interna con i finestrini alle spalle mi lascia un mezzo torcicollo, ne è valsa veramente la pena. Non credo di aver mai visto nulla di simile.

A un certo punto vedo due elicotteri a terra: sembra che siamo arrivati.

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Il nostro bestione posa dolcemente le ruote sul manto erboso, anzi paludoso, nel mezzo del nulla. Fa freddo, c’è una discreta brezza e non ho la minima idea di dove siamo: è difficile descrivere la sensazione che si prova a scendere dall’elicottero in questo contesto.

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Stando alla geolocalizzazione del mio telefono, che avrò modo di verificare solo in seguito, siamo esattamente qui.

Ci stanno aspettando degli autoctoni Nenets: in lontananza vedo già le loro caratteristiche tende, dette chum, mentre il primo gruppo sta per ripartire.

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Questo è tutto per oggi: a domani per i prossimi capitoli!
 
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Bellissimo!!! Le foto sono stupende, i posti meravigliosi.

Ps: Seguendo il tuo link Maps mi porta da tutt'altra parte.

Inviato dal King Kamehameha Club