GIORNO 12
Dopo la calura della metropoli, si torna a respirare un po’ di aria fresca di montagna. Stepantsminda, nota ancora come Kazbegi, è il centro nevralgico di tutto ciò che è montagna al confine con la Russia, lungo la strada militare, ed è laddove sono diretto.
La strada offre svariati punti di interesse che è difficile da vedere se non organizzando un massacrante tour specifico da Tbilisi, dato che i marshrutka fermano sì a piacere, ma non aspettano.
Così, per coniugare il tragitto verso nord con le soste, prendo un auto con autista su gotrip.ge, una specie di Uber sulle lunghe distanze, ma locale. Con l’autista ci si organizza via whatsapp prima di partire e di solito sono ben disponibili a modificare la tabella di marcia o il numero di soste. Ad attendermi, la mattina, una lucente Nissan Tiida con guida a destra e il suo autista, Nika, che sembra un membro dei System of a Down. Poche parole, guida sicura e musica a basso volume. So già che andremo d’accordo.
Partiamo la mattina verso le nove e mezza e dopo mezz’ora di traffico a Tbilisi, usciamo dalla città e passiamo sulla Georgian Military Road, una strada di importanza storica tra Russia e Georgia con Vladikavkaz ad un estremo e Tbilisi all’altro.
La strada è ben tenuta anche se vi sono numerosi punti con lavori in corso che rallentano la marcia. La prima parte fuori da Tbilisi è una tristissima lunghissima sequela di ristoranti/trattorie da matrimonio triste, intervallate da rivendite di pneumatici e l’occasionale villetta cum podere con mucche a invadere la carreggiata.
Dopo un’oretta circa ci fermiamo presso la fortezza di Ananuri, un complesso di due castelli e due chiese che domina la riserva di Zhinvali, specchio d’acqua assai poco attraente ma altrettanto funzionale alla scenografia del luogo (e a produrre energia elettrica).
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La chiesa della Vergine è la più antica delle due, ed è a ridosso della torre di guarda quadrata che limita uno di vertici della struttura difensiva.
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L’esterno della fortezza è invado da bancarelle, che vendono per lo più souvenir made in China, pane e bevande, tra cui questa limonata al dragoncello che è, come dire, peculiare.
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Soddisfatta la sete, ripartiamo su una strada che diventa man mano più scenografica all’avvicinarsi delle montagne. A Gudauri, uno ski-resort che si sta velocemente espandendo, siamo già a 2200m, e siamo anche incolonnati dietro una sfilza di camion battenti per lo più targa russa e azera.
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Pochi chilometri oltre, si trova uno dei luoghi più assurdi che ci siano nel paese, il monumento all’amicizia russo-georgiana – un ossimoro storico che è rimasto in piedi nonostante i rapporti non esattamente idilliaci tra Tbilisi e Mosca dopo la caduta dell’URSS. [History Channel] Curiosamente, il monumento celebra il bicentenario del
trattato di Georgievsk, ovvero l’inizio della fine del Regno di Cartalia-Cachezia, l’ultima entità indipendente ad esercitare autorità su quello che fu l’antico Regno di Georgia, se si esclude la breve parentesi della Repubblica Democratica di Georgia tra il 1918 e il 1921 – la linea storica è spiegata molto bene al museo nazionale a Tbilisi, con pannelli esplicativi in inglese fatto davvero molto bene. Essere
amici dei russi ha, storicamente, un significato piuttosto peculiare. [/History Channel]
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Il pregio maggiore del monumento è tuttavia la posizione, che abbraccia il passo di Jvari e la valle del Diavolo sottostante, con un panorama mozzafiato. Tutta la valle e le montagne, verdissime, che la circondano meriterebbero una sosta prolungata.
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Ci fermiamo ancora una volta superato il passo, per una curiosa sorgente ricca di ferro che colora di color ruggine la roccia calcarea su cui scorre. Parte dell’acqua è incanalata in una fontana ed è potabile – l’ho assaggiata e ha uno strano retrogusto minerale che ricorda la Ferrarelle, solo più ferroso. Ci sono decine di persone che riempiono taniche con quest’acqua che sembra avere proprietà mediche eccezionali, stando ai locali.
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Da qui in poi, la strada si abbassa di quota e raggiunge in breve tempo Stepatsminda, dove arrivo che sono le due e mezza passate.
La proprietaria del B&B mi accoglie con un bicchiere di vino fatto in casa (probabilmente aveva 25 gradi tanto era alcolico) e google translate.
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Mi accomodo sulla terrazza a far nulla per un paio di ore, godendomi la brezza e la vista della Chiesa della Trinità di Gergeti, credo il monumento più fotografato di Georgia – ovviamente, come tutte le loro chiese più scenografiche, posta sulla collina più prominente di tutta la valle e le conseguenti quattordici bestemmie da via crucis per arrivarci.
Stepatsminda consiste in una via nord-sud, che è dove ci sono i minimarket, la banca, le fermate dei bus e i ristoranti; e in un reticolato di strade larghissime, “lastricate” in pietra, percorribili solo da jeep e con pendenze ridicole, che portano alle due aree residenziali, a est e ovest del fiume. La qualità architettonica del paese non è quello che vi porterà fin qui
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Con qualche eccezione, come la piccola parrocchia
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Al bus-cafè fanno una ottima cheesecake al limone, per gli amanti del genere
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Dopo una cena a base di kebab e una tremenda bevanda a base di uva spina, mi piazzo in terrazza per qualche lunga esposizione sul paese e la chiesa, dall’alto della mia guesthouse
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