L'arcipelago delle Hawai'i, che appartiene amministrativamente agli Stati Uniti ma geologicamente alla Polinesia, conta otto isole maggiori tutte di origine vulcanica e una variegata serie di scogli e secche. Come accennato nella seconda parte, l'arcipelago segue un movimento che dall'hot spot coincidente oggi con l'isola di Big Island a est spinge verso ovest, regalando dinamismo e facendo sì che tra i due estremi costituiti dalla più antica Kaua'i e dalla più recente Hawai'i si possano trovare notevoli differenze, sintetizzabili in: a est ci sta la lava e a ovest ci sta la vegetazione. Ultima particolarità da Sapientino Clementoni è infine che la penultima isola per grandezza, ovvero Ni'ihau, è di proprietà privata sin da quanto, nell'ottocento, fu acquistata da una famiglia di origine scozzese che la possiede tutt'ora. Pare però che il Governo Federale abbia avviato delle contrattazioni per riacquistarla, e che i numeri dell'operazione, per chi di voi fosse interessato ad un regalo sicuramente originale, si aggirino intorno ai 2 miliardi di USD.
"Cosa ti ha vegalato Aviosto per il compleanno, mia cava?"
"Mah, niente, giusto uno scoglietto nel Pacifico, anche se secondo me è così cheap. Ho sentito invece che la moglie del visconte ha appena vicevuto lo ius pvimae noctis su tutti i toy-boys del Liechtenstein...".
Tutto questo perchè?
Per farvi capire che razza di casino possa essere scegliere dove andare di preciso nella settimana risicata a disposizione.
E quello vuore fare quello, e quella vuole fare quell'altro, e per andare da lì a là non ci sono i voli, e per andare da là a lì non vanno bene gli orari, e quella costa troppo, e quell'altra troppo poco ed è da barboni (no scherzavo, alle Hawai'i poco non costa niente). Insomma un macello. Aggiungete 6 teste pensanti, tanti gusti diversi, limitazioni di tempo e budget e la frittata è fatta. Un po' abbiamo insomma scelto a caso.
Ma nemmeno troppo in realtà. Escludendo le piccolissime e le inaccessibili, Big Island era l'unico punto fermo perchè sapevamo essere la più completa e variegata (spiagge, vulcani, montagne, verde). Molokai, che mi ispirava tantissimo, scontava le maggiori difficoltà legate ad alloggio e servizi, visto che l'industria del turismo è attualmente in dismissione al fine di preservare la cultura locale. Maui, altra grande papabile, ci avrebbe fatto perdere una giornata intera per via degli orari dei voli, anche se pare essere tra le più belle in assoluto. Kaua'i, la più a occidente, ci avrebbe costretti a fare un ulteriore scalo per ritornare in California. Insomma un po' per esclusione un po' perchè sembrava comunque interessante, siamo finiti a O'ahu, l'isola cioè che ospita la capitale Honolulu.
E la differenza di paesaggio devo dire che si vede.
Il quartiere di Waikiki dove alloggiamo.
Il primo dei due giorni nell'isola sarà caratterizzato da un meteo non proprio dei migliori, quindi invece che buttarci in spiaggia a oziare siamo costretti un po' controvoglia ma nemmeno troppo ad andare in giro per la costa orientale dell'isola.
Qui la prima rosicata colossale. Sempre seguendo la costa meridionale verso est, si passa per la Hanauma Bay, che pare essere la spiaggia più bella di tutta l'isola se non una delle più famose al mondo. La baietta prende il posto di un piccolo cratere collassato, e per via della massiccia affluenza turistica l'accesso è attentamente centellinato. In albergo ci consigliano caldamente di presentarci all'ingresso la mattina di buon ora, ma se siete arrivati a leggere fino a qui avrete forse capito quanto caldamente ce ne freghiamo, di solito, dei buoni consigli che ci vengono dati. Il risultato è che, nonostante il dollaro da spendere per il parcheggio e i 13,5 a testa per scendere a mare, all'orario da nobili in cui arriviamo è già tutto bello che occupato, quindi non ci fanno nemmeno accedere al parcheggio e siamo costretti a proseguire.
Intanto arriviamo sul versante nord, che comunque male non è.
Per poi fermarci un attimo alla spiaggia di Waimanalo (niente bagno, il tempo è quello che è).
Proseguendo sempre verso nord arriviamo quindi alla spiaggia di Lanikai, considerata assieme ad Hanauma un'altra tra le migliori dell'isola. Probabilmente a ragione (nonostante il tempo infame).
Visto che tanto di stare a mare per ore non è cosa, ci ributtiamo in macchina e ce ne andiamo un po' nell'entroterra, andando a visitare i tipici paesaggi alla Jurassic Park o alla (Dio mio quanto ti odio ancora) Lost.
Surfboard multiuso.
Montagne. Splendide.
Mare, montagna, proseguiamo un po' nell'entroterra.
Dole Plantation, cioè la piantagione di ananas della (appunto) Dole che ha sede qui. Intorno a sta cavolata c'hanno costruito un polo turistico che sarei davvero curioso di vedere quanto frutta, tra gelati, chincaglieria, magliette, creme solari e idratanti con tester gratuiti che abbiamo preso d'assalto, trenini e tipo il più grande labirinto del mondo.
Caffè immerso nel nulla (ma devo dire molto buono. in effetti tra qui e, soprattutto, Kona con il suo omonimo e rinomato caffè ci sanno fare).
E direzione di nuovo verso Hanauma Bay. Ci riproviamo insomma, anche se arriviamo giusto in tempo per fare una foto dall'alto (l'accesso alla spiaggia chiude alle 17:30 e quello al parcheggio alle 18. Tassativamente. Ti prendono letteralmente di peso e ti sbattono fuori).
Bhè, bella è bella.
Per concludere la giornata ce ne torniamo quindi verso Waikiki.
Dove il tramonto corrisponde all'ora di punta per lo shopping e per lo struscio lungo la grande via del lungomare che tutto ricorda meno che gli Stati Uniti. Tanti negozi, dalle boutiques di lusso ai grandi marchi di street wear balneare. Tanta gente, tutti allegramente a passeggiare. Molto piacevole.
Oltre a rispondere a un vostro eventuale "ma sti catsi del mare! ragazze ce n'erano?!?"...
...questa foto mi permette di introdurre il tema della presenza di giapponesi nell'isola, che definire "massiccia" mi sembra riduttivo. Considerato infatti quanti se ne possono trovare in Italia nelle varie città d'arte, e considerati quanti ce ne sono qui, continuo ad avere il dubbio circa chi diavolo sia rimasto in patria a mandare avanti la baracca.
Davvero, è impressionante.
Sulle guide, ma soprattutto nell'ottimo sito dell'Agenzia Statale per il Turismo che introduco qui ma che riprenderò nelle conlcusioni, avevamo letto che tra le varie cose da considerare nel pianificare il viaggio ci fossero proprio le festività giapponesi, durante le quali folle oceaniche di adepti del toyotismo si riversano negli posti di cui stiamo parlando. E considerate che noi ci siamo andati accuratamente alla larga dai periodi da bollino rosso!
Mi viene da pensare che questi al mare vengano solo qua, e da un parte capisco la questione vicinanza, ma dall'altra aggiungo anche un "come dargli torto". Ma su questo poi ci ritorniamo. Andiamo avanti.
Anzi no, andiamo a letto.
La giornata è quasi finita, mangiamo del pesce grigliato (cioè fish&chips senza la panatura sul fish, a-ri-mortacci-vostra. Mo che ci siamo apriamo e chiudiamo sta parentesi: il punto debole delle Hawaii? Si mangia di schifo. La cucina è praticamente quella americana fatta di hamburger steroidei, patatine fritte e breakfast da 5 uova che ti fanno da colazione, pranzo, cena e se ne metti qualcosa da parte ci svolti pure il giorno dopo. A Big Island abbiamo pure provato, una sera, la vera cucina hawaiana, basata principalmente sul maiale bollito, su vari tipi di verdure locali e sul pesce crudo. Il problema è che pure quella era una porcata invereconda dove non si capiva niente e veniva fuori un'accozzaglia di sapori, e capisco che la cucina sia fatta di gusti personali, tradizioni, e bla bla bla, ma davvero ci voleva coraggio a ingurgitare quella roba. Tiè, giusto il pesce crudo si poteva mangiare, ma poi nemmeno tanto perchè era praticamente devastato dai semi di sesamo di cui con un solo piatto ho di gran lunga superato la mia razione annuale). E mo chi si ricorda che stavo dicendo... ah sì, mangiamo e andiamo a letto.
Il giorno dopo riprendiamo da qui: lasciamo cioè l'albergo e ci rimettiamo in viaggio.
La mattina la spendiamo sulla spiaggia di Waikiki, che come si può ben vedere è una spiaggia urbana. Sicuramente non c'azzecca nulla con lo stereotipo della spiaggia tropicale, e risulta popolata principalmente dagli ospiti dei tanti hotel che hanno poca o nessuna voglia di muoversi come invece facciamo noi. Ma al di là dei gusti personali, la qualità complessiva è oggettivamente alta: battigia curata, mare limpido, poco caos, tutto in ordine insomma. E per giusto una volta nella vita farsi il bagno con i grattacieli dietro non è nemmeno male.
Detto ciò prendiamo e ce ne andiamo per l'ennesima volta.
La direzione è la North Shore in generale e Waimea Bay in particolare, sul tratto nord della costa occidentale. Strada facendo siamo però costretti a tornare indietro, perchè i nuovoloni che si stagliano all'orizzonte non fanno per nulla ben sperare, e anzi ci inducono a controllare meglio il meteo che infatti ci conferma brutto tempo.
Insomma oggi, se vogliamo fare il bagno, tocca rimanere solo nella costa sud. E così facciamo.
Il lettore attento a questo punto noterà: "perchè non andate a Hanauma Bay visto che il giorno prima non avete fatto in tempo?". Facendo quindi come quel forumista che usando un doppio account si faceva con uno le domande e con l'altro si rispondeva facendosi oltretutto i complimenti per il quesito interessante, un fenomeno d'altri tempi insomma, rispondo che visto che la spiaggia è bella, visto che per mantenerla bella va curata, visto che il turismo di massa è una piaga ambientale, ma considerato anche che porta soldi, e visto infine che l'intelligenza sta nell'usare soldi per mantenere la qualità nonostante i flussi, il martedì la spiaggia è chiusa per manutenzione e pulizia. E oggi è per l'appunto martedì. Che culo!
Non ci rimaneva che la costa sud dunque, e dunque ci buttiamo a Ko'Olina.
Che in teoria dovrebbe essere l'ultimo posto dove bisognerebbe andare a Oahu, per il semplice fatto che la serie di quattro deliziose calette che compongono questo tratto di costa è artificiale e creato a uso e consumo dei resort subito alle spalle.
Ma in tutta sincerità, a me questo non sembra affatto uno scempio:
Detto ciò, prendiamo armi e bagagli e ce ne andiamo, cambiandoci i costumi ancora bagnati direttamente in macchina sulla strada per l'aeroporto (per i purtisti del genere, ci siamo messi anche le scarpe chiuse senza volare con le infradito).
La vacanza è finita e con essa questo lungo OT che spero non vi abbia annoiato.
Passiamo dunque all'IT: l'Honolulu International Airport, a differenza di quel grazioso giocattolino che era KOA, è una grande infrastruttura da quasi 20 milioni di passeggeri l'anno. Funzionale quanto basta da quello che ho visto, ma decisamente ferma agli anni '70 per quanto riguarda l'estetica.
Tre terminal: uno per gli overseas, un commuter, e uno per i voli intra-arcipelago. Noi partiamo ovviamente dal primo di questi tre, dove stampiamo alle macchinette la carta d'imbarco (niente bagaglio da stiva) e ci avviamo ai controlli.
Anche qui solito capitolo body scanner. Mentre finisco di mettere gli oggetti personali nella vaschetta vedo uno dei miei amici che era poco più avanti di me chiedere all'addetto TSA di poter usare il metal detector. Quello, senza nemmeno guardarlo in faccia e con un atteggiamento che avrebbe spinto persino il Mahatma a riempirlo di calci e sberle, gli fa cenno ripetutamente di andare nel BS. Il mio amico gli fa (giustamente) notare che proprio attaccato allo scanner c'è un cartello che recita più o meno testualmente: "è tuo diritto rifiutarti di utilizzare questo apparecchio. Sei libero di scegliere la perquisizione manuale". L'addetto però non dismette l'atteggiamento di cui sopra che vi giuro mi sta salendo la bile solo a ripensarci, al che il mio amico può solo decidere di impuntarsi chiedendo le credenziali dell'addetto e di poter parlare con un diretto superiore, saltargli al collo per azzannargli la giugulare e farsi arrestare, processare e fucilare seduta stante, oppure fare pippa pure lui come me sia a Los Angeles che qua, rimpolpare questo nutrito popolo di onanisti e usare il BS.
E questo è, a mio avviso, il brutto dello stare fuori dal tuo paese: sei costretto a stare con due piedi in una scarpa perchè non è casa tua, e soprattutto perchè in realtà non sai bene quali sono davvero i tuoi diritti o gli usi e costumi a cui devi forzatamente adeguarti.
Ma torniamo a noi che è meglio.
Il corridoio subito oltre i controlli.
L'apt è un po' all'aperto e un po' al chiuso.
Il percorso da fare a piedi per raggiungere i gates.
Bagni.
I gates. Ripeto: arredamento fermo agli anni '70.
L'imbarco del nostro UA396 HNL-SFO, operato con 777-200, avviene tramite finger, e non riesco a leggere le marche. Con flightdata non riesco nemmeno a recuperarle, qualcuno mi sa aiutare?
Volo totalmente pieno davanti e quasi del tutto dietro. E' la mia prima volta in un triplo, dunque la sensazione di ampiezza della cabina mi colpisce decisamente. Configurazione 2-4-2 senza IFE. Sedile scomodo senza poggiatesta orientabile. Copertina striminzita e niente cuscino. Dormire sarà un dramma. Sono al 32J, finestrino di destra sull'ala. Accanto a me un qualche tipo di monaco vestito di arancione, che rimarrà seduto composto e in silenzio per tutto il volo.
??????
Televisori da cui passeranno una commediola da domenica pomeriggio su Canale 5 e non so cos'altro perchè in un certo senso riuscirò a dormicchiare.
Safety. Mi faceva fatica aprirla.
Cuffie.
L'ala più grande che abbia mai visto finora. Maestosa.
Decollo dalla 8R in perfetto orario. Dei 5 voli di questo viaggio tutti hanno spaccato il minuto. Volo uneventful. Personale senza voto, in quanto più dell'avere un paio di bicchieri d'acqua non ho avuto a che farci. Come in tutti e 5 i voli d'altronde.
E dopo poco meno di 5 ore arriviamo al San Francisco International Airport.
Il terminal nel quale arriviamo, che non so quale sia forse il T3, è nuovo, pulitissimo e molto gradevole.
Il nostro A319 che ci riporterà infine a SAN.
Sono abbastanza cotto. Ora locale sono circa le 6am, meno 3 ore di fuso fa le 3am biologiche. E non è che abbia dormito un gran chè. E', credo, un volo troppo breve per essere operato di notte: vero che massimizzi i tempi, ma non penso ci sia alcun modo per non arrivare a destinazione in uno stato pietoso.
L'aereo è nuovo di pacca, pulito, comodo e ben tenuto. La A320family è senza dubbio la mia preferita. Mi ci trovo sempre benissimo. Questo volo non fa eccezione.
Del taxi e del decollo ho parecchie foto. Non sapevo quali scegliere quindi le metto tutte. Se avete lamentele al riguardo parlate con l'addetto TSA di HNL.
Come ci sia finito non lo so.
How I met your mother. Non il mio preferito ma ottimo per passare il tempo. Tanto non si dorme. All'andata sul 757 hanno passato The Big Bang Theory. Quello sì che l'adoro!
F.A.C.
Crociera su di un mare di nubi..
..che dopo circa un'oretta ci apprestiamo a bucare.
Periferia est di San Diego. La storia dell'estate tutto l'anno è una fregnaccia colossale che si sono inventati quelli delle università per attirare i ricercatori da tutto il mondo. L'inverno è sì molto più mite di qualsiasi altro posto negli States, ma siamo al 18 di luglio e ci stanno ancora 18°.
Balboa Park
Quartiere di Bankers Hill, da cui si può godere di passaggi radenti e vista mozzafiato sulla pista. Davvero un bel posto per un appassionato.
Atterraggio sulla 27.
E siamo arrivati.
Il Terminal 2 di SAN. Davvero ottimo: molto bello, nuovo, funzionale e pulitissimo.
E "diciamo" che il racconto finisce qua.
United, prima volta per me, si è dimostrata un'ottima compagnia: mi ha portato dove dovevo andare a un prezzo competitivo, con una serie di cambi perfettamente coordinati, delle macchine decenti quando non buone e un servizio generale comunque in linea con il prezzo che ho pagato (e con gli standard americani).
Gli apt, o almeno i terminal, per cui sono passato si sono dimostrati funzionali. Alcuni, come SAN, KOA o SFO, anche molto gradevoli da vedere.
Dico "diciamo", però, perchè davvero mi sarei voluto evitare il seguito.
Ancora in aereo, seduto in ultima fila e quindi in attesa che uscissero tutti i pax davanti a me, accendo il cellulare e tanto per ingannare il tempo vado velocemente su Facebook. Come primo status mi capita quello di un mio amico sardo, una persona adulta, che stimo, intelligente, di cultura, sveglio, non avvezzo a parlare come un carrettiere e che per giunta lavora nel settore dell'ospitalità (non nell'isola), dunque anche un addetto ai lavori. Ve lo riporto integralmente:
un amico mio ha detto:
La saremar è una merda. Poi ci lamentiamo se in Sardegna il turismo non decolla.
Insomma il ricordo ancora fresco di una bella vacanza che va immediatamente in frantumi sotto il peso del confronto.
Confronto che non esiste proprio.
Premessa: io la Sardegna diciamo che la conosco bene, quella turistica e non, e ci ho anche fatto vacanza olte ad averci lavorato per 4 estati di fila nel settore dell'accoglienza (dal camping al villaggio vacanze 8 stelle). In più sono cresciuto in Calabria dove torno ogni anno, altro posto che dovrebbe campare di turismo, ho girato tutta la Sicilia più volte, idem la Puglia. Ho visitato almeno una volta quasi tutti i più importanti siti storici e artistici italiani. Insomma, per dirla alla Aldo Giovanni e Giacomo, non è che dopo aver girato il mondo mi sono accorto di non essere mai stato in Toscana. Semmai il contrario. Ah, non sono nemmeno un esterofilo, piuttosto sono uno sciovinista triste.
Alla luce di ciò, Cosa ho trovato alle Hawai'i?
Ho trovato spiagge linde che sì sono tenute bene da chi le usa, ma che se necessario ti fanno pagare l'ingresso per accedervi e che le chiudono una volta alla settimana per pulirle e sistemarle. E se fai il coglione arriva la polizia e ti si porta. Ho trovato acqua sempre pulita quindi senza scarichi a mare. Ho trovato strade ottime o comunque buone. Servizi per l'accolgienza più o meno per tutte le tasche ma sempre dal più che sufficiente in su. Se vai su Google e scrivi "Hawaii", il primo risultato che spunta fuori è il sito dell'agenzia statale del turismo, dove isola per isola ti spiegano nel dettaglio cosa puoi fare, cosa non puoi fare, dove andare, dove dormire, dove mangiare, itinerari, suggerimenti, avvisi e tutto quanto può venirti in mente (ve lo ricordate
please visit our Country?). Basta che ci spendi un paio d'ore anche distrattamente e hai organizzato un viaggio che fila liscio senza alcun intoppo. In ogni dove trovi informazioni turistiche con una presentazione dei posti da visitare, il modo di arrivarci e gli orari. Spesso anche i costi, che non sono il corrispettivo di una fregatura come da noi ma di un servizio. La gente lo sa e quasi sempre all'ingresso c'è la fila. La pipì non la fai in acqua o per strada, perchè su tutte (
tutte. il 100%) su tutte le spiagge c'è un casotto con i bagni e le doccie. Da noi no, e se ci sono sono talmente luridi che tanto vale farla in giro. "Eh, ma da noi è che le riducono subito così". Negativo: lì nei bagni ci sono sempre almeno due rotoli di carta igienica, quindi vuol dire che c'è un cristiano pagato per andarcela a mettere almeno una volta al giorno. E magari anche a pulire.
Che altro ho trovato? Ho trovato i grattacieli a ridosso della spiaggia, che non sono la palazzina dell'avvocatucolo di turno con i ferri da ripresa sopra e lo scarico a mare sotto, ma sono parte di una città pianificata, con servizi, standard, regole e cura. E se vai a mare lì davanti l'acqua te la puoi anche bere se non fosse che è salatissima. Non ti piacciono i grattacieli? Prendi la macchina su cui sei salito dopo 20 minuti dall'uscita dall'aereo, segui i cartelli, e vai in spiagge dove trovi al massimo villettine carine anche se semplici, perchè il primo che le vuole belle è quello che ci vive dentro prima ancora di quello che ci passa fuori. Vuoi qualcosa di ancora più selvaggio? Ti sposti in un altro angolo dell'isola e trovi baie incontaminate. Oppure cambi direttamente isola perchè tanto ce ne stanno altre 7 e tu hai l'imbarazzo della scelta. Semplicemente paghi un po' di più l'alloggio perchè hai voluto una minore offerta, ma trovi comunque una casa arredata di tutto punto se non meglio ancora di casa tua. L'hai trovata e pagata on-line da un privato senza doverti appoggiare a nessuna agenzia, per arrivarci hai seguito sempre le indicazioni per strada e non hai dovuto pagare nessuno perchè ti spiegasse come diavolo arrivarci, anche se è in mezzo a un bosco vicino al cratere di un vulcano attivo. Al limite anche alle benzine ti danno una mappa e ti spiegano qual è il posto più bello dove andare in zona.
Oppure sei più un tipo da resort e preferisci i servizi all'isolamento senza comunque l'affollamento urbano? Niente paura, ce ne sono alcuni che si sono addirittura messi insieme, hanno sbancato un piccolo tratto di costa anonimo fatto di scogli e ci hanno realizzato 4 lagunette da cartolina che se non lo leggevi che erano artificali non ci credevi. Compagni tranquilli! L'accesso è pubblico anche se non alloggi lì e stai solo girando.
C'è un sacco di lavoro per tutti, e un barista in un caffè guadagna quanto me che a settembre dovrei conseguire un dottorato di ricerca. Hanno banalizzato la cultura locale, "aloha", "mahalo", "plumeria" e "ukulele" sono diventate macchiette e non più concetti. In compenso si sono detti che non c'era bisogno di sfruttare proprio tutto lo sfruttabile, e quindi hanno preso una delle isole più belle, hanno smantellato quasi tutte le strutture turistiche di massa e l'hanno lasciata ai locali. Su altre non hanno nemmeno mai cominciato a costruire in maniera intensiva.
Qua, e per qua intendo l'Italia turistica tutta, l'unico modo che abbiamo per guadagnare col turismo è spolpare chi non si può permettere di andare in posti del genere (perchè è ovvio che un minimo in più costa), oppure pagare noi stessi per deportare la gente qua e poi dargli botte da orbi vendendogli aria fritta condita di origini greco-romane. Il massimo del nostro dinamismo è farci la guerra tra un aeroporto e quello a 50km di distanza, usciti dall'aeroporto i turisti possono pure morire ammazzati. Si salvano giusto le città d'arte, le varie Firenze, Venezia dove vado almeno una volta all'anno perchè è il posto più bello del mondo, Roma dove ho vissuto gli ultimi dieci anni, i centri minori dell'Umbria, etc etc.
Ma perchè?
Negli ultimi mesi ho incontrato molti giapponesi - che popolo magnifico -, e gira che ti rigira si finisce sempre a parlare dell'Italia o di Roma, dove il 90% di loro (o un parente, o un genitore, o un amico) è stato. Bhè, se un giapponese ti dice che Roma è bella ma puzza ed è sporca, significa che gli ha fatto proprio schifo, impressione e disgusto, perchè se nonostante la loro rispettosissima cultura arrivano a rivelarti un leggerissimo difetto vuol dire che dentro di loro hanno ancora vivo l'orrore. Ma ci vanno comunque, perchè Roma è solo a Roma, come Firenze solo a Firenze, Venezia, Pompei e compagnia bella. Ma se poco poco potessero decidere, mai e poi mai si sognerebbero di mettere piedi in postacci del genere, figuriamoci andare pure a pagare migliaia di euro tra viaggi e sistemazioni fatiscenti. Più quelli che gli fottono i tassisti o chiunque altro. Stessa cosa con le coste: se poco distante dalle Hawai'i ci fosse un secondo arcipelago contenente tutte le coste italiane con strutture annesse, secondo voi quanta gente ci sarebbe?
C'aveva ragione Antonio Cederna. Noi c'abbiamo i vandali in casa.
C'è stato un tempo in cui un popolo di alieni è venuto qua da Marte e con le mani, l'ingegno e il gusto ha fatto cose più belle di quelle che è riuscita a fare la natura stessa. Ma poi per fortuna sono morti tutti.