[TR] Cimiteri e sale parto


Siamo agli sgoccioli della parte californiana del viaggio: decido quindi di andare a fare visita alla Edwards AFB, molto vicina a Mojave. Ora devo fare un inciso: quando dico che “pianifico” il viaggio, intendo dire che, a grandi linee, compro i biglietti e, a linee ancora più grandi, fisso alcune mete. Gli amici con i quali ho parlato, sanno che sino al giorno della partenza l’itinerario era Mojave, “forse Victorville” e poi quello che andrete a scoprire più avanti. Poi, quando arrivo a destinazione, valuto cosa fare. In questo caso, Edwards era fuori, al pari di Palmdale, che sono andato a vedere solo perché, all’andata, ho visto il cartello autostradale...
Ma torniamo all’avventura: Edwards è a poche miglia di autostrada, la stessa percorsa per andare a Victorville. Riprendo dunque il cammino e mi reco alla base che, scoprirò, è sì visitabile, ma dietro prenotazione fatta almeno 30 giorni di calendario prima della giornata di visita, e sempre che ti autorizzino. Poco male, mi dico, me la guardo dall’esterno. Imbocco quindi l’uscita, e dopo un miglio circa di strada deserta vedo questo cartello



Poco oltre, un gabbiotto militare con guardia armata, recinto invalicabile, e stradina che contavo di percorrere per fare il giro della base non accessibile senza passare per le forche caudine dei militari. Passato in rassegna il calendario gregoriano, non mi resta che scattare di contrabbando una foto a quel che veglia sulla garitta e fare marcia indietro



Mesto rientro alla base, dunque. Ma gli Stati Uniti sono la culla della libertà, ne hanno talmente tanta che la esportano in tutto il mondo: decido quindi di fare una sosta in “autogrill”, giusto per capire come sono fatti.



Scordatevi bar, paninoteche, spizzichi vari e gratta e vinci: qua non c’è nulla, salvo i distributori automatici di Coke. Che fare? Visto il caldo infernale, mi do una rinfrescata? No, non si può



Piscio il cane? Faccio un pic-nic improvvisato sull’erbetta brulla del parcheggio? No, non si può...



Vabbè, ho capito: mi fumo una ciuspa e via...



Mavaff@@@@lo!

Carico armi e bagagli, il volo da LAX è pomeridiano, ho tempo da perdere in abbondanza. Come detto, sulla strada devio dalla retta via, destinazione Palmdale. Anche qui, aeroporto con annessa base militare: che Dio ce la mandi buona. Non avevo grosse aspettative, nemmeno mi ero informato su cosa ci potesse mai essere di interessante: so solo che, mentre seguo la strada per l’aeroporto, scorgo questo soggetto, che mi fa, in un colpo solo, rischiare patente e galera, prospettandomi un radioso futuro da pregiudicato



Ca@@o, altri aerei! Incurante della doppia striscia gialla, inversione di marcia ed immediato ingresso nel parcheggio sull’altro lato della carreggiata. Il cancello è aperto, nonostante siano le 10 ed il museo apra alle 11... disdetta, non potrò visitarlo. Ma quello che c’è fuori sì.



Un Blackbird! L’unico esemplare che avevo vista prima d’ora di questa meraviglia era quello esposto sull’Intrepid a New York. Ma, aspetta, non ho bevuto, sbaglio o...







Sono due! Nello stesso posto, perfettamente mantenuti e nel pieno della loro immensa bellezza. Questo è il motorino che li accompagnava a solcare i cieli









C’è anche un B2: e questo è solo il parcheggio!



Mi mordo le mani per non avere guardato prima cosa celasse questo posto!
A quest’ora, ci siamo solo io ed una squadra giovanile di football americano, completa di cheerleaders a fare un servizio fotografico




Sconsolato, riprendo la fedele Chevy per tornare a LAX ed imbarcarmi per la prossima destinazione. In aeroporto, coda kilometrica per restituire le macchine. Chiedo al parcheggiatore se è sempre così: “Oggi ne aspettiamo 1.600 in rientro, e 2.000 in uscita. Ogni giorno è così!”. Alla faccia del business!!!

Il prossimo volo è breve, circa un’oretta abbondante su un CRJ di US Airways express, destinazione Arizona, per l’esattezza Tucson. Da bordo, scorgo il nuovo 332 di Fiji



Sbirciata in cockpit



Winglet



Questo il pitch, tutto sommato accettabile



In volo (tranquillo, senza infamia e senza lode)





Aeroporto deserto, siamo già in discesa



Virata finale per allinearci



Arrivati a TUS



Che dire della città? Anzitutto, che fa caldo, molto caldo: in alcune giornate toccheremo i 100°F, con elevata umidità. Non avendo molto da fare, ed avendo il ritiro macchina l’indomani, decido di guardarmi intorno. La città è deserta, d'altronde è domenica





Cerco qualcosa di aperto, vorrei gustare un buon caffè, mi dicono che questo posto, a dispetto del nome, è rinomato: mah...





Chiuso anche il bar di casa mia







Trovo finalmente dove potere riprendere delle sane abitudini


Basta, troppo OT! Lo riprendiamo dopo, molto dopo. Ora devo portarvi alla prima delle due mete della permanenza in Arizona



Qualcuno lo ha involontariamente anticipato, si fa visita al PIMA (http://www.pimaair.org/ ), un museo talmente vasto che suggeriscono di fare il biglietto valido per due giorni! In parcheggio, il benvenuto ce lo da lui



Ora armatevi di santa pazienza, perchè non potete nemmeno lontanamente immaginare cosa sia questo posto! In sostanza, dire che contiene l’intera storia dell’aeronautica è probabilmente riduttivo. Qua c’è la quint’essenza dell’aviazione, centinaia di mezzi di ogni tipo. Non sarà facile riuscire a fare una sintesi di quello che si può vedere e toccare con mano: non ci credete? Cominciate a gustarvi il menu, che per 18$ va dall’antipasto all’ammazzacaffè!





Appena varcata la soglia del primissimo hangar, questo lo spettacolo che vi si presenta davanti








Anche qui, un Blackbird. Questo però ha una particolarità: è il più anziano sopravvissuto, il secondo costruito dalla Lockheed, e vanta una lunga storia







Le caratteristiche operative del mezzo fanno impressione al pari dei suoi record



Paracadute balistico



Questo il mezzo che avevano testato da fargli portare a spasso. Come potete leggere, il quarto test fu tragico, ed il mezzo venne ridisegnato per essere lanciato dai B-52, con i quali condusse qualche missione, prima che il programma venisse cancellato nel 1971.



[FONT=&quot][/FONT]

Altri mezzi, militari e non solo




























Pausa! Avanti così, non si finisce più. Facciamo una passeggiata all’aria aperta, dove c’è forse la parte migliore di tutta l’esposizione. Qualche panoramica di quello che offre la casa













Se volete, ve li mostro uno alla volta: ditemi voi, io vado anche avanti...
 
Ultima modifica:
Gian tu posta tutto e fai piu parti Che ti pol di questo meraviglioso TR. Un ritorno tuo cosi non lavremo mai imaginato. Un succeson mai visto. Se gha comenta di piu degli operatori di telefonia mobile ma diciamo Che anca tu sei in TIM
 
...al PIMA mi son preso una bella scottatura, impazzito com'ero a rimirar tutto quel ben di Dio (aviatore); e la cosa che piu' ci lascio' senza parole fu la costante attenzione, spiegazione e cura che i VOLONTARI (si, volontari) ci mettono nell'accompagnarti e nel gestire il Museo!
10 e lode a veterani del Vietnam, della WWII, della Corea, dell'Iraq e di ogni dove, inclusi piloti e naviganti civili, gente meravigliosa con cui ho parlato per ore, cosi' come allo Smithsonian a WAS!
Non seduti in piazzetta a fare una mazza dall'alba al tramonto (e pure dopo).
 
...al PIMA mi son preso una bella scottatura, impazzito com'ero a rimirar tutto quel ben di Dio (aviatore); e la cosa che piu' ci lascio' senza parole fu la costante attenzione, spiegazione e cura che i VOLONTARI (si, volontari) ci mettono nell'accompagnarti e nel gestire il Museo!
10 e lode a veterani del Vietnam, della WWII, della Corea, dell'Iraq e di ogni dove, inclusi piloti e naviganti civili, gente meravigliosa con cui ho parlato per ore, cosi' come allo Smithsonian a WAS!
Non seduti in piazzetta a fare una mazza dall'alba al tramonto (e pure dopo).

Quoto.
La passione che mettono generalmente gli americani negli aerei è forse unica al mondo. Per non parlare di cos'è a quelle longitudini il volontariato.


Per me puoi pure uploadare tutte le foto che hai fatto.
 
Facciamoci dunque un giro in esterno: il sole brucia, il filtro della sabbia che normalmente aiuta qui è più rarefatto, ma permette comunque di limitare i danni da insolazione. La fortuna è che, ad interrompere momentaneamente il giro, intervenga il tour che andrò a mostrarvi più avanti. Sta di fatto che un’intera giornata sarà passata in questo posto, e sarà la giornata aeronauticamente più intensa di tutto il viaggio.
Passiamo in rassegna le meravigliose macchine presenti, allora.
Tra gli elicotteri il Sikorsky pare una libellula, invece le sue dimensioni sono notevoli



Qua rende meglio le proporzioni







Qualcosa di artistico, che personalmente mi fa storcere il naso, ma tant’è










































C’è anche qualcosa di nostrano





La zona che più mi interessava: quella dei bestioni. Si comincia da




















Torniamo ai piccoli















Pulmino dei pensionati. I volontari accompagnano i visitatori nel tour guidato, volendo, dando tutte le informazioni su ogni singolo velivolo in mostra. Io il giro ho preferito farmelo per i fatti miei.

















Questo B-23 Dragon è bellissimo












L’antesignano degli AF1







Constellation: ce ne sono due presenti, uno è questo



L’altro è questo. Che è più famoso







Mi ha sempre affascinato la coda a tre sezioni



Oh, io proseguo, eh (tranquillo Ken, di spazio ne abbonda col pacchetto premium!)
 
Hai colpito Gian. El militar tondo xe casca. E succeso esatamente come avevi previsto. Quelle quattro lamiere marce militari lo hanno fatto godere. Mitico Gian
 
S’è fatta l’ora della pausa: nel prenotare il biglietto, ho incluso anche la visita (obbligatoriamente guidata ed a bordo del bus, posto che si entra in base militare) all’AMARG, alias 309th Aerospace Maintenance and Regeneration Group. E’ la zona nella quale vengono preservati i mezzi militari “in eccedenza” e mantenuti in modo da potere rapidamente essere rimessi in servizio all’occorrenza, ma è anche un centro dove vengono smantellati i mezzi giunti al termine del ciclo di vita, nonché luogo nel quale sono stati distrutti, a suo tempo, i B-52 all’epoca dello “Strategic Arms Reduction Treaty”. Al suo interno, oltre 4.000 mezzi delle diverse sezioni delle forze armate statunitensi (se volete saperne di più, www.amarcexperience.com ). Insomma, un altro paradiso da visitare. Salite a bordo con me, e facciamo il giro guidato. Abbiate solo pazienza per la qualità delle immagini: il bus aveva i vetri leggermente oscurati.

Questo l’assaggio che si vede sulla strada che porta all’ingresso, giusto per farsi un’idea di quello che sarà il giro



Entriamo (dimenticavo: a bordo niente borse e zaini, dovete registrarvi ed avere dietro i documenti, che non si sa mai).







I mezzi sono tutti ricoperti, nelle parti più sensibili, dalla pellicola bianca. Sembra roba adesiva, in realtà è uno spray al lattice che viene “spalmato” e che permette sia una conservazione stagna, sia una rimozione facile e veloce quando necessario.
All’ingresso, è stato fatto in modo da esporre i pezzi “singoli”, per fare sì che si avesse un’idea di tutti gli aerei ricoverati. Il bus segue alcuni viali interni alla base, ed il volontario che fa da guida li illustra uno ad uno.















Non ci sono solo aerei: anche i motori sono oggetto dello stesso trattamento. Già che ci siete, pensate anche ad un altro aspetto che sino ad ora non ho sottolineato: a livello economico, che siano da rottamare o da preservare, i quattrini custoditi in tutti questi posti ammontano a svariati milioni di dollari...





Questo è un mezzo che non è in stato di conservazione, ma è semplicemente esposto: è un esemplare di YC-14, del quale ne sono stati costruiti solamente due. Uno è questo, l’altro ve lo mostro dopo, dal momento che è esposto al PIMA.











Non si sa dove voltarsi, tanto è il ben d’iddio presente. I milanesi possono anche raccontarvi di come siano stati costretti a vivere in diretta l’entusiasmo nel fare il giro (poracci, quanto mi sopportano!).






















Grandi e piccoli, non c’è differenza!
















Insomma, avete capito: qui c’è passato e presente dei mezzi militari (e non, per la verità: c’è anche qualcosa di civile) dell’aviazione.
La base è divisa in due parti: la prima è quella che avete visto, dedicata al parcheggio di mezzi ancora efficienti ed utilizzabili. La seconda zona, invece, è quella dove gli aerei vengono privati di ogni pezzo ancora utilizzabile (il complesso fa anche da immenso magazzino per pezzi di ricambio spesso introvabili) e poi ridotti in briciole. Anche qui, si vede di tutto











Tra i vari aerei in fase di smantellamento, l’unico 747 mai acquistato dalle Forze Armate statunitensi

































Il giro si conclude dopo un’ora e mezza circa: dalla strada si colgono le ultime immagini della parte civile della zona.