Dunque, prossima meta Victorville. Che è vicina, anche se non esiste un collegamento in linea diretta ma si deve fare un percorso ad L, e che non è (più) solo un cimitero, o meglio, da cimitero si è trasformata in zona di preservazione, oltre che di demolizione. Nel corso del viaggio ho scoperto anche che Boeing ha qui una paint line, dove spedisce gli aerei nuovi per i quali non ha spazio negli stabilimenti di Everett e Renton. La strada per arrivare qua è lunga, vuota e noiosa, resa ancora più pesante da un lungo tratto interessato da lavori che va percorso a non più di 50 mph, talvolta ridotte a 45... Insomma, tecnicamente parlando una gran rottura di coyotes.
Decido anche, per farmi del male, di provare anche la viabilità secondaria...
Ogni tanto si intravede qualche insediamento
Per il resto, il paesaggio è simile a quello visto nel deserto sudanese verso le piramidi di Meroe

Beh, visto che viene segnalato un paesello con tanto di museo dell’aviazione, facciamo una digressione ed andiamocelo a visitare: si svolta per Saxon, dove tutto è dedicato a fantomatici “20 mule”
Ma vediamoci questa meraviglia di museo: oh, parliamoci chiaro, io ci rido sopra, ma se devo pensare a come è messa la preservazione degli aerei in Italia, c’è solo da piangere! Questi almeno qualcosa fanno. Ingresso
E questa l’esposizione completa...
Per il vero c’era anche un capannone, ma le dimensioni mi lasciavano pensare che a parte qualche pannello fotografico, all’interno non ci dovesse essere molto. proseguo l’ispezione del paesello
A differenza dell’Ammerrega che siamo abituati a vedere, qui non ci sono grattacieli, e questo è tutto il paese, periferia inclusa: vista verso SUD
e vista verso NORD
Riprendo il cammino, anche perché per soddisfare le voglie dell’albanese ed il suo OT, mi sono fatto una sudata colossale per cinque minuti fuori dalla macchina.
Le aspettative su Victorville non erano poi troppo elevate: avevo letto che era stato trasformato, e che non c’erano più troppi mezzi. Invece, da lontano questo è quello che si intravede (confesso: guidavo e scattavo foto col 300 mm insieme!)
Mi avvicino, e studio bene come girare il sedime aeroportuale: all’inizio ho un po’ di preoccupazione, perché le informazioni reperite dicono di fare attenzione alla popolazione di squatters che si è insediata nei sobborghi. Poi però la passione e la quantità di roba fotografabile hanno il sopravvento.
Qualcuno ci ha fatto l’ultimo volo sopra l’MD11 KL: ora è messo così...
Decido di scendere dalla macchina ed avvicinarmi alle recinzioni: non ho visto police in giro, e la zona pare tranquilla. Alla peggio, mi dico, mi faranno cancellare le foto e mi romperanno un po’ gli zebedei, ma dirò che sono in missione per AC (certo, se mi beccano gli autoscatti nei cessi però non sarà facile spiegare la cosa...)
DC10 della Orbis (
https://www.orbis.org/ ): basato qui, è una clinica oculistica volante. Purtroppo non riuscirò a riprendere il mezzo che da questa posizione
747F ex Singapore
Sorry per la rete, non si poteva fare diversamente
Anche qui, parti ovunque: sezioni di cabina, fusoliere, coni di reverse, c’è di tutto!
Questo non mi pareva in smantellamento però...
Giro tutto, anche i parcheggi!
In pratica, si arriva tranquillamente ovunque: qualche dipendente mi vede con la macchina al collo, mi fa un sorriso, e non mi dice nulla. Più che comprensione, probabilmente pietà...
Lui stava provando i motori: in questo viaggio, saranno molti i mezzi visti dal vivo dopo mille fotografie altrui.
Mi sposto per riprendere meglio la discarica Qantas
Anche qui, come a Mojave, i rottamai degli aerei non mancano: questo aveva di tutto
La strada più improponibile del percorso: da una parte l’aeroporto, dall’altra baracche varie di disperati
Basta, non vorrei annoiarvi troppo...