Andare in Argentina non pesa mai. Nonostante le infinite ore di volo (evito l’ennesimo TR sul 777AZ, permettendomi un plauso solo per il nuovo IFE, veramente straordinario), la bellezza del paese ripaga sempre.
Buenos Aires non annoia mai, soprattutto d’estate, quando te la puoi girare in lungo e largo a piedi, ammirandone il fascino al tempo stesso moderno e decadente.
Questa volta, poi, devo andare a fare una breve visita a Bahia Blanca, dove non sono mai stato prima e che sono curioso di scoprire.
La mia meta è la locale base navale e per raggiungerla non ho molte alternative, se non Aerolineas Argentinas.
Le foto, ahimè, sono tutte dal telefonino, con la qualità che ne deriva.
Si parte in una giornata calda, umida e piovosa. L’unica piovosa che incontrerò durante il mio soggiorno. L’Aeroporto Aeroparque “Pistarini” è come sempre affollato da aerei di Aerolineas Argentinas, Austral, LAN Argentina e da Andes, che ha recentemente aggiunto alla sua flotta un B-737-800. Il mio gate appare invece tristemente vuoto a dieci minuti dall’imbarco.
La ragione è presto detta. Mi sono trattenuto a lungo via Whatsapp con Malboroli, in questo momento alle prese con il traumatico passaggio dal mondo delle teen a quello delle MILF, ed essendo questi notoriamente un pindaccio (dal sassarese = jettatore), l’effetto non poteva che essere il seguente: Bahia Blanca è l’unica destinazione in ritardo.
Dopo una buona mezz’ora, e dopo aver opportunamente chiuso ogni contatto con Malboroli, finalmente arriva l’Embraer di Austral con cui volerò a BHI.
Si tratta del seguente aeromobile
Embraer 190AR
LN-CPI
S/N 457
Costruito nel 2011 e consegnato ad Austral il 16 settembre dello stesso anno.
I cambi di livrea lasciano spesso disorientati gli utenti. Quella di Aerolineas Argentinas/Austral, al contrario, è secondo me straordinariamente bella, elegante e raffinata.
La configurazione della cabina Y è la classica 2+2, con sedili in pelle grigia e il tradizionale disallineamento delle sedute dagli oblò.
In business c’è invece una configurazione 2+1 veramente eccezionale per un prodotto regional. Questo è il mio posto, nella fila singola che viene fatto trovare con le cuffiette già pronte sul bracciolo, che contiene anche il tavolino. Sedile comodo e ben imbottito e allineamento perfetto con l’oblò.
Il monitor è relativamente piccolo, ma certamente ottimo per un aereo come questo. Comoda chiaramente la porta USB.
Comodo lo spazio per le gambe, ma non eccessivo.
La configurazione della business è articolata su tre file, anche se quella singola ne ha in realtà solo due. Noto che i monitor alternano all’accessione immagini tutte diverse l’una dall’altra, con un effetto molto elegante nella cabina.
Iniziamo a muoverci, ed inizia a piovere di nuovo.
Aeroparque è un aeroporto piccolo ma carino, sempre molto affollato.
Ci allineiamo, partendo in direzione sud-est.
Stacchiamo più o meno in prossimità dell’aerostazione militare.
Iniziando la salita si nota subito il colore perennemente marrone del Rio de la Plata, e la costruzione del vecchio Circolo della Pesca, in stile tedescheggiante.
C’è parecchia turbolenza nella fase di salita …
… e all’improvviso mi ricordo uno degli ultimi messaggi di Malboroli su Whatsapp. Non ce l’ho con lui. La natura gli è già stata beffarda abbastanza.
Ad ogni modo, superato il denso strato di nubi, la situazione migliora.
La scelta sull’IFE è ricca, anche se il volo è corto, e di certo non c’è tempo per vedere un film intero.
Le nudi iniziano a diradarsi, e sotto scorre incessante l’infinito paesaggio delle aree rurali argentine.
Viene servito uno snack e una bevanda.
Nel caso specifico si tratta di un doppio sandwich con prosciutto e formaggio, di cui uno con pane bianco, e l’altro con pane nero. In questi casi, di solito, il TRippista raffinato inizia a parlare dello schifo che fanno questi sandwich. Io, invece, moo so’ magnato veramente co’ piacere.
Inizia la discesa e l’avvicinamento a BHI, con temporali qua e là.
Là, cioè dove vado io, di temporale sembra essercene uno bello grosso.
Che ci lasciamo fortunatamente proprio al margine della pista, alla nostra sinistra.
Doveva essere bello carico, data l’acqua che abbiamo trovato all’arrivo.
Questa è la mia destinazione, la base aeronavale. Una bella ma assai vecchia aerostazione (credo risalga agli anni ’40), ormai decisamente ridotta nell’operatività e nel numero degli aeromobili presenti.
E’ tuttavia ancora a sede, tra gli altri, della gloriosa 2° Escuadrilla Aeronaval de Caza Y Ataque, che, come ci ricordano le immagini dipinte sulla porta dell’hangar, fu responsabile dell’affondamento di due unità navali britanniche e del danneggiamento di una terza nel corso del conflitto che vide contrapposte Argentina e Regno Unito nel 1982 sulle isole Malvinas/Falkland.
Per chi fosse interessato, le unità affondate furono la HMS Sheffield (azione combinata di un Neptune e due Super Etendard) e il cargo Atlantic Conveyor (due Super Etendard), mentre quella danneggiata fu la portaerei HMS Invincible (azione condotta da due Super Etendard e quattro A-4C Skyhawk).
L’aerostazione civile è affollatissima oggi, con altri tre Emb-190 sul piazzale, di cui uno già pronto a partire. Non essendoci assolutamente nulla a Bahia Blanca, a parte la base navale, e essendo la città abbastanza piccola, mi domando da cosa sia giustificato questo e tutto il resto del traffico che genera questo piccolo aeroporto.
Il collegamento all’unico finger dell’aeroporto ce lo ha fregato lui.
Noi scendiamo con la scaletta e ce ne andiamo a piedi al terminal.
Il resto della giornata si svolge dall’altra parte dell’aeroporto, e se vi interessa un po’ di OT militare lo aggiungo eventualmente in una seconda parte. Qui continuerò con invece con il mio ritorno all’aeroporto, a fine giornata.
L’aerostazione è piccola ma ben curata e soprattutto moderna. Questa è la hall principale, con il bar/ristorante che affaccia sull’apron.
Questa è invece la piccola area dei check-in, con i banchi di Aerolineas Argentinas, di LAN Argentina e del Comando Voli Militari dell’Armada.
Il piazzale è vuoto nel tardo pomeriggio, il cielo si è rasserenato e i colori del blu australe sono come sempre mozzafiato.
Resto sbalordito dalla quantità di voli per questo piccolo aeroporto.
Foto ridondante, ma i colori sono talmente belli che li guarderei per ore.
Quello che mi affascina dell’Argentina è che tutto sembra un po’ fermo nel tempo. Questo hangar dell’Armada con accanto quello che sembra vecchio Cessna 172 (delle prime versioni degli ani ’50), rende abbastanza l’idea di questa senzazione.
Alla fine arriva finalmente l’aereo che mi riporterà a Buenos Aires, un B-737-800 di Aerolineas Argentinas.
Più precisamente questo esemplare.
Boeing B-737-85F
LV-CTB
Costruito nel 2001 (primo volo 25 ottobre 2001) e consegnato prima a Sky Ailrines come TC-SKC il 16 novembre 2001, poi ad Air Berlin come D-ABBZ l’11 marzo 2007, ed infine ad Aerolineas Argentinas come LV-CTB il 24 gennaio del 2012.
S/N 30478 – Line 997
Imbarcandomi, questa volta dal finger, mi sembra di notare che le gondole dei motori siano diverse da quelle tradizionali dei 737. Può essere?
Accanto a noi intanto arriva questo Cessna 550 Citation II
Marche LV-CNJ. Andando a controllare in internet scopro che è di proprietà della Aviajet SA, compagnia aerotaxi un po’ discussa – a giudicare dagli articoli che si trovano in rete, cui era stata revocata la licenza di volo nel 2013, quando un suo King 90 immatricolato LV-CEO era precipitato in Uruguay. La licenza è stata invece ristabilita nel 2015.
Il mio 737 è invece in vecchia configurazione, con il caratteristico 2+2 in business, con sedili vecchi e consunti ma confortevoli.
Spazio ampio, anche troppo, tra un sedile e l’altro.
Certo, niente a che vedere con la configurazione degli Embraer.
Tutto un po’ frusto. L’età degli arredi è intuibile.
Decolliamo ormai al tramonto, con cielo pressoché sereno e i temporali ormai passati.
Come all’andata, il servizio prevede un piccolo snack e una bevanda. Qui, ancora una volta, il TRippista raffinato inorridirebbe, scansando sul tavolino con il dorso della mano sinistra il pacchetto del sandwich. Al contrario, io, sebbene ancora con la mente al mezzo quintale di asado offerto gentilmente dall’Armada poche ore prima, anche ‘sta volta moo magno co’ gioia!
Credo aver perso conoscenza, dopo il sandwich. Mi sveglia infatti l’annuncio dell’imminente arrivo a Buenos Aires.
Atterriamo da sud-est questa sera, permettendo una bellissima vista della città e soprattutto di Puerto Madero. Avevo un amico che avrebbe potuto acquisire un attico con vista sul vecchio porto, e che invece ha preferito un appartamento a Sampierdarena. Avevo, appunto.
Atterriamo senza alcuna turbolenza questa volta, parcheggiando davanti all’aerostazione ma non al finger.
Nel complesso, voli brevi ma piacevoli. Equipaggi gentili e servizio minimo, ma con una buona business che AZ dovrebbe copiare (quella degli Embraer) ed installare su alcuni dei suoi aerei per le tratte europee, dell’Est e del Medio Oriente.
Una nota negativa di AEP è l’assenza di qualsiasi lounge che, in caso di ritardi, è una bella seccatura.
Buenos Aires non annoia mai, soprattutto d’estate, quando te la puoi girare in lungo e largo a piedi, ammirandone il fascino al tempo stesso moderno e decadente.
Questa volta, poi, devo andare a fare una breve visita a Bahia Blanca, dove non sono mai stato prima e che sono curioso di scoprire.
La mia meta è la locale base navale e per raggiungerla non ho molte alternative, se non Aerolineas Argentinas.
Le foto, ahimè, sono tutte dal telefonino, con la qualità che ne deriva.
Si parte in una giornata calda, umida e piovosa. L’unica piovosa che incontrerò durante il mio soggiorno. L’Aeroporto Aeroparque “Pistarini” è come sempre affollato da aerei di Aerolineas Argentinas, Austral, LAN Argentina e da Andes, che ha recentemente aggiunto alla sua flotta un B-737-800. Il mio gate appare invece tristemente vuoto a dieci minuti dall’imbarco.

La ragione è presto detta. Mi sono trattenuto a lungo via Whatsapp con Malboroli, in questo momento alle prese con il traumatico passaggio dal mondo delle teen a quello delle MILF, ed essendo questi notoriamente un pindaccio (dal sassarese = jettatore), l’effetto non poteva che essere il seguente: Bahia Blanca è l’unica destinazione in ritardo.

Dopo una buona mezz’ora, e dopo aver opportunamente chiuso ogni contatto con Malboroli, finalmente arriva l’Embraer di Austral con cui volerò a BHI.

Si tratta del seguente aeromobile

Embraer 190AR
LN-CPI
S/N 457
Costruito nel 2011 e consegnato ad Austral il 16 settembre dello stesso anno.
I cambi di livrea lasciano spesso disorientati gli utenti. Quella di Aerolineas Argentinas/Austral, al contrario, è secondo me straordinariamente bella, elegante e raffinata.

La configurazione della cabina Y è la classica 2+2, con sedili in pelle grigia e il tradizionale disallineamento delle sedute dagli oblò.

In business c’è invece una configurazione 2+1 veramente eccezionale per un prodotto regional. Questo è il mio posto, nella fila singola che viene fatto trovare con le cuffiette già pronte sul bracciolo, che contiene anche il tavolino. Sedile comodo e ben imbottito e allineamento perfetto con l’oblò.

Il monitor è relativamente piccolo, ma certamente ottimo per un aereo come questo. Comoda chiaramente la porta USB.
![url]](http://[url]https://c1.staticflickr.com/1/810/39188703340_b0ce177e3c_b.jpg[/url])
Comodo lo spazio per le gambe, ma non eccessivo.

La configurazione della business è articolata su tre file, anche se quella singola ne ha in realtà solo due. Noto che i monitor alternano all’accessione immagini tutte diverse l’una dall’altra, con un effetto molto elegante nella cabina.

Iniziamo a muoverci, ed inizia a piovere di nuovo.

Aeroparque è un aeroporto piccolo ma carino, sempre molto affollato.

Ci allineiamo, partendo in direzione sud-est.

Stacchiamo più o meno in prossimità dell’aerostazione militare.

Iniziando la salita si nota subito il colore perennemente marrone del Rio de la Plata, e la costruzione del vecchio Circolo della Pesca, in stile tedescheggiante.

C’è parecchia turbolenza nella fase di salita …

… e all’improvviso mi ricordo uno degli ultimi messaggi di Malboroli su Whatsapp. Non ce l’ho con lui. La natura gli è già stata beffarda abbastanza.

Ad ogni modo, superato il denso strato di nubi, la situazione migliora.

La scelta sull’IFE è ricca, anche se il volo è corto, e di certo non c’è tempo per vedere un film intero.

Le nudi iniziano a diradarsi, e sotto scorre incessante l’infinito paesaggio delle aree rurali argentine.

Viene servito uno snack e una bevanda.

Nel caso specifico si tratta di un doppio sandwich con prosciutto e formaggio, di cui uno con pane bianco, e l’altro con pane nero. In questi casi, di solito, il TRippista raffinato inizia a parlare dello schifo che fanno questi sandwich. Io, invece, moo so’ magnato veramente co’ piacere.

Inizia la discesa e l’avvicinamento a BHI, con temporali qua e là.

Là, cioè dove vado io, di temporale sembra essercene uno bello grosso.

Che ci lasciamo fortunatamente proprio al margine della pista, alla nostra sinistra.

Doveva essere bello carico, data l’acqua che abbiamo trovato all’arrivo.

Questa è la mia destinazione, la base aeronavale. Una bella ma assai vecchia aerostazione (credo risalga agli anni ’40), ormai decisamente ridotta nell’operatività e nel numero degli aeromobili presenti.

E’ tuttavia ancora a sede, tra gli altri, della gloriosa 2° Escuadrilla Aeronaval de Caza Y Ataque, che, come ci ricordano le immagini dipinte sulla porta dell’hangar, fu responsabile dell’affondamento di due unità navali britanniche e del danneggiamento di una terza nel corso del conflitto che vide contrapposte Argentina e Regno Unito nel 1982 sulle isole Malvinas/Falkland.
Per chi fosse interessato, le unità affondate furono la HMS Sheffield (azione combinata di un Neptune e due Super Etendard) e il cargo Atlantic Conveyor (due Super Etendard), mentre quella danneggiata fu la portaerei HMS Invincible (azione condotta da due Super Etendard e quattro A-4C Skyhawk).

L’aerostazione civile è affollatissima oggi, con altri tre Emb-190 sul piazzale, di cui uno già pronto a partire. Non essendoci assolutamente nulla a Bahia Blanca, a parte la base navale, e essendo la città abbastanza piccola, mi domando da cosa sia giustificato questo e tutto il resto del traffico che genera questo piccolo aeroporto.

Il collegamento all’unico finger dell’aeroporto ce lo ha fregato lui.

Noi scendiamo con la scaletta e ce ne andiamo a piedi al terminal.

Il resto della giornata si svolge dall’altra parte dell’aeroporto, e se vi interessa un po’ di OT militare lo aggiungo eventualmente in una seconda parte. Qui continuerò con invece con il mio ritorno all’aeroporto, a fine giornata.

L’aerostazione è piccola ma ben curata e soprattutto moderna. Questa è la hall principale, con il bar/ristorante che affaccia sull’apron.

Questa è invece la piccola area dei check-in, con i banchi di Aerolineas Argentinas, di LAN Argentina e del Comando Voli Militari dell’Armada.

Il piazzale è vuoto nel tardo pomeriggio, il cielo si è rasserenato e i colori del blu australe sono come sempre mozzafiato.

Resto sbalordito dalla quantità di voli per questo piccolo aeroporto.

Foto ridondante, ma i colori sono talmente belli che li guarderei per ore.

Quello che mi affascina dell’Argentina è che tutto sembra un po’ fermo nel tempo. Questo hangar dell’Armada con accanto quello che sembra vecchio Cessna 172 (delle prime versioni degli ani ’50), rende abbastanza l’idea di questa senzazione.

Alla fine arriva finalmente l’aereo che mi riporterà a Buenos Aires, un B-737-800 di Aerolineas Argentinas.

Più precisamente questo esemplare.

Boeing B-737-85F
LV-CTB
Costruito nel 2001 (primo volo 25 ottobre 2001) e consegnato prima a Sky Ailrines come TC-SKC il 16 novembre 2001, poi ad Air Berlin come D-ABBZ l’11 marzo 2007, ed infine ad Aerolineas Argentinas come LV-CTB il 24 gennaio del 2012.
S/N 30478 – Line 997
Imbarcandomi, questa volta dal finger, mi sembra di notare che le gondole dei motori siano diverse da quelle tradizionali dei 737. Può essere?

Accanto a noi intanto arriva questo Cessna 550 Citation II

Marche LV-CNJ. Andando a controllare in internet scopro che è di proprietà della Aviajet SA, compagnia aerotaxi un po’ discussa – a giudicare dagli articoli che si trovano in rete, cui era stata revocata la licenza di volo nel 2013, quando un suo King 90 immatricolato LV-CEO era precipitato in Uruguay. La licenza è stata invece ristabilita nel 2015.

Il mio 737 è invece in vecchia configurazione, con il caratteristico 2+2 in business, con sedili vecchi e consunti ma confortevoli.

Spazio ampio, anche troppo, tra un sedile e l’altro.

Certo, niente a che vedere con la configurazione degli Embraer.

Tutto un po’ frusto. L’età degli arredi è intuibile.

Decolliamo ormai al tramonto, con cielo pressoché sereno e i temporali ormai passati.

Come all’andata, il servizio prevede un piccolo snack e una bevanda. Qui, ancora una volta, il TRippista raffinato inorridirebbe, scansando sul tavolino con il dorso della mano sinistra il pacchetto del sandwich. Al contrario, io, sebbene ancora con la mente al mezzo quintale di asado offerto gentilmente dall’Armada poche ore prima, anche ‘sta volta moo magno co’ gioia!

Credo aver perso conoscenza, dopo il sandwich. Mi sveglia infatti l’annuncio dell’imminente arrivo a Buenos Aires.

Atterriamo da sud-est questa sera, permettendo una bellissima vista della città e soprattutto di Puerto Madero. Avevo un amico che avrebbe potuto acquisire un attico con vista sul vecchio porto, e che invece ha preferito un appartamento a Sampierdarena. Avevo, appunto.

Atterriamo senza alcuna turbolenza questa volta, parcheggiando davanti all’aerostazione ma non al finger.

Nel complesso, voli brevi ma piacevoli. Equipaggi gentili e servizio minimo, ma con una buona business che AZ dovrebbe copiare (quella degli Embraer) ed installare su alcuni dei suoi aerei per le tratte europee, dell’Est e del Medio Oriente.
Una nota negativa di AEP è l’assenza di qualsiasi lounge che, in caso di ritardi, è una bella seccatura.