Il TR del mio viaggio a SIN è lungo, seguirà sarà una puntata separata dedicata ad alcuni voli nel sud-est asiatico e sempre separatamente il TR del ritorno con anche il 380 EK da SIN a LHR !!!
Il viaggio non è recentissimo, ma di prima delle vacanze natalizie, quando purtroppo i voli costavano più di ora.
Ma ora vi lascio la racconto.
Un viaggio lungo può cominciare come molti altri viaggi più brevi e più comuni.
Il mio comincia nel cuore della notte con un taxi che mi lascia al capolinea di Centrale del Malpensa Shuttle, dove prendo una delle primissime corse del mattino. Arrivo al T2 dopo soli 41 minuti dalla partenza, fermando anche in Fiera.
Il mio volo è il ben noto MXP-LGW delle 7.30, faccio check-in e con mia soddisfazione scopro di essere nel gruppo A all’imbarco. A bordo potrò scegliere un posto di mio gradimento.
Se non fossi carico di borse e valigie poteva essere la partenza per un w.e. in Europa ed invece la destinazione è Singapore, dove arriverò l’indomani pomeriggio, grazie anche a 7 ore di fuso orario perse e alla lunga connessione a Gatwick.
Mi avanza un bel po’ di tempo prima dell’imbarco ma decido di trascorrerlo airside, anche perché la coda che vedo ai controlli di sicurezza è abbastanza lunga e nonostante sia ancora un’ora incivile i primi EZY, previsti per le 6.30, stanno già imbarcando. La coda si rivela abbastanza veloce: l’assenza di passeggeri charter, che ai controlli sono un po’ più “imbranati” della media si fa sentire in positivo. Il mio aereo è lì sotto la sala delle Fontane, ad aspettarmi, ancora chiuso (sapevo che era lui, ma non chiedetemi il perché).
Il giro per arrivare ai gate non Schenghen è lungo ed un po’ tortuoso, ma onestamente è ben segnalato e nonostante il T2 non sia certo un aeroporto all’ultimo grido, mi piace più di Linate.
Partiremo dal Gate E28 che in precedenza avevo già usato quando si chiamava D07 !!!
Pre-imbarco con serpentina, che se uno è lì in anticipo apprezza ma che se è in ritardo odia; le addette seguono molto scrupolosamente la procedura di imbarco per gruppi, questo fa sì che mi ritrovi in pole-position. Davanti a me, ma separati, solo i “priority boarding”: le famiglie con bambini non vengono imbarcate con priorità ma insieme al gruppo A (mi sembra giusto).
Nel frattempo si è fatto giorno ma l’aereo è ricoperto di rugiada: niente foto fino al decollo.
L’equipaggio inglese è in fibrillazione, a bordo sembra ci sia sempre un gran da fare, evidentemente vogliono partire puntuali e ci riescono: il pushback inizia 5’ prima della partenza prevista. Intorno a me noto alcuni, pochissimi posti vuoti.
Ci vuole una decina di minuti abbondanti per arrivare alla testata della 35R, poi un po’ di attesa per dei decolli davanti a noi e si và.
Finalmente la spinta dei motori ci spinge in avanti e l’acqua che ricopre l’aereo scorre via, faccio in tempo a vedere il satellite B con un po’ di w.b. intorno.
E le vette alpine già illuminate del sole dominano su una pianura ancora in ombra.
Il decollo del 319 è stato come sempre “vivace”. Giriamo verso ovest e riesco ad intravedere l’aeroporto tra le brume del mattino, ma è quasi controsole; salendo lo spettacolo è dato dall’alba.
Dopo la partenza noto ed apprezzo che EZY non ci martella con musichette e spot pubblicitari; la cabina è silenziosa e gli annunci discreti e professionali come sulle majors. Chi vuole può pisolare.
Gli interni sono puliti ed in ottime condizioni; nella tasca la rivista riporta consigli per visitare praticamente ognuna della destinazioni EZY: sono info che trovo sempre interessanti.
Arrivano le alpi che in autunno inoltrato sono coperte di neve solo alle quote più alte ed illuminate dalla luce del mattino; il panorama è tutto un contrasto.
Dall’altro lato della catena però è tutto diverso, le nubi basse formano un mare interrotto solo da alcune cime che spuntano come delle isole.
Per tutto il volo continueremo ad avere nuvole sotto di noi; noto che incrociamo diversi aerei sopra la Francia. Solo in discesa lo spettacolo cambia, bucando lo strato di nubi e sobbalzando un po’.
Continuiamo ad incrociare aerei, una costante di questo viaggio, ma sull’Inghilterra sono anche molto vicini. Sotto le nubi ci aspetta la vista della campagna inglese che ci accompagna fino in finale:
Atterriamo con circa 20’ di anticipo – succede sempre così quando si ha una lunga coincidenza – ma nessuno se ne burla con i passeggeri.
Rullando verso il South Terminal passiamo a fianco al North che non avevo mai visto così pieno di aerei BA:
321 EZY – mi piace in sacco
Il volo prima del mio per Dubai, anche questo con 773ER; mi chiedo se partirò dallo stesso gate (ore dopo scoprirò di sì).
Al South Terminal passiamo a fianco a questa rarità:
Arriviamo ai blocchi 7 minuti dopo l’atterraggio e la mia carrellata di aerei parcheggiati finisce; stranamente non usiamo il finger ma scendiamo dalle scalette direttamente dentro il terminal dove poi dovremo risalire di un piano. I primi pax scendono di fretta, eccoli:
All’interno il terminal ha la moquette ma è in condizioni perfette, la coda all’immigration era breve e la valigia è arrivata in un tempo molto ragionevole.
Prima cosa da fare è provare a checcarla per il prossimo volo: LGW-DXB con Emirates.
Avevo già fatto web-checkin ma il foglio che ho stampato va cambiato con delle vere carte d’imbarco, comunque prima di poter spedire la valigia devo aspettare che parta il volo prima, alle 9.45, cioè un’oretta dopo. Poi però posso fare check-in con un po’ di anticipo su quanto dichiarato, al banco sono stati velocissimi.
Il viaggio non è recentissimo, ma di prima delle vacanze natalizie, quando purtroppo i voli costavano più di ora.
Ma ora vi lascio la racconto.
Un viaggio lungo può cominciare come molti altri viaggi più brevi e più comuni.
Il mio comincia nel cuore della notte con un taxi che mi lascia al capolinea di Centrale del Malpensa Shuttle, dove prendo una delle primissime corse del mattino. Arrivo al T2 dopo soli 41 minuti dalla partenza, fermando anche in Fiera.
Il mio volo è il ben noto MXP-LGW delle 7.30, faccio check-in e con mia soddisfazione scopro di essere nel gruppo A all’imbarco. A bordo potrò scegliere un posto di mio gradimento.
Se non fossi carico di borse e valigie poteva essere la partenza per un w.e. in Europa ed invece la destinazione è Singapore, dove arriverò l’indomani pomeriggio, grazie anche a 7 ore di fuso orario perse e alla lunga connessione a Gatwick.
Mi avanza un bel po’ di tempo prima dell’imbarco ma decido di trascorrerlo airside, anche perché la coda che vedo ai controlli di sicurezza è abbastanza lunga e nonostante sia ancora un’ora incivile i primi EZY, previsti per le 6.30, stanno già imbarcando. La coda si rivela abbastanza veloce: l’assenza di passeggeri charter, che ai controlli sono un po’ più “imbranati” della media si fa sentire in positivo. Il mio aereo è lì sotto la sala delle Fontane, ad aspettarmi, ancora chiuso (sapevo che era lui, ma non chiedetemi il perché).

Il giro per arrivare ai gate non Schenghen è lungo ed un po’ tortuoso, ma onestamente è ben segnalato e nonostante il T2 non sia certo un aeroporto all’ultimo grido, mi piace più di Linate.
Partiremo dal Gate E28 che in precedenza avevo già usato quando si chiamava D07 !!!

Pre-imbarco con serpentina, che se uno è lì in anticipo apprezza ma che se è in ritardo odia; le addette seguono molto scrupolosamente la procedura di imbarco per gruppi, questo fa sì che mi ritrovi in pole-position. Davanti a me, ma separati, solo i “priority boarding”: le famiglie con bambini non vengono imbarcate con priorità ma insieme al gruppo A (mi sembra giusto).
Nel frattempo si è fatto giorno ma l’aereo è ricoperto di rugiada: niente foto fino al decollo.

L’equipaggio inglese è in fibrillazione, a bordo sembra ci sia sempre un gran da fare, evidentemente vogliono partire puntuali e ci riescono: il pushback inizia 5’ prima della partenza prevista. Intorno a me noto alcuni, pochissimi posti vuoti.
Ci vuole una decina di minuti abbondanti per arrivare alla testata della 35R, poi un po’ di attesa per dei decolli davanti a noi e si và.
Finalmente la spinta dei motori ci spinge in avanti e l’acqua che ricopre l’aereo scorre via, faccio in tempo a vedere il satellite B con un po’ di w.b. intorno.

E le vette alpine già illuminate del sole dominano su una pianura ancora in ombra.

Il decollo del 319 è stato come sempre “vivace”. Giriamo verso ovest e riesco ad intravedere l’aeroporto tra le brume del mattino, ma è quasi controsole; salendo lo spettacolo è dato dall’alba.

Dopo la partenza noto ed apprezzo che EZY non ci martella con musichette e spot pubblicitari; la cabina è silenziosa e gli annunci discreti e professionali come sulle majors. Chi vuole può pisolare.
Gli interni sono puliti ed in ottime condizioni; nella tasca la rivista riporta consigli per visitare praticamente ognuna della destinazioni EZY: sono info che trovo sempre interessanti.
Arrivano le alpi che in autunno inoltrato sono coperte di neve solo alle quote più alte ed illuminate dalla luce del mattino; il panorama è tutto un contrasto.

Dall’altro lato della catena però è tutto diverso, le nubi basse formano un mare interrotto solo da alcune cime che spuntano come delle isole.

Per tutto il volo continueremo ad avere nuvole sotto di noi; noto che incrociamo diversi aerei sopra la Francia. Solo in discesa lo spettacolo cambia, bucando lo strato di nubi e sobbalzando un po’.

Continuiamo ad incrociare aerei, una costante di questo viaggio, ma sull’Inghilterra sono anche molto vicini. Sotto le nubi ci aspetta la vista della campagna inglese che ci accompagna fino in finale:

Atterriamo con circa 20’ di anticipo – succede sempre così quando si ha una lunga coincidenza – ma nessuno se ne burla con i passeggeri.
Rullando verso il South Terminal passiamo a fianco al North che non avevo mai visto così pieno di aerei BA:

321 EZY – mi piace in sacco

Il volo prima del mio per Dubai, anche questo con 773ER; mi chiedo se partirò dallo stesso gate (ore dopo scoprirò di sì).

Al South Terminal passiamo a fianco a questa rarità:

Arriviamo ai blocchi 7 minuti dopo l’atterraggio e la mia carrellata di aerei parcheggiati finisce; stranamente non usiamo il finger ma scendiamo dalle scalette direttamente dentro il terminal dove poi dovremo risalire di un piano. I primi pax scendono di fretta, eccoli:

All’interno il terminal ha la moquette ma è in condizioni perfette, la coda all’immigration era breve e la valigia è arrivata in un tempo molto ragionevole.

Prima cosa da fare è provare a checcarla per il prossimo volo: LGW-DXB con Emirates.
Avevo già fatto web-checkin ma il foglio che ho stampato va cambiato con delle vere carte d’imbarco, comunque prima di poter spedire la valigia devo aspettare che parta il volo prima, alle 9.45, cioè un’oretta dopo. Poi però posso fare check-in con un po’ di anticipo su quanto dichiarato, al banco sono stati velocissimi.