Re: [TR - Amarcord] Pan AM - Capitolo terzo, il volo piu' lungo del mondo (all'epoca)
Piccola premessa prima di cominciare. Io non ricordo se nel 1982 esistevano gia' le 'first class check in facilities' che descrivo. Ho tentato di cercare su internet ma non ho trovato risposta. Siccome sto cercando di mettere ordine ai miei ricordi puo' darsi che qualche 'disastro cronologico' ci scappi. Chiedo scusa.
La storia della Pan Am ha molti 'first', e la collaborazione fra Pan Am e Boeing era tale che la Pan Am forni le specifiche iniziali per tanti aerei, fra questi la versione 'ridotta' del B747, il B747SP che doveva dare la possibilita' alla Pan Am di volare da New York a Teheran senza scalo (altri tempi politici, c'era lo Shah a Teheran). Il B747 SP era una versione accorciata del B747-100, il primo volo New York Tokyo senza scalo fu nel 1976, il B 747-400 (versione a lunghezza normale con il raggio del B747 SP) arrivo' nel 1989. Prima si facevano scali... o volavi Pan AM.
Pan AM non aveva voli interni per cui un JFK-SFO-TYO volava da New York a San Francisco mezzo vuoto, l'altra alternativa era un volo New York-Tokyo con scalo a Fairbanks in Alaska (non Anchorage), Pan AM aveva diritti di traffico su Fairbanks.
Ma sto divagando...
Il fatto che avrei volato a Tokyo senza scalo fece il giro della mia famiglia americana. Nel 1982 il volo era oramai una cosa consolidata ma l'idea di un volo di 14 ore era soggetto di discussione in una famiglia che aveva un ex-pilota della Marina Americana (ora a terra) e un pilota della US Air Force. Di solito quando dovevo stare via piu' di quattro giorni i discorsi erano su come organizzare l'assistenza alla gestione del centro di costo (ancora unico), la maggior parte delle telefonate erano per Ruth. Questa volta sono per me, dal "Ma come farai a resistere 14 ore seduto?" a "Ho sentito dire che hanno problemi con la qualita' dell'aria, ti prenderai sicuramente qualche malattia da qualcuno a bordo". Tutto questo da 'uomini duri' incluso il cognato 'Top Gun'.
E' un viaggio di lavoro, si vola davanti. Il mio 'status' con Pan Am mi autorizza a 'richiedere' il posto 1A, la mia richiesta viene registrata nella prenotazione ma non me lo garantiscono, devo presentarmi in aeroporto abbastanza presto (circa due ore prima, altri tempi) se voglio avere il posto. Parto di domenica, staro' via due settimane, decido di tentare la sorte. Organizzo l'auto con l'idea di arrivare circa un'ora prima della partenza. Per due settimane devo consegnare il bagaglio, quindi un'ora mi serve (come avevo detto, altri tempi. Non viaggiavo con computer, telefono, tablet. Non si poteva fare il check-in on line e scegliere il posto). La mia segretaria ha organizzato il servizio di auto, non e' il servizio che usiamo di solito 'noi di casa', questi arrivano con l'auto blu lunga. All'epoca non ero grasso quindi non mi serviva lo spazio. Come si dice in Inglese, "they took the boy out of Venice, but they had not taken Venice out of the boy". Io mi sento come se fossi in un film.
All'uscita dell'aeroporto, alla domanda "Which airline, sir?" io mi do un tono e rispondo "Pan Am First Class terminal please". Non e' che ci fosse un edificio separato (come il Lufthansa FCT a FRA adesso) c'era semplicemente un entrata diversa del Worldport. Arriviamo e un 'valet' apre il baule dell'auto, prende la valigia, mi chiede dove vado e mi etichetta gia' il bagaglio compresa l'etichetta First Class. La scena potrebbe svolgersi all'ingresso di un albergo. La valigia e' caricata su un 'trolley' dello stesso tipo e vengo accompagnato al primo 'desk' disponibile, dove mi siedo mentre mi controllano il passaporto, il visto, staccano il tagliando dall'etichetta del bagaglio mi danno la carta d'imbarco con il 'folder' bianco "First Class". All'epoca la Pan Am era l'unica ad avere un servizio di questo genere. La sensazione di sentirsi in un film continua.
Ecco un immagine del worldport presa da
www.airliners.net. Purtroppo non ho trovato un immagine linkabile del 'first and clipper class terminal'.
Un'altra immagine (anche se forse anni 50 o 60) da l'idea di quello che divento' poi l'ingresso del 'first and clipper class terminal' (La foto viene da "The Unofficial JFK 50th anniversary page")
Non mi hanno dato il posto 1A, ho un posto F. Nella seconda o terza fila. Sono riuscito ad avere uno degli ultimi posti vicino al finestrino.
Passo dal 'clipper' club per la tradizionale telefonata a casa prima del decollo. In questi tempi di cellulari e' difficile immaginare una lounge dell'epoca con un telefono per tavolino e le carte di credito telefoniche dove dovevi fare una serie infinita di numeri solo per poter pagare la telefonata. I negoziati su cosa porto al centro di costo da Tokyo sono interrotti dall'annuncio per 'First Class Passenger on the non stop to Tokyo'. Saluto e mi alzo. Ci alziamo in sei e sento una coppia dove lui spiega a lei "They are boarding the longest flight available", con il tono che si potrebbe riservare ad astronauti.
Salgo in aereo, non ricordo se ci fossero gia' i sedili di pelle o quelli di questa fotografia (presa da insidesoucal website)
Pan AM ha sempre offerto la stessa scelta di Pre-Flight Drinks: Succo d'Arancia, Spumante o Mimosa (una combinazione dei due che non ho mai provato). La prassi e' la stessa, drink e poi Amenity Kit. Il drink viene servito da un vassoio, segue un'assistente di volo che porta un cesto che contiene 'Amenity Kit'.
Io viaggio con una borsa da pilota che e' roba da calli alle mani. Tolgo un libro e tre cartelle per lavorare, piazzo tutto nella tasca e metto via la borsa. Il sedile a fianco a me e' libero. L'imbarco e' finito, l'aereo si muove. Ritirano il bicchiere di succo d'arancia. Decollo. Mi chiedo come faro' a reggere 14 ore di volo, cosa eccezionale ci sono due film!
La prassi da prima Pan Am e' tipica, mi chiedono cosa voglio bere e mi informano quando ci sara' il pasto. Passano da un passeggero all'altro a chiedere se hanno bisogno di qualcosa e poi spariscono a preparare il servizio.
Io intanto comincio a lavorare. Il libro viene dopo (?).
Arriva il pasto quando stiamo volando sulla pianura canadese. Me la ricordo come la vista piu' noiosa possibile, almeno quando volo sull'oceano cerco navi.
Il pasto in prima Pan Am arriva sul carrello e il piatto te lo preparano sul posto. Sono in due, esiste il menu ma ti ripetono che cos'e' disponibile. Io ho il pasto speciale ma mi rassicurano che posso chiedere qualsiasi cosa in quel carrello. Un'assistente prepare la tavola, una fa i piatti e un terzo serve. E' una specie di danza che si interrompe quando un quarto membro dell'equipaggio mi porta il mio "starter" e si offre di scartarlo davanti a me dopo che "ho rotto i sigilli" del rabbinato. La cosa si ripete per il main course e per il dolce. Alla fine passano con il caffe e poi c'e' un giro "dal bar".
Dopo il pasto scende lo schermo, si abbassano le luci, preparano la tavola con drinks come si vede in fotografia e inizia il film. In prima gli auricolari sono gratis ma non te li puoi portare a casa. Nel frattempo voliamo sull'Alaska. Piu' interessante del film. Io mi addormento.
Mi sveglio e faccio un giro per sgranchirmi le gambe. La sensazione e' di volare su un 'Combi' solo che qui non c'e' la sezione cargo. Hanno proprio tagliato un terzo dell'aero.
Torno dall'altra parte della tenda quando sta per partire il secondo film. A ridormo.
La cabina viene illuminata e mi sveglio. Si prepara il secondo pasto. A questo punto non c'e' nessuna pretesa di dargli un nome, e' il secondo pasto. Una specie di colazione abbondante.
Stessa danza del pasto precedente, pero' mi sveglio del tutto.
Comincio a lavorare. Quando annunciano la discesa verso Tokyo sono eccitato dall'idea di poter fare piu' di cinque passi (sono andato in bagno un numero assurdo di volte semplicemente per muovermi), mi chiedo come hanno fatto quelli didietro a reggere le 14 ore. Per fortuna che al ritorno mi fermo a San Francisco dai suoceri per il fine settimana.
Divagazione: Quando ritorno a Londra dopo la scappata da mia madre fotografo una serie di amenity kit Pan Am che ho a casa (purtroppo non completi).