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Sugli schermi dietro di me vedo che il volo è in over e che c’è pure la lista d’attesa. Vabbuò, io continuo a sorseggiare la mia cioccolata. Din-don! “Il passeggero I-DAVE del volo LH276 è pregato di presentarsi al gate A26”. Mi alzo, vado al banco.
Io: “Buongiorno, sono I-DAVE, mi avete chiamato”
Gate: “Buongiorno! Siamo purtroppo spiacenti di comunicarle che il volo è in overbooking e sappiamo che lei è ansioso di passare qualche altra ora in aeroporto ad aspettare il successivo”
Io: “Non sa cosa mi sta chiedendo, ma mi sacrifico per un bene maggiore. Per fortuna a casa non ho nulla da fare e ho ancora due giorni di vacanza per riprendermi da questo shock”
Gate: “Guardi, ovviamente la ricompenseremo per questo sforzo tremendo a cui le chiediamo di sottoporsi per il bene della compagnia e soprattutto di noi povere addette al gate, che non abbiamo voglia di litigare con i pax italiani pizza mafia mandolino. Quindici minuti e siamo da lei, dove la troviamo?”
Io: “No no, capisco benissimo, anzi, se la fa sentire meglio faccia pure finta che io mi sia offerto come volontario. Mi siedo laggiù dove ci sono i tavolini, intanto scrocco un’altra cioccolata”
Gate: “Faccia pure, faccia pure, veniamo noi ad avvisarla. Aveva bagaglio imbarcato?”
Io: “Sì, le serve la ricevuta?”
Gate: “No no, lo recupero subito a sistema. Grazie mille”
Io: “Grazie a voi”
Intanto l’altra collega spiega a tutti (gli italiani) che si accalcano al gate che possono tornare a sedersi perché non hanno ancora chiamato il volo. Mi giro e faccio ciao ciao con la manina al mio secondo 320 winglettato della giornata.
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Dopo circa trenta minuti (le cioccolate sono diventate due nel frattempo) arriva la responsabile del gate e mi consegna la nuova carta d’imbarco per la 278, insieme ad un voucher, spiegandomi come funziona. Ho un piccolo brillamento negli occhi, purtroppo non ho la lucidità necessaria per chiedere anche un ingresso per la lounge, gravissimo errore. Sbagliando si impara.
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