da una interrogazione parlamentare del 27.05.97
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed200/s020.htm
In merito all'incidente avvenuto a Torino, si fa presente che la compagnia Aeroflot, cui appartiene l'aereo Antonov, che è anche il vettore designato dalle autorità della Federazione russa a svolgere servizi di linea con l'Italia, attraverso le prescritte vie diplomatiche, aveva presentato, in data 4 ottobre 1996, regolare richiesta per effettuare un volo charter cargo Mosca-Torino-Shariajah-Brunei per il giorno 7 ottobre 1996 per il trasporto di quattro autovetture sulla tratta Torino-Brunei e con arrivo a Torino a vuoto.
L'amministrazione, effettuata l'istruttoria di rito con l'acquisizione anche del parere della società Alitalia, ha emesso il conseguente provvedimento autorizzativo n.344634/34 in data 5 ottobre 1996 nel pieno rispetto della normativa nazionale ed internazionale sopra richiamata.
Si evidenzia, al riguardo, che le consistenze infrastrutturali, le dotazioni impiantistiche e la situazione degli ostacoli alla navigazione dell'aeroporto di Torino risultano pubblicate sull'AIP Variazioni di tali consistenze, dotazioni e situazioni vengono rese note ai naviganti con la pubblicazione di appositi avvisi (NOTAM).
L'autorizzazione data al suddetto vettore per operare su Torino ha quindi tenuto conto della compatibilità delle prestazioni dell'aereo e delle caratteristiche dello scalo.
Va precisato, inoltre, che a seguito dei lavori di rifacimento della pavimentazione della pista di volo dell'aeroporto torinese, la lunghezza di atterraggio per pista 36 risultava ridotta di circa 600 metri, come da NOTAM in vigore. L'autorizzazione data al vettore russo per operare su Torino ha quindi tenuto conto della compatibilità delle prestazioni dell'aereo e delle caratteristiche dello scalo torinese.
Il progetto per i citati interventi manutentivi sulla pista era stato presentato dalla società SAGAT l'8 luglio 1996 ed approvato dal competente servizio aeroporti il 19 luglio 1996. I lavori sono iniziati l'11 agosto 1996 ed ultimati il 26 ottobre 1996.
Il 9 ottobre 1996, nel corso dei lavori, l'aeroporto di Torino operava con limiti operativi più alti, non funzionando il sistema ILS. Dal NOTAM in vigore risultava che tale operatività riduce i movimenti in presenza di particolari condizioni meteo.
La commissione ministeriale incaricata dello svolgimento delle indagini è stata nominata ed ha iniziato ad operare il giorno stesso dell'evento, intervenendo sul luogo del sinistro con propri rappresentanti.
In quella sede, successivamente, sono state acquisite tutte le possibili informazioni sulla distribuzione del relitto e sullo stato di funzionamento delle infrastrutture e servizi aeroportuali dello scalo di Torino dove l'aeromobile intendeva atterrare.
Sulla base delle norme internazionali (annesso 13 ICAO-Convenzione di Chicago) sono stati accreditati i rappresentanti dell'autorità aeronautica russa incaricata di seguire le indagini.
A seguito dell'intervento dell'autorità giudiziaria, i lavori di analisi e raccolta dati hanno subito un rallentamento provocato dal sequestro da parte dell'autorità stessa di documentazioni, registrazioni e decodificazioni indispensabili per lo svolgimento delle indagini.
In un secondo tempo, dopo la nomina da parte del magistrato inquirente di un collegio peritale di ufficio, la commissione ministeriale, comprendente appunto rappresentanti dell'amministrazione aeronautica russa, è stata invitata a partecipare ad alcune sedute di carattere tecnico per esaminare la documentazione in possesso dell'autorità giudiziaria.
Entro il mese di maggio si definirà il punto della situazione investigativa nell'ambito della commissione ed in particolare sarà valutata l'opportunità di procedere all'effettuazione della simulazione del volo, nonché all'esame di talune caratteristiche tecniche di impiego del velivolo presso le attrezzature e i laboratori messi a disposizione dall'autorità aeronautica russa.
Al termine di tale fase di indagine la commissione di inchiesta sarà nella condizione di redigere il rapporto finale.
Resta fermo che per conoscere le cause e soprattutto le eventuali responsabilità occorrerà attendere le risultanze delle indagini giudiziarie tutt'ora in corso.