Thread Linate e Malpensa dal 1 Novembre 2013


Aeroporti. Giallo Linate, Aviazione generale a Sea. Protesta Eurnekian
20 dicembre 2013 19.19

(ASCA) – Roma, 20 dic – Sea, la societa’ di gestione degli aeroporti milanesi, ha reso noto oggi di aver acquistato la partecipazione detenuta da Societa’ dell’Acqua Pia Antica Marcia S. p. A. (SAPAM) in Ali Trasporti Aerei ATA S. p. A.. Lo scorso luglio pero’ la societa’ argentina Corporacion America, che fa riferimento ad Eduardo Eurnekian, aveva annunciato un’analoga operazione, ed infatti ha risposto subito alla comunicazione di Sea esprimendo “sorpresa” per la notizia, “dal momento che essa aveva partecipato ad un’asta, in procedura aperta e concorrenziale, nella quale aveva presentato una offerta superiore a quella di Sea, la quale e’ oltretutto monopolista e gestore dello stesso aeroporto in cui Ata e’ operante”. Cedicor, la holding del Gruppo Corporacion America, si riserva cosi’ “ogni iniziativa legale a tutela dei propri interessi, e si rimette alle funzioni delle competenti Istituzioni della Repubblica Italiana”.

Un giallo, che potra’ sciogliere a questo punto solo il giudice delegato chiamato a gestire, nell’ambito della legge fallimentare, l’operazione di cessione dell’asset. Si puo’ ipotizzare che lo stesso giudice, chiamando in causa Sea, abbia considerato non concluso il processo che aveva visto prevalere l’offerta (25 milioni di euro) avanzata da Corporacion America. Tra le ipotesi spunta quella del mancato adempimento dei termini a garanzia dell’investimento.

In questa situazione Sea avrebbe agito con un prezzo d’acquisto analogo o leggermente superiore ai 25 milioni di euro dell’offerta preannunciata dagli argentini.

Tornando comunque all’annuncio della societa’ milanese, Sea precisa che gestira’ cosi’ anche il piazzale ovest dell’aeroporto di Linate che rappresenta, con oltre 24 mila movimenti serviti nel 2012, la principale base italiana di Aviazione Generale e la sesta in Europa per numero di movimenti giornalieri.

Con la gestione dell’Aviazione Generale, Sea ritiene, “oltre ad assicurare un importante piano di investimenti”, di essere “in grado di servire l’intera gamma del traffico business (aviazione commerciale e generale), che costituisce uno dei punti di forza del traffico aereo da e verso Milano”. La situazione e’ simile a quanto avviene avviene negli scali europei di Parigi, Londra e Zurigo, dove le societa’ di gestione (Ae’roports De Paris, London Luton Airport e Flughafen Zurich AG), oltre ai rispettivi scali di aviazione commerciale, gestiscono anche l’intera aviazione generale, fortemente caratterizzata da traffico business. L’acquisizione di ATA “rafforza il posizionamento competitivo di Sea che potra’ contare su una diversificazione di fonti di ricavo e su un positivo impatto in termini di redditivita’. Inoltre, la gestione integrata di safety e security migliorera’ ulteriormente le attivita’ e le procedure di prevenzione e controllo della sicurezza aeroportuale”, conclude la nota.

Questa è una notizia dell’agenzia Asca.
 
Metrò 4, l'Expo rischia di rinunciare alle fermate per l'aeroporto di Linate

Si studia un piano B per garantire i collegamenti durante il grande evento internazionale del 2015: si dovrebbe ricorrere alle navette. Slittano anche i cantieri per la seconda tratta a Dateo e Solari


Una flotta di navette. Da opzione B a scenario principale. L’apertura delle prime due fermate del metrò 4, Linate e Forlanini Fs, in tempo per Expo, è a forte rischio. E così si affina l’ipotesi di salvataggio. E cioè: se non ci saranno treni e binari del minitratto iniziale della linea metropolitana in realizzazione in tempo per maggio 2015, a Milano i passeggeri di Linate saliranno su una navetta — come già peraltro è consuetudine fare — per collegarsi alla rete cittadina e raggiungere i padiglioni di Expo a Rho-Pero. E slittano anche i cantieri della seconda tranche della linea: manca ancora un ultimo documento da Roma, perciò Palazzo Marino non può prevedere quando partiranno i lavori.

Che la nuova linea, la Blu, fosse da subito una corsa contro il tempo era chiaro da tempo. Quinto tracciato metropolitano in città (aprirà dopo la M5 già attiva), il metrò 4 si è ridotto negli anni a due sole fermate (su 21 fino a Lorenteggio programmate per il 2020) promesse entro maggio 2015 per portare i passeggeri di Linate a Rho-Pero via passante ferroviario. I cantieri sono aperti da settimane in vari punti, su viale Forlanini e a Linate. Ed è allo scalo cittadino che venerdì è stato calato anche il primo ingranaggio della prima delle due talpe che dovranno macinare terreno nel ventre est della città. Da scavare ci sono circa tre chilometri, una ventina di metri al giorno, sette mesi di lavoro ad andar bene. Poi i binari, i treni i collaudi, passaggio quest’ultimo non solo formale, come la vicenda metrò 5 insegna (Roma, l’anno scorso, bloccò l’apertura «in anteprima» della Lilla durante la visita del Papa).

Tempi stretti, strettissimi. Tanto che gli addetti ai lavori hanno iniziato ad ammettere tra di loro, pur non ufficialmente, che inaugurare le fermate Linate e Forlanini Fs in tempo per l’apertura di Expo è diventata una missione difficilissima, per non dire impossibile. Per alcuni addirittura non si riuscirà ad aprirle prima del 2016. Così sul tavolo degli attori principali — Comune, costruttori e società Expo (l’opera rientra nel dossier di opere per l’evento) — prende sempre più corpo lo scenario d’emergenza. Si studia un piano di navette per collegare Linate alla città, sulla falsariga della linea 73 che da anni fa lo stesso tragitto. Non solo. Se così sarà, è molto probabile che non sarà neanche Forlanini, in fase di realizzazione ma ritenuta solo una stazione di passaggio, lo snodo di collegamento tra il city airport e Rho-Pero. Al suo posto si sta valutando Porta Vittoria, che incrocia più linee suburbane, e ancora più possibile Rogoredo, per intercettare anche il traffico dell’alta velocità.

Se la prima tratta deve correre, per sperare, la seconda invece balbetta. Slittano ancora i minicantieri previsti a Dateo e Solari: un rinvio in attesa che la delibera Cipe (di settembre) sui finanziamenti per la nuova linea 4 del metrò venga pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Palazzo Marino è in generale prudente, anche perché la paura delle ruspe si sta già diffondendo nelle aree interessate dai lavori, tra comitati che sorgono, email che girano e passaparola in quartiere. «Eviteremo di tenere bloccate per niente le aree rivelanti — dice l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran — quando partiranno i lavori davvero, allora apriremo anche i cantieri».

fonte: La Repubblica
 
17:53 23/12/2013
Sea: Antitrust avvia istruttoria su presunti abusi in acquisto Ata

Parte da segnalazione Cedicor, in lizza per acquisizione Milano, 23 dic - L'Antitrust, nella riunione di venerdi' scorso, ha deciso di avviare un'istruttoria per verificare se la Sea, societa' che gestisce gli scali aeroportuali di Milano Linate e Milano Malpensa, abbia posto in essere un abuso di posizione dominante finalizzato a ostacolare l'accesso di un potenziale concorrente (nel caso specifico Cedicor, holding che controlla la Corporation America di Eduardo Eurnekian) nella gestione delle infrastrutture aeroportuali. Il provvedimento e' stato deliberato sulla base di una segnalazione presentata dalla stessa Cedicor. Sea, in un comunicato, sottolinea di avere "messo a disposizione dell'Autorita' tutta la documentazione richiesta in uno spirito di piena collaborazione al fine di chiarire al piu' presto la legittimita' del proprio operato". Secondo la segnalazione e le informazioni acquisite dagli uffici dell'Autorita', "Sea, sfruttando la posizione dominante detenuta nella gestione delle infrastrutture aeroportuali, potrebbe avere adottato comportamenti strumentali per impedire a Cedicor di acquistare, nell'ambito della procedura di concordato preventivo dell'Acqua Pia Antica Marcia in liquidazione, la societa' Ata". Quest'ultima gestisce l'aeroporto privato di Linate ed e' "titolare di una convenzione con Sea, piu' volte prorogata, grazie alla quale gestisce in esclusiva alcune aree, infrastrutture e servizi relativi all'aviazione generale nell'aeroporto di Milano Linate". Secondo l'Antitrust, "Sea potrebbe avere assunto comportamenti finalizzati a capovolgere l'esito della procedura di selezione competitiva per impedire l'acquisizione di Ata da parte di Cedicor, con conseguente preclusione della gestione delle infrastrutture aeroportuali da parte di un operatore nuovo entrante e con effetti a cascata anche nell'offerta dei servizi di handling per l'aviazione generale e commerciale". Com-Che 23-12-13 17:53:04 (0402) 5
 
Lombardia: ok giunta a nuove regole taxi e assistenza in scali

18:10 23 DIC 2013

(AGI) - Milano, 23 dic. - Il servizio taxi del bacino aeroportuale lombardo avra' un nuovo e unico regolamento. Lo ha definito la giunta regionale che, su proposta dell'assessore alle Infrastrutture e mobilita', Maurizio Del Tenno, ha approvato il testo del nuovo regolamento. Il documento, che ambisce a miglioare semplificazione e controllo e introduce una figura che si occupera' di assistenza ai clienti negli scali di Linate e Malpensa, passera' ora nella V Commissione consiliare, la quale avra' 60 giorni per esprimere il proprio parere.
"Si tratta di un testo importante, frutto di un lavoro condiviso", ha spiegato Del Tenno. Grazie al nuovo regolamento - si spiega in una nota di Palazzo Lombardia - vi sara' un unico riferimento normativo per tutti i 43 Comuni facenti parte del bacino aeroportuale. La maggiore novita' e' legata all'istituzione della Commissione tecnica disciplinare, che avra' la funzione di gestire l'istruttoria dei procedimenti disciplinari instaurati nei confronti degli operatori del servizio taxi del bacino.
Il nuovo regolamento istituzionalizza, inoltre, la Conferenza del servizio del bacino aeroportuale e prevede un'identificazione univoca dei turni del bacino, uguali per tutti gli operatori taxi. E' stato, infine, introdotto uno specifico articolo sull'organizzazione del servizio presso gli aeroporti dotati di accesso automatizzato alle aree di stazionamento e alle banchine di carico. Altra novita' presente nel regolamento e' quello del facilitatore: si tratta di una figura che, all'esterno degli aeroporti, in prossimita' dell'area taxi, assistera' gli utenti e illustrera' loro il servizio. il progetto e' ancora in fase di studio preliminare.
In linea generale - si conclude - la proposta di regolamento mira a disciplinare la definizione delle regole, per determinare il contingente complessivo delle licenze e dei criteri per l'integrazione di nuovi Comuni nel bacino aeroportuale, le condizioni di esercizio, le caratteristiche relative ai veicoli da adibire al servizio, la disciplina e organizzazione del servizio, le norme di comportamento, la vigilanza, gli illeciti e le conseguenze della mancata ottemperanza alle condizioni per l'esercizio del servizio e alle ulteriori norme regolamentari. (AGI) Red/Fed
 
Il t2 ha ormai i suoi anni(che non giustifica cmq un condizione simile) ma se pensate che ci sono perdite anche nei nuovi pontili del satellite C...vi rendete conto di come sono stati costruiti!
 
F2i: via a riassetto filiera aeroporti, quote Sea e Sagat in una holding

Gli scali milanesi valorizzati 1,24 miliardi Il Sole 24 Ore Radiocor - Milano, 6 gen - F2i da' il via al riassetto delle principali partecipazioni negli scali aerei italiani, che confluiscono nella holding F2i Aeroporti. Nei giorni scorsi, secondo quanto risulta a Radiocor, e' stato deliberato il conferimento delle quote acquistate e detenute dal primo fondo in Sea e Sagat a F2i Aeroporti, che gia' controlla indirettamente il 70% di Gesac, gestore di Capodichino. La riorganizzazione risponde a logiche di semplificazione della filiera, ma permette anche di ricostruire la valorizzazione assegnata dal fondo ai singoli asset, stimati attraverso una specifica perizia di Ernst&Young. Nel dettaglio, il riassetto contempla un doppio conferimento da parte di F2i sgr a F2i Aeroporti, che vedra' passare sotto il proprio cappello il 50,79% di Sagat, rilevato proprio un anno fa dal Comune di Torino e da Sintonia, e il 35,7% di Sea, di cui fanno parte il 29,75% comprato dal Comune di Milano nel 2011 e un altro 5,94% riconducibile all'intera quota (pari al 14,56%) acquistata dalla Provincia di Milano a fine 2012, anche grazie alla seconda raccolta effettuata da F2i. Per Ernst &Young il 50,79% di Sagat (gestore dell'aeroporto di Torino che indirettamente controlla anche il 33% dello scalo di Firenze e il 7% di Bologna) vale tra 66,4 e 70 milioni e il 35,69% di Sea tra 472,2 e 518 milioni. F2i ha invece effettuato i conferimenti a valori piu' prudenziali, rispettivamente a 63,5 e 445 milioni. Quest'ultimo implica una valutazione complessiva per la societa' degli aeroporti milanesi pari a 1,24 miliardi, sostanzialmente in linea con la media ponderata dei costi di acquisto.

http://www.corriere.it/notizie-ulti...-Sagat-holding/06-01-2014/1-A_010089464.shtml
 
Bloccati i mini-cantieri della linea 4

«La tratta Linate-Forlanini Fs non sarà pronta per l’Expo»


L’ordine di pagare l’ultima fattura è stato firmato dal Comune lo scorso 19 dicembre. Poco più di due milioni e mezzo di euro per la società che sta costruendo la linea 4 del metrò. All’avanzamento dei pagamenti, come da contratto per le opere già fatte a Linate, non si accompagna però in parallelo lo sviluppo delle altre parti del progetto. Sarebbero dovuti partire a novembre gli scavi preliminari per il tratto cittadino della nuova linea (fino a Lorenteggio). Gli stanziamenti sono stati deliberati dal Comitato interministeriale per le opere pubbliche la scorsa estate, ma la decisione non è stata ancora pubblicata e questo significa che l’apertura dei cantieri, per il momento, è rimandata. Nel primo tratto della M4 i lavori invece avanzano. Le prime tre stazioni, che per velocizzare la costruzione sono poi diventate soltanto due (Linate-Forlanini), molto probabilmente non saranno però aperte per l’inizio dell’Expo: nei due anni scorsi si è lavorato proprio per questo obiettivo. I ritardi accumulati erano troppi.

Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, nei giorni scorsi ha spiegato che «un punto definitivo sullo stato di avanzamento dei lavori verrà fatto tra febbraio e marzo», quando all’apertura dell’Esposizione mancherà un anno. Al momento però sembra che nessuno, a livello istituzionale, voglia prendersi la responsabilità di ammettere quel che alcuni tecnici danno quasi per assodato: l’aeroporto di Linate non avrà un collegamento di metropolitana fino alla stazione ferroviaria da costruire all’altezza del ponte su viale Forlanini, e quindi con il resto della rete del trasporto pubblico. L’ipotesi più probabile: invece di avere un metrò-navetta, chi arriverà a Linate nel 2015 troverà una banale linea di bus-navetta per il trasporto verso il centro. Al di fuori della piccola «tratta-Expo», il programma degli altri cantieri in città prevedeva prima di tutto il cantiere in corso Plebisciti. Riforma parziale della viabilità, spostamento dei parcheggi, prime bonifiche. Il programma successivo era già tracciato: parziali chiusure in via Solari, poi in largo dei Gelsomini e piazza Tirana-San Cristoforo.

L’intera tabella di marcia è slittata e, al momento, nessuno è in grado di dire quando si potranno aprire i cantieri (anche se l’arrivo dei fondi non dovrebbe essere in dubbio). Dall’avvio definitivo dei lavori, la durata complessiva dovrebbe aggirarsi sui 78 mesi. Se i milanesi non vedranno le prime due fermate per Expo, passeranno poi 5-6 anni per arrivare alle 21 fermate su 15 chilometri di percorso dopo il 2020.

corriere.it/milano
 
Sea Handling: Mora nuovo presidente della newco (MF)
MILANO (MF-DJ)--Andrea Mora e' il presidente della newco Airport Handling. Questa nuova societa', controllata interamente dalla Sea, scrive MF, sara' operativa dal prossimo luglio e dovra' assumere i 2.300 dipendenti attualmente in forza a Sea Handling su cui pende la maximulta di 450 milioni di euro comminata dalla Commissione Europea. Il consiglio d'amministrazione e' stato completato pochi giorni fa da Maria Luisa Geronimi, Massimiliano Crespi (procuratore di Sea) e Roberto Belloni (procuratore di Sea e consigliere di Volare Group, Volare Air Lines e Air Europe). red/lab (fine) MF-DJ NEWS 0808:26 gen 2014
 
Segnalo che a breve AP riporterà i suoi uffici staff presenti a MXP, a FCO.
 
http://italians.corriere.it/2014/01/08/malpensa-continua-il-suk-dei-carrelli/#.Us7g1YtPLbs.facebook

Tratto dal blog di Severgnini sul Corriere:

Malpensa, continua il suk dei carrelli
Caro Beppe, perche’ a Malpensa (partenze internazionali) per avere un carrello devo passare attraverso la “mediazione” di abusivo che mi chiede soldi ? Io arrivo, lui mi vede, si avvicina col carrello e mi chiede se mi serve aiuto. Io gli dico che mi serve il carrello, e che visto che lui lo ha vuoto e se lo sta portando in giro, me lo puo’ dare… in fondo il carrello e’ di tutti. Lui mi dice che il carrello costa 5 euro (o 10), incluso il trasporto del bagaglio. Io lo mando a quel paese e lui mi ci rimanda… in giro di abusivi ce ne sono almeno altri sette come lui. Una cosa del genere l’ho gia’ vista: Younde International Airport (Cameroon), Bangui International Airport (Repubblica Centrafricana), e un paio di altri in quelle zone. Non ho remore a notare che tutti gli abusivi sono stranieri, forse e’ un caso, o forse e’ un nuovo tipo di integrazione. Dentro il terminal, al caldo, ci sono poliziotti e carabinieri, che degli abusivi se ne fregano, cosi come delle macchine parcheggiate in doppia fila la’ dove ci sarebbe il divieto di sosta. Non sono crimini gravi, ma e’ grave che siano tollerati: e’ una forma di “sciatteria civile” di cui non possiamo certo dare la colpa all’euro, alla crisi, o all’allineamento dei pianeti. Basterebbe un piccolo sforzo da parte delle autorita’ che gestiscono Malpensa. Non sara’ molto, ma un aeroporto dove si possa arrivare nella zona partenze in relativa tranquillita’ e’ il minimo che ci dovremmo aspettare in una grande citta’ di un paese europeo. Buon anno.

Risposta di Severgnini
Già segnalato, anche qui su ITALIANS. Ufficio stampa SEA ha promesso che avrebbe provveduto. Ma evidentemente...
 
Bagni sporchi e poco shopping Malpensa e Fiumicino bocciati

I viaggiatori li percepiscono come vuoti e freddi. Ma in testa alla top ten dei meno apprezzati finiscono gli hub inglesi e francesi

Nella top ten l'Italia c'è, peccato solo che la classifica in questione sia quella dei peggiori aeroporti d'Europa.

A stilarla è stato il portale Misstravel.com, un sito web che mette in comunicazione i single in giro per il mondo, consentendo loro di organizzare non dei semplici appuntamenti, ma dei viaggi in compagnia.


Se state già storcendo il naso pensando che questa fonte sia poco attendibile, sappiate che questo sito, nato da poco più di un anno, ha circa 300mila utenti nel globo e, sebbene ancora poco noto qui da noi, oltreoceano è parecchio famoso, tanto che le osservazioni che arrivano da i suoi frequentatori sono state citate da testate come Huffington Post, Business Insider e Chicago Tribune, che lo considerano un punto di riferimento in tema di viaggi e vacanze. Ebbene, in base al sondaggio realizzato tra gli utenti di questo social network per globetrotter, il nostro Paese vince due medaglie al demerito.

Lo fa con lo scalo milanese di Malpensa, che si piazza a metà classifica, giusto al quinto posto, e con quello di Fiumicino, che se la cava un po' meglio, conquistando una più dignitosa (si fa per dire) posizione numero otto.

I criteri di giudizio: pulizia, selezione nell'offerta di posti per mangiare e negozi per fare acquisti, presenza di altri servizi d'intrattenimento. I due principali scali del nostro Paese appaiono quindi, agli occhi dei turisti, deludenti. L'ambiente generale è freddo, spoglio, le sale d'attesa sono poco accoglienti, i bagni non sufficientemente igienizzati. I particolari rivelano scarsa cura. E a quanto pare Malpensa e Leonardo Da Vinci sono percepiti anche come luoghi (o non-luoghi, come li definirebbe l'antropologo Marc Augé) noiosi: forse la mancanza di boutique con i grandi nomi della moda italiana contribuisce a indisporre il viaggiatore che supera le Alpi con il preciso obiettivo di fare shopping. Né l'offerta di prelibatezze culinarie tipiche - scarsissima, in effetti, a Malpensa, e poca cosa a Fiumicino - contribuisce a metterlo buon umore. Insomma, con buona pace della sempre invocata valorizzazione del made in Italy, chi fa tappa in questi due scali si sente poco coccolato.

Certo, a consolarci c'è il fatto che siamo in buona compagnia. E il podio in negativo, per una volta, ci sfugge. La medaglia d'oro del peggiore hub la conquista infatti il londinese Stansted, seguito dal russo Domodedovo e dal parigino Charles de Gaulles. Che si trova al terzo posto a pari merito con un altro inglese, Exeter.

La top ten, insomma, deprimerà noi ma farà infuriare inglese e francesi, forse meno avvezzi ai primati negativi e sicuramente dotati di maggior amor proprio nazionalista. E se non siamo gli unici a fare una doppietta - la Russia è presente anche con l'altro scalo internazionale di Sheremetyevo - il Regno Unito compare addirittura tre volte: oltre al primo e terzo posto è anche in quarta posizione con l'altro scalo londinese di Luton. A sorpresa in sesta posizione troviamo l'aeroporto danese di Copenaghen, mentre in coda alla classifica ci sono due scali in altrettante isole, quello di Heraklion a Creta, e quello spagnolo di Gran Canaria.

http://www.ilgiornale.it/news/inter...ing-malpensa-e-fiumicino-bocciati-981387.html
 
Se state già storcendo il naso pensando che questa fonte sia poco attendibile, sappiate che questo sito, nato da poco più di un anno, ha circa 300mila utenti nel globo e, sebbene ancora poco noto qui da noi, oltreoceano è parecchio famoso, tanto che le osservazioni che arrivano da i suoi frequentatori sono state citate da testate come Huffington Post, Business Insider e Chicago Tribune, che lo considerano un punto di riferimento in tema di viaggi e vacanze.

http://en.wikipedia.org/wiki/Argumentum_ad_populum

Una fonte non è attendibile solo perché è popolare. Se una presentatrice famosa dicesse che la Terra è piatta, la cosa risulterebbe una fesseria a prescindere da quanta gente la segue.

Certo, a consolarci c'è il fatto che siamo in buona compagnia. E il podio in negativo, per una volta, ci sfugge. La medaglia d'oro del peggiore hub la conquista infatti il londinese Stansted, seguito dal russo Domodedovo e dal parigino Charles de Gaulles.

Da quando Stansted è un hub?

E a quanto pare Malpensa e Leonardo Da Vinci sono percepiti anche come luoghi (o non-luoghi, come li definirebbe l'antropologo Marc Augé) noiosi: forse la mancanza di boutique con i grandi nomi della moda italiana contribuisce a indisporre il viaggiatore che supera le Alpi con il preciso obiettivo di fare shopping. Né l'offerta di prelibatezze culinarie tipiche - scarsissima, in effetti, a Malpensa, e poca cosa a Fiumicino - contribuisce a metterlo buon umore. Insomma, con buona pace della sempre invocata valorizzazione del made in Italy, chi fa tappa in questi due scali si sente poco coccolato.

Olé coi pregiudizi e gli stereotipi, se un aeroporto italiano non ha una pizzeria o un negozio di Versace i passeggeri non sono soddisfatti.
 
Qui come si presentava il bagno maschile al piano partenze sabato mattina scorso.

 
[h=1]Malpensa, nuovi guai in arrivo
se gli emiri salveranno Alitalia[/h]Il secondo salvataggio della compagnia italiana rischia di costare caro all'aeroporto lombardo: gli investimenti di Etihad sono destinati a confluire su Fiumicino, testa di ponte per il traffico europeo
di ETTORE LIVINILo leggo dopo
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L'aeroporto di Malpensa Il salvataggio-bis di Alitalia rischia (un déjà-vu) di costare carissimo a Malpensa. Specie se – come ormai pare certo – il cavaliere bianco dell’ex compagnia di bandiera sarà Etihad, l’aerolinea del Golfo Persico. Il rischio, concretissimo, è doppio: gli emiri, secondo indiscrezioni attendibili, sarebbero pronti non solo a entrare nel capitale della disastrata compagnia dei patrioti ma anche a rilevare una quota significativa di Adr, la holding di controllo di Fiumicino, per fare dello scalo romano la loro testa di ponte per il traffico europeo.

Un’operazione che metterebbe in freezer ogni speranza di investimenti importanti nell’exhub bustocco. Non solo: a non far dormire sonni tranquilli alla Sea c’è anche il nuovo piano industriale di Alitalia varato dall’ad Gabriele Del Torchio. I progetti su Milano della società sono chiari: un “rafforzamento internazionale” di Linate che prevede l’apertura di nove nuove destinazioni in Europa (Vienna è già partita, in arrivo ci sono Varsavia, Praga, Copenhagen, Budapest, Tallin, Stoccolma ed Helsinki) e che rischia di essere il colpo di grazia per Malpensa. Menzionata nel piano industriale 2013-2016 della compagnia tricolore solo in vista di un generico rafforzamento, senza progetti concreti.

Pietro Modiano, presidente della Sea, ha drizzato le antenne: «Sono molto preoccupato per lo sviluppo del sistema aeroportuale milanese», ammette. Malpensa ha già pagato carissimo – perdendo sei milioni di passeggeri – il dehubbing del 2007. E il rischio che torni a essere per la seconda volta l’agnello sacrificale per il salvataggio di Alitalia (società oggi del tutto privata, giova ricordarlo) è altissimo. La partita si giocherà nelle prossime settimane e l’impressione è che sia gli sceicchi che Roberto Colaninno & C. abbiano già calato le loro carte, bussando anche alla porta del governo.

Gli uomini del Golfo, del resto, hanno il coltello dalla parte del manico e hanno fissato paletti rigidissimi: sono disposti a entrare nell’aerolinea solo se sarà concesso alla Abu Dhabi Investment Authority di rilevare una quota di Adr, se le banche accetteranno sacrifici sui loro crediti e i sindacati sul fronte occupazionale. E visto che sul piatto, tra compagnia aerea e Fiumicino, potrebbero mettere qualcosa come quasi 1 miliardo di euro, hanno già fatto sapere all’esecutivo Letta di aspettarsi un occhio di riguardo per le loro attività. Memori forse degli ammortizzatori sociali e dell’ombrello-Antitrust triennale garantito nel 2008 alla cordata dei patrioti. Ombrello che anche questa volta rischia di lasciare esposta alle intemperie proprio Malpensa.

A complicare ancor di più la situazione c’è la scelta di Alitalia di rafforzare di molto il suo business su Linate, accentuando ulteriormente la concorrenza fratricida tra i due scali della città. La compagnia utilizzerà parte degli slot della Milano-Roma, ormai cannibalizzata dal treno, per rafforzare le rotte europee. Per farlo senza violare (formalmente) i limiti di traffico, volerà grazie ai certificati aeronautici delle tante sigle che ha creato negli anni d’oro (Volare, Air One, Alitalia Express, Cityliner). Autorizzazioni in teoria virtuali ma che in parte sono già state cedute nei mesi scorsi ai partner Air France e Klm per convogliare dal Forlanini verso Parigi e Amsterdam il traffico intercontinentale cittadino. A scapito della Malpensa, come ovvio, e nel silenzio dell’Enac e delle autorità di controllo malgrado l’evidente aggiramento dei limiti previsti dal decreto Bersanibis approvato proprio per proteggere l’ex hub.

Il salvataggio dell’aerolinea tricolore rischia così di peggiorare ancora la situazione: gli investimenti e le tratte intercontinentali di AlitaliaEtihad saranno tutti concentrati a Fiumicino. Il Forlanini continuerà

(finché lo consentono i limiti ai diritti di atterraggio e decollo, oggi contingentati per legge) a succhiar sempre più sangue a Malpensa. E il futuro del trasporto aereo lombardo – invece che essere pianificato e deciso dai soci (il Comune e F2I) e dal management di Sea – potrebbe finire per essere riscritto a Roma. Magari proprio da un suo diretto concorrente e con la regia del governo per salvare – per la seconda volta – un’azienda privata.
 
Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
SEA evidentemente non può lamentarsi se i suoi clienti (ovvero le compagnie aeree) scelgono LIN anziché MXP.