Thread AZ/CAI 3 ottobre


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Gli RPK, secondo il Sole, che cita un documento di Intesa SanPaolo, a MXP sono più alti del 20% rispetto a FCO. I risultati delle simulazioni darebbero un ricavo medio per passeggero, in euro, di
  • NYC MXP 449 FCO 359
  • NRT MXP 756 FCO 727
  • EZE MXP 584 FCO 514
  • GRU MXP 609 FCO 483
  • BOS MXP 567 FCO 426
  • ORD MXP 648 FCO 508
Un paragrafo per me incomprensibile:
"Splittando la simulazione sulla sola classe business [...] la musica non cambia. Malpensa batte Fiumicino, nel delta medio sui sei voli campione, 19% a 12%. Nel dettaglio 18% a 11% New York; 15 a 11 su Tokyo; 25 a 12 sul Buenos Aires; 17 a 10 sul San Paolo; 24 a 15 sul Boston e 29 a 17 sul Chicago."

Quindi l' articolo cita Castelli che vuole sia preservato "l' originario piano Cai, che prevede 14 voli intercontinentali su Malpensa e 4 su Fiumicino."

"Secondo alcuni documenti riservati consultati dal Sole" il piano Scala prevedrebbe 3 widebodies Lufthansa a Malpensa nel 2010 e 20 entro il 2015.
 
Venerdì 3 Ottobre 2008, 13:26

Alitalia, stamattina Sabelli all'Enac per la licenza

ROMA (Reuters) - L'amministratore unico di Cai, Rocco Sabelli, si è recato questa mattina all'Enac per avviare le procedure per ottenenere la licenza di operatore aereo.
Lo riferisce l'Ente che si occupa di vigilare sull'aviazione civilie.
"Sabelli ha incontrato il direttore generale Silvano Manera per avviare l'iter per la licenza", ha detto un portavoce.
La Compagnia aerea italiana sta cercando di rilevare gli asset in bonis di Alitalia dal commissario straordinario Augusto Fantozzi.
Questa mattina in una intervista Fantozzi ha detto di attendersi l'offerta vincolante fra il 13 e il 15 ottobre per arrivare al contratto entro il 20 ottobre.
 
Il Sole 24 Ore riporta la notizia dell' interesse per Alitalia Express da parte dell' indimenticato ex ad di Unipol Giovanni Consorte, che si avvarrebbe della consulenza dell' altrettanto indimenticato Augusto Angioletti. Due personaggi che in un Paese normale farebbero volare aerei di carta sulla rotta Opera-Rebibbia.

"L' attuale flotta di 35 ATR ed Embraer 145 [...] sarebbe destinata ad essere potenziata" e naturalmente volerebbe in accordo con la nuova Alitalia, alle attuali favorevoli condizioni.
 
Gli RPK, secondo il Sole, che cita un documento di Intesa SanPaolo, a MXP sono più alti del 20% rispetto a FCO. I risultati delle simulazioni darebbero un ricavo medio per passeggero, in euro, di

qualcuno sa come si fanno queste simulaizoni?
Si basano su dati del passato?
Includono passeggeri in transito o solo ricavi p2p?
 
Gli RPK, secondo il Sole, che cita un documento di Intesa SanPaolo, a MXP sono più alti del 20% rispetto a FCO. I risultati delle simulazioni darebbero un ricavo medio per passeggero, in euro, di
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Sono numeri presi pari-pari dal fascicolo del piano Fenice, che quelli di Boston Consulting hanno attinto a loro volta dalla data room di AZ.
 
LA SCOMPARSA DEL BUON SENSO

di GIOVANNI SARTORI


Quel «buon senso» che fa dire e fare «cose sensate» è oramai un caro estinto soppiantato dall’insensato, dall’insensatezza e dal «dementismo» (ahimè, una demenza giovanile assai più che senile). Chi ha ucciso il buon senso? E perché? Lo dirò man mano. Intanto illustriamo il problema con due casi esemplari di insensatezza: nel nostro piccolo, il lungamente perseguito e pressoché riuscito suicidio dell’Alitalia; e, nel più grande mondo circostante, il crescente, e anch’esso insensato, «rigelo» nei rapporti tra Washington e Mosca. Quella dell’Alitalia era una morte preannunziata — e anche più che meritata — da almeno un decennio. Né sarebbe stato un suicidio inedito. Negli Stati Uniti la Twa (Trans World Airlines) è stata uccisa proprio dal suo personale di volo; e fu anche fatta tranquillamente fallire, come si fa nei Paesi seri. In Europa, e più di recente, alcune rispettabili compagnie di bandiera, come la Swissair e la Sabena, sono come qualmente passate in altre mani. Anche la Svizzera avrebbe avuto come noi l’alibi del turismo; ma che io sappia nessuno l’ha invocato e i turisti, mi dicono, ci sono ancora.
Allora, chi ha messo in testa ai nostri piloti e alle vociferose hostess che ancora l’altro giorno esultavano gridando «meglio falliti che in mano ai banditi» (leggi: Colaninno) che Alitalia era una vacca sacra, una voragine mangiasoldi che però nessuno avrebbe osato toccare? Forse nessuno. Forse tra le nostre aquile e aquilette «selvagge» non ci sono più teste in grado di usare la testa. Certo è che fino alla ventitreesima ora dell’ultimo giorno chi ha pensato (male) per tutti è stata la casta dei piloti, l’Anpac; ben assistita, si intende, dalla Cgil e altri protettori politici. E ancor più certo è che il buon senso avrebbe affrontato e risolto il caso Alitalia da gran tempo. Se, appunto, il buonsenso esistesse ancora. [...]

Il Corriere della Sera
 
Gli RPK, secondo il Sole, che cita un documento di Intesa SanPaolo, a MXP sono più alti del 20% rispetto a FCO. I risultati delle simulazioni darebbero un ricavo medio per passeggero, in euro, di
  • NYC MXP 449 FCO 359
  • NRT MXP 756 FCO 727
  • EZE MXP 584 FCO 514
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  • ORD MXP 648 FCO 508
Un paragrafo per me incomprensibile:
"Splittando la simulazione sulla sola classe business [...] la musica non cambia. Malpensa batte Fiumicino, nel delta medio sui sei voli campione, 19% a 12%. Nel dettaglio 18% a 11% New York; 15 a 11 su Tokyo; 25 a 12 sul Buenos Aires; 17 a 10 sul San Paolo; 24 a 15 sul Boston e 29 a 17 sul Chicago."

Quindi l' articolo cita Castelli che vuole sia preservato "l' originario piano Cai, che prevede 14 voli intercontinentali su Malpensa e 4 su Fiumicino."

"Secondo alcuni documenti riservati consultati dal Sole" il piano Scala prevedrebbe 3 widebodies Lufthansa a Malpensa nel 2010 e 20 entro il 2015.

Tutti dati falsi ovviamente, creati ad arte da gente che si soffia il naso in fazzoletti di colore verde, no???:D

La smettiamo di credere alle favole??
 
sulla mia rassegna stampa di oggi invece c'è l'articolo di aggiornamento della situazione pubblicato sull'Espresso, tanti aspetti interessanti e tecnici, come

- le difficoltà finanziarie, sia per ottenere la licenza salvaguardando la discontinuità con Alitalia (non ti improvvisi licenziatario di trasporto aereo con 150 aeromobili molto diversi tra loro dalla mattina alla sera, sono necessarie grosse garanzie) che per cominciare a liquidare a Fantozzi asset indispensabili come gli slot (si parla di 400 milioni di euro, per cominciare)

- le problematiche antitrust, la scelta del partner estero infatti se da una parte potrebbe essere accelerata per ottenere liquidità, da un'altra potrebbe essere ritardata perché azionerebbe all'istante l'interessamento preventivo dell'antitrust europea, cui non puoi mettere il bavaglio per decreto

- la pianificazione finanziaria sulla base di un elevato, molto più dell'odierno, tasso di utilizzo degli aerei, che impone quindi velocissime gestioni degli aeromobili negli aeroporti, cosa facile in aeroporti come Linate/Malpensa o Fiumicino, difficile in altri aeroporti italici

- la decisione sull'elemento-Toto, personaggio descritto come molto disinteressato alle azioni di CAI, e invece attirato dagli €
 
D.O.V ?

Il Sole 24 Ore riporta la notizia dell' interesse per Alitalia Express da parte dell' indimenticato ex ad di Unipol Giovanni Consorte, che si avvarrebbe della consulenza dell' altrettanto indimenticato Augusto Angioletti. Due personaggi che in un Paese normale farebbero volare aerei di carta sulla rotta Opera-Rebibbia.

"L' attuale flotta di 35 ATR ed Embraer 145 [...] sarebbe destinata ad essere potenziata" e naturalmente volerebbe in accordo con la nuova Alitalia, alle attuali favorevoli condizioni.


Per l' incarico DOV ( oppure chief flight ops. ) stanno litigando Riina , Provenzano e John Gotti III.............

Old Crow
 
- la pianificazione finanziaria sulla base di un elevato, molto più dell'odierno, tasso di utilizzo degli aerei, che impone quindi velocissime gestioni degli aeromobili negli aeroporti, cosa facile in aeroporti come Linate/Malpensa o Fiumicino, difficile in altri aeroporti italici
Ryanair docet che sono gli aeroporti più piccoli a garantire tempi di turnaround minori.

- la decisione sull'elemento-Toto, personaggio descritto come molto disinteressato alle azioni di CAI, e invece attirato dagli €
Toto ha bisogno di soldi per pagare da investire nel leasing e contratti con CAI per farli rendere.

Non gli imputerei di non essere francescano. Business is business e non tocca a lui salvare l' (Al)Italia
 
sulla mia rassegna stampa di oggi invece c'è l'articolo di aggiornamento della situazione pubblicato sull'Espresso, tanti aspetti interessanti e tecnici, come

- le difficoltà finanziarie, sia per ottenere la licenza salvaguardando la discontinuità con Alitalia (non ti improvvisi licenziatario di trasporto aereo con 150 aeromobili molto diversi tra loro dalla mattina alla sera, sono necessarie grosse garanzie) che per cominciare a liquidare a Fantozzi asset indispensabili come gli slot (si parla di 400 milioni di euro, per cominciare)

- le problematiche antitrust, la scelta del partner estero infatti se da una parte potrebbe essere accelerata per ottenere liquidità, da un'altra potrebbe essere ritardata perché azionerebbe all'istante l'interessamento preventivo dell'antitrust europea, cui non puoi mettere il bavaglio per decreto

- la pianificazione finanziaria sulla base di un elevato, molto più dell'odierno, tasso di utilizzo degli aerei, che impone quindi velocissime gestioni degli aeromobili negli aeroporti, cosa facile in aeroporti come Linate/Malpensa o Fiumicino, difficile in altri aeroporti italici

- la decisione sull'elemento-Toto, personaggio descritto come molto disinteressato alle azioni di CAI, e invece attirato dagli €

Son corso in edicola a comprarlo,
ed effettivamente,
alla luce di quanto con dovizia di particolari esposto... per me non ce la fanno mica.
Avremo 18 (più uno abruzzese) nuovi ricconi da inserire nelle classifiche mondiali,
ma Az è morta, altro che "cordata" e "italianità"...
 
sulla mia rassegna stampa di oggi invece c'è l'articolo di aggiornamento della situazione pubblicato sull'Espresso, tanti aspetti interessanti e tecnici, come

- le difficoltà finanziarie, sia per ottenere la licenza salvaguardando la discontinuità con Alitalia (non ti improvvisi licenziatario di trasporto aereo con 150 aeromobili molto diversi tra loro dalla mattina alla sera, sono necessarie grosse garanzie) che per cominciare a liquidare a Fantozzi asset indispensabili come gli slot (si parla di 400 milioni di euro, per cominciare)

- le problematiche antitrust, la scelta del partner estero infatti se da una parte potrebbe essere accelerata per ottenere liquidità, da un'altra potrebbe essere ritardata perché azionerebbe all'istante l'interessamento preventivo dell'antitrust europea, cui non puoi mettere il bavaglio per decreto

- la pianificazione finanziaria sulla base di un elevato, molto più dell'odierno, tasso di utilizzo degli aerei, che impone quindi velocissime gestioni degli aeromobili negli aeroporti, cosa facile in aeroporti come Linate/Malpensa o Fiumicino, difficile in altri aeroporti italici

- la decisione sull'elemento-Toto, personaggio descritto come molto disinteressato alle azioni di CAI, e invece attirato dagli €

Innanzitutto nessuno si getta in un operazione del genere senza via di uscita, che nei termini che conosco io si chiama "put" verso quello che è già stato individuato come il partner di riferimento per rifilargli il risultato della ripulita ad un prezzo già fissato comprendente il rimborso spese iniziali, il lavoro di lavatrice e qualche piccolo soldino extra.
Idem vi sarà una "call" da parte del partner per acquisire il malloppo ad un prezzo fissato ad una certa data (più alto del precedente) in modo da tutelare il partner in merito a al rischio che l'affare divnti "troppo grosso"
Chi racconta che il partner è da scegliere racconta balle, perchè nessuno si getat in un avventura del genere senza le spalle coperte e senza la certezza di farci tanti soldi, ma veramente tanti, altrimenti investe altrove.
Ci tengo a ricordare che gli AA/MM di proprietà che AZ porta in dote (ciè la roba buona) sono pochissimi: i 777 e quache sparuto 319 (nuovi) e 321(vecchi, quasi da buttare) ed una decina di 320 (i migliori sono gli ex GJ in leasing).
Ai famosi 400 milioni ne verranno tolti quasi 300 sotto forma compensativa per mantenere l'operatività attiva prima che CAI subentri al 100% ... insomma gli asset AZ vengono via quasi gratis.


l'ultima chicca: Toto non ha ancora firmato niente, soprattutto non si è impegnato a vendere.
 
CBM 206 allora noterai sulla copia dell'Espresso appena acquistata in edicola che erano stati eliminati dal sottoscritto quasi la metà degli elementi di criticità indicati dal giornalista, perché altamente tacciabili di politicità ma anche, alla luce di certe reazioni che vedo sul forum, di anti-sacralità

ad esempio cito la menata che la compagnia sia una "high cost" contro i consumatori italiani già tartassati
 
ad esempio cito la menata che la compagnia sia una "high cost" contro i consumatori italiani già tartassati
non so voi, ma io sono personalmente molto preoccupato della posizione dominante (puro monopolio su alcune tratte) che si avrà sul nazionale italiano! del resto se devono sospendere le norme antitrust ci sarà un motivo...
 
Decolla l'Alitalia high cost

di Luca Piana

Meno rotte. Utilizzo intensivo di ogni apparecchio. Ma soprattutto tariffe che saranno rincarate fino al 30 per cento. Così la nuova compagnia cercherà di realizzare utili. Senza alcuna concorrenza sulle tratte interne

L'ultimo incubo di Roberto Colaninno è riassunto nelle quattro righe cruciali di un regolamento approvato dalla Comunità europea sedici anni fa, il 23 luglio del 1992. L'imprenditore mantovano, che si è candidato a guidare la Nuova Alitalia, deve ottenere la licenza per far volare la compagnia che sta faticosamente mettendo insieme in questi giorni.

La procedura è delicata perché, da un lato, ogni compagnia aerea che si prepari a decollare deve garantire il rispetto di una serie di standard organizzativi e di sicurezza. Una verifica che è necessaria ma non sufficiente: è necessario dimostrare anche di avere la forza finanziaria per mantenere gli impegni previsti con i clienti e tutti i fornitori.

Questa esigenza si traduce in una serie di regole severe. Per avere la licenza, recita testualmente la normativa europea, la Nuova Alitalia dovrà dimostrare "in modo sufficientemente convincente di poter far fronte ai costi fissi e operativi connessi con le operazioni secondo i piani economici (...) per un periodo di tre mesi dall'inizio delle operazioni e senza tener conto delle entrate derivanti da dette operazioni". Tradotto dal linguaggio burocratico, significa che Colaninno dovrà essere in grado di far volare per un intero trimestre i suoi aerei su tutte le rotte previste, anche nell'ipotesi estrema che non riesca nel frattempo a incassare nemmeno un euro dalla vendita dei biglietti.

La Nuova Alitalia, però, sembra non soddisfare questo requisito fin da ora. Il dubbio nasce dai dettagli meno noti del Piano Fenice, come viene chiamato il piano per il salvataggio-conquista dell'Alitalia elaborato da Banca Intesa, regista dell'operazione. Si tratta di dettagli e previsioni operative che suggeriscono alcune risposte alla domanda su come sarà l'Alitalia a gestione privata.

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Risposte che, in alcuni casi, rischiano di essere sorprendenti. C'è ad esempio il caso, molto problematico ma scritto nero su bianco nel Piano, di ridurre il numero di collegamenti dall'aeroporto milanese di Linate, una strategia ipotizzata per rintuzzare l'attacco dei concorrenti europei ma che troverà certamente una vasta opposizione. E c'è il caso delle tariffe che la compagnia prevede di applicare sui propri voli: più alte di quelle attuali sulle tratte nazionali, dove avrà una posizione di maggiore forza; più basse sulle rotte per l'estero, soprattutto su quelle intercontinentali, dove dovrà vedersela con una concorrenza più agguerrita.

Il primo punto critico, quello da cui dipende tutto il resto, è tuttavia la questione della licenza. Le perplessità sul rispetto delle norme europee derivano da un semplice calcolo. Stando al Piano Fenice, l'Alitalia di Colaninno nei primi 12 mesi di vita dovrà sostenere spese operative - dagli stipendi del personale all'acquisto del carburante, dalla manutenzione alle polizze assicurative - per un totale di circa 4,2 miliardi di euro.

Il primo novembre, data stimata per l'inizio delle operazioni, dovrà dunque garantire l'esistenza di disponibilità finanziarie per più di un miliardo, la cifra necessaria per coprire le spese operative nel primo trimestre di vita, come previsto dal regolamento europeo del 1992. Denari che la cordata privata rischia di non avere. Anche se gli imprenditori si sono impegnati a versare proprio un miliardo nella Compagnia aerea italiana (Cai), la società che diventerà la Nuova Alitalia, parte di questa cifra è destinata a transitare solo rapidamente tra le disponibilità di Colaninno.

Una fetta rilevante dell'iniezione di risorse dovrà infatti essere utilizzata per rilevare dal commissario Augusto Fantozzi quei beni di Alitalia, a cominciare dai diritti di decollo nei diversi aeroporti (gli slot), che la Cai vorrà conservare. Un'operazione il cui valore, secondo le voci circolate nelle scorse settimane, potrebbe aggirarsi attorno ai 400 milioni. Un altro esborso potrebbe rendersi necessario se Carlo Toto, proprietario della AirOne, la piccola e indebitata compagnia che pure è destinata a confluire nella Nuova Alitalia, chiedesse di ottenere in cambio non solo azioni Cai, ma anche quattrini (magari da reinvestire in parte nella nuova società).

Un punto cruciale resta la scelta del socio straniero, che vede come candidati l'Air France di Jean-Cyril Spinetta e la Lufthansa di Wolfgang Mayrhuber. Per rafforzare la compagine dei soci, incamerare nuove risorse e rafforzare la dotazione finanziaria necessaria per ottenere la licenza, Colaninno potrebbe essere tentato dall'idea di stringere i tempi nella scelta dell'alleato.

Questa esigenza, però, fa a pugni con un'altra necessità non secondaria: ritardare il più possibile l'ingresso effettivo del partner straniero per evitare che la competenza di valutare l'operazione passi dall'autorità Antitrust italiana, messa a tacere per decreto, a quella europea.

L'Enac, l'autorità che vigila sul settore aereo presieduta da Vito Riggio, lunedì 29 settembre ha confermato a Fantozzi una sorta di permesso di volo provvisorio, che scadrà alla fine di febbraio. Quest'ultimo, però, nel momento in cui subentreranno Colaninno e i suoi, non basterà più. "Se la Cai avesse deciso di acquistare l'intera Alitalia, il problema non si porrebbe: potrebbe semplicemente utilizzare la vecchia licenza", spiega Ugo Arrigo, che insegna Economia pubblica all'Università di Milano Bicocca. Per evitare di accollarsi i debiti di Alitalia e di AirOne, la Cai ha scelto invece di rilevare solo parti delle due compagnie, in modo da allontanare il rischio di un ricorso a livello europeo contro gli aiuti di Stato concessi alla Cai.

Così facendo, però, sembra necessaria una nuova licenza. E qui nasce il problema della dotazione finanziaria. A meno che l'Enac non accetti uno degli escamotage allo studio in questi giorni. Fra le ipotesi, c'è quella di utilizzare inizialmente la licenza di una controllata di Alitalia, la piccola low-cost Volare, trasferendola in seguito all'intera Cai: "Mi sembra una strada difficile da percorrere: non è possibile passare automaticamente la licenza da una compagnia dotata di appena quattro Airbus A320 a un'azienda con 153 aerei. L'Enac è tenuta a verificare la compatibilità finanziaria dell'accresciuta attività dell'azienda", dice Arrigo.

Nel frattempo Colaninno deve mettere mano all'organizzazione della compagnia. Molto dipenderà da quanto peseranno le decisioni del futuro partner straniero nel definire il network della Nuova Alitalia. I primi segreti del Piano Fenice, tuttavia, sono già di grande interesse. Uno di questi riguarda, appunto, il prezzo dei biglietti che i clienti saranno tenuti a pagare. La Cai ha sempre affermato che le tariffe resteranno complessivamente invariate. Un modo per dire che non approfitterà della posizione dominante (il 65 per cento) del traffico aereo domestico che si troverà a ricoprire, sommando la quota della vecchia compagnia di bandiera a quella di AirOne.

Una tabella del piano distribuito ai soci racconta però una realtà diversa. Chiarisce che i prezzi varieranno in misura sensibile tra le rotte domestiche e quelle verso l'estero. Volare italiano costerà in media 18,4 centesimi al chilometro nei confini nazionali, 9,8 se si resta in Europa o nel bacino del Mediterraneo, appena 5,7 nelle tratte intercontinentali. La tabella fornita ai soci Cai non riporta lo spaccato di quanto costi oggi volare Alitalia e AirOne.

L'unico dato disponibile per un confronto certo è quello dei 13,8 centesimi al chilometro dei ricavi per passeggero realizzati dalla compagnia di Toto, quasi interamente su rotte nazionali. Già così si intravedeil rischio che i consumatori italiani vengano spremuti in maniera particolare da Colaninno e soci.

Utilizzando un indicatore un po' più complesso (il ricavo per posto chilometrico offerto, che comprende anche le poltrone che viaggiano vuote), Ugo Arrigo e l'economista Andrea Giuricin hanno poi potuto calcolare che il viaggiatore che utilizzerà la nuova compagnia di bandiera per spostarsi all'interno dei confini nazionali subirà costi superiori del 32 per cento rispetto alla vecchia Alitalia e del 36 per cento rispetto a quanto pagato, ad esempio, dai clienti che utilizzano Iberia nei cieli spagnoli. "Stando a questi dati si può dedurre che la risorta compagnia alzerà mediamente le tariffe in Italia, dove controlla il mercato, per ridurre i prezzi sui collegamenti con l'estero, dove è più forte la concorrenza con le compagnie straniere", spiega Arrigo.

Un'ultima questione riguarda, infine, quanto la Nuova Alitalia conta di utilizzare gli aerei che avrà in dotazione e i propri equipaggi. Anche qui il Piano Fenice presenta alcune sorprese. Si prevede che, dal prossimo anno, gli aerei della flotta Alitalia voleranno in media per quasi tremila ore l'anno, contro le 2.500 del 2007. Nel 2013 l'utilizzo salirà ulteriormente, raggiungendo le 3.340 ore. L'incremento dipenderà in gran parte dai velivoli utilizzati sulle rotte di breve e medio raggio, che nell'arco dei prossimi cinque anni dovranno aumentare il numero di ore trascorse in volo da una media di 2.730 a 3.030.

Questi numeri, tuttavia, suscitano qualche perplessità. Prendendo ad esempio la Milano-Roma, e considerando che gli orari di attività vanno dalle sette di mattina alle undici di sera, si vede che un aereo può raggiungere queste medie andando avanti e indietro quattro volte al giorno, senza mai fermarsi nell'anno per la manutenzione. Un traguardo raggiungibile? Arrigo osserva che "applicando l'incremento di produttività tecnica previsto dal piano Fenice, i voli medi giornalieri per aereo dovrebbero passare dai 5,8 dell'Alitalia ai 7,5 di Cai". Un livello medio che, spiega l'economista, è possibile raggiungere solo in aeroporti estremamente efficienti. Molto diversi da quelli di Milano e di Roma.

(03 ottobre 2008)
L'espresso
 
non so voi, ma io sono personalmente molto preoccupato della posizione dominante (puro monopolio su alcune tratte) che si avrà sul nazionale italiano! del resto se devono sospendere le norme antitrust ci sarà un motivo...

Su questo invece non mi preoccupo più di tanto... EasyJet sta mostrando che ha le paxxe per creare un ottimo network nazionale/europeo almeno da Roma e Milano per permettere anche al pax medio di muoversi sul territorio nazionale senza grossi problemi.

Nei fatti la situazione di quasi-monopolio è a LIN. Ma vorrei ricordare ai signori che debbano volare su Milano che c'è anche un altro aeroporto su cui poter fare affidamento, se le tariffe sul piccolino sono troppo alte...
 
Stato
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