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La realtà è che le rendite di posizione fanno comodo e la meritocrazia fa paura...e che la colpa è sempre di qualcun altro che doveva imporre per permettervi di fare le barricate. Purtroppo quanto si è visto durante la trattativa non depone a favore.
Vedremo come funzioneranno le cose con EY parte della baracca...

Ho capito fino alla parola "paura".
Beh, sicuramente fa paura. Se fosse questo il caso, a volte quando è introdotta unitamente al lavorare per obiettivi, servono parecchie scatole di cartone.
 
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Guidaviaggi

Alitalia: Del Torchio lascia a ottobre e rinuncia al bonus

In un'intervista il manager ha spiegato di aver portato in dote alla compagnia importanti soci industriali. Commentando l'intervento delle banche, ha detto: "Non ci hanno mai fatto mancare risorse, Intesa e UniCredit usciranno quando potranno valorizzare le quote"



"Ora sono pronto a lasciare". Così l’a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha confermato, in un'intervista al Sole 24 Ore, il suo imminente addio dalla guida della compagnia di bandiera. Il manager ha spiegato di aver “portato in dote” ad Alitalia importanti soci industriali: non solo Etihad, quindi, ma anche Poste, perché "chi sostiene che Poste abbia fatto un investimento finanziario sbaglia di grosso". L’addio non si celebrerà al prossimo consiglio di amministrazione, già in calendario per martedì prossimo. "Alitalia ha finalmente un socio industriale di altissimo livello, una compagine societaria stabile e una struttura di governance che consentirà di gestire la compagnia in modo rapido ed efficace". Nell'intervista il manager ha aggiunto: "Se tutto fila secondo i piani, a ottobre saranno gli azionisti a scegliere il manager giusto". Ha inoltre annunciato di aver rinunciato al bonus "per ragioni di opportunità e sensibilità sociale: quando si devono licenziare 2.000 persone, il minimo che un manager deve fare è rinunciare ai premi". Si è poi soffermato sul sostegno ricevuto da esecutivo e banche per arrivare all'intesa con Etihad: "Il governo ha creato le condizioni politiche per un'alleanza di sviluppo e il suo intervento non aveva lo scopo di salvare questo o quell'azionista, né di creare altri carrozzoni. Ed è bene ricordare che a pagare sono state in grande misura le banche", che "non ci hanno mai fatto mancare risorse". Intesa e Unicredit? "E' chiaro che usciranno quando potranno valorizzare bene la propria quota". Quanto a Poste Italiane, "chi sostiene che abbia fatto un investimento finanziario sbaglia di grosso. Con loro abbiamo già avviato una fortissima collaborazione attraverso la Mistral e firmato 15 contratti di collaborazione operativa sulle merci e sull'It. La stessa Etihad - ha proseguito Del Torchio - è molto interessata a sviluppare collaborazioni industriali con le Poste sulle attività di logistica". Infine, l'a.d. esclude che Etihad abbia progetti di Borsa per il futuro della compagnia italiana: "Sicuramente no, ora l'importante è tornare all'utile". Tra l'altro si apprende da La Stampa che James Hogan con il suo staff sarà in missione a Roma nella prima settimana di settembre per presentare la visione di Etihad al personale del Gruppo Alitalia. In settimana si terrà poi un nuovo Cda di Alitalia, sul cui tavolo ci sarà anche l'avanzamento del piano industriale messo a punto dall'a.d. Gabriele Del Torchio. Tra i temi, inoltre, che dovranno essere affrontati entro l'autunno c'e' anche quello che riguarda il rinnovo dei vertici: in pole per il ruolo di a.d. ci sarebbe Silvano Cassano, ex Benetton, ma è circolato anche il nome dell'a.d. di Alenia, Giuseppe Gordo. Per la poltrona di presidente resta forte invece il nome di Luca Cordero di Montezemolo.
 
Guidaviaggi

Alitalia: Del Torchio lascia a ottobre e rinuncia al bonus

In un'intervista il manager ha spiegato di aver portato in dote alla compagnia importanti soci industriali. Commentando l'intervento delle banche, ha detto: "Non ci hanno mai fatto mancare risorse, Intesa e UniCredit usciranno quando potranno valorizzare le quote"



"Ora sono pronto a lasciare". Così l’a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha confermato, in un'intervista al Sole 24 Ore, il suo imminente addio dalla guida della compagnia di bandiera. Il manager ha spiegato di aver “portato in dote” ad Alitalia importanti soci industriali: non solo Etihad, quindi, ma anche Poste, perché "chi sostiene che Poste abbia fatto un investimento finanziario sbaglia di grosso". L’addio non si celebrerà al prossimo consiglio di amministrazione, già in calendario per martedì prossimo. "Alitalia ha finalmente un socio industriale di altissimo livello, una compagine societaria stabile e una struttura di governance che consentirà di gestire la compagnia in modo rapido ed efficace". Nell'intervista il manager ha aggiunto: "Se tutto fila secondo i piani, a ottobre saranno gli azionisti a scegliere il manager giusto". Ha inoltre annunciato di aver rinunciato al bonus "per ragioni di opportunità e sensibilità sociale: quando si devono licenziare 2.000 persone, il minimo che un manager deve fare è rinunciare ai premi". Si è poi soffermato sul sostegno ricevuto da esecutivo e banche per arrivare all'intesa con Etihad: "Il governo ha creato le condizioni politiche per un'alleanza di sviluppo e il suo intervento non aveva lo scopo di salvare questo o quell'azionista, né di creare altri carrozzoni. Ed è bene ricordare che a pagare sono state in grande misura le banche", che "non ci hanno mai fatto mancare risorse". Intesa e Unicredit? "E' chiaro che usciranno quando potranno valorizzare bene la propria quota". Quanto a Poste Italiane, "chi sostiene che abbia fatto un investimento finanziario sbaglia di grosso. Con loro abbiamo già avviato una fortissima collaborazione attraverso la Mistral e firmato 15 contratti di collaborazione operativa sulle merci e sull'It. La stessa Etihad - ha proseguito Del Torchio - è molto interessata a sviluppare collaborazioni industriali con le Poste sulle attività di logistica". Infine, l'a.d. esclude che Etihad abbia progetti di Borsa per il futuro della compagnia italiana: "Sicuramente no, ora l'importante è tornare all'utile". Tra l'altro si apprende da La Stampa che James Hogan con il suo staff sarà in missione a Roma nella prima settimana di settembre per presentare la visione di Etihad al personale del Gruppo Alitalia. In settimana si terrà poi un nuovo Cda di Alitalia, sul cui tavolo ci sarà anche l'avanzamento del piano industriale messo a punto dall'a.d. Gabriele Del Torchio. Tra i temi, inoltre, che dovranno essere affrontati entro l'autunno c'e' anche quello che riguarda il rinnovo dei vertici: in pole per il ruolo di a.d. ci sarebbe Silvano Cassano, ex Benetton, ma è circolato anche il nome dell'a.d. di Alenia, Giuseppe Gordo. Per la poltrona di presidente resta forte invece il nome di Luca Cordero di Montezemolo.

Beh, dopo tante (giustissime) critiche ai manager di AZ, mi pare che una parola di encomio per DT si possa spendere! Oltretutto, almeno lui il bonus se lo sarebbe meritato, visto che il suo target era traghettare AZ in un'importante alleanza industriale e lo ha raggiunto.
 
Beh, dopo tante (giustissime) critiche ai manager di AZ, mi pare che una parola di encomio per DT si possa spendere! Oltretutto, almeno lui il bonus se lo sarebbe meritato, visto che il suo target era traghettare AZ in un'importante alleanza industriale e lo ha raggiunto.

Assolutamente onore a DT, ha fatto molto bene considerando il catorcio di azienda
 
Beh, dopo tante (giustissime) critiche ai manager di AZ, mi pare che una parola di encomio per DT si possa spendere! Oltretutto, almeno lui il bonus se lo sarebbe meritato, visto che il suo target era traghettare AZ in un'importante alleanza industriale e lo ha raggiunto.

Assolutamente onore a DT, ha fatto molto bene considerando il catorcio di azienda

+1, sorvolando su qualche esternazione di troppo.

Vediamo se almeno avrà il buon gusto di mandare una lettera nominativa ad ognuna delle 2250 persone che se ne vanno assieme a lui, spiegando il suo punto di vista....
 
Beh, dopo tante (giustissime) critiche ai manager di AZ, mi pare che una parola di encomio per DT si possa spendere! Oltretutto, almeno lui il bonus se lo sarebbe meritato, visto che il suo target era traghettare AZ in un'importante alleanza industriale e lo ha raggiunto.

Sicuramente. In un contesto indubbiamente difficile, è riuscito comunque a centrare gli obbiettivi fissati dalla proprietà.
 
Spiega il tuo punto di vista, grazie.
Alitalia non ha praticamente mai perso tanti soldi come nell'ultimo anno, anche se non ci hanno neanche detto quanti con un comunicato ufficiale.

Del Torchio ha fatto di tutto per arrivare ad un accordo con EY, qualcosa hanno firmato, anche se non sappiamo bene cosa.
Missione compiuta: quasi, sulle slide di Hogan c'è ancora l'asterisco "Subject to regulatory approval", ma quello non lo puó certo ottenere lui.

Questo deve avergli assorbito tempo ed energie perché non ci sono state azioni efficaci per limitare le perdite o fare efficienza; se ci fossero state, avremmo qualche esubero in meno ed un accordo raggiunto probabilmente con un po' di anticipo e condizioni migliori.

Se il giudizio è economico e non politico, la sua gestione è stata un disastro.

Per chi avesse la memoria corta, il suo esordio è stato alla convention in cui si parlava di nuove rotte a profusione: era luglio dell'anno scorso, ad ottobre i soci sono andati a Palazzo Chigi a dire che non avevano più un soldo!
 
Se il giudizio è economico e non politico, la sua gestione è stata un disastro.

Per chi avesse la memoria corta, il suo esordio è stato alla convention in cui si parlava di nuove rotte a profusione: era luglio dell'anno scorso, ad ottobre i soci sono andati a Palazzo Chigi a dire che non avevano più un soldo!
E questa è una delle esternazioni che avrei evitato.
Ciò premesso non va dimenticato che DT è solo un manager, non il proprietario dell'azienda. Di fatto ha sempre avuto una limitatissima possibilità di movimento all'interno di AZ. Non credo abbia trovato divertente perdere un anno per portare a casa un risultato che con il buon senso di tutti gli interessati si sarebbe potuto raggiungere in 3 mesi.
D'altra parte DT si è trovato davanti la mission di far sopravvivere AZ. Fare sviluppo senza soldi non sarebbe stato possibile. Per nessuno.
Il fatto che il piano EY rispecchi in buona misura quello di DT, è una buona cartina tornasole sulla qualità dei progetti che il manager italiano ha sviluppato. Poi ovviamente la gestione minuta è fuori dalla visibilità esterna.
Quindi ci possono essere stati anche errori.
Ma secondo me nella sua posizione non sarebbe stato semplice fare di più.
 
E questa è una delle esternazioni che avrei evitato.
Ciò premesso non va dimenticato che DT è solo un manager, non il proprietario dell'azienda. Di fatto ha sempre avuto una limitatissima possibilità di movimento all'interno di AZ. Non credo abbia trovato divertente perdere un anno per portare a casa un risultato che con il buon senso di tutti gli interessati si sarebbe potuto raggiungere in 3 mesi.
D'altra parte DT si è trovato davanti la mission di far sopravvivere AZ. Fare sviluppo senza soldi non sarebbe stato possibile. Per nessuno.
Il fatto che il piano EY rispecchi in buona misura quello di DT, è una buona cartina tornasole sulla qualità dei progetti che il manager italiano ha sviluppato. Poi ovviamente la gestione minuta è fuori dalla visibilità esterna.
Quindi ci possono essere stati anche errori.
Ma secondo me nella sua posizione non sarebbe stato semplice fare di più.
Non ho mai parlato di sviluppo, ma di limitare i danni. Queste secondo me erano prospettive ragionevoli; ai nuovi voli non ho mai creduto.

Sul piano non ho elementi di valutazione, bisogna almeno
Aspettare che lo applichino.

Quanto all'ultima frase, personaggi del suo livello, non possono limitarsi a fare le cose "semplici".
 
Intanto sbloccata la prima trance di fondi bloccati in Venezuela in cambio della ripartenza del volo per Caracas come discutevamo la settimana scorsa.
 
Le conclusioni dello studio curato da Andrea Giuricin e Ugo Arrigo dell'Università Bicocca di Milano
Il piano di sviluppo Alitalia/Etihad presuppone una crescita nel segmento a lungo raggio, quello maggiormente profittevole nel trasporto aereo. Questo sviluppo avverrebbe maggiormente nello scalo di Roma Fiumicino, ma anche altri aeroporti sono interessati. Il numero di frequenze settimanali aumenterebbe del 30 per cento da qui al 2018 nello scalo romano e complessivamente del 62 per cento a livello italiano.
Questo forte incremento permette al nuovo piano di essere credibile e al contempo di dare un futuro alla compagnia aerea, che altrimenti sarebbe costretta a porre la parola fine. Lo sviluppo di Alitalia è estremamente utile all’economia e all’occupazione, non solo nella Regione Lazio, ma in tutto il territorio nazionale.
Il mantenimento dell’hub, che senza Alitalia verrebbe smantellato, permetterebbe di salvare circa 30 mila posti di lavoro diretti e indiretti nel territorio laziale e circa 50 mila posti di lavoro a livello nazionale. Al tempo stesso l’hub è necessario per sviluppare il business delle aziende e permettere una maggiore attrazione degli investimenti diretti esteri, che a loro volta hanno un impatto positivo sull’occupazione. L’incremento dei voli diretti a lungo raggio del 60 per cento permette di spostare verso l’Italia una parte dei passeggeri che ora utilizzano altri hub europei, con un impatto importante anche sul turismo intercontinentale.
Senza il Piano Alitalia/Etihad, che lascerebbe comunque l’azienda con un pieno controllo europeo, Fiumicino smetterebbe di essere un hub. Senza il Piano Alitalia/Etihad si perderebbero delle possibilità di sviluppo del network internazionale da tutta Italia.
Il Piano dunque è essenziale per i benefici economici e sociali che porta a tutto il territorio nazionale.

formiche.net
 
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