I ricavi per il traffico di passeggeri di Alitalia nel primo semestre cresceranno del 6%. Nel primo trimestre sono aumentati del 6% e "il secondo trimestre sarà più o meno simile", ha indicato oggi uno dei commissari straordinari della compagnia aerea, Luigi Gubitosi, nel suo intervento a un convegno della Fit Cisl sull'evoluzione del trasporto aereo.
Alitalia sta riducendo i costi "ma il petrolio sarà un problema anche per tutte le altre compagnie", ha aggiunto, precisando anche che quest'anno non è stata confermata la defiscalizzazione sulle ore volate "e questo ci costa 25 milioni in più, pertanto abbiamo un extra costo sulle ore di volo". Gubitosi non è voluto entrare nella discussione sul futuro della società perché "la scelta spetta al nuovo governo" ma, ha incalzato, occorre una decisione in tempi rapidi, "una decisione veloce e breve, ma la cosa importante è che si decida dove si voglia andare, qualunque scelta si faccia: la uno, la due o la tre, anche se la chiusura mi sembra un'ipotesi molto residuale".
La scelta sul futuro di Alitalia, se venderla o rilanciarla, spetta al governo non ai commissari, "sono decisioni politiche" ma "non se ne esce senza investire, qualunque sia la scelta, non si può prescindere da un investimento di capitale significativo", ha continuato Gubitosi, ricordando che "in passato Alitalia ha sempre fatto le nozze con "i fichi secchi".
La compagnia "dei capitani coraggiosi" del 2008 ha investito un miliardo che è andato in gran parte a pagare gli aerei di Carlo Toto e analogamente l'ingresso di Etihad è stato caratterizzato da scarsità di risorse visto che la compagnia degli Emirati aveva solo il 49% del capitale e altri soci erano restii a investire capitali freschi. Insomma, se si vuole uscire dall'impasse, "si può decidere di venderla o rilanciarla e non spetta ai commissari, ma è una scelta del governo. Comunque sia servono significativi investimenti soprattutto per finanziare la flotta visto che due terzi degli aerei e i tre quarti di quelli a lungo raggio sono in leasing a prezzi molto elevati".
Un suggerimento arriva dall'amministratore delegato di Altantia, Giovanni Castellucci: per risolvere la crisi di Alitalia si potrebbe trarre ispirazione dal caso della compagnia americana, United Airlines, salvata dall'ingresso dei piloti nel capitale della società, assumendone la maggioranza. Ma il tema della competitività dei costi non può essere eluso perché, qualunque sia il futuro, "il nostro mercato è meno garantito". La situazione è estremamente complessa "e qualche ispirazione la si può trarre da situazioni analoghe tipo United, ma la competizione sui costi è ineludibile".
Insomma, il rilancio di Alitalia è una sfida estremamente complessa, "ci vogliono tempo, soldi e bravura di chi la porta avanti, che non può che essere un sistema, perché la compagnia è un oggetto collettivo. Non è una cosa che può gestire un uomo solo al comando". Per Castellucci, quindi, ci sono opportunità perché Alitalia riprenda a crescere, "ma la strada è lunga e complessa.
Il top manager di
Atlantia , società che controlla Aeroporti di Roma (AdR), ha poi assicurato che "l'aeroporto di Fiumicino cerca di aiutare Alitalia in tutti i modi: il Terminal 1 è bello, tranquillo e c'è spazio. Il supporto c'è tutto" ma ha anche fatto presente che l'ex compagnia di bandiera ha perso d'importanza. "La crisi di Alitalia sarebbe un problema anche se, purtroppo, non di particolare rilevanza perché Alitalia non è più così centrale nell'economia di Fiumicino e lo dico con grande dispiacere. Regolarmente da tanti anni Alitalia non cresce mentre il resto del mercato aumenta".
Non c'è dubbio per il futuro dell'Alitalia "bisogna fare presto e soprattutto bene", ha affermato quest'oggi la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sempre in occasione di un convegno della Fit Cisl sul trasporto aereo. "I commissari", ha riconosciuto, "hanno fatto un buon lavoro di recupero e i dati parlano chiaro. Nel contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega c'è scritto che Alitalia è un'azienda importantissima e noi contiamo che si faccia presto e, soprattutto, bene perché l'Italia non può perdere un'azienda che è importantissima per il turismo e la centralità dell'Italia nel mondo".
Intanto sono stati dichiarati tutti inammissibili, eccetto quelli presentati dal Movimento 5 Stelle, gli emendamenti al decreto Alitalia depositati in commissione speciale del Senato. Le cinque proposte di modifica presentate dai pentastellati sono state riformulate in un unico emendamento di sintesi del relatore Mario Turco (M5s) che verrà votato oggi alle 15.
La riformulazione del relatore prevede che i commissari ogni 60 giorni, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, dovranno presentare una relazione: sui contratti aziendali in corso di fornitura carburante di leasing e di manutenzione ordinaria e straordinaria e sui contratti di servizi esternalizzati maggiormente rilevanti; sull'andamento dei crediti commerciali e delle altre attività finanziarie, dando conto di eventuali contenziosi; sulla consistenza della forza lavoro impiegata; sul raggiungimento degli obiettivi del programma di cessione del gruppo, con particolare riferimento al rimborso del prestito di 900 milioni concesso dallo Stato.
Stamani i Senatori di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso e Giovanbattista Fazzolari, hanno presentato due emendamenti e un ordine del giorno, in Commissione speciale al Senato, chiedendo che i commissari modifichino il bando di vendita, prevedendo offerte solo per il lotto unico, per il riacquisto degli slots londinesi e per la modifica dell'attuale piano aeroporti.
"Serve chiarezza sulla vendita degli slots, diritti di atterraggio e decollo, dell'aeroporto Heathrow di Londra. Nel 2015 la precedente gestione, di cui faceva parte Etihad, il vettore degli emirati arabi, ha ceduto 7 slots su Heatrow alla controllante Etihad per un importo di 12 milioni, mentre il valore di mercato sembra essere molto più alto. Gli slots sarebbero stati, quindi, svenduti a favore della stessa Etihad prima di lasciare la compagnia. Dalle audizioni in Commissione, emerge però che è previsto un patto di riacquisto, ma ciò non è avvenuto e per questo Fratelli d'Italia ha già chiesto formalmente ai Commissari Alitalia di fornire tutta la documentazione concernente la questione Heathrow e in particolare la perizia sul valore degli slots", hanno spiegato i Senatori.
In virtù di ciò, è stato presentato un emendamento chiedendo che vengano riacquistati gli slots ceduti prima dell'acquisto della compagnia. "È necessario evitare lo spezzatino. La vendita a pezzi della compagna di bandiera italiana sarebbe un grave errore. Non si può frammentare un'azienda in flotta, manutenzione e gestione aeroportuale. La procedura di vendita deve salvaguardare Alitalia, mentre lo scorporo genererebbe esuberi e costi sociali e di finanza pubblica enormi", hanno concluso i senatori Fazzolari e Urso.