Thread Alitalia - Giugno 2018

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Alitalia, Lufthansa scrive a Di Maio: pronti a trattare

La lettera è partita la settimana scorsa da Francoforte. Ed è finita in queste ore sul tavolo del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. A scrivere a Luigi Di Maio, vicepremier, titolare di due dicasteri e leader dei 5Stelle, è stato il numero uno di Lufthansa, Carsten Spohr, recentemente riconfermato per 5 anni nel suo incarico. Il presidente e amministratore delegato del colosso tedesco, secondo quanto ricostruito da Messaggero, ha ribadito nero su bianco nella missiva spedita a Roma «l’interesse...

https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/alitalia_lufthansa_di_maio_pronti_a_trattare-3816509.html

Ho letto l’articolo a firma Umberto Mancini. Provo a riportarne il contenuto in maniera sintetica scusandomi per eventuali inesattezze.

Si parla di una lettera recapitata da CS a Di Maio che rompe un po’ il silenzio che avvolgeva la questione AZ. Una lettera “formale” in cui LH si dice pronta ad intavolare un “confronto serio e serrato” reputando Alitalia di interesse strategico. Nella lettera non viene fatta alcuna preclusione all’intervento statale attraverso CDP o altro elemento e si definisce Roma Fiumicino come “scalo fondamentale sua per lo sviluppo di AZ che di LH”.

L’articolo riporta anche lo schema cui starebbe lavorando il governo, vale a dire un intervento di CDP ed altri investitori italiani per controbilanciare la presenza del socio forte straniero.

Secondo il quotidiano romano ci si aspetta ora la contromossa di AF che sarebbe orientata invece a portare i passeggeri dall’Italia verso l’hub di Parigi.

Si rammenta sempre che lo scoglio è la richiesta di LH di una forte riduzione dei costi attraverso molti esuberi, cosa che il governo vorrebbe evitare, così come vorrebbe evitare il cosiddetto spezzatino.

L’articolo termina con il ragionamento che non ci sia molto tempo a disposizione e che LH avrebbe detto ad esponenti della Lega che AZ “starebbe benissimo nel gruppo tedesco” (l’articolo riporta anche i brillanti risultati della società tedesca) motivo per cui LH non farà alcuna pressione su Bruxelles per il contenzioso sul prestito oneroso di 900 milioni intascato da Alitalia stessa.
 
Il Corriere sempre sulla questione della lettera di Spohr

Alitalia, Lufthansa scrive a Di Maio
I tedeschi vogliono stringere i tempi

L’ad Spohr e la lettera al leader del Movimento 5 Stelle: congratulazioni e la disponibilità di Lufthansa a riaprire il tavolo delle trattative

di Leonard Berberi - lberberi@corriere.it


Lufthansa rompe la fase di stallo su Alitalia e fa il primo passo inviando una lettera al governo italiano. Carsten Spohr, l’amministratore delegato del colosso tedesco dei cieli, ha scritto al vicepresidente del Consiglio e leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che è anche ministro dello Sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali. La notizia, anticipata dal Messaggero, viene confermata al Corriere dall’entourage di Spohr. Una mossa obbligata dal momento che la procedura di cessione dell’ex compagnia di bandiera dovrebbe concludersi entro il 31 ottobre. E mentre sul prestito di 900 milioni di euro pende la procedura della Commissione europea.

Le congratulazioni dei tedeschi
Nella missiva recapitata a Roma Spohr esordisce congratulandosi con Di Maio per l’incarico nel nuovo governo italiano. Ma poi l’amministratore delegato del gruppo (che comprende Lufthansa, Swiss, Austrian Airlines, Eurowings, Brussels Airlines, Air Dolomiti, il catering, il cargo, la manutenzione, ecc) passa subito al vero oggetto della comunicazione ufficiale: il dossier Alitalia. Spohr ribadisce quella che è la posizione dei tedeschi ormai da mesi: prima la ristrutturazione della compagnia tricolore, poi l’arrivo di Lufthansa a gestire il vettore in quella che a Colonia definiscono fase di rilancio. Perché Spohr — come ha spiegato di recente al Corriere — è convinto che per il flusso di traffico da e per l’Italia «Alitalia abbia persino meno aerei di quanti ne dovrebbe avere». Un’azienda che «starebbe benissimo nel nostro gruppo».

La presenza dello Stato
Da quanto emerge il colosso tedesco non chiuderebbe la porta a un azionariato che prevede anche una parte statale (magari attraverso Cassa Depositi e Prestiti). Un’ipotesi che era stata anticipata proprio dal quotidiano di via Solferino lo scorso ottobre. Ma è un capitolo delicato e da approfondire: l’intenzione del Movimento 5 Stelle sarebbe quella di uno Stato presente con almeno il 25%. Ma in Lufthansa vogliono massima libertà e indipendenza nella gestione della futura Alitalia, anche riducendo il numero degli esuberi previsti per la parte «aviation», il lotto che interessa. Il timore di Colonia è che le strategie vengano influenzate dal governo italiano per ragioni meramente politico-elettorali.

Il nodo dei sindacati
Nella lettera, poi, Spohr rassicura Roma sul futuro di Fiumicino, confermando che l’intenzione del gruppo tedesco è trasformare il principale scalo italiano nel quinto hub (assieme a Francoforte, Monaco, Zurigo, Vienna). L’amministratore delegato ha anche una sua idea sulla gestione del rapporto con i sindacati, il cui confronto sarà uno dei passaggi più delicati nel caso di cessione a Lufthansa. Abituato a trattare con le sigle agguerrite in Germania, Spohr ritiene che a dargli ragione siano i fatti: a una fase di ristrutturazione segue sempre una di rilancio ed espansione. «Swiss oggi ha più jet di quanti ne aveva prima di passare sotto la nostra gestione. Austrian Airlines non era importante, oggi lo è grazie a noi. La logica è sempre la stessa e si basa sull’affidabilità tedesca», ripete il manager.

Il peso di Lufthansa in Italia
Lufthansa non vuole mollare Alitalia anche per il peso che l’Italia ha all’interno del gruppo. Del resto lo dimostrano i numero: tolta la Germania, il nostro Paese è il secondo più importante dopo gli Stati Uniti d’America. Nella settimana che va dal 2 all’8 luglio di quest’anno i velivoli della sola Lufthansa mettono a disposizione oltre 70 mila posti verso l’Italia, stando al database Oag consultato dal Corriere. A questi bisognerebbe aggiungere i 38 mila della divisione a basso costo Eurowings, i 13 mila di Austrian Airlines, i quasi 19 mila di Swiss, i 14 mila di Brussels Airlines, i 19 mila di Air Dolomiti: 178 mila sedili verso l’Italia in sette giorni. Meno dei 283 mila offerti da easyJet, l’altra rivale che punta ad Alitalia.

https://www.corriere.it/cronache/18...io-c52f3ade-7894-11e8-a34f-88cbebf7b4e2.shtml
 
Alitalia, il viaggio nella digital innovation

Competenze interne capaci di governare e orchestrare servizi IT che abilitino servizi di business in un contesto competitivo sempre più agguerrito e dove l’esperienza utente chiede miglioramenti continui. Partnership flessibili, caratterizzate da competenze tecnologiche di eccellenza, in grado di supportare l’azienda e consentire di concretizzare le idee innovative. Sono i due pilastri sui quali si basa il processo di trasformazione intrapreso da Alitalia e raccontato dal Chief Information and Technology Officer Roberto Tundo​

Inizia con una battuta l’intervista a Roberto Tundo, Chief Information and Technology Officer di Alitalia: “In un mondo analogico, l’IT ha dovuto trovare il modo di rappresentare la realtà con due soli valori: 0 e 1. Quindi parte già sfortunata”, ma aggiunge subito che questo significa però che “l’IT nasce digital, la trasformazione per l’IT è digitale per genoma”.

Perché dunque oggi, quando si parla di digital transformation, l’IT è in prima persona profondamente impattata e viene richiesta una rivisitazione dei modelli che lo governano?

Perché nell’ultimo decennio si è introdotto un elemento nuovo, di portata rivoluzionaria, ricorda Tundo: “La velocità del cambiamento ha avuto un’accelerazione senza precedenti. E la ricaduta di questo trend sull’IT è estremamente importante: i servizi IT, che prima erano relativamente pochi da gestire e il cui controllo poteva quindi essere esercitato con il personale interno alle aziende, sono oggi costituiti da uno stack composto di innumerevoli strati (ciascuno dei quali deve contenere soluzioni ‘best of breed’) che è impossibile gestire da soli”.

Il CIO/CTO di Alitalia sottolinea che per affrontare questa realtà, bisogna agire su almeno due direzioni: “Un continuo reshaping delle capacità di orchestrare i servizi che il mercato offre, conoscendone potenzialità e limiti nonché uno sviluppo continuo della capacità di integrarli efficacemente all’interno del sistema informativo aziendale”. Per sottolineare l’importanza strategica di questo ruolo, secondo Tundo l’IT dovrebbe anche essere definita in modo diverso: “Il termine Information Technology è molto ‘stretto’ oramai, dovrebbe essere definito ‘Business Digital Enabler’. Un concetto nel quale rientra anche, per esempio, la cultura dell’errore [dove fallimento ed errore sono previsti a priori come possibili risultati di un processo innovativo ndr]”.

La seconda direzione che abilita l’IT ad assumere questo ruolo di orchestratore è “la partnership con realtà che siano realmente in grado di creare valore. È impensabile che un’azienda possa avere al proprio interno tutte le professionalità necessarie, che richiedono un aggiornamento continuo. Sono quindi necessari partner flessibili, capaci di adattarsi a un viaggio che cambia in continuazione”.

Come sta cambiando il mondo del trasporto aereo

Il mercato del trasporto aereo è molto complesso ed è stato fortemente disrupted dal modello completamente digitale delle compagnie low cost e, più recentemente, dall’emergere di “nuovi” competitor, come i treni ad alta velocità, nelle tratte di corto raggio: “Oggi assistiamo a un’altra importante trasformazione – spiega Tundo – perché le low cost si stanno spostando da un mercato semplice, il cosiddetto punto-punto (partenze da una città e arrivo in un’altra, senza transiti e senza accordi con altre compagnie per le coincidenze ecc.), al modello di business dei full service carrier, con il vantaggio di portare con sé l’essere nativi digitalmente e molto efficienti in termini di ‘cost to serve’. I full service carrier fanno fatica a reagire a questo genere di trend per vari motivi: storici e specifici delle singole compagnie, ma soprattutto per l’utilizzo di modelli di business che utilizzano la leva digitale ex-post, ossia dopo aver definito il processo, e non ex-ante ossia costruendo con i ‘mattoni digitali’ a disposizione un processo nativamente ottimale. In pratica, pur agendo poi in modo digitale, non nascono ‘digitally enabled’ e questo finisce con il contagiare anche i nuovi processi con tali modalità certamente non innovative”.

La ridefinizione della funzione IT in Alitalia

Giunto nel 2016 in Alitalia, circa un anno dopo l’ingresso di Eithad Airways nell’assetto societario della compagnia di bandiera italiana e riconfermato nel ruolo dai commissari straordinari che stanno gestendo la situazione dopo la fuoriuscita della compagnia degli Emirati Arabi Uniti, Tundo spiega qual è la strategia dell’azienda riguardo l’IT: “È molto chiara ed è quella di essere riconosciuti dal business come una leva di innovazione completamente integrata al loro interno con un evidente riconoscimento delle potenzialità legate al saper sviluppare, attraverso la nostra abilità di orchestrazione dei servizi di mercato e creazione di building block tecnologici, i servizi con i quali il business può comporre il proprio portafoglio di offerte al mercato”.

Si tratta di un percorso attuato su diversi livelli: “Quando sono arrivato, Alitalia aveva un data center interno: abbiamo optato per una strategia di outsourcing di applicazioni e infrastrutture in un data center IBM per superare le criticità di resilienza allora esistenti. Abbiamo abbracciato metodologie e piattaforme di varia natura e oggi il sistema informativo Alitalia è un ‘Full Hybrid’ che conta su sistemi legacy, su sistemi SaaS, PaaS e IaaS. In pratica – sottolinea Tundo – è un insieme di ‘mattoncini’ dove il comporli nel modo più efficace diventa il compito principale dell’IT che traguarderà l’obiettivo di ridurre più possibile il Time To Market (TTM) del delivery di soluzioni verso il Business aziendale”.

Orchestrazione e governance interne e rafforzate

Come rilevato in situazioni di analoga complessità, la governance di un sistema informativo così articolato rappresenta il punto più critico: “La governance deve essere presidiata internamente. Non è un’attività delegabile a terzi perché in un sistema distribuito e articolato come il nostro, anche il patrimonio di dati dell’azienda è distribuito, ma è vitale mantenerne il pieno controllo. Abbiamo quindi ulteriormente rafforzato la capacità di orchestrazione e ridotto il TTM grazie ad un’opportuna organizzazione, un nuovo modello operativo che prevede l’utilizzo di metodologie Agile e a un’architettura in logica microservizi e con capacità di data governance native”.

E qui torna il discorso del reshaping delle capacità di orchestrare i servizi che il mercato offre e la necessità di definire partnership flessibili nel modo prima accennato: “Per noi è vitale che vi sia una focalizzazione sul business dell’azienda e su come il business può essere abilitato e servito dall’IT. È però impensabile che si abbia ‘in house’ la conoscenza approfondita e dettagliata di ogni componente dello stack tecnologico”; entra quindi in gioco l’abilità di approvvigionarsi da partner che abbiano una conoscenza verticale d’eccellenza, ma che siano anche flessibili ai cambiamenti richiesti: “Il nostro è stato un percorso molto ampio e intenso che ha portato alla rivisitazione dei rapporti cliente-fornitore, razionalizzandoli e trasformandoli (ove reputato opportuno) in Partnership con la P maiuscola, come quella con IBM dove ho trovato la concreta disponibilità a rivedere un’impostazione che Alitalia aveva siglato in anni passati e in un contesto completamente differente: da una parte ho riscontrato la massima flessibilità nel comprendere un business in profonda trasformazione con una competizione elevatissima; dall’altra IBM è riuscita a rimodulare il rapporto con Alitalia mettendoci a disposizione il proprio bacino di competenze”.

Partnership per un’innovazione che si concretizzi

Non si sta parlando “solo” di una competizione molto elevata, ma anche di una relazione con i clienti anch’essa in profonda trasformazione (analogamente a quanto è avvenuto o sta avvenendo in altri settori): “È indispensabile rinnovare l’esperienza dei clienti pre, durante e post volo perché il posto a sedere è ormai una commodity che deve essere ‘vestita’ di servizi a valore”.
Da questo punto di vista è fondamentale la relazione con partner “che sappiano portare idee nuove, che abbiano la capacità di vedere le cose da una diversa prospettiva, che sappiano declinare tecnologie innovative sul nostro business”.
Un esempio di quanto affermato da Tundo è il sistema di analisi ‘live’ dei dati meteo per reindirizzare i voli in tempo reale al fine di evitare turbolenze e altre condizioni meteorologiche avverse realizzato da The Weather Company (IBM).
Il CIO/CTO di Alitalia sottolinea infine come in tema di innovazione non vi sia un’unica fonte di ispirazione e quanto sia importante anche la relazione con soggetti nuovi: “Open innovation significa aprirsi all’innovazione. Ciò che è però importante non è solo avere la capacità di innovare, di identificare idee nuove, di farle nascere, ma di agirle: se è vero che su 10 idee nuove se ne cestineranno 9, è vero che senza un partner solido su questo tema diventa difficile passare da un’idea, anche bellissima e innovativa, a una concretizzazione che porti utili all’azienda”.

https://www.zerounoweb.it/cio-innovation/alitalia-il-viaggio-nella-digital-innovation/


 
Sembra di leggere una vecchia intervista a Renzi ...

In un mondo analogico, l’IT ha dovuto trovare il modo di rappresentare la realtà con due soli valori: 0 e 1. Quindi parte già sfortunata

Tutto bellissimo, ma il sito web e l'app rimangono una cosa penosa, crash e bug da sito web universitario.. E siamo nel 2018!
 
Si sa già su quali voli ?
Era assolutamente necessario dopo l' entrata di Latam sulla GRU-FCO e la fine, oramai da quasi un anno, del cs con GOL.

Sono 20 le destinazioni brasiliane incluse nell’operazione. I voli in codeshare sono già in vendita per i viaggi a partire dal 3 luglio
Alitalia e Avianca Brasil avviano un accordo di codeshare grazie al quale la compagnia italiana applicherà il proprio codice di volo ‘AZ’ ai collegamenti di Avianca Brasil verso numerose destinazioni brasiliane. Con questa nuova collaborazione commerciale, Alitalia aumenterà in modo significativo la propria presenza sul mercato brasiliano.

Sono 20 le destinazioni brasiliane incluse nell’accordo, facilmente raggiungibili attraverso i voli Avianca Brasil in connessione con i collegamenti Alitalia da/per San Paolo e Rio de Janeiro. I voli in codeshare sono già in vendita per i viaggi a partire dal 3 luglio.

Oltre a garantire una migliore connettività per i passeggeri italiani che volano in Brasile, l’accordo permetterà ai viaggiatori di raggiungere la destinazione desiderata con un solo biglietto, facendo un solo check-in presso l’aeroporto di partenza e ritirando il bagaglio spedito direttamente all’aeroporto di arrivo.

“Siamo molto felici di avviare questa collaborazione commerciale con Avianca Brasil, partner importante per Alitalia in un mercato chiave dove risiede una rilevante comunità italiana. Un mercato che recentemente ci ha visti incrementare il numero di collegamenti con l’Italia e i posti offerti sui nostri voli - ha dichiarato Massimo Iraci, chief strategy e operations di Alitalia -. Proseguiamo con la strategia di stringere accordi commerciali con le principali compagnie aeree internazionali tesi a offrire ai viaggiatori un sempre maggior numero di destinazioni, rotte e frequenze, specialmente in quei mercati che presentano grandi opportunità di crescita per Alitalia”, ha aggiunto il manager.

“Questo accordo rientra nella nostra strategia di offrire maggiori opportunità per collegare il Brasile e il mondo attraverso partnership in grado di assicurare più vantaggi ai clienti e di semplificare i loro viaggi, sin dal momento dell'acquisto del biglietto aereo. Siamo molto felici di aver stipulato questo accordo in un momento di piena espansione dell'azienda e continueremo a valutare nuove opportunità che diano ancor più valore ai nostri prodotti e garantiscano risultati al nostro business”, ha dichiarato Frederico Pedreira, presidente di Avianca Brasil.

Avianca Brasil serve 25 destinazioni domestiche brasiliane e 4 all’estero con 282 voli giornalieri e una flotta di 55 aerei Airbus, la più giovane nelle Americhe. Alitalia opera da e per il Brasile con 18 frequenze settimanali di cui 11 sulla rotta Roma-San Paolo e 7 sulla Roma-Rio de Janeiro

TTG Italia
 
Si sa già su quali voli ?
Era assolutamente necessario dopo l' entrata di Latam sulla GRU-FCO e la fine, oramai da quasi un anno, del cs con GOL.

Qui c’e scritto qualcosa di più:

A Avianca Brasil e a Alitalia acabam de anunciar um acordo de codeshare. Nele, a companhia aérea italiana comercializará passagens aéreas dos destinos brasileiros, aumentando significativamente sua participação no mercado em vendas a partir do dia 3 de julho.

O acordo ampliará a oferta e conectividade para os viajantes que chegam ao país com a companhia aérea italiana. Entre outras facilidades, os clientes da Alitalia poderão voar até o destino desejado no Brasil com um bilhete único, fazer o check-in uma única vez no aeroporto de partida durante toda a viagem e coletar a bagagem despachada no final da viagem no aeroporto de chegada.

Wikicommons/Bene Riobó
“Temos o prazer de iniciar este acordo comercial com a Avianca Brasil, que é um parceiro muito importante para a Alitalia em um mercado chave, com uma presença significativa da comunidade italiana e onde aumentamos recentemente o número de frequências e assentos oferecidos”, afirmou o diretor de Estratégia e Operações da Alitalia, Massimo Iraci.

Já a Avianca destaca a novidade faz parte da estratégia de oferecer oportunidades de conexão entre o Brasil e o mundo, por meio de parcerias que resultem na oferta de mais benefícios aos clientes.

"E continuaremos a avaliar novas oportunidades que agreguem ainda mais valor aos nossos produtos e entreguem resultados ao negócio", acrescentou o presidente da Avianca Brasil, Frederico Pedreira.

No acordo estarão contemplados 21 destinos nacionais e internacionais em conexão com os serviços da Alitalia de e para São Paulo e Rio de Janeiro. Dentre as cidades estão Brasília, Cuiabá, Campo Grande, Belém, Belo Horizonte (Confins), Curitiba, Florianópolis, Fortaleza, Porto Alegre, entre outras.


https://m.panrotas.com.br/aviacao/p...-alitalia-anunciam-acordo-de-codeshare/156694
 
Perché Alitalia nella sua pagina Facebook, come foto profilo ha rimesso il vecchio logo?
 
"Quest'estate gli aerei saranno pieni, soprattutto nell'intercontinentale". Luigi Gubitosi (nella foto), commissario straordinario di Alitalia, si mostra estremamente positivo sulle prospettive di crescita della compagnia.

E in occasione dell'evento di presentazione della strategia promozionale dell'Italia sui mercati esteri organizzato da Enit, Mibact e Farnesina, fa il punto sullo stato dell'arte del vettore.

Ricavi in aumento
Leggendo i numeri degli ultimi mesi, Gubitosi sottolinea il costante incremento ottenuto. Il primo trimestre 2018 è stato archiviato con perdite operative dimezzate e un aumento dei ricavi del 6,5 per cento. "A maggio il dato è salito al 7,6 per cento - precisa il commissario - e, a giugno, sarà tra l'8 e il 9 per cento".

Ma il dato più rilevante riguarda la crescita trainata dal lungo raggio, su cui Alitalia ha attuato una strutturata strategia di sviluppo.

"Contrariamente ad altre compagnie di bandiera - racconta Gubitosi -, la maggior parte dei nostri clienti sono stranieri e i nostri ricavi sul lungo raggio stanno crescendo del 13 per cento".

Made in Italy prima di tutto
Sul fronte della comunicazione, la strategia di valorizzazione dell'italianità ha l'obiettivo di "aiutare i tour operator a portare qui i loro clienti", spiega il commissario.

Il sito della compagnia si delineerà sempre di più come una "porta aperta sull'italianità e sulle esperienze da vivere" e, al suo interno, cresceranno le informazioni sui percorsi e sulle destinazioni turistiche. "Ci sarà anche la possibilità di acquistare i biglietti per aree tematiche - aggiunge Gubitosi - : campi da golf, turismo culturale, musei e così via".

TTG Italia
 
"Quest'estate gli aerei saranno pieni, soprattutto nell'intercontinentale". Luigi Gubitosi (nella foto), commissario straordinario di Alitalia, si mostra estremamente positivo sulle prospettive di crescita della compagnia.

E in occasione dell'evento di presentazione della strategia promozionale dell'Italia sui mercati esteri organizzato da Enit, Mibact e Farnesina, fa il punto sullo stato dell'arte del vettore.

Ricavi in aumento
Leggendo i numeri degli ultimi mesi, Gubitosi sottolinea il costante incremento ottenuto. Il primo trimestre 2018 è stato archiviato con perdite operative dimezzate e un aumento dei ricavi del 6,5 per cento. "A maggio il dato è salito al 7,6 per cento - precisa il commissario - e, a giugno, sarà tra l'8 e il 9 per cento".

Ma il dato più rilevante riguarda la crescita trainata dal lungo raggio, su cui Alitalia ha attuato una strutturata strategia di sviluppo.

"Contrariamente ad altre compagnie di bandiera - racconta Gubitosi -, la maggior parte dei nostri clienti sono stranieri e i nostri ricavi sul lungo raggio stanno crescendo del 13 per cento".

Made in Italy prima di tutto
Sul fronte della comunicazione, la strategia di valorizzazione dell'italianità ha l'obiettivo di "aiutare i tour operator a portare qui i loro clienti", spiega il commissario.

Il sito della compagnia si delineerà sempre di più come una "porta aperta sull'italianità e sulle esperienze da vivere" e, al suo interno, cresceranno le informazioni sui percorsi e sulle destinazioni turistiche. "Ci sarà anche la possibilità di acquistare i biglietti per aree tematiche - aggiunge Gubitosi - : campi da golf, turismo culturale, musei e così via".

TTG Italia

Lo e' gia', purtroppo. E il fatto che i clienti stranieri siano di piu' di quelli italiani la dice lunga sul fatto che la clientela business se ne e' andata.
 
Lo e' gia', purtroppo. E il fatto che i clienti stranieri siano di piu' di quelli italiani la dice lunga sul fatto che la clientela business se ne e' andata.
frase senza senso, la presenza della clientela business si vede dalla relativa classe non dal passaporto, certo questo mette in dubbio alcuni mantra, ma sono cose qui note a tutti
 
frase senza senso, la presenza della clientela business si vede dalla relativa classe non dal passaporto, certo questo mette in dubbio alcuni mantra, ma sono cose qui note a tutti
In realtà il fatto che i clienti stranieri siano in buon numero è una cosa positiva, il problema è creare una rete feed e aumentare le destinazioni di lungo raggio in modo da puntare a trattenere pax italiani che ora vengono aspirati da hub esteri.
 
E per finire Giugno in bellezza, ecco ritornati i Cinesi!

http://www.lagenziadiviaggi.it/lipotesi-un-azionista-cinese-alitalia/

I quali pur di comprare Alitalia cash stanno svendento tutti gli altri asset

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