Thread Alitalia / Etihad - Parte II


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da Il Messaggero


 
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Re: Thread Alitalia / Etihad

Hogan d’Arabia “Faccio investimenti non a 12 mesi ma per i prossimi 40 anni”
IL PRESIDENTE E CEO DI ETIHAD ALLE TRATTATIVE FINALI PER L’ACQUISTO DI ALITALIA, NUOVO TASSELLO NELLA RAGNATELA DI ALLEANZE ATTRAVERSO LE QUALI HA CONDOTTO IL VETTORE DI ABU DHABI A SFIDARE LE SORELLE MAGGIORI EMIRATES E QATAR

Paola Jadeluca


E’ bastata una sua telefonata per sbloccare persino la costruzione del nuovo aeroporto di Sydney, a Badgerys Creek. che era in stallo da tempo. Per James Hogan, australiano di nascita, “arabo” per business, la nostra Alitalia è solo un tassello nel grande mosaico di alleanze internazionali che Etihad Arlines, la compagnia con base ad Abu Dhabi - di cui è presidente e Ceo - sta mettendo insieme per crescere rapidamente e poter competere ad armi pari con le sorelle del Golfo, Emitates Airlines, con base a Dubai, e Qatar Airlines, con base a Doha. N elle trattative con l’ex vettore di bandiera, il potere pende tutto dalla sua parte, non c’è dubbio. E gli incontri con il premier Matteo Renzi puntano a portare a casa il maggior incasso possibile, giocando di fino sul piano delle trattative politiche, tanto più in questa fase di clima pre-elettorale, con i nostri esponenti di governo attentissimi a non sbilanciarsi, a non prendere misure antipopolari. Né si può più parlare, come un tempo, di braccio di ferro con i sindacati. La manifestazione a Milano il 25, festa della Liberazione, guidata da Raffaele Bonanni, segretario Cisl, Susanna Camusso, segretatio Cgil e Luigi Angeletti, segretario Cisl, voleva ribadire che l’accordo dal punto di vista occupazione è un bagno di sangue. Ma l’incontro con i sindacati, domani, martedì, più che a concretizzare un accordo winwin, un incontro a metà strada, sarà in realtà impegnato a trovare
il modo di rendere meno dolorosi possibili i tagli. Quando si parla di 3.000 esuberi, lo spazio per limare è poco. La strada sembra ormai segnata. «Il mandato che abbiamo avuto dagli azionisti, dal board, è che se riusciamo a raggiungere un accordo che soddisfi il mandato commerciale allora torneremo al Cda e glielo presenteremo », ha ribadito Hoogan la settimana scorsa. Prendere o lasciare. insomma. Da quando, nel 2006 ha raggiunto la compagnia, Hogan ha seguito sempre la stessa filosofia. Comprare, comprare, comprare. E’ cosi che la piccola Etihad, schiacciata tra i due big Emirates e Qatar è cresciuta rapidamente. Come i fondi locusta, ha fatto razzia di compagnie “cash- strapped”, piene di debiti, comprando azioni di sette vettori, dall’irlandese Aer Lingus, alla Virgin Australia, tessendo una ragnatela di rotte che si espandono dall’Europa alle sponde del Pacifico per incrementare il traffico nell’hub di Abu Dhabi. «Etihad può volare sullo stormo di compagnie malate?», titolava recentemente Bloomberg- BusinessWeek che ha riportato alla memoria il caso Swissair, la compagnia fallita miseramente dieci anni fa, dopo che aveva, appunto, cercato di mettere insieme tanti piccoli vettori. Un articolo un po’ al veleno, ispirato, in verità, da uno dei più diretti competitor di Hogan, al Baker, Ceo di Qatar Airways che ha spiegato a Bloomberg perché ha rifiutato di comprare la greca Olympic Airlines, Air Seychelles e Air Serbia, poi acquisite da Etihad. E come ha detto no anche ad Alitalia, che più volte si è offerta in sposa alla stessa Qatar, prima di fare rotta su Etihad. «Non vogliamo investire a “spizzichi e bocconi” (bits and pieces) per caricarci di un peso. Ogni compagnia nella nostra regione ha differenti strategie», ha detto Baker. Veste all’occidentale, ma è profondamente arabo nello stile e nei modi. Cosi come è arabo il Presidente e Ceo di Emirates, Sheikh Ahmed Bin Saeed al-Maktoum, spesso ritratto nell’abito tradizionale bianco, studi all’estero, ma ferma fede e forma mentis islamica. Hogan, 57 anni, è nato a Melbourne, dove ha frequentato la Ivanhoe Grammar School, e appena diplomato è andato a lavorare alla Ansett Airlines, ai tempi la principale compagnia australiana. Un australiano tipico, diretto e franco. Al Forum economico mondiale di Davos non è raro vederlo parlare dal palco col maglioncino sotto la giacca, senza cravatta. Dà subito l’idea di essere li, pronto a togliersi la giacca, e trasformarsi in un compagnone da chiacchiere da pub. Ma al tavolo delle trattative no, non scherza. Paragonare le strategie di oggi a quelle di un decennio fa appare alquanto anacronistico. In dieci anni lo scacchiere mondiale del volo aereo è completamente cambiato. La corsa alle fusioni e acquisizioni ha consolidato le principali compagnie tradizionali. Mentre l’avanzata delle low cost come Ryanair e easyJet in Europa, ha completamente rivoluzionato il modo di volare, la concezione degli aeroporti, la stessa pianificazione di rotte e flotte. L’irruzione sullo scacchiere internazionale delle compagnie orientali, a partire da quelle arabe, sta rimescolando ancora di più gli assetti. In questo scenario si inserisce la strategia del ragno di Hogan. «Questi non sono investimenti per 12 mesi, ma per i prossimi 20, 30, 40 anni», ha dichiarato. E il matrimonio con Alitalia conviene a entrambi. Su questo fronte ha un peso anche Alitalia, debiti a parte. Per capire le potenzialità future dell’accordo basta guardare all’accordo già stipulato tra Etihad e Air Berlin. Hanno ora voli a doppio brand e stanno sviluppando insieme il network comune, in particolare verso il sud-est asiatico. Air Berlin è molto forte in Germania, che è il primo per traffico outgoing, in uscita, dall’Europa. Lo stesso modello si dovrebbe replicare in Italia, dove si registra un forte traffico ma in entrata, incoming. Se l’accordo con Alitalia andasse in porto, Etihad avrebbe due porte principali d’ingresso nel Vecchio Continente verso destinazioni differenti e che potrebbe utilizzare in particolare per incrementare i voli in cosiddetta “quinta libertà”, ancora poco sviluppati. I voli in quinta libertà sono quelli che consentono a un vettore di emettere biglietti anche a partire da una tratta intermedia di volo, imbarcando o sbarcando passeggeri nello scalo di un altro paese. Facciamo un esempio: oggi Etihad può emettere biglietti solo da e per Abu Dhabi, anche se fa scalo a Roma-Fiumicino o Milano-Malpensa per poi proseguire, per esempio, verso New York. Pur essendo il quinto, come dice il nome, dei diritti fondamentali del traffico aereo, è difficilmente applicato in Europa, soprattutto in Italia, dove fino a poco tempo fa è stata proprio l’Alitalia a osteggiare la concessione di permessi alle compagnie straniere per paura di perdere clienti. Il primo vettore che è riuscito a superare tutti gli ostacoli è stata la Emirates con il volo Dubai-Milano Malpensa-New York. Ma già quando la compagnia araba ha provato a replicare la richiesta per lo scalo di Venezia non c’è stato niente da fare. No, e basta. Un’altra compagnia orientale, la Singapore Airlines, già opera in regime di quinta libertà tra Barcellona e San Paolo. Singapore ha richiesto un permesso analogo per la Singapore- Milano Malpensa-New York, con un iter travagliato che ha messo in moto persino un’interrogazione parlamentare. Nel frattempo il Tar ha bloccato la rotta Emirates Dubai- Malpensa-New York, ma il Consiglio di Stato a inizio aprile ha accolto il ricorso della compagnia. I voli in quinta libertà consentono di ampliare le rotte riducendo i costi, facendo leva sulla rete, sul network, la strategia chiave di Hogan, ma in generale di tutta l’industria del volo. Le prove generali Etihad le ha fatte in Belgio. Dopo il fallimento della compagnia belga Sabena s’è creato un vuoto che è stato subito riempito dal vettore indiano low cost JetAirways, di cui Etihad è azionista. Pur di riempire l’aeroporto di Bruxelles il governo belga non ha fatto difficoltà a stringere accordi con Jet Airways che ha iniziato a operare in regime di quinta libertà con New York, Newark e Toronto. Adesso tutti aspettano di vedere come si chiuderà la partita con il governo italiano. Il presidente e Ceo di Etihad Airlines, James Hogan visto da Dariush Radpour Nei grafici i viaggiatori di Alitalia, ancora oggi superiori a quelli di Eithad

(28 aprile 2014)

http://www.repubblica.it/economia/a...a_12_mesi_ma_per_i_prossimi_40_anni-84651145/
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

ALITALIA-ETIHAD SI SBLOCCA: INTESA E UNICREDIT PRONTE A CONVERTIRE IL DEBITO


di Giulio Mancini ROMA - La tensione resta alta. E non potrebbe essere diversamente perché la trattativa Etihad-Alitalia è ancora appesa ad un filo.
Solo 10 giorni fa il cda della compagnia del Golfo aveva di fatto archiviato il dossier, inviando una lettera di fuoco alla promossa sposa italiana. Poi, puntigliosamente, l’ad della compagnia Gabriele Del Torchio, ha ripreso i contatti e fornito assicurazioni. Così, tra aperture graduali e qualche mal di pancia, le banche hanno fatto capire di essere pronte a cedere sul nodo debiti. Mentre ieri sera il governo ha lasciato trapelare di essere pronto a varare un decreto per liberalizzare Linate, come chiesto dagli arabi. Difficile dire se ciò basterà, ma di fatto due delle richieste inderogabili di Etihad sarebbero in questo modo state accolte. E sul resto, ovvero su esuberi e manleva - giura una fonte finanziaria - le distanze non sono così lontane rispetto ad una settimana fa. Insomma, qualcosa si è sbloccato e nel Golfo non potranno far finta di nulla. Il pressing in fondo paga sempre.

PIÙ VOLI PER L’EUROPA
In attesa della lettera di Etihad, l’esecutivo si appresta quindi a liberalizzare Linate, dal cui scalo Etihad potrà far decollare i voli per le tratte europee e il medio raggio. Il tutto nell’ambito del piano per l’Expò. Più difficile convincere la Ue a consentire i voli per Mosca e il Cairo, altro obiettivo strategico degli arabi. Malpensa sarà invece la rampa di lancio per il Nord America e le tratte intercontinentali. Insieme al decreto arriverà anche un giro di vite sulle low cost e, forse, il piano per incrementare il turismo, come assicurato dall’ex premier Letta. Come accennato, dal fronte bancario i segnali di dialogo si sono intensificati. Sia Unicredit che Intesa Sanpaolo, la più esposta tra gli azionisti, hanno fatto arrivare messaggi di pace. Siamo pronti a convertire in azioni i 400 milioni di debito - è il ragionamento - se ci sarà una risposta da parte di tutto il sistema Italia. Risposta, pare di capire, che Palazzo Chigi sta per fornire. Ma al di là delle tattiche, le banche sono quelle che hanno più da perdere se ci sarà un fallimento del salvataggio. E c’è chi s’interroga in queste ore se proprio l’iniziale atteggiamento di chiusura non abbia pregiudicato il cammino negoziale. Nonostante l’enorme arsenale finanziario, Etihad non ha infatti nessuna intenzione di fare sconti. Di più. Non è convinta - e lo ha spiegato agli advisor - che Alitalia senza un partner internazionale, possa valere oltre il miliardo, come suggerito proprio da Intesa. Tutto ciò non significa che il valore della compagnia tricolore possa essere ancora maggiore, considerate le prospettive di sviluppo. Ma si tratta, va detto, di potenzialità tutte da verificare. Perché, dicono gli uomini di Etihad, solo un business plan solido è in grado di produrre utili e di ripagare i debiti. E un piano solido, a giudizio degli arabi, passa obbligatoriamente per una riduzione strutturale dei costi. Anche su questo punto Del Torchio ha mostrato disponibilità massima, così come il fronte sindacale (martedì ci sarà un nuovo incontro) per rispondere alle sollecitazioni. Sul tavolo ci sarebbe la cassa integrazione a zero ore per 1.300 persone, a cui si aggiungerebbero anche i contratti di solidarietà per un numero quasi analogo di dipendenti. Il tutto per avvicinarsi al massimo alle richieste di Etihad che, come noto, indicano in 3.000 unità il personale in esubero.

GARANZIE PER IL PASSATO
Sul tema della manleva la strada sembra meno accidentata. Le banche avrebbero disinnescato i timori degli arabi che, è noto, non vogliono sentir parlare dei contenziosi legali e fiscali del passato. La soluzione individuata, salvo ripensamenti dell’ultima ora, sarebbe quella di un fondo rischi da costituire ad hoc per neutralizzare eventuali dispute.
lunedì 28 aprile 2014 - 08:07



Fonte: http://www.ilmattino.it/ECONOMIA/al...edit-intesa-debito-rotte/notizie/656165.shtml
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

La UE comunque potrebbe mettere becco se ci fossero discriminazioni all'interno della UE su rotte, paesi, destinazioni.

Dubito possa avere qualcosa da ridire su Russia, Egitto o altri paesi extra UE.
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

E quindi ora da un giorno all'altro si sblocca tutto? Chiedo ai più esperti: quanto sono affidabili queste news?
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

La UE comunque potrebbe mettere becco se ci fossero discriminazioni all'interno della UE su rotte, paesi, destinazioni.

Dubito possa avere qualcosa da ridire su Russia, Egitto o altri paesi extra UE.
Abolire il Bersani ovviamente non crea discriminazioni (destinazioni libere). Mi chiedo invece se possa essere usato qualche escamotage tecnico per limitare la presenza di WB.
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Abolire il Bersani ovviamente non crea discriminazioni (destinazioni libere). Mi chiedo invece se possa essere usato qualche escamotage tecnico per limitare la presenza di WB.

Va anche detto che a Linate:

- il 767 può operare
- il 747 no
- il 777 no
- il 787 no
- il 330 no
- il 340 no


Anche consentendo l'uso dei widebody, l'unica compagnia europea in grado di aumentare la capacità sul singolo volo (wet-lease a parte) sarebbe BA, o sbaglio?
 
Nell'articolo sopra, di molto ganza la frase "Risposta di tutto il Sistema Italia", che poche righe dopo diventa "....risposta che Palazzo Chigi sta per fornire".

Ma scrivere subito "Risposta da parte del Governo" senza tanti eufemismi, no?
 
Etihad rimette mano all’offerta fatta ad Alitalia. L’obiettivo? Avere maggiori garanzie che l’offerta non venga rifiutata dal cda. Per questo motivo il Consiglio di amministrazione, fissato a Milano per domani pomeriggio, sarebbe stato spostato di qualche giorno al fine di negoziare cambiamenti con i banchieri di JpMorgan che assistono Etihad.
Lo scopo è quello di creare una nuova stesura dell’offerta per Alitalia che abbia la massima probabilità di essere accettata e sottoscritta dagli amministratori di Alitalia. Finora è stato riscontrato l’appoggio di Matteo Renzi e Maurizio Lupi, ma ora si deve trovare il consenso degli altri stakeholders, soci in testa.
La verifica delle poste dell’attivo di Alitalia per accertare il valore potrebbe coinvolgere Alitalia Loyalty, la newco contenente il programma MilleMiglia creata a gennaio 2013. Intesa e Unicredit sarebbero propensi a rimodulare i crediti allungandone le scadenze: attualmente hanno durata al 2015, potrebbero accettare un’ulteriore estensione. Se dovesse essere necessario potrebbero concedere altri 35 milioni per completare il prestito di 165 accordato a metà febbraio.




terzobinario.it
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Va anche detto che a Linate:

- il 767 può operare
- il 747 no
- il 777 no
- il 787 no
- il 330 no
- il 340 no


Anche consentendo l'uso dei widebody, l'unica in grado di aumentare la capacità sul singolo volo (wet-lease a parte) sarebbe BA, o sbaglio?
Anni fa ricordo un 747 AZ dirottato a LIN per nebbia a MXP. Immagino sia ripartito ferry totalmente vuoto, ma non so se potrebbe operare con un carico di carburante minimo (diciamo fino a FRA o CDG).
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Abolire il Bersani ovviamente non crea discriminazioni (destinazioni libere). Mi chiedo invece se possa essere usato qualche escamotage tecnico per limitare la presenza di WB.

Magari mettendo a norma la RESA dalla parte di viale Forlanini con conseguente accorciamento della pista...
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Magari mettendo a norma la RESA dalla parte di viale Forlanini con conseguente accorciamento della pista...
Pensavo a qualcosa di meno "drastico", come ad esempio ridisegnare i piazzali in modo da abbassare la categoria max. ammessa
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Ma ammesso e non concesso che Linate venga liberalizzato, dove li mettono i voli Extra UE? La zona B è minuscola, non oso immaginare che casino la mattina con i 2 voli per LHR e LCY più un probabile volo per AUH ed uno per SVO.

PS: a questo punto non vedo perchè anche TK non possa spostare una o due frequenze da MXP a LIN per IST
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Ma ammesso e non concesso che Linate venga liberalizzato, dove li mettono i voli Extra UE? La zona B è minuscola, non oso immaginare che casino la mattina con i 2 voli per LHR e LCY più un probabile volo per AUH ed uno per SVO.

PS: a questo punto non vedo perchè anche TK non possa spostare una o due frequenze da MXP a LIN per IST
Ovviamente gli spazi interni vanno ristrutturati, ma prima di Schenghen a LIN partivano tantissimi internazionali che prevedevano il controllo documenti (e il Duty Free), per cui la parte aerostazione non dovrebbe presentare soverchi problemi.
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Ma ammesso e non concesso che Linate venga liberalizzato, dove li mettono i voli Extra UE?

Basta che rimangano le limitazioni orarie nei movimenti, ed ecco lì che più di tanto sui piazzali non potrai avere.
 
Re: Thread Alitalia / Etihad

Va anche detto che a Linate:

- il 767 può operare
- il 747 no
- il 777 no
- il 787 no
- il 330 no
- il 340 no


Anche consentendo l'uso dei widebody, l'unica compagnia europea in grado di aumentare la capacità sul singolo volo (wet-lease a parte) sarebbe BA, o sbaglio?
Quali sono le limitazioni che impediscono l'utilizzo dei WB più grandi del 767?
 
Probabilmente voli per AUH avrebbero piu´senso se con partenze nel primo pomeriggio e rientro nella mattinata successiva come i voli per SVO se con partenze verso sera e rientro nella mattinata successiva.
 
[h=1]Etihad rafforza Air Berlin con 300 milioni.
Banche e governo avvicinano gli emiri ad Alitalia[/h][h=3]La compagnia di Abu Dhabi partecipa alla ricapitalizzazione del vettore tedesco in difficoltà acquistando bond per 300 milioni. Ma in cambio vuole una rapida ristrutturazione della seconda aerolinea di Germania. Intanto sul tavolo italiano si ammorbidisce la posizione degli istituti di credito e il governo apre alla liberalizzazione di Linate

MILANO - Non c'è solo il tavolo italiano per Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi in trattativa con Alitalia per rilevarne una quota importante e di fatto salvare il vettore tricolore. La società emiratina è pronta a garantire nuova liquidità anche alla seconda compagnia tedesca, Air Berlin, che versa ormai da diversi anni in serie difficoltà operative e finanziarie. Il 2013 del vettore di Germania si è chiuso con una perdita di 315,5 milioni di euro; il buco totale degli ultimi sei esercizi si estende così a 900 milioni. Anche i ricavi sono scesi, fermandosi a 4,15 miliardi di euro con un declino del 3,7%.[/h]
In questo contesto, si diceva, Etihad è pronta a sparare nuove cartucce per sostenere la società che partecipa per circa un terzo del capitale, ormai dal 2011. Air Berlin ha annunciato un piano di rafforzamento del capitale che si poggia sul fatto che Etihad acquisterà 300 milioni di euro di obbligazioni convertibili che verranno emesse dalla compagnia europea. In aggiunta, Air Berlin emetterà altri 150 milioni di euro di bond (quindi la ricapitalizzazione sarà da 450 milioni) e offrirà agli obbligazionisti la possibilità di scambiare circa 350 milioni di debito con nuove emissioni. In cambio, la compagnia di Abu Dhabi ha chiesto una rapida ristrutturazione del vettore tedesco e ha anche accettato di estendere per altri cinque anni una linea di credito da 255 milioni di dollari.

Insomma, come potrebbe accadere per Alitalia, Etihad dimostra
di avere ampie possibilità di portafoglio, ma in cambio esige rapide ristrutturazioni. La trattativa tra la compagnia orientale e Alitalia resta intanto ancora appesa ad un filo, che ha rischiato di rompersi pochi giorni fa con una lettera di Etihad che annunciava di fatto il ritiro. Poi il lavoro di ricucitura dei rapporti dell'ad, Gabriele Del Torchio, ha riportato Alitalia al tavolo delle trattative e anche le banche (che secondo la proposta emiratina dovrebbero convertire una grande fetta di debiti, circa 400 milioni, in partecipazioni) si sarebbero ammorbidite.

Ieri sera il governo ha lasciato trapelare di essere pronto a varare un decreto per liberalizzare Linate, come chiesto dagli arabi. Difficile dire se ciò basterà, ma di fatto due delle richieste inderogabili di Etihad (debiti e Linate) sarebbero in questo modo state accolte. Del Torchio ha smentito che si possa arrivare già oggi a una risposta ad Etihad da parte di Alitalia, ma i tempi restano senz'altro stretti.(28 aprile 2014)© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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