Thread Alitalia - Etihad IV : DICHIARAZIONE CONGIUNTA


Stato
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Hogan (Etihad): Ue apra a investimenti, non sono minaccia
Lo ha detto il presidente e ceo della compagnia degli Emirati Arabi che sta entrando in Alitalia con il 49%




"Etihad Airways vuole impegnarsi con l'Europa". Lo ha detto il presidente e ceo della compagnia degli Emirati Arabi, James Hogan, parlando a Vienna alla conferenza Ue sulla competitività del trasporto aereo e ammonendo Bruxelles che "l'investimento estero non è una mincaccia, è un'opportunità per sostenere occupazione e crescita economica". Per il capo di Etihad, che sta trattando per entrare al 49% di Alitalia, "il consolidamento delle compagnie aeree è fondamentale per servizi sostenibili" e "noi comprendiamo e rispettiamo il fatto che le compagnie europee abbiano i loro modelli di business, e lavoriamo nel rispetto delle regole dell'Europa". Hogan ha precisato, secondo quanto riporta 'Arabian Aerospace', che "i vettori del Golfo non sono la causa dei guai del trasporto aereo in Europa", che aveva già grossi problemi prima che il gruppo emiratino fosse fondato nel 2003.

"Ci sono forti benefici economici e sociali delle compagnie aeree stabili e collegate", ha sottolineato Hogan, che ha poi ricordato che Etihad "è interamente di proprietà del governo di Abu Dabhi e abbiamo ricevuto capitale di avviamento", ma "senza finanziamenti pubblici". Il numero uno della compagnia area degli Emirati ha invece ricordato che Lufthansa ha ricevuto in totale 14,2 miliardi di euro di aiuti pubblici, tra cui 800 milioni dal governo tedesco per coprire un buco nel suo fondo pensione, e che Swiss ha ottenuto 1,1 miliardi di euro di finanziamenti dopo la bancarotta del suo predecessore Swissair. Hogan ne ha avute anche per Austrian Airlines a cui il governo austriaco ha assorbito 500 milioni di euro di debito. Si tratta in realtà di una stoccata a Lufthansa, che in Europa ha alzato la voce contro l'eventuale chiusura dell'accordo tra Alitalia ed Etihad. Infatti le compagnie citate sono ora sotto il controllo del vettore tedesco. "La nostra strategia è favorevole alla concorrenza - ha spiegato ancora Hogan - Lavoriamo con tutti i partner per guadagno reciproco, e all'interno di regole di concorrenza e di proprietà". Etihad possiede già quote di minoranza nelle compagnie europee Airberlin (29,2%), Aer Lingus (4,99%) e Air Serbia (49%)



Alitalia: Hogan, senza di noi mancherebbe "investitore di salvataggio"


17:58 ROMA (MF-DJ)--Senza le partecipazioni di Etihad, presente con quote di minoranza in tre compagnie europee (ha il 29,2% di Air Berlin, il 4,99% di Aer Lingus, il 49% di Air Serbia e sta finalizzando l'acquisizione del 33,3% di Darwin Airline) ci sarebbe una perdita di investimenti finanziari e di vantaggi da sinergie per Air Berlin, Aer Lingus, Air Serbia e Darwin Airline. Lo ha detto il Ceo di Etihad, James Hogan, aggiungendo che verrebe inoltre a mancare un "investitore di salvataggio" per Alitalia. Senza la presenza di Etihad, ha sottolineato il manager, ci sarebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro, la chiusura di rotte, riduzione di voli e di gettito fiscale per i Governi europei. "Compagnie aeree stabili danno forti benefici economici e sociali - ha detto Hogan - Etihad vuole impegnarsi con l'Europa".
 
Susanna mi sa che vive in un mondo parallelo

Alitalia, Lupi: "Gli esuberi sono 2.251 Per la prima volta obiettivo rilancio"
Camusso avverte: "Nono vogliamo eccedenze di personale". Mentre Bonanni vuole "chiudere l'accordo. O saltano 22mila posti di lavoro"


"I numeri sono molto chiari: gli esuberi sono 2.251". Pochi giorni dopo l'accordo tra Alitalia ed Etihad, Maurizio Lupi parla del futuro dei lavoratori dell'ex compagnia di bandiera italiana. "Bisogna verificare se all'interno del perimetro e della filiera industriale, prima della mobilità, si può trovare una ricollocazione. E' un obiettivo importante e si sta lavorando in tale direzione", dichiara il ministro dei Trasporti.

Il ministro: "La prospettiva è un grande rilancio" - "Per la prima volta - spiega Lupi, al "question time" alla Camera - la prospettiva non è solo il baratro ma quella di un grande piano industriale di rilancio".

E continua: "L'occupazione si crea solo con un piano di rilancio che funzioni. Il governo vuole entrare nel merito degli esuberi nell'ottica del minor impatto sociale possibile, attraverso la ricollocazione dei lavoratori, attraverso attività che possono tornare in Italia, ammortizzatori sociali e strumenti preposti". Il ministro ha riferito, inoltre, di aver incontrato oggi le

Camusso: "No agli esuberi" - Ma il segretario della Cgil Susanna Camusso punta il dito contro gli esuberi e, al termine dell'incontro con il governo, dice: "Per noi il confronto ha la finalità di non determinare eccedenze di personale". E sottolinea: "Abbiamo detto con nettezza che non si può avere un'altra vicenda Alitalia che si tradurrebbe in migliaia di esuberi".

Bonanni: "Chiudere l'intesa o saltano 22mila posti" - Il leader della Cisl Raffaele Bonanni invece avverte: "Si deve chiudere l'accordo, altrimenti saltano 22mila persone con l'indotto". E spiega che "si è lavorato per ridurre il più possibile il numero degli esuberi e preparato l'incontro che si farà la prossima settimana".

Lupi: "Siamo alla fase finale" - Lupi dice poi che "siamo ormai arrivati alla conclusione. C'è la disponibilità formale a chiudere l'accordo, in questa settimana o la prossima dovremmo arrivare alla conclusione. Siamo di fronte a un grande investimento per 560 milioni da parte di Etihad, a un progetto di rilancio per un totale, tra patrimonio e investimenti, di 1,2 miliardi di euro".

http://www.tgcom24.mediaset.it/econ...prima-volta-obiettivo-rilancio-_2054914.shtml
 

C è un aspetto fondamentale che ne te , né lo scrivente dell' articolo considera minimamente: az è una azienda praticamente fallita, già nel baratro.
È un postulato da cui partire , come avviene in matematica.
Il problema dell'Italia è che si fanno tante disquisizioni, senza alcun fondamento scientifico. In questo caso, il conto economico dell'azienda.

Per il resto, sofismo allo stato puro.
 
ps: Non vorrei fosse stata già detta, ho provato a cercarla. Nel caso non la considerate.

PATTO CODESHARE TRA JETAIRWAYS E ALITALIA.
in breve: Connessioni tra Italia ed India via Abu Dhabi: Roma, Venezia, Napoli, Torino, Firenze, Verona e Bologna in Italia,
Mumbai, Delhi, Kochi, Amritsar, Bengaluru, Chennai, Kolkata e Udaipur in India.
Voli in vendita dal 1 luglio , inizieranno il 5 luglio.

Jet Airways, India’s premier international airline, and Alitalia, Italy’s leading carrier, announce the expansion of their code share partnership offering guests enhanced network connectibity between India and Italy and beyond to several Indian and Italian cities of touristic and business importance.

The new code share flights are on sale from July 1, 2014, for travel starting July 5, 2014.

Under the expanded code share agreement, Jet Airways will place its marketing code on the Alitalia operated flights between Abu Dhabi and Rome and beyond to Bologna, Florence, Naples, Turin, Venice and Verona in Italy.

Similarly, Alitalia will place its code on Jet Airways flights operated between Abu Dhabi and Delhi, Mumbai and Kochi. Alitalia will also place its code on Jet Airways’ flights beyond Mumbai and Delhi to Amritsar, Bengaluru, Chennai, Kolkata and Udaipur.

In addition to the global accrual and redemption options on each other’s networks, our loyalty programme partnership also ensures that Jet Privilege and MilleMiglia members will earn status miles when travelling on these code share flights, thus enabling them to upgrade to high tier levels faster.

Guests can now book a ticket between India and Italy with Jet Airways or with Alitalia via the airlines’ websites http://www.jetairways.com or http://www.alitalia.com or through travel agencies.

Mr. Gaurang Shetty, Senior Vice President â Commercial, Jet Airways, said, “Jet Airways has constantly innovated to set new benchmarks and our code share agreement with Alitalia is another distinctive travel solution. India and Italy share strong ties, ranging across leisure, business tourism and commercial trade. Thanks to the expanded code share agreement, we are able to offer our guests a wider access, unmatched connectivity and seamless travel to Italy’s top destinations. The agreement with Alitalia is a further step in Jet Airways’ strategy of growing on the global marketplace. We are confident that this new expanded arrangement would mutually benefit Jet Airways and Alitalia and add value to the travelling experience of the airlines â guests.”

Mr. Giancarlo Schisano, Alitalia’s Business Deputy General Director, said: “We are pleased to strengthen
our cooperation and we look forward to expanding the codeshare agreement with Jet Airways, which is, for Alitalia, an important partner for reaching India, one of the most popular tourist destinations for Italians. This agreement will certainly strengthen the role of Alitalia in the development of traffic flows, both leisure and business, between Italy and India. Alitalia continues its strategy of developing commercial agreements with major international companies, with the aim to offer to its customers an increasingly larger number of destinations, routes and frequencies around the world”.

Be-aviation
 
ps: Non vorrei fosse stata già detta, ho provato a cercarla. Nel caso non la considerate.

PATTO CODESHARE TRA JETAIRWAYS E ALITALIA.
in breve: Connessioni tra Italia ed India via Abu Dhabi: Roma, Venezia, Napoli, Torino, Firenze, Verona e Bologna in Italia,
Mumbai, Delhi, Kochi, Amritsar, Bengaluru, Chennai, Kolkata e Udaipur in India.
Voli in vendita dal 1 luglio , inizieranno il 5 luglio.

Jet Airways, India’s premier international airline, and Alitalia, Italy’s leading carrier, announce the expansion of their code share partnership offering guests enhanced network connectibity between India and Italy and beyond to several Indian and Italian cities of touristic and business importance.

The new code share flights are on sale from July 1, 2014, for travel starting July 5, 2014.

Under the expanded code share agreement, Jet Airways will place its marketing code on the Alitalia operated flights between Abu Dhabi and Rome and beyond to Bologna, Florence, Naples, Turin, Venice and Verona in Italy.

Similarly, Alitalia will place its code on Jet Airways flights operated between Abu Dhabi and Delhi, Mumbai and Kochi. Alitalia will also place its code on Jet Airways’ flights beyond Mumbai and Delhi to Amritsar, Bengaluru, Chennai, Kolkata and Udaipur.

In addition to the global accrual and redemption options on each other’s networks, our loyalty programme partnership also ensures that Jet Privilege and MilleMiglia members will earn status miles when travelling on these code share flights, thus enabling them to upgrade to high tier levels faster.

Guests can now book a ticket between India and Italy with Jet Airways or with Alitalia via the airlines’ websites http://www.jetairways.com or http://www.alitalia.com or through travel agencies.

Mr. Gaurang Shetty, Senior Vice President â Commercial, Jet Airways, said, “Jet Airways has constantly innovated to set new benchmarks and our code share agreement with Alitalia is another distinctive travel solution. India and Italy share strong ties, ranging across leisure, business tourism and commercial trade. Thanks to the expanded code share agreement, we are able to offer our guests a wider access, unmatched connectivity and seamless travel to Italy’s top destinations. The agreement with Alitalia is a further step in Jet Airways’ strategy of growing on the global marketplace. We are confident that this new expanded arrangement would mutually benefit Jet Airways and Alitalia and add value to the travelling experience of the airlines â guests.”

Mr. Giancarlo Schisano, Alitalia’s Business Deputy General Director, said: “We are pleased to strengthen
our cooperation and we look forward to expanding the codeshare agreement with Jet Airways, which is, for Alitalia, an important partner for reaching India, one of the most popular tourist destinations for Italians. This agreement will certainly strengthen the role of Alitalia in the development of traffic flows, both leisure and business, between Italy and India. Alitalia continues its strategy of developing commercial agreements with major international companies, with the aim to offer to its customers an increasingly larger number of destinations, routes and frequencies around the world”.

Be-aviation

http://www.aviazionecivile.org/vb/s...forza-l-accordo-di-code-share-con-Jet-Airways

;)
 
Nel frattemp nonostante i proclami sulla stampa sembra che nessuno sciopero sia stato dichiarato al ministero e alla commissione di garanzia che sembra smentire così l'ANPAC. Inoltre (ma si era capito) la CGIL intende tenere il pugno di ferro sugli esuberi.
 
Nel frattemp nonostante i proclami sulla stampa sembra che nessuno sciopero sia stato dichiarato al ministero e alla commissione di garanzia che sembra smentire così l'ANPAC. Inoltre (ma si era capito) la CGIL intende tenere il pugno di ferro sugli esuberi.

Io sostituirei "intende" con "pare/sembra"... ;)
 
Poste, Caio: “Restare in ​Alitalia? Non è detto che abbia senso”

L'ad, intervistato da Radio24, mette paletti sul ruolo che in futuro il gruppo è disposto a svolgere per la compagnia di bandiera che si avvia verso il matrimonio con Etihad. La partecipazione verrà mantenuta solo "se c'è una logica" e "le sinergie che stiamo realizzando" si riveleranno "funzionali" all'"obiettivo di sviluppare la nostra presenza nella logistica". Tutto dipende insomma dal piano industriale a cui Caio sta lavorando in queste settimane. La quotazione, invece, è di fatto rinviata: il programma di privatizzazioni di Renzi e Padoan scricchiola

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 luglio 2014

Poste Italiane potrebbe uscire dal capitale di Alitalia. A dirlo, pur con qualche giro di parole, è lo stesso amministratore delegato del gruppo, Francesco Caio, intervistato da Giovani Minoli suRadio24. Proprio mentre il governo, con il ministro Maurizio Lupi in prima linea, tenta di stringere sull’accordo con Etihad e si prepara a riprendere l’8 luglio la trattativa con i sindacati sugli esuberi, il manager inizia a mettere paletti sul ruolo che in futuro le Poste intendono svolgere rispetto alla compagnia. Il succo è che la partecipazione verrà mantenuta solo ”se c’è una logica industriale, se c’è una logica finanziaria”. Solo se “le sinergie che stiamo realizzando con Alitalia” si riveleranno “funzionali” all’”obiettivo fermissimo di sviluppare la nostra presenza nella logistica”, spiega Caio. Insomma, Lupi è avvertito. Il gruppo chiamato nel 2013 a salvare il vettore con un’iniezione di liquidità da 75 milioni di euro, su cui Bruxelles pretende chiarimenti, da ora in poi non intende più fare da puntello. L’investimento sarà valutato come qualsiasi altro. Anche alla luce del piano industriale che l’ad sta preparando in queste settimane e che, stando alle anticipazioni, punterà su un ridimensionamento del settore postale tradizionale, in rosso, e un’accelerazione su e-commerce e la logistica, comparto in crescita ma in cui l’azienda è “un po’ più debole di quello che io mi aspettavo”.
In più è ormai evidente che Caio ha deciso di rinviare la privatizzazione del 40% del gruppo, cheMatteo Renzi e Pier Carlo Padoan puntavano a mettere in pista entro quest’anno. Prima, ha spiegato mercoledì in audizione alla commissione Bilancio della Camera, chiede che “vengano riscritte le norme che disciplinano l’attività dei recapiti”. E in particolare le regole sulla remunerazione del servizio universale, per il quale sostiene costi di “un miliardo” ma “il contributo dello Stato è solo di 340 milioni”. A copertura di quanto speso negli ultimi tre anni Caio chiede un rimborso di 700 milioni di euro l’anno, ma il nuovo modello per la quantificazione dei costi a cui sta lavorando l’Agcom prevede una cifra ben inferiore. Le posizioni, dunque, restano inconciliabili. Nel frattempo è in corso un’altra partita, quella per la firma della convenzione con Cdp per la vendita dei prodotti di risparmio postale. Anche su quel fronte le discussioni continuano, ma non c’è accordo.
Tanti dossier aperti e “pausa di riflessione” sulla quotazione, dunque. Cattive notizie per il ministero delle Finanze, che dalla privatizzazione delle aziende pubbliche contava di ricavare ogni anno lo 0,7% del Pil. Dopo il flop dell’esordio di Fincantieri sul listino, il piano sembra in stallo. Tanto che, secondo Repubblica, ora Padoan per far cassa sta pensando di mettere subito mano alla vendita – per un corrispettivo di circa 4,7 miliardi – del 5% di Eni ed Enel. Non solo: il ministro vorrebbe cedere alla solita Cassa depositi e prestiti la sua quota in StMicroelectronics. Di fatto una partita di giro, visto che Cdp è pubblica per il 70%. Ma di questi tempi ogni intervento che, in un modo o nell’altro, vada a ridurre l’indebitamento pubblico è benvenuto. Bisognerà vedere se la Cassa ci sta. Ultimamente sembra meno incline a farsi tirare per la giacchetta: sempre venerdì il suo ad, Giovanni Gorno Tempini, ha zittito i rumor su un possibile ingresso in Alitalia dicendo che augura “successo” alla compagnia, ma un simile intervento ”non rientra nel perimetro dello statuto”. Che, per tutelare il risparmio postale, esclude investimenti in aziende in perdita.
 
La difesa ad oltranza dei posti di lavoro è miope per un semplice motivo e cioè che nessuno obbliga EY ad investire così come soci e banche che debbono investire nuovamente. Le banche perdono i crediti, i soci perdono la fiche, EY deve trovarsi un 'altra compagnia per i suoi progetti. Sull'altro piatto ci mettiamo però un tutti a casa con ammortizzatori sociali normali o perché no da artigiano/libero professionista o imprenditore? Non so se questa soluzione sia molto intelligente per poi andare a vedere chi sta peggio!
Il concetto che passa è sempre che il rilancio debba passare per più posti di lavoro, il rilancio vuol dire una AZ che riesca a stare sul mercato ed il piano EY è sensato con la riduzione di aerei di medio raggio e un progressivo aumento del lungo raggio.
Visto che sono tutti bravi a fare i froci con il culo degli altri, mi si permetta il francesismo, e che pare che solo i dipendenti stessi siano in grado di estrarre il cilindro dal cappello (perché la giustificazione dell'incapacità del management è più difficile da sostenere con gli emiri) lancio una provocazione: caso vuole che i 560 milioni di € che ci metterà EY siano in media circa 40000 € a dipendente, cifra che mediata sulle retribuzioni non sarebbe nemmeno clamorosa, pensate di essere più bravi di EY che reputa necessari 2251 tagli? Bene, avanti con la proposta indecente ai patrioti, in fondo non è una svendita come sostiene qualcuno? La Camusso e soci così avranno l'occasione di metterci i soldi necessari poi per investire ( tanto a leggere l'articolo pare che EY investa solo i 560 milioni, vuoi mettere avere pure un plus per gli investimenti!) e così diventando imprenditori potrete dimostrare le superiori capacità e non solo salvare tutti i posti di lavoro, ma pure aumentarli e portarsi a casa un bel gruzzolo a suon di utili. Quando Susanna fa la sparata... mi piacerebbe che gli rispondessero pubblicamente così... poi vediamo in quanti aderiscono e in quanti invece si fermano ai proclami.
 
Ultima modifica:
stasera A319 sulla Linate-Trieste.

Non operano più gli Atr-72 Mistral?
 
La difesa ad oltranza dei posti di lavoro è miope per un semplice motivo e cioè che nessuno obbliga EY ad investire così come soci e banche che debbono investire nuovamente. Le banche perdono i crediti, i soci perdono la fiche, EY deve trovarsi un 'altra compagnia per i suoi progetti. Sull'altro piatto ci mettiamo però un tutti a casa con ammortizzatori sociali normali o perché no da artigiano/libero professionista o imprenditore? Non so se questa soluzione sia molto intelligente per poi andare a vedere chi sta peggio!
Il concetto che passa è sempre che il rilancio debba passare per più posti di lavoro, il rilancio vuol dire una AZ che riesca a stare sul mercato ed il piano EY è sensato con la riduzione di aerei di medio raggio e un progressivo aumento del lungo raggio.
Visto che sono tutti bravi a fare i froci con il culo degli altri, mi si permetta il francesismo, e che pare che solo i dipendenti stessi siano in grado di estrarre il cilindro dal cappello (perché la giustificazione dell'incapacità del management è più difficile da sostenere con gli emiri) lancio una provocazione: caso vuole che i 560 milioni di € che ci metterà EY siano in media circa 40000 € a dipendente, cifra che mediata sulle retribuzioni non sarebbe nemmeno clamorosa, pensate di essere più bravi di EY che reputa necessari 2251 tagli? Bene, avanti con la proposta indecente ai patrioti, in fondo non è una svendita come sostiene qualcuno? La Camusso e soci così avranno l'occasione di metterci i soldi necessari poi per investire ( tanto a leggere l'articolo pare che EY investa solo i 560 milioni, vuoi mettere avere pure un plus per gli investimenti!) e così diventando imprenditori potrete dimostrare le superiori capacità e non solo salvare tutti i posti di lavoro, ma pure aumentarli e portarsi a casa un bel gruzzolo a suon di utili. Quando Susanna fa la sparata... mi piacerebbe che gli rispondessero pubblicamente così... poi vediamo in quanti aderiscono e in quanti invece si fermano ai proclami.

Farfallina, stai bene? Non sembri tu.
 
lancio una provocazione:
Farfallina, già dato.
Circa 100.000 euro in azioni che non volevo, che fidando nelle superiori capacità del mio management ho tenuto per qualche anno, che mi si sono trasformate in circa 1000 euro grazie sempre alle suddette capacità, non mi va di ripetere l'esperienza.
 
Articolo molto "politico" e abbastanza privo di fatti (o addirittura con citazioni che mi paiono inventate, ma non ho la verifica sottomano). E soprattutto che manca (come sempre) di un passaggio fondamentale, che chiedo anche a te: quali alternative ci sono?

Sulla mancanza di alternative ci posso pure stare. Ma allora deciditi, come si deve decidere chi ha scritto che è un articolo politico. Se è tale non può essere prettamente economico.

Sul privo di fatti ci sto molto meno. Ci ha riempito un articolo. Sulle intese 2008 si parla di corsi e riqualificazioni ed era un percorso che avrebbe dovuto curare la politica. Sei in grado di dire sia stato fatto? E guarda caso, ora si parla di ricollocazioni...

Tra l'altro, critichi il prossimo su una presunta vaghezza, ma non opponi nemmeno un dato concreto.

Fosse stato per me, ci avrei aggiunto anche la storia della Parmalat, dove grazie all'opera di un manager, sindacati e lavoratori si è fatto fronte a un crac di 14 mld., ma le promesse non sembrano essere state mantenute. E anche lì, la politica dov'era?

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...rte-per-lazienda-nellera-dei-francesi/824956/
 
Ultima modifica:
Sulla mancanza di alternative ci posso pure stare. Ma allora deciditi, come si deve decidere chi ha scritto che è un articolo politico. Se è tale non può essere prettamente economico.

Sul privo di fatti ci sto molto meno. Ci ha riempito un articolo. Sulle intese 2008 si parla di corsi e riqualificazioni ed era un percorso che avrebbe dovuto curare la politica. Sei in grado di dire sia stato fatto? E guarda caso, ora si parla di ricollocazioni...

Tra l'altro, critichi il prossimo su una presunta vaghezza, ma non opponi nemmeno un dato concreto.

Fosse stato per me, ci avrei aggiunto anche la storia della Parmalat, dove grazie all'opera di un manager, sindacati e lavoratori si è fatto fronte a un crac di 14 mld., ma le promesse non sembrano essere state mantenute. E anche lì, la politica dov'era?

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...rte-per-lazienda-nellera-dei-francesi/824956/
Paolo non ha bisogno di avvocati difensori, però il caso Parmalat che citi è una cosa diversa. Parmalat è saltata per le spregiudicate operazioni finanziarie fatte dalla proprietà, con tanto di processo e varie condanne, però aveva un risultato operativo sostenibile e stava bene sul mercato. Quindi protetta dai creditori con la legge Marzano hanno potuto riprendere.
AZ ha invece il problema di stare sul mercato. Fra l'altro un mercato che si è evoluto negli anni e richiede un netto cambio di modello di business per essere sostenibile. È poi l'errore di fondo del piano fenice non aver intuito tale cambiamento, o forse con l'eredità di AZ+AP, quella flotta in ordine (anche se poi Airbus non avrebbe fatto tanti problemi per barattare tipo 30-40 A32S con altri 10 A332), e fondamentalmente il partner e futuro compratore designato AF (e non credo che con LH sarebbe cambiato molto se non l'hub e forse nemmeno quello visto che di chiudere LIN non se ne parlava).
Se ci si vuole focalizzare sugli esuberi, come fa l'articolo, la posizione suggerita da EY è dura ma comprensibile. In una partnership che funzioni e che miri a generare efficienza e risparmi molte funzioni vanno condivise e da questo i pesanti taglia a terra. Riguardi ai naviganti i numeri sono ridotti e ci sta che EY voglia esuberi definitivi e non a rotazione, così quando eventualmente AZ avrà necessità di nuove assunzioni sarà libera.
Inoltre va detto che già con la situazione attuale si è visto che praticamente si fanno le stesse rotte con meno personale e meno aerei, sostanzialmente se saranno 14 macchine A32x tagliando AP, parte della LIN-FCO e qualche volo cross country (fra l'altro l'hub a FCO aiuta sul cross country nazionale, specialmente se gli emiri entrano anche in ADR e danno una sistemata a FCO) sotto aggressione delle low cost e non sei mica tanto distante da far tornare i conti.
 
Stato
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