Thread Alitalia Etihad III : l'accordo


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Grazie AZ680,
e' esattamente nella media che sento.
Percio' se l'accordo, verra' attuato nel 1/2015 c'e' un trimestre da coprire...right?
e da quello che si sa sara' in gran parte Intesa?...right
Mi sa' che quest'accordo, sara' veramente in CAT III :cool:
 
Dal sito del ministro:

Malpensa, Fiumicino e Venezia: in Piano nazionale collegati con Alta velocità
19 giugno 2014 di Maurizio Lupi


Il collegamento ad Alta velocita’ dei tre maggiori aeroporti italia, ovvero quello di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia, e’ un obiettivo inserito nel Piano nazionale degli aeroporti. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, in audizione al Senato. Il collegamento ad Alta velocita’, ha specificato il ministro, e’ un “obiettivo vincolante” del Piano nazionale degli aeroporti.

Il Piano nazionale degli aeroporti, nella sua articolazione che prevede alcuni scali strategici e’ valido se la compagnia di riferimento italiana e’ capace di reggere la competizione sulle rotte di lungo raggio e cio’ puo’ avvenire con l’alleanza tra Alitalia ed Etihad. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, in audizione al Senato. Il Piano nazionale degli aeroporti, ha detto il ministro, “puo’ reggere se esiste una compagnia di bandiera forte che ha la capacita’ di competere sul lungo raggio”.
 
Dal sito del ministro:

Malpensa, Fiumicino e Venezia: in Piano nazionale collegati con Alta velocità
19 giugno 2014 di Maurizio Lupi


Il collegamento ad Alta velocita’ dei tre maggiori aeroporti italia, ovvero quello di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia, e’ un obiettivo inserito nel Piano nazionale degli aeroporti. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, in audizione al Senato. Il collegamento ad Alta velocita’, ha specificato il ministro, e’ un “obiettivo vincolante” del Piano nazionale degli aeroporti.

Il Piano nazionale degli aeroporti, nella sua articolazione che prevede alcuni scali strategici e’ valido se la compagnia di riferimento italiana e’ capace di reggere la competizione sulle rotte di lungo raggio e cio’ puo’ avvenire con l’alleanza tra Alitalia ed Etihad. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, in audizione al Senato. Il Piano nazionale degli aeroporti, ha detto il ministro, “puo’ reggere se esiste una compagnia di bandiera forte che ha la capacita’ di competere sul lungo raggio”.
 
Mr Hogan tratta Alitalia come se fosse già (quasi) sua

Lun, 23/06/2014 - 07:26

Etihad si sbilancia più per iscritto che a parole. Il numero uno della compagnia del Golfo, James Hogan (nella foto), dell'accordo con Alitalia non parla, ma la brochure pubblicata in occasione del primo volo Zurigo-Abu Dhabi contiene una sorpresa: Alitalia è già indicata tra gli investimenti europei, insieme ad Air Berlin, Aer Lingus, Air Serbia e Darwin (Etihad regional). Stessa grafica, stesso spazio delle partecipazioni già acquisite. Il testo precisa la situazione: trattative a buon punto, promessa di stabilità finanziaria e di nuove opportunità per chi viaggia da e per l'Italia. Alitalia sarà per Etihad «un partner chiave». Il fatto che Hogan inserisca nel materiale istituzionale del suo gruppo anche Alitalia come se fosse già acquisita, appare una promessa che un accordo sarà comunque trovato.
IlGiornale.it
 
Alitalia-Etihad la lente dell’Europa sul controllo effettivo

Alfredo Roma

Alla fine di febbraio l’accordo Alitalia-Etihad pareva sul punto di essere firmato. Da allora si sono succedute notizie contrastanti che hanno reso il quadro più complesso. La cosa certa è che Etihad è interessata ad acquisire il 49% di Alitalia ma non vuole caricarsi dei pesi della passata gestione: perdite, debiti, contenziosi con il personale, sospesi fiscali. Prima di ogni acquisizione importante come questa, la parte acquirente richiede una due diligence, eseguita da una società di certificazione, che accerta il valore reale dell’attivo e del passivo. Il recente annuncio di Alitalia di aver effettuato svalutazioni e accantonamenti per 233 milioni anticipa l’azione della due diligence. Può trattarsi di crediti inesigibili, di svalutazioni di aeromobili di proprietà o di maggiori passività accertate. Vi è poi da stabilire come avverrà la riduzione di 2200 dipendenti, quali provvedimenti il Governo intenda adottare per la distribuzione del traffico sugli aeroporti, il collegamento degli stessi con l’alta velocità. Tutte condizioni poste da Etihad. Altra incognita è come avverrà l’aumento di capitale per consentire a Etihad di possedere il 49% delle azioni e come altro capitale di Etihad entrerà in Alitalia, poiché ora si parla di un investimento complessivo che supera il miliardo. Forse Etihad non vorrà più come soci i patrioti del 2008 che si sono distinti per una gestione miope, indirizzata solo alla riduzione dei costi e alla vendita di asset preziosi come gli slot a Londra. Solo l’ad Del Torchio ha capito che la concorrenza sul medio raggio con le compagnie low-cost è persa e che bisogna orientarsi sul lungo raggio. Perché il lungo raggio rende ancora? La principale ragione è perché le compagnie low-cost hanno una modesta presenza in questo mercato che fino a dieci anni fa era basato su accordi bilaterali di traffico che ogni Paese dell’Unione negoziava con i Paesi non-Eu. Questi accordi prevedevano la designazione di una sola compagnia per Paese e per l’Italia era Alitalia. Questo era dunque un asset importante che però, ormai da anni, Alitalia non sfruttava disponendo di poche macchine di lungo raggio (20 contro le 160 di KLM-Air France, 137 di Lufthansa, 134 di British Airways). La situazione è cambiata: dal 2009 l’Enac ha modificato gli accordi sulla base del regolamento 847/2004 inserendo le clausole definite dall'Ue che prevedono la possibilità di designare i vettori europei stabiliti in Italia. In questi accordi si è inserita quando possibile la multidesignazione dei vettori operanti in Italia. In considerazione delle norme concernenti la tutela della concorrenza, gli accordi non possono indicare nominativamente le imprese designabili ma si limitano a delineare i requisiti che i vettori devono possedere per poter operare sulle relative rotte. L’accordo con Etihad potrà prevedere la cessione in leasing di macchine di lungo raggio per coprire le rotte che Alitalia ha conservato, ma dovrà avvenire in regime di concorrenza con altri vettori operanti in Italia. L’unico asset di Alitalia importante è rappresentato dai 25 milioni di passeggeri che trasporta. Questo quadro evidenzia la debolezza nelle trattative con Etihad: una storia di perdite di mercato, di risultati disastrosi, nel contesto di un piano aeroportuale che fa acqua. Di chi sarà la governance della futura Alitalia? Dal 1992, anno della liberalizzazione, non si è visto un management in grado di sviluppare una strategia competitiva. Possibile che se ne trovi uno ora? Nel caso di acquisizioni di compagnie comunitarie da parte di cittadini non-Ue, oltre al limite del 49,9%, l’effective control di cui parla il Regolamento comunitario 1008/2008, deve restare in capo a cittadini dell’Unione, pena la perdita dello stato di vettore comunitario, quindi della possibilità di effettuare voli all’interno dell’Unione. È problema da risolvere perché Lufthansa, British Airways ed Air France-Klm, preoccupate per l’invasione delle compagnie del Golfo, dopo l’acquisizione di Etihad sono pronte a presentare un esposto alla Corte di Giustizia Europea per dimostrare che l’effective control di Alitalia non è più in mani comunitarie.

(23 giugno 2014)© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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Alitalia-Etihad la lente dell’Europa sul controllo effettivo

Alfredo Roma

Alla fine di febbraio l’accordo Alitalia-Etihad pareva sul punto di essere firmato. Da allora si sono succedute notizie contrastanti che hanno reso il quadro più complesso. La cosa certa è che Etihad è interessata ad acquisire il 49% di Alitalia ma non vuole caricarsi dei pesi della passata gestione: perdite, debiti, contenziosi con il personale, sospesi fiscali. Prima di ogni acquisizione importante come questa, la parte acquirente richiede una due diligence, eseguita da una società di certificazione, che accerta il valore reale dell’attivo e del passivo. Il recente annuncio di Alitalia di aver effettuato svalutazioni e accantonamenti per 233 milioni anticipa l’azione della due diligence. Può trattarsi di crediti inesigibili, di svalutazioni di aeromobili di proprietà o di maggiori passività accertate. Vi è poi da stabilire come avverrà la riduzione di 2200 dipendenti, quali provvedimenti il Governo intenda adottare per la distribuzione del traffico sugli aeroporti, il collegamento degli stessi con l’alta velocità. Tutte condizioni poste da Etihad. Altra incognita è come avverrà l’aumento di capitale per consentire a Etihad di possedere il 49% delle azioni e come altro capitale di Etihad entrerà in Alitalia, poiché ora si parla di un investimento complessivo che supera il miliardo. Forse Etihad non vorrà più come soci i patrioti del 2008 che si sono distinti per una gestione miope, indirizzata solo alla riduzione dei costi e alla vendita di asset preziosi come gli slot a Londra. Solo l’ad Del Torchio ha capito che la concorrenza sul medio raggio con le compagnie low-cost è persa e che bisogna orientarsi sul lungo raggio. Perché il lungo raggio rende ancora? La principale ragione è perché le compagnie low-cost hanno una modesta presenza in questo mercato che fino a dieci anni fa era basato su accordi bilaterali di traffico che ogni Paese dell’Unione negoziava con i Paesi non-Eu. Questi accordi prevedevano la designazione di una sola compagnia per Paese e per l’Italia era Alitalia. Questo era dunque un asset importante che però, ormai da anni, Alitalia non sfruttava disponendo di poche macchine di lungo raggio (20 contro le 160 di KLM-Air France, 137 di Lufthansa, 134 di British Airways). La situazione è cambiata: dal 2009 l’Enac ha modificato gli accordi sulla base del regolamento 847/2004 inserendo le clausole definite dall'Ue che prevedono la possibilità di designare i vettori europei stabiliti in Italia. In questi accordi si è inserita quando possibile la multidesignazione dei vettori operanti in Italia. In considerazione delle norme concernenti la tutela della concorrenza, gli accordi non possono indicare nominativamente le imprese designabili ma si limitano a delineare i requisiti che i vettori devono possedere per poter operare sulle relative rotte. L’accordo con Etihad potrà prevedere la cessione in leasing di macchine di lungo raggio per coprire le rotte che Alitalia ha conservato, ma dovrà avvenire in regime di concorrenza con altri vettori operanti in Italia. L’unico asset di Alitalia importante è rappresentato dai 25 milioni di passeggeri che trasporta. Questo quadro evidenzia la debolezza nelle trattative con Etihad: una storia di perdite di mercato, di risultati disastrosi, nel contesto di un piano aeroportuale che fa acqua. Di chi sarà la governance della futura Alitalia? Dal 1992, anno della liberalizzazione, non si è visto un management in grado di sviluppare una strategia competitiva. Possibile che se ne trovi uno ora? Nel caso di acquisizioni di compagnie comunitarie da parte di cittadini non-Ue, oltre al limite del 49,9%, l’effective control di cui parla il Regolamento comunitario 1008/2008, deve restare in capo a cittadini dell’Unione, pena la perdita dello stato di vettore comunitario, quindi della possibilità di effettuare voli all’interno dell’Unione. È problema da risolvere perché Lufthansa, British Airways ed Air France-Klm, preoccupate per l’invasione delle compagnie del Golfo, dopo l’acquisizione di Etihad sono pronte a presentare un esposto alla Corte di Giustizia Europea per dimostrare che l’effective control di Alitalia non è più in mani comunitarie.

(23 giugno 2014)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le major europee stanno mettendo le mani avanti non tanto in relazione a quanto capitera' in az da oggi a fine anno, quanto piuttosto a quello che succedera' entro il 2017 allorche' i soci di cai si dovranno trovare un compratore europeo.
 
Le major europee stanno mettendo le mani avanti non tanto in relazione a quanto capitera' in az da oggi a fine anno, quanto piuttosto a quello che succedera' entro il 2017 allorche' i soci di cai si dovranno trovare un compratore europeo.
Direi di no. Se passa oggi passa anche nel 2017, a condizione che la OldCo resti saldamente in mani europee.
 
Alitalia: arrivo di socio Etihad nel rispetto di regole Ue

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 23 giu - "Ognuno puo' presentare i documenti che vuole, ma finche' la maggioranza del pacchetto azionario rimane in Europa, non mi pare che ci sia nulla in contrasto con le regole europee". Cosi' il vice-presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, al suo arrivo all'assemblea di Federchimica, a proposito delle indiscrezioni secondo cui Air France, oggi partner di Alitalia, avrebbe presentato un esposto alla Commissione Ue per opporsi alla futura alleanza tra la compagnia di bandiera italiana ed Etihad. Tajani ha ammesso di non sapere se c'e' stata o meno una lettera in questo senso, ricordando che "ognuno puo' rivolgersi all'Ue come questione di principio".
Tuttavia, ha subito aggiunto, il matrimonio tra Alitalia e il vettore emiratino "e' una compartecipazione a una societa' il cui pacchetto di maggioranza e' in mano all'Ue, in questo caso agli italiani".
 
Alitalia: Lupi, alternativa ad Etihad è baratro
«I sindacati fino ad oggi hanno dimostrato una grande responsabilità e sanno che esistono queste due opzioni» aggiunge Lupi sottolineando che «c'è finalmente un grande piano che porterà Alitalia ad essere tra le prime compagnie del mondo». L'alternativa, secondo il ministro, «è il baratro». «Continueremo a lavorare, azienda, sindacati e governo a supporto, affinché si trovi la soluzione anche per quanto riguarda gli esuberi» conclude Lupi
http://www.ilsole24ore.com/art/noti...-etihad-o-baratro--114454.shtml?uuid=ABi1P0TB
 
Direi di no. Se passa oggi passa anche nel 2017, a condizione che la OldCo resti saldamente in mani europee.


Stiamo dicendo la stessa cosa. Vogliono che la holding cai tenga "saldamente" il controllo di az.
Poi non è che sino molte le "mani europee" che potranno o vorranno comprare la holding CAI entro il 2017.
 
Stiamo dicendo la stessa cosa. Vogliono che la holding cai tenga "saldamente" il controllo di az.
Poi non è che sino molte le "mani europee" che potranno o vorranno comprare la holding CAI entro il 2017.
Il 2017 è, virtualmente, l'orizzonte per il pareggio di bilancio del piano EY; se la compagnia dovesse inanellare gli obiettivi del prossimo quadriennio (lo spero, ma, onestamente, ne dubito), non è detto che i capitani non possano rimanere alla cloche, anche solo per rientrare, in minima parte, dei soldi spesi.
 
Alitalia: arrivo di socio Etihad nel rispetto di regole Ue

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 23 giu - "Ognuno puo' presentare i documenti che vuole, ma finche' la maggioranza del pacchetto azionario rimane in Europa, non mi pare che ci sia nulla in contrasto con le regole europee".
Farebbe bene a studiarle meglio o anche solo a telefonare ai colleghi.
"Controllo effettivo" gli dice qualcosa?
 
Tu che hai i documenti del controllo effettivi di EY potresti postarceli?
A recapitarli a Tajani troveremo il modo.
Per ora EY ha lo 0% spaccato di Az, quindi il problema non si pone proprio.

Vedremo l'evoluzione ma tieni presente che AF è tutt'ora socia di Az ed ha accesso a tutti i doc.
 
Stato
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