Thread Alitalia dal 1° ottobre 2013


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... l'anzianità è un criterio universale. Per la fila alla posta come per il corso comando.

Infatti in altre compagnie in difficoltà sono partiti con la lista di anzianità pura, e quando hanno terminato di chiamare i comandanti che servivano hanno chiamato i comandanti più giovani, ma più anziani dei primi ufficiali, proponendo il posto a destra fino a che non si sarebbe raggiunta una nuova necessità di comandanti; per dire, Jeffrey B. Skiles (ammaraggio sull'Hudson) era il primo ufficiale di Sullenberg ma precedentemente era comandante.
 
Alitalia, Le Figaro: Air France dirà no aumento capitale

ROMA (Reuters) - Air France-Klm non parteciperà all'aumento di capitale di Alitalia. Lo scrive oggi il sito del quotidiano francese Le Figaro.

"Air France-Klm rifiuterà venerdì di partecipare all'aumento di capitale di Alitalia" di cui detiene il 25%, scrive il quotidiano.

"Secondo nostre informazioni, il gruppo franco-olandese rifiuterà venerdì di partecipare all'aumento (di capitale) della compagnia a un passo dalla bancarotta", si legge ancora sul sito del Figaro.

UniCredit, creditore e futuro potenziale azionista di Alitalia per effetto della partecipazione al consorzio di garanzia, proprio oggi si è detta ottimista sul fatto che la compagnia porterà a compimento l'aumento di capitale e anche su una soluzione di medio termine.

"Rimango positivo sia sulla soluzione di breve, cioè l'aumento di capitale, sia sul fatto che una soluzione di medio termine possa essere trovata", ha detto a un briefing con la stampa il Ceo di UniCredit, Federico Ghizzoni, precisando di non avere su Air France "indicazioni né positive né negative [...]. Se rimarranno bene, altrimenti Alitalia e il Governo saranno liberi di guardare altre soluzioni".

Alitalia ha convocato il consiglio di amministrazione mercoledì prossimo, il 13 novembre. Secondo alcuni media, all'ordine del giorno della riunione ci sarà un aggiornamento prima della scadenza dei termini per la sottoscrizione dell'aumento di capitale da 300 milioni di euro, venerdì prossimo, e la revisione del piano industriale.

Sempre secondo i media, l'Ad Gabriele del Torchio sta lavorando a un piano industriale che comprenderebbe la riduzione di 4.000 posti e risparmi per 400 milioni di euro. La portavoce di Alitalia non ha voluto fare commenti sull'ordine del giorno del Cda e sugli obiettivi del piano.

Domani, intanto, i sindacati dovrebbero incontrare il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi sul piano industriale.

http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE9AA01A20131111
 
no e' un dato oggettivo
con il capitale che hanno, o meglio non hanno ,a dato l'indebitamento a ML, sono le banche che devono scucire il grosso per tirare a campare fino a fine 2014

No, è una tua conclusione, considerando che dei due principali istituti creditori, Unicredit e IntesaSanpaolo, il primo non fa parte del CdA, pertanto non ha diritto di voto in merito ad un potenziale piano di ristrutturazione, e il secondo, per voce del suo stesso AD, ha definito AZ un investimento a breve termine e non vede l'ora di uscirne.
Le banche per erogare le linee di credito hanno richiesto un piano industriale, che è attualmente in lavorazione, tutto il resto è sicuramente garantito dal governo.
 
Infatti in altre compagnie in difficoltà sono partiti con la lista di anzianità pura, e quando hanno terminato di chiamare i comandanti che servivano hanno chiamato i comandanti più giovani, ma più anziani dei primi ufficiali, proponendo il posto a destra fino a che non si sarebbe raggiunta una nuova necessità di comandanti; per dire, Jeffrey B. Skiles (ammaraggio sull'Hudson) era il primo ufficiale di Sullenberg ma precedentemente era comandante.

Questo è quello che successo in tutte le compagnie aeree, tranne che per il passaggio da Alitala a CAI, dove non si è usata l'anzianità.
 
Interessante dell'articolo di Le Figaro è questo passaggio .

Rimango positivo sia sulla soluzione di breve, cioè l'aumento di capitale, sia sul fatto che una soluzione di medio termine possa essere trovata", ha detto a un briefing con la stampa il Ceo di UniCredit, Federico Ghizzoni, precisando di non avere su Air France "indicazioni né positive né negative [...]. Se rimarranno bene, altrimenti Alitalia e il Governo saranno liberi di guardare altre soluzioni".


se è vero ciò che dice vuol dire che le banche non sono appiattite sul AF o morte ..
 
Ultima modifica:
Diciamo che l'opzione non è sicuramente far contenti i naviganti, l'opzione che dovranno proporre è farsi andar bene la riduzione (magari inserendo un bonus in caso di ritorno all'utile in futuro) oppure un bel tutti a casa senza ammortizzatori socialli o fortemente ridotti. Fra l'altro la stretta paventata dal governo sugli ammortizzatori sociali va proprio nell'ottica di ridurre il potere di ricatto nei suoi confronti, come avevo paventato qualche giorno fa. Non è piacevole per nessuno, ma il mondo del lavoro fuori dal comparto aereo è questo.

Se vogliamo credere che il problema sia il costo del lavoro mi pare che siamo fuori strada. Pare sia all'8%, e se è vero è meno che in Ryanair. Con tutto che in Italia il carico contributivo e fiscale è maggiore. Negli ultimi anni di Lai il problema erano i costi accessori, ora non lo so, ma se l'8% è vero, fai tu.

Quello che scrivevo era riferito all'accenno del -20% in BA e alla mancanza di una spiegazione del paragone.
Da quello che scrivi sembrerebbe di capire che l'alternativa a una cigs al minimo e incerta sia solo questa. Ovvero che più si taglia sulle retribuzioni meno gente va in cigs. Detta così, anche se sinistro ha un senso, ma cercare la logica dei costi col paragone del 20%, per me non l'aveva.
 
No, è una tua conclusione, considerando che dei due principali istituti creditori, Unicredit e IntesaSanpaolo, il primo non fa parte del CdA, pertanto non ha diritto di voto in merito ad un potenziale piano di ristrutturazione, e il secondo, per voce del suo stesso AD, ha definito AZ un investimento a breve termine e non vede l'ora di uscirne.
Le banche per erogare le linee di credito hanno richiesto un piano industriale, che è attualmente in lavorazione, tutto il resto è sicuramente garantito dal governo.
davvero ???garantito dal governo??? e dove e' scritto?? mio sono perso qualcosa forse???


il governo si e' allargato anche troppo con l'operazoipne poste che e' palesemente un aiuto di stato come gia fatto presente dai britannici
le bacnche per allargare ancora vogliono sapere chi e quando la prendera' finalmente, e se i francesi mollano , la cosa diventa pericolosa perche' il tempo stringe , caiaz brucia un milione al giorno e non vedo coda di pretendenti
un potenziale piano di ristrutturazione lo puoi fare se hai i soldi, caiaz e' ad un passo dal patrimonio negativo, chi lo fa..i coraggiosi??? o forse chi ha in mano il debito...
 
Ultima modifica:
ROMA - Stando a quanto riporta 'la Repubblica' sono 2mila gli esuberi previsti dal piano di Gabriele Del Torchio per Alitalia, che domani il cda dovrà approvare. Tagliati poi del 20% gli stipendi sopra i 40mila euro, rimarranno a terra 20 aerei. Misure che dovrebbero garantire economie per 300 milioni in 3 anni. L'uscita di Air France pare inevitabile, quindi prima di trovare un socio si dovrà procedere all'aumento di capitale, su cui Intesa e Unicredit confermano il loro ottimismo.
 
ROMA - Stando a quanto riporta 'la Repubblica' sono 2mila gli esuberi previsti dal piano di Gabriele Del Torchio per Alitalia, che domani il cda dovrà approvare. Tagliati poi del 20% gli stipendi sopra i 40mila euro, rimarranno a terra 20 aerei. Misure che dovrebbero garantire economie per 300 milioni in 3 anni. L'uscita di Air France pare inevitabile, quindi prima di trovare un socio si dovrà procedere all'aumento di capitale, su cui Intesa e Unicredit confermano il loro ottimismo.

Ma a parte il risparmio, indicano pure il mancato ricavo di 20 macchine sul prato? I concorrenti si staranno gia' leccando i baffi... e comunque 20 macchine, 2000 persone. 100 dipendenti per macchina ed il rapporto rimane invariato. Secondo me, se non arriva nessuno ad accollarsi la baracca, non vanno lontano.
 
Lettera del Presidente di ANPAC a Repubblica


Caro Giannini,

Lei scrive: "Alitalia è di nuovo in caduta libera".

E prima cita una serie di dati, meglio di confidenze, che se veritieri probabilmente meriterebbero la dovuta attenzione della magistratura.
Nel condividere l'amarezza che traspare dal suo scritto mi permetto di esprimere schiettamente la mia opinione.

Alitalia al di fuori di una grande alleanza internazionale non ha alcun futuro.

Chi pensa di poter trattare tra qualche mese da posizioni più forti una alleanza con Air France mente, senza se è senza ma.
Per immaginare una situazione simile bisognerebbe ricapitalizzare l'azienda per almeno due miliardi di euro, e non poche inutili centinaia di milioni.
Escludo che ci sia qualcuno che ha la voglia e la capacità economica di tentare una simile impresa.
Allora sarebbe il caso di dirsi molto onestamente che l'operazione di cinque anni fa ha mostrato tutti i suoi limiti, peraltro già allora denunciati dall'Anpac e da qualche coraggioso in corso d'opera.
Adesso, a fronte di una possibile tragedia occupazionale che, è bene ricordarlo, si aggiungerebbe a quella maturata cinque anni fa, sarebbe il caso di prendere atto della situazione e scegliere la soluzione più ovvia.
Se la scelta è tra la scomparsa di Alitalia, e migliaia di posti di lavoro, e la sua cessione ad Air France non credo ci dovrebbero essere dubbi per nessuno, tantomeno per la politica che oggi governa il Paese e per il Sindacato Confederale.
Altre opzioni, ricchi emiri o facoltosi imprenditori con gli occhi a mandorla, non sembra siano all'orizzonte. Il tempo rimasto non concede voli pindarici.
E tanto meno mi sembra onesto parlare di sacrifici e tagli di retribuzione per i lavoratori.
Credo ne abbiano fatti a sufficienza
È suggeriti da chi poi? Dagli stessi consulenti che si pregiano di aver scritto il piano Fenice?
Un grosso in bocca al lupo all'"Alitalia", affinché il prossimo passo sia risolutivo e traguardi al futuro piuttosto che l'ennesimo avvicinamento alla prossima crisi

Giovanni Galiotto
ANPAC
 
Ma a parte il risparmio, indicano pure il mancato ricavo di 20 macchine sul prato? I concorrenti si staranno gia' leccando i baffi... e comunque 20 macchine, 2000 persone. 100 dipendenti per macchina ed il rapporto rimane invariato. Secondo me, se non arriva nessuno ad accollarsi la baracca, non vanno lontano.

quoto
 
Lettera del Presidente di ANPAC a Repubblica


Caro Giannini,

Lei scrive: "Alitalia è di nuovo in caduta libera".

E prima cita una serie di dati, meglio di confidenze, che se veritieri probabilmente meriterebbero la dovuta attenzione della magistratura.
Nel condividere l'amarezza che traspare dal suo scritto mi permetto di esprimere schiettamente la mia opinione.

Alitalia al di fuori di una grande alleanza internazionale non ha alcun futuro.

Chi pensa di poter trattare tra qualche mese da posizioni più forti una alleanza con Air France mente, senza se è senza ma.
Per immaginare una situazione simile bisognerebbe ricapitalizzare l'azienda per almeno due miliardi di euro, e non poche inutili centinaia di milioni.
Escludo che ci sia qualcuno che ha la voglia e la capacità economica di tentare una simile impresa.
Allora sarebbe il caso di dirsi molto onestamente che l'operazione di cinque anni fa ha mostrato tutti i suoi limiti, peraltro già allora denunciati dall'Anpac e da qualche coraggioso in corso d'opera.
Adesso, a fronte di una possibile tragedia occupazionale che, è bene ricordarlo, si aggiungerebbe a quella maturata cinque anni fa, sarebbe il caso di prendere atto della situazione e scegliere la soluzione più ovvia.
Se la scelta è tra la scomparsa di Alitalia, e migliaia di posti di lavoro, e la sua cessione ad Air France non credo ci dovrebbero essere dubbi per nessuno, tantomeno per la politica che oggi governa il Paese e per il Sindacato Confederale.
Altre opzioni, ricchi emiri o facoltosi imprenditori con gli occhi a mandorla, non sembra siano all'orizzonte. Il tempo rimasto non concede voli pindarici.
E tanto meno mi sembra onesto parlare di sacrifici e tagli di retribuzione per i lavoratori.
Credo ne abbiano fatti a sufficienza
È suggeriti da chi poi? Dagli stessi consulenti che si pregiano di aver scritto il piano Fenice?
Un grosso in bocca al lupo all'"Alitalia", affinché il prossimo passo sia risolutivo e traguardi al futuro piuttosto che l'ennesimo avvicinamento alla prossima crisi

Giovanni Galiotto
ANPAC

sicuri che non l'abbia scritto sotto tortura? non mi sembra un messaggio degno di un sindacalista
 
davvero ???garantito dal governo??? e dove e' scritto?? mio sono perso qualcosa forse???


il governo si e' allargato anche troppo con l'operazoipne poste che e' palesemente un aiuto di stato come gia fatto presente dai britannici
le bacnche per allargare ancora vogliono sapere chi e quando la prendera' finalmente, e se i francesi mollano , la cosa diventa pericolosa perche' il tempo stringe , caiaz brucia un milione al giorno e non vedo coda di pretendenti
un potenziale piano di ristrutturazione lo puoi fare se hai i soldi, caiaz e' ad un passo dal patrimonio negativo, chi lo fa..i coraggiosi??? o forse chi ha in mano il debito...

Credo tu ti sia perso parte della cronaca finanziaria degli ultimi mesi.
Unicredit ha proposto al governo, non più di un mese fa, un piano di "garanzie parziali per un ammontare di 50-70 miliardi, tale da generare un volume di credito complessivo di circa il doppio" per poter riequilibrare i prestiti in sofferenza che, sul suolo italiano, ammontano a circa 120-140 miliardi; credi seriamente che quando gli AD di Intesa e Unicredit siano stati convocati a Palazzo Chigi per la vertenza Alitalia abbiano chiesto il potere decisionale sul piano industriale e non delle garanzie al governo? Siamo pur sempre in italia, il paese dove una mano lava l'altra..
 
Credo tu ti sia perso parte della cronaca finanziaria degli ultimi mesi.
Unicredit ha proposto al governo, non più di un mese fa, un piano di "garanzie parziali per un ammontare di 50-70 miliardi, tale da generare un volume di credito complessivo di circa il doppio" per poter riequilibrare i prestiti in sofferenza che, sul suolo italiano, ammontano a circa 120-140 miliardi; credi seriamente che quando gli AD di Intesa e Unicredit siano stati convocati a Palazzo Chigi per la vertenza Alitalia abbiano chiesto il potere decisionale sul piano industriale e non delle garanzie al governo? Siamo pur sempre in italia, il paese dove una mano lava l'altra..

Ok adesso ci siamo, e quoto decisamente in pieno!

chi eroga sono le banche , chi garantisce e' lo stato
di fatto e' la nazionalizzazione, mascherata, per conto terzi o come vuoi, ma e' la nazionalizzazione
 
Lettera del Presidente di ANPAC a Repubblica


Caro Giannini,

Lei scrive: "Alitalia è di nuovo in caduta libera".

E prima cita una serie di dati, meglio di confidenze, che se veritieri probabilmente meriterebbero la dovuta attenzione della magistratura.
Nel condividere l'amarezza che traspare dal suo scritto mi permetto di esprimere schiettamente la mia opinione.

Alitalia al di fuori di una grande alleanza internazionale non ha alcun futuro.

Chi pensa di poter trattare tra qualche mese da posizioni più forti una alleanza con Air France mente, senza se è senza ma.
Per immaginare una situazione simile bisognerebbe ricapitalizzare l'azienda per almeno due miliardi di euro, e non poche inutili centinaia di milioni.
Escludo che ci sia qualcuno che ha la voglia e la capacità economica di tentare una simile impresa.
Allora sarebbe il caso di dirsi molto onestamente che l'operazione di cinque anni fa ha mostrato tutti i suoi limiti, peraltro già allora denunciati dall'Anpac e da qualche coraggioso in corso d'opera.
Adesso, a fronte di una possibile tragedia occupazionale che, è bene ricordarlo, si aggiungerebbe a quella maturata cinque anni fa, sarebbe il caso di prendere atto della situazione e scegliere la soluzione più ovvia.
Se la scelta è tra la scomparsa di Alitalia, e migliaia di posti di lavoro, e la sua cessione ad Air France non credo ci dovrebbero essere dubbi per nessuno, tantomeno per la politica che oggi governa il Paese e per il Sindacato Confederale.
Altre opzioni, ricchi emiri o facoltosi imprenditori con gli occhi a mandorla, non sembra siano all'orizzonte. Il tempo rimasto non concede voli pindarici.
E tanto meno mi sembra onesto parlare di sacrifici e tagli di retribuzione per i lavoratori.
Credo ne abbiano fatti a sufficienza
È suggeriti da chi poi? Dagli stessi consulenti che si pregiano di aver scritto il piano Fenice?
Un grosso in bocca al lupo all'"Alitalia", affinché il prossimo passo sia risolutivo e traguardi al futuro piuttosto che l'ennesimo avvicinamento alla prossima crisi

Giovanni Galiotto
ANPAC
non ci credo!!! non puo' essere l'anpac !!! e' di sicuro un falso ;-)))))
 
Certo che se ANPAC arriva a scrivere un comunicato del genere, la situazione di AZ deve essere davvero più che drammatica. E che non è più così automatico il dogma che per AZ ci sarà un futuro a prescindere da qualsiasi altra considerazione.
 
Stato
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