Thread Alitalia da settembre 2015


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
"Alitalia affossata da megalomani e raccomandati"

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alitalia-affossata-da-megalomani-e-raccomandati-2286869/

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su “Uomini & Business” con il titolo “Boiardi e raccomandati”.
Se c’è stata un’azienda disgraziata nel nostro paese, questa è l’Alitalia. Da sempre. Forse qualche volta ha fatto anche degli utili, ma non se ne ricorda più nessuno. Nel corso della mia attività avrò incontrato almeno una decina di presidenti dell’Alitalia. Cambiavano i ristoranti, ma il tema era sempre lo stesso, nei decenni: la compagnia è in crisi, che cosa possiamo fare per rimetterla in sesto? Ognuno, ovviamente, aveva un piano preciso, in apparenza diverso dai precedenti. In realtà erano tutti uguali: allarghiamo, nuove rotte, New York, la Cina, San Francisco, Los Angeles, e via di questo passo. Parevano non rendersi conto che avevano fra le mani una piccola avventura non chissà che cosa. Così la storia dell’Alitalia è andata sempre peggiorando.C’è stato un momento in cui sembrava vicino un accordo con Air France, ma subito sono esplosi gli appelli nazionalistici (con il terribile personale Alitalia in prima fila): non si può rinunciare a una compagnia tricolore. Naturalmente, ai dipendenti della patria importava pochissimo. Quello che interessava era non avere troppi cambiamenti in Alitalia. Fin quando era pubblica, si poteva fare un po’ quello che si voleva. Chiedere aumenti, scioperare un giorno sì e l’altro pure. A mandare a picco l’Alitalia hanno certamente contribuito una serie di manager megalomani. Ma non si può sorvolare sul fatto che anche i dipendenti hanno dato una mano. La loro arroganza è diventata negli anni proverbiale. Scioperi improvvisi, molte volte per cause futili, trattamento dei passeggeri al limite dell’offesa continua. E c’è una ragione per questi comportamenti assurdi: si sono sempre sentiti al di sopra di ogni regola. E per una ragione precisa. A Roma l’Alitalia, insieme alla Rai, è sempre stata un’azienda di raccomandati, cioè di parenti o amici di questo o di quello. Inoltre c’era un senso di intoccabilità: chi avrebbe mai osato disturbare l’Alitalia? Era o n0 la compagnia di bandiera? Alla fine lo Stato sarebbe comunque intervenuto e avrebbe sistemato ogni cosa. Come infatti è sempre successo. Aumenti di stipendio o orari di lavoro: in ogni vertenza hanno sempre vinto i dipendenti. Tanto, a pagare erano i soldi pubblici. E infatti si è visto la rabbia del personale (dalle hostess ai piloti) quando è apparso chiaro che lo Stato non poteva più pagare tutte quelle follie. Sit-in, conferenze stampa in tv, minacce. Ma il loro capolavoro è stato certamente l’affondamento dell’intesa con Air France. La trattativa con Air France, avviata dal buon Prodi, fu spedita in soffitta grazie proprio alla durissima opposizione dei dipendenti e alla fine Berlusconi tirò fuori il suo coniglietto: i “capitani coraggiosi”. Loro avrebbero salvato l’Alitalia, mantenuto alto il tricolore e l’orgoglio italiano, difeso l’occupazione. Naturalmente, a conti fatti, sono solo stati spesi altri miliardi pubblici, ma non è servito a niente: l’Alitalia è stata venduta agli emiri. Una parte dei dipendenti è finita in cassa integrazione, ma con trattamenti impensabili per altri lavoratori. Privilegiati fino alla fine. Nel frattempo, però, c’è stato un vorticoso giro di presidenti e manager. E questi hanno capito tutto subito. Hanno capito che l’Alitalia era una battaglia persa: in compenso poteva rendere un sacco di soldi (a loro). Si potevano acquistare altre piccole compagnie a prezzi folli e, sembra, si poteva fare anche un po’ di insider trading. Tutti giochi troppo scoperti. Indagini, tribunale e, finalmente, condanne. Per la prima volta, si è detto, i boiardi di Stato pagano. Errore: molti anni fa venne chiuso d’autorità l’Egam (ente gestione miniere) e il suo presidente spedito in galera. Però, in effetti, la cosa non si è mai più ripetuta. E invece ci sarebbe stato bisogno. (Dal “Quotidiano nazionale” del 29 settembre 2015 Ricordo di un amico per bene Fra tutti i presidenti ne ricordo uno solo che aveva capito come stavano le cose e me lo spiegò benissimo una sera nel suo ufficio, con pochissime parole. Era Carlo Verri, che veniva dall’industria privata: “Non c’è niente da fare. Questa azienda perde soldi e continuerà a perderne. Non esiste alcuna possibile ristrutturazione. Tutte le cose nuove che si vanno pensando alla fine produrranno nuove perdite”. Chiudiamo tutto e andiamo a casa? “No. La verità è che l’Italia non può reggere una compagnia aerea da sola. L’unica strada possibile è quella di mettere in piedi un consorzio europeo, visto che anche gli altri hanno i nostri stessi problemi”. Vuole far sparire l’Alitalia? “Ma no. La gente è affezionata alle proprie compagnie di bandiera, allora lasciamole. Ma “dietro” (acquisto di aerei, personale, addestramento, manutenzione, ecc.) facciamo tutto in società con gli altri”. Carlo Verri, ripeto, è l’unico in tanti anni che mi abbia fatto sull’Alitalia un discorso serio, realistico. Era disposto a “perdere sovranità”. E stava anche lavorando per fare questo famoso consorzio. Purtroppo, una sera, mentre era in macchina al telefono, è stato coinvolto in un tremendo incidente stradale e è morto poco dopo in ospedale. Eravamo nel novembre del 1989.
 
"Alitalia affossata da megalomani e raccomandati"

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alitalia-affossata-da-megalomani-e-raccomandati-2286869/

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su “Uomini & Business” con il titolo “Boiardi e raccomandati”.
Se c’è stata un’azienda disgraziata nel nostro paese, questa è l’Alitalia. Da sempre. Forse qualche volta ha fatto anche degli utili, ma non se ne ricorda più nessuno. Nel corso della mia attività avrò incontrato almeno una decina di presidenti dell’Alitalia. Cambiavano i ristoranti, ma il tema era sempre lo stesso, nei decenni: la compagnia è in crisi, che cosa possiamo fare per rimetterla in sesto? Ognuno, ovviamente, aveva un piano preciso, in apparenza diverso dai precedenti. In realtà erano tutti uguali: allarghiamo, nuove rotte, New York, la Cina, San Francisco, Los Angeles, e via di questo passo. Parevano non rendersi conto che avevano fra le mani una piccola avventura non chissà che cosa. Così la storia dell’Alitalia è andata sempre peggiorando.C’è stato un momento in cui sembrava vicino un accordo con Air France, ma subito sono esplosi gli appelli nazionalistici (con il terribile personale Alitalia in prima fila): non si può rinunciare a una compagnia tricolore. Naturalmente, ai dipendenti della patria importava pochissimo. Quello che interessava era non avere troppi cambiamenti in Alitalia. Fin quando era pubblica, si poteva fare un po’ quello che si voleva. Chiedere aumenti, scioperare un giorno sì e l’altro pure. A mandare a picco l’Alitalia hanno certamente contribuito una serie di manager megalomani. Ma non si può sorvolare sul fatto che anche i dipendenti hanno dato una mano. La loro arroganza è diventata negli anni proverbiale. Scioperi improvvisi, molte volte per cause futili, trattamento dei passeggeri al limite dell’offesa continua. E c’è una ragione per questi comportamenti assurdi: si sono sempre sentiti al di sopra di ogni regola. E per una ragione precisa. A Roma l’Alitalia, insieme alla Rai, è sempre stata un’azienda di raccomandati, cioè di parenti o amici di questo o di quello. Inoltre c’era un senso di intoccabilità: chi avrebbe mai osato disturbare l’Alitalia? Era o n0 la compagnia di bandiera? Alla fine lo Stato sarebbe comunque intervenuto e avrebbe sistemato ogni cosa. Come infatti è sempre successo. Aumenti di stipendio o orari di lavoro: in ogni vertenza hanno sempre vinto i dipendenti. Tanto, a pagare erano i soldi pubblici. E infatti si è visto la rabbia del personale (dalle hostess ai piloti) quando è apparso chiaro che lo Stato non poteva più pagare tutte quelle follie. Sit-in, conferenze stampa in tv, minacce. Ma il loro capolavoro è stato certamente l’affondamento dell’intesa con Air France. La trattativa con Air France, avviata dal buon Prodi, fu spedita in soffitta grazie proprio alla durissima opposizione dei dipendenti e alla fine Berlusconi tirò fuori il suo coniglietto: i “capitani coraggiosi”. Loro avrebbero salvato l’Alitalia, mantenuto alto il tricolore e l’orgoglio italiano, difeso l’occupazione. Naturalmente, a conti fatti, sono solo stati spesi altri miliardi pubblici, ma non è servito a niente: l’Alitalia è stata venduta agli emiri. Una parte dei dipendenti è finita in cassa integrazione, ma con trattamenti impensabili per altri lavoratori. Privilegiati fino alla fine. Nel frattempo, però, c’è stato un vorticoso giro di presidenti e manager. E questi hanno capito tutto subito. Hanno capito che l’Alitalia era una battaglia persa: in compenso poteva rendere un sacco di soldi (a loro). Si potevano acquistare altre piccole compagnie a prezzi folli e, sembra, si poteva fare anche un po’ di insider trading. Tutti giochi troppo scoperti. Indagini, tribunale e, finalmente, condanne. Per la prima volta, si è detto, i boiardi di Stato pagano. Errore: molti anni fa venne chiuso d’autorità l’Egam (ente gestione miniere) e il suo presidente spedito in galera. Però, in effetti, la cosa non si è mai più ripetuta. E invece ci sarebbe stato bisogno. (Dal “Quotidiano nazionale” del 29 settembre 2015 Ricordo di un amico per bene Fra tutti i presidenti ne ricordo uno solo che aveva capito come stavano le cose e me lo spiegò benissimo una sera nel suo ufficio, con pochissime parole. Era Carlo Verri, che veniva dall’industria privata: “Non c’è niente da fare. Questa azienda perde soldi e continuerà a perderne. Non esiste alcuna possibile ristrutturazione. Tutte le cose nuove che si vanno pensando alla fine produrranno nuove perdite”. Chiudiamo tutto e andiamo a casa? “No. La verità è che l’Italia non può reggere una compagnia aerea da sola. L’unica strada possibile è quella di mettere in piedi un consorzio europeo, visto che anche gli altri hanno i nostri stessi problemi”. Vuole far sparire l’Alitalia? “Ma no. La gente è affezionata alle proprie compagnie di bandiera, allora lasciamole. Ma “dietro” (acquisto di aerei, personale, addestramento, manutenzione, ecc.) facciamo tutto in società con gli altri”. Carlo Verri, ripeto, è l’unico in tanti anni che mi abbia fatto sull’Alitalia un discorso serio, realistico. Era disposto a “perdere sovranità”. E stava anche lavorando per fare questo famoso consorzio. Purtroppo, una sera, mentre era in macchina al telefono, è stato coinvolto in un tremendo incidente stradale e è morto poco dopo in ospedale. Eravamo nel novembre del 1989.

Deve essere brutto sentirsi in obbligo di scrivere un articolo, ma non avere niente ma niente ma niente da dire.
Forse è brutto anche invecchiare...
 
Deve essere brutto sentirsi in obbligo di scrivere un articolo, ma non avere niente ma niente ma niente da dire.
Forse è brutto anche invecchiare...

Ti concedo che l'articolo non parla di cose nuove, ma cos'e' che ti da fastidio in quella collezione di argomenti vecchi ma forse ancora un po' validi?
 
Ti concedo che l'articolo non parla di cose nuove, ma cos'e' che ti da fastidio in quella collezione di argomenti vecchi ma forse ancora un po' validi?

L'inutilità assoluta della pubblicazione, il rovistare nel purriginoso passato morto e fallito cercando uno stentato collegamento col presente, il fatto che di un articolo così se ne poteva davvero fare a meno, il fatto che un giornalista con una carriera alle spalle ne poteva davvero fare a meno, il fatto che nonostante tutto non ne abbia fatto a meno.
Poi per carità della FIAT che ha vissuto grazie alla cassa integrazione, della mafia che ormai è infiltrata a tutti i livelli, delle buone e ormai sparite mezze stagioni, della Salerno-Reggio Calabria, della nascita dell'uovo o della gallina, delle favolose mutande in quel di Tokyo possiamo sempre scrivere e parlare, ma è anche lecito per chi legge o ascolta annoiarsi e stufarsi. :)
 
Boiardi, politici e capitani coraggiosi: il folle banchetto che spolpò Alitalia

Credo che la recente sentenza penale in merito alle responsabilità della ex dirigenza AZ abbia aperto la porta a commenti di un certo tipo su testate nazionali e da parte di giornalisti in vista. Oggi su La Repubblica Alberto Statera ha scritto un pezzo su "Boiardi, politici e capitani coraggiosi: il folle banchetto che spolpò Alitalia", disponibile su http://www.repubblica.it/economia/2...to_che_spolpo_alitalia-123964516/?ref=HREC1-6 (per ora ci vuole l'abbonamento per leggere l'integrale).

Capisco che questi ricordi possano dare fastidio ad alcuni ma il metodo migliore per evitare di ripetere gli errori del passato è non dimenticarli e gli italiani spesso hanno la memoria corta. Senza contare che quando veniva fatta propaganda in senso opposto chi richiamava alla realtà era criticato come nemico della patria e degli onesti e laboriosi lavoratori, nonostante avesse ragione.
 
Re: Boiardi, politici e capitani coraggiosi: il folle banchetto che spolpò Alitalia

Credo che la recente sentenza penale in merito alle responsabilità della ex dirigenza AZ abbia aperto la porta a commenti di un certo tipo su testate nazionali e da parte di giornalisti in vista. Oggi su La Repubblica Alberto Statera ha scritto un pezzo su "Boiardi, politici e capitani coraggiosi: il folle banchetto che spolpò Alitalia", disponibile su http://www.repubblica.it/economia/2...to_che_spolpo_alitalia-123964516/?ref=HREC1-6 (per ora ci vuole l'abbonamento per leggere l'integrale).

Capisco che questi ricordi possano dare fastidio ad alcuni ma il metodo migliore per evitare di ripetere gli errori del passato è non dimenticarli e gli italiani spesso hanno la memoria corta. Senza contare che quando veniva fatta propaganda in senso opposto chi richiamava alla realtà era criticato come nemico della patria e degli onesti e laboriosi lavoratori, nonostante avesse ragione.

AZ LAI-CAI pensi possa servire come lezione per qualcuno?? Dai, siamo seri...
 
Re: Boiardi, politici e capitani coraggiosi: il folle banchetto che spolpò Alitalia

AZ LAI-CAI pensi possa servire come lezione per qualcuno?? Dai, siamo seri...

Il problema e' che io credo che siamo arrivati ben oltre al punto in cui alcunche' possa servire da lezione. Oramai tutto e' selettivo, memoria, vista, udito, ecc.
 
Ma tra tutte le destinazioni papabili...proprio Antigua era la priorita'!? Mah...


Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
 
Re: Boiardi, politici e capitani coraggiosi: il folle banchetto che spolpò Alitalia

Il problema e' che io credo che siamo arrivati ben oltre al punto in cui alcunche' possa servire da lezione. Oramai tutto e' selettivo, memoria, vista, udito, ecc.

Invece purtroppo una lezione esemplare: mai più far fallire una società a partecipazione pubblica, meglio buttar dentro altri soldi pubblici per non smuovere l'acqua che puzza.
 
In effetti sara' sicuramente cosi'...non vedo perche' non scriverlo nell'articolo pero', con tanto di TO.


Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.