SALDI DI FINE LEGISLATURA DALLA FIAT AD ALITALIA
Massimo Giannini
**** L’Alitalia prepara l’approdo infelice tra le braccia dello Stato. Come ha lasciato intendere l’ad Ragnetti, il 2013 sarà pessimo, il socio francese batte in ritirata, e il gruppo dei «patrioti della fenice» ha già pronte le valigie, visto che tra gennaio e ottobre scadrà definitivamente il «lockup » che li ha bloccati per tre anni, e che gli ha fatto perdere un mucchio di soldi. E allora, quale soluzione migliore se non quella di far intervenire il «soccorso rosso» della solita Cdp, attraverso il braccio operativo del Fondo Strategico? Muore così il sogno, costato 3 miliardi ai contribuenti, di salvare l’italianità della compagnia tricolore con una finta privatizzazione, patrocinata a suo tempo dal governo Berlusconi e da Banca Intesa. Auguri a Passera. **** 17 dicembre 2012
http://www.repubblica.it/economia/
Non credo sia così facile.
Questo è l'art.4 dello Statuto del Fondo Strategico:
Articolo 4 – Obiettivi e requisiti degli investimenti della società
4.1. La società si propone di investire in imprese al fine della creazione di valore per i suoi
azionisti mediante la crescita dimensionale, il miglioramento dell’efficienza operativa, l'aggregazione, l’accrescimento della competitività, a livello internazionale, delle imprese oggetto di investimento.
4.2. Le imprese oggetto di investimento dovranno essere in una stabile situazione di equilibrio finanziario, economico e patrimoniale, nonchè caratterizzate da adeguate prospettive di redditività e con significative prospettive di sviluppo, idonee a generare valore per gli investitori.
4.3. Nello svolgimento della propria attività la società si propone di operare come investitore finanziario orientato a un adeguato ritorno economico e patrimoniale del proprio investimento in linea con il mercato, senza acquisire, di norma, il controllo di fatto o di diritto delle imprese nelle quali investe, fatte salve (i) le ipotesi di imprese operanti in regime di monopolio naturale o nel settore delle infrastrutture o delle reti, per le quali il controllo potrà eventualmente essere acquisito con l’obbiettivo di assicurare l’accesso su un piano di parità e senza discriminazioni di tutti gli operatori del mercato nonché (ii) le ipotesi in cui le acquisizioni siano giustificate da particolari situazioni, di natura tendenzialmente transitoria, con riguardo alle quali l’organo deliberante deve formulare adeguate motivazioni al momento dell’assunzione della decisione.
I requisiti di cui sopra devono essere presenti e documentati al momento in cui l’operazione è deliberata dal consiglio di amministrazione della società; restano fermi i requisiti economico-patrimoniali dell’investimento.
Visto che il FS è in larga maggioranza nelle mani del Ministero dell'Economia (attraverso CDP e Fintecna), l'acquisto di quote AZ si configurerebbe sicuramente come aiuto si stato agli occhi di Bruxelles, visto che purtroppo di equilibrio economico-finanziario nella compagnia italiana non c'è traccia e il presunto investimento sarebbe semplicemente un ennesimo salvataggio con i soldi pubblici. In questo caso costituiti in larga misura dal risparmio postale degli italiani.
Ma anche ammesso che a dispetto della legge (e del buon senso) venisse orchestrata una simile sciagurata operazione, quale sarebbe lo scopo? Tirare a campare ancora qualche anno sborsando qualche centinaio di M€ a fondo perduto?