Thread Alitalia/Cai 4 novembre

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ma questi riescono ancora a fare i difficili dopo che per anni gli hanno dato soldi a palate a fondo perduto ? :morto:
 
Martedì 4 Novembre 2008, 12:21

Di Pietro: reagire a Cai fermando gli aerei

ROMA (MF-DJ)--Antonio Di Pietro sostiene i sindacati autonomi nella loro resistenza a Cai. "Alitalia non e' un affare di famiglia" afferma il leader dell'Idv ai microfoni di Sky Tg24, per cui bisogna reagire "nell'unico modo possibile, fermando gli aerei".

Di Pietro si rivolge al presidente di Cai, Roberto Colaninno, invitandolo a "capire che qualche decina di migliaia di persone non sono una cosa usa e getta e che Alitalia e' un servizio di trasporto che interessa al Paese e non un affare di famiglia". Secondo Di Pietro "non e' violentando i lavoratori" che si possono risolvere i problemi.

L'ex ministro delle Infrastrutture replica poi al suo successore, Altero Matteoli, il quale aveva avvisato che non ci sara' la cassa integrazione per quei dipendenti che rifiutano di sottoscrivere il contratto Cai, dicendo che "in un stato di diritto, Matteoli dovrebbe finire direttamente davanti al Tribunale dei ministri per estorsione aggravata nei confronti dei lavoratori".
 
Questa sarebbe un' autentica truffa. Fantozzi potrebbe benissimo vendere gli slot a Heathrow e Narita, incassando un sacco di soldi per ripagare parte dei debiti.
[FONT=Verdana, sans-serif]Concordo, se CAI non acquista quegli slot non potranno atterrare ne a LHR ne a NRT. Se Fantozzi glieli “regala” l'EU gli fa un mazzo tondo tondo.[/FONT]

[FONT=Verdana, sans-serif]Inoltre, non essendoci continuità aziendale, CAI dovrebbe essere una “new entry” sugli scali a concessione (anche LIN). Semprechè non sussistano eccezioni al riguardo, credo si dovrà mettere in fila come tutti per partecipare all'assegnazione del 50% degli slot allocabili (incluso quelli ceduti da AZ non più in attività).[/FONT]


[FONT=Verdana, sans-serif]NEW ENTRY[/FONT]
[FONT=Verdana, sans-serif]Article 10(6) of the Regulation provides that slots placed in the pool set up by the coordinator [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]in accordance with Article 10(1) must be distributed among applicant air carriers. 50% of [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]these slots must first be allocated to new entrants, as defined by Article 2(b), unless requests [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]by new entrants are less than 50%. The coordinator must treat the requests of new entrants [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]and other carriers fairly, in accordance with the coordination periods of each scheduling day.[/FONT]
[FONT=Verdana, sans-serif]The question has been raised whether the obligation laid upon the coordinator to allocate the [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]slots from the pool on a precise 50/50 basis, as provided for in Article 10(6), relates only to [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]the initial allocation from the pool about four months before the start of the relevant summer [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]and winter scheduling seasons, or whether this also applies throughout the scheduling season.[/FONT]
[FONT=Verdana, sans-serif]It has been argued that Article 10(6) relates only to the initial allocation from the pool and that [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]thereafter coordinators could seek to provide a broadly balanced allocation at their own [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]discretion.[/FONT]
[FONT=Verdana, sans-serif]The Commission observes that the Regulation, neither in Article 10(6) nor in any other [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]provision, limits the scope of this Article to the initial allocation of slots prior to each [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]scheduling season. The Commission, therefore, is of the view that the provisions of Article [/FONT][FONT=Verdana, sans-serif]10(6) should be applied permanently and continuously, throughout the scheduling seasons.[/FONT]
 
Martedì 4 Novembre 2008, 13:33

Scajola: non c'e' piu' spazio per altre mediazioni

Hanoi, 4 nov. (Adnkronos) - ''Le risorse sono in via di esaurimento, il marchio si sta svalutando giorno per giorno in tutto il mondo e quindi abbiamo assoluta urgenza di fare decollare la nuova compagnia. Tutto cio' che era trattativa, consultazione opera di mediazione e' stato fatto. Ed ora qualsiasi cosa si facesse anche solo per ritoccare una virgola, potrebbe compromettere in via definitiva la nuova Alitalia''. Ad affermarlo, riferendosi alle richieste di convocazione dei sindacati autonomi di Alitalia che hanno detto no al piano della Cai, e' il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.
''E' arrivata un'offerta vincolante al commissario Fantozzi da parte di Cai -dice durante una pausa dei lavori relativi alla missione in Vietnam- in queste ore Banca Leonardo sta predisponendo le carte per una valutazone di congruita'. Nessun'altra offerta e' pervenuta anzi, questa e' stata piu' volte recuperata per i capelli. L'ultima volta pochi giorni fa''.
Secondo il ministro, con il via a nuove trattative ''la compagnia andrebbe inevitabilmente incontro al fallimento e l'Italia verrebbe privata della sua compagnia di bandiera. Mandando allo sbando migliaia di lavoratori. Certo, non si puo' garantire lavoro a tutti, ma il piano Cai garantisce di partenza che l'Italia avra' una compagnia nazionale, con un piano industriale serio e portera' a qualita' il servizio italiano assorbendo 12500 lavoratori e salvaguardando importanti professionalita'. Di fronte a cio' non c'e' spazio per altro se non accelerare il decollo da parte nostra saremo celerissimi a dare le autorizzazioni necessarie di volta in volta per assicurare il decollo''. Quanto alla scelta del partner straniero ''E' una valutazione aziendale, di scenario, economica e quindi demandata agli azionisti''.
 
Domandona da 10000000 di Euro (anche se un po' fuori OT)

Mi piacerebbe sapere come Colaninno & Soci più tutta la masnada di 180 personaggi politici, amici, parenti, affini, vari ed eventuali sono giunti in quel di Hanoi (Vietnam). 738 di FR per testarne la bontà dei piloti?io un'idea l'avrei...:diavoletto:

Colaninno l'aveva già detto qualche tempo fa: " Ora per andare in Vietnam sono costretto a fare scalo a Parigi e volare poi con AirFrance...fra qualche anno vorrei che con la Nuova Alitalia non si debba essere più costretti a fare ciò"
 
Martedì 4 Novembre 2008, 12:21

Di Pietro: reagire a Cai fermando gli aerei

ROMA (MF-DJ)--Antonio Di Pietro sostiene i sindacati autonomi nella loro resistenza a Cai. "Alitalia non e' un affare di famiglia" afferma il leader dell'Idv ai microfoni di Sky Tg24, per cui bisogna reagire "nell'unico modo possibile, fermando gli aerei".

Di Pietro si rivolge al presidente di Cai, Roberto Colaninno, invitandolo a "capire che qualche decina di migliaia di persone non sono una cosa usa e getta e che Alitalia e' un servizio di trasporto che interessa al Paese e non un affare di famiglia". Secondo Di Pietro "non e' violentando i lavoratori" che si possono risolvere i problemi.

L'ex ministro delle Infrastrutture replica poi al suo successore, Altero Matteoli, il quale aveva avvisato che non ci sara' la cassa integrazione per quei dipendenti che rifiutano di sottoscrivere il contratto Cai, dicendo che "in un stato di diritto, Matteoli dovrebbe finire direttamente davanti al Tribunale dei ministri per estorsione aggravata nei confronti dei lavoratori".

ci macava solo questo becero personaggio,quando metteva lui in galera,qualquno mi pare ci abbia lasciato anche le "penne" gli innocenti non li trattava come oggetti usa e getta,lui non violentava le gente NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!e parla pure di stato di diritto,proprio lui che essendo stato magistrato dovrebbe ben sapere cosa è lo "stato di diritto",lui non faceva un'uso criminoso dei suoi poteri ma criminale....................bhè certo evidentemente era anche lui un vil servitore di potente padrone.
 
si billy certo e' semplice mettere un volo italia-hanoi di sicuro renderebbe un sacco :D ma cosa gli dice il cervello a questi
 
Martedì 4 Novembre 2008, 12:21

Di Pietro: reagire a Cai fermando gli aerei

ROMA (MF-DJ)--Antonio Di Pietro sostiene i sindacati autonomi nella loro resistenza a Cai. "Alitalia non e' un affare di famiglia" afferma il leader dell'Idv ai microfoni di Sky Tg24, per cui bisogna reagire "nell'unico modo possibile, fermando gli aerei".

Di Pietro si rivolge al presidente di Cai, Roberto Colaninno, invitandolo a "capire che qualche decina di migliaia di persone non sono una cosa usa e getta e che Alitalia e' un servizio di trasporto che interessa al Paese e non un affare di famiglia". Secondo Di Pietro "non e' violentando i lavoratori" che si possono risolvere i problemi.

L'ex ministro delle Infrastrutture replica poi al suo successore, Altero Matteoli, il quale aveva avvisato che non ci sara' la cassa integrazione per quei dipendenti che rifiutano di sottoscrivere il contratto Cai, dicendo che "in un stato di diritto, Matteoli dovrebbe finire direttamente davanti al Tribunale dei ministri per estorsione aggravata nei confronti dei lavoratori".

Ancora una volta la politica vuole entrare inopinatamente nelle questioni di AZ...speriamo che Colaninno e Co. tengano duro per dare un esempio storico.
 
[Scajola] Quanto alla scelta del partner straniero ''E' una valutazione aziendale, di scenario, economica e quindi demandata agli azionisti''.
Affermazione demente.

Non c' è nulla di più strategico della scelta del partner straniero, da essa dipende il futuro dei collegamenti intercontinentali dall' Italia, che sono strategici nell' incessante progredire della globalizzazione.

Governi intelligenti come l' olandese e lo svizzero hanno posto chiari paletti riguardo ai collegamenti intercontinentale nella vendita delle rispettive compagnie di bandiera, il futuro dell' aviazione italiana non può dipendere soltanto dalle convenienze di Colaninno, un uomo che ha già al suo attivo il suicidio dell' Italia nelle telecomunicazioni.

Fool me once, shame on you. Fool me twice, shame on me!
 
puo' essere ma dopo una prima fase di start-up dove i flussi possono anche essere discreti chi lo tiene in piedi un MXP/FCO-HAN ? E quanta domanda esiste dal Vietnam verso l'Italia ?
 
Le quattro ore di assemblea di piloti, hostess e personale di terra
"Il governo vuole mettere in ginocchio tutti i lavoratori, non solo noi"

Tra i ribelli di Fiumicino
"Pronti a bloccare i voli"

"Qui dobbiamo svegliarci, fare casino altrimenti 'ce se magnano'"


di LUCIO CILLIS
ROMA - Andrea non sembra interessato al destino di Alitalia. Eppure è lì anche lui, nella sala mensa di Fiumicino dove dalle 14,30 iniziano a confluire piloti in maniche di camicia, hostess in jeans attillati, dipendenti di terra con la passione della moto e il braccio infilato nel casco. C'è anche il personale in divisa che attende l'inizio dell'assemblea fissato per le 15. Ci sono piloti con la camicia bianca e la giacca appoggiata su una sedia sgangherata, le hostess in tailleur verde che si salutano. Dietro i sorrisi, però, c'è rabbia, tensione.

Le piste non sono lontane, e nonostante la crisi, sia pur con fatica, la ragnatela dei voli Alitalia regge. Alcuni dipendenti vanno di fretta, salutano alla spicciolata: "Prendo servizio tra poco, mi dispiace" dice ad un gruppetto di colleghi una assistente di volo sui trent'anni che trascina un trolley. Lei, capelli scuri e ben curati, quasi si commuove nell'imboccare l'uscita lasciando ad altri l'onere di una decisione.

Andrea, nel frattempo, si muove freneticamente sul suo passeggino blu. Ha due anni. Come tanti compagni di avventure presenti lì, pensa solo a giocare mentre altri bimbi si rincorrono in uno spazio delimitato da tante mamme in divisa. Il piccolo piange, in mezzo al frastuono dei megafoni e delle voci di fondo di circa 2mila dipendenti della Magliana che a gruppetti divisi per categorie, discutono animatamente del loro incerto futuro.

Ecco un'altra "mamma volante", di quelle che Cai, secondo l'accusa, preferirebbe non assumere per non avere problemi. Ha in braccio una bimba piccola: "Sta qui con me, certo, non potevo fare altrimenti..." dice. Piloti, hostess, steward e tecnici cominciano ad applaudire. Chiedono che inizi l'assemblea della resa dei conti, quella che deve sancire la separazione ormai conclamata con i confederali e spiegare cosa sta succedendo. Qui, nella mensa, uno stanzone vissuto e dall'igiene in bilico, con i tavoli di plastica consumata dal tempo, si sono viste decine di crisi Alitalia.

Questa è anche l'assemblea che vuole scegliere in che modo rispondere a Cai e al governo. Magari con le maniere forti, come chiede qualcuno: "Aho - dice un pilota col fisico da rugbista, puntando il dito dritto sulla faccia di un collega - ma che cazzo dici? Calmi? Qui dobbiamo svegliarci, fare casino altrimenti ce se magnano. Capito?". La tensione è palpabile. E le mani ad un certo punto cominciano ad alzarsi e ci scappa, in mezzo alla calca, una mezza rissa, subito sedata. Segno di una rabbia e un malcontento di cui si dovrà tenere conto per evitare il collasso del sistema aereo nazionale.

Qui, è bene dirlo, i giornalisti non sono ben visti, men che meno ammessi a partecipare. Sono quasi tutti relegati all'esterno. Qualcuno (una donna) urla: "Se ne trovate (giornalisti) fateli uscire a costo di spingerli per le scale, ci hanno disegnato come una categoria di privilegiati". No, non è così, e non possono certo fare scandalo i 1.300 euro al mese che in media - piloti esclusi - guadagna un dipendente Alitalia. Sono passate le 15.30 e finalmente inizia il confronto più aspro che la storia della Magliana possa ricordare.

Uno ad uno, parlano tutti i rappresentanti delle sigle autonome che hanno girato le spalle a Berlusconi e agli schemi contrattuali proposti da Cai. Fischi e parolacce non mancano quando si parla dei confederali. Voci dal palco: "La Cgil? Ci deve ripensare, deve fare un passo indietro e venire con noi". Applausi a scena aperta. Ci sono due anime tra la folla che partecipa. C'è chi, tra gli arrabbiati, vorrebbe "il blocco entro 24 ore" e chi più freddo, dall'alto di una carriera decennale in cabina, chiede calma: "Quella calma che ci hanno insegnato a mettere in moto prima di reagire". Sul palco improvvisato, nascosto da centinaia di teste, prende posto Massimo Muccioli il presidente di Anpav, una sigla degli assistenti di volo. Non riesce a far sentire voce e ragioni: viene subissato da fischi e improperi. Allora urla anche lui per farsi sentire ma il dialogo è interrotto e lascia amareggiato la sala. Il fronte del no perde un pezzo su cinque sigle.

Cominciano a fioccare gli interventi. Un addetto di terra, in particolare, punta l'indice sul governo Berlusconi "che vuole fare carne di porco della categoria e del lavoro in Italia, non solo qui alla Magliana". E lamenta anche "il totale disinteresse verso i colleghi precari e quelli dell'indotto che non percepiscono già dal mese scorso lo stipendio". Duro l'Sdl e anche i piloti Fabio Berti e Massimo Notaro, Antonio Divietri di Avia e tutti gli altri leader autonomi che riescono a tenere a bada, anche se per i capelli, l'assemblea. Ma alla fine, dopo 4 ore, il popolo di Alitalia è su una rotta ben definita: le parole magiche sono "mobilitazione", "assemblee", "condivisione" con i colleghi delle prossime mosse. Che si preannunciano amare per tutti, passeggeri compresi.

(4 novembre 2008)
la Repubblica
 
Le quattro ore di assemblea di piloti, hostess e personale di terra
"Il governo vuole mettere in ginocchio tutti i lavoratori, non solo noi"

Tra i ribelli di Fiumicino
"Pronti a bloccare i voli"

"Qui dobbiamo svegliarci, fare casino altrimenti 'ce se magnano'"

Qui tutti stanno dando i numeri! Nell'azienda in cui lavoro abbiamo chiuso i magazzine in quanto l'abbiamo esternalizzati, una cinquantina di persone in tutta Europa han perso il lavoro ma non c'era tutto 'sto caos. A me spiace che la gente perda il lavoro ma non si può bloccare tutto in questo modo!
 
Comunque ragazzi questa è tutta una sceneggiata finalizzza a creare i presupposti per il colpo di teatro di Silvio che potrà così erigersi a salvatore della compagnia.

Fantozzi dirà che non può vendere a Cai perchè l'offerta è insufficiente in quanto ovviamente gli slot non valgono zero e dovrà chiedere il fallimento.

A quel punto arriverà il buon Silvio che dirà GHE PENSI MI.

E a quel punto i piloti si riabiliteranno mettendo a disposizione del salvataggio di Silvio il loro TFR in cambio di azioni e così avranno legittimato le nuove richieste.

Tutto è scritto!



E Claudia dice: stiamo monitorando la situazione con grande interesse:D:D:D:D:D:D:D:D:D

Ciok, a parte la battuta iniziale, ho una domanda per te (senza polemica).
Ma tu questa cosa dell'intrvento pubblico la scrivi in continuazione perchè hai delle notizie certe o perchè ci speri ?
Io la vedo veramente dura.
L'UE non farà mai passare un intervento pubblico nella nuova CAI.
Ciao
Daniel
 
Stato
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