http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200802articoli/30507girata.asp
Da La Stampa
Test inglese, l’esplosivo
supera tutti i controlli
MARIA CHIARA BONAZZI
LONDRA
Sono inodori e incolori, come l'acqua. Ne bastano 400 millilitri e quattro terroristi che s’imbarcassero sullo stesso volo potrebbero riuscire, senza destar sospetti, ad aggirare la regola che consente di imbarcare liquidi fino a 100 millilitri nel bagaglio a mano. Mescolate in una bottiglietta d'acqua acquistata dopo aver passato il check-in, le tanto letali quanto banali sostanze chimiche diventerebbero una bomba in grado di far esplodere la fusoliera dell'apparecchio. Morale: i controlli di sicurezza agli aeroporti sono una farsa.
Detto e sperimentato da un esperto di esplosivi inglese per un documentario andato in onda su Channel 4, in collaborazione con il quotidiano londinese Evening Standard. Sidney Alford ha dato una dimostrazione convincente delle lacune disastrose di cui Al-Qaeda potrebbe approfittare. Il suo ordigno, detonato su un Boeing in disuso in un campo d'aviazione nello Hampshire, ha squarciato il fianco della fusoliera, provocando un buco di due metri in grado di disintegrare qualunque aereo in quota. L’aereo in disuso è stato totalmente devastato dalle fiamme.
Norme troppo morbide
Sventato nell'agosto di due anni fa, il complotto internazionale delle bombe liquide (il principale sospettato, poi arrestato in Pakistan, è sfuggito alle guardie ed è latitante) aveva fatto scattare il divieto di portare liquidi a bordo. Ma da quando le norme sono state ammorbidite, le code cui i passeggeri continuano a sottoporsi rischiano di diventare inutili: questi controlli non bastano più, il pericolo è ritornato.
«I terroristi potrebbero facilmente fabbricare un ordigno come questo - spiega Alford, titolare di una ditta specializzata nella fabbricazione di contrordigni che hanno salvato molte vite in Iraq - potrebbero procurarsi senza difficoltà i liquidi che non sono controllati in modo severo». Il detonatore che ha prodotto l'esplosione dell'esperimento era di tipo commerciale. Secondo Alford sarebbe possibile ottenere lo stesso effetto con un congegno artigianale nascosto in un cellulare o in un iPod. Il cronista dell'Evening Standard, Andrew Gilligan, scrive che nessuna delle parti coinvolte nella produzione del documentario ha la minima intenzione di rivelare quali siano le sostanze chimiche in questione, per evitare di dare la ricetta della bomba ai terroristi.
Nel frattempo si levano altre voci preoccupate per quella che definiscono l'inefficacia delle misure di sicurezza negli aeroporti. Philip Baum, direttore della rivista «International journal of aviation security», è convinto che molti dei controlli siano «una sceneggiata» e che gli scanner ai raggi X non siano affidabili: «Non riesco a pensare a un solo esempio di una bomba trovata usando solo una macchina ai raggi X. Code interminabili di persone si sottopongono a controlli di dubbia utilità».
Perquisizioni inutili
Baum rivela un esperimento: «Abbiamo fatto passare una donna, che aveva indosso tutti i componenti di un ordigno esplosivo, attraverso 24 aeroporti. In ciascuno di essi la donna ha fatto scattare il metal detector ed è stata sottoposta a una perquisizione manuale. Neppure uno di questi componenti è mai stato individuato durante queste 24 perquisizioni». E nel 27% dei casi gli addetti alla sicurezza non si sono accorti che nel bagaglio a mano c'erano armi oppure ordigni già assemblati.
Baum sottolinea che nei terminal dovrebbero sempre esserci esperti dell’antiterrorismo addestrati a individuare comportamenti sospetti nei passeggeri, con software per analizzare lo stress nella voce: «Dobbiamo concentrarci di più sul comportamento, la persona con intenti maligni dà sempre segni di nervosismo».
Da La Stampa
Test inglese, l’esplosivo
supera tutti i controlli
MARIA CHIARA BONAZZI
LONDRA
Sono inodori e incolori, come l'acqua. Ne bastano 400 millilitri e quattro terroristi che s’imbarcassero sullo stesso volo potrebbero riuscire, senza destar sospetti, ad aggirare la regola che consente di imbarcare liquidi fino a 100 millilitri nel bagaglio a mano. Mescolate in una bottiglietta d'acqua acquistata dopo aver passato il check-in, le tanto letali quanto banali sostanze chimiche diventerebbero una bomba in grado di far esplodere la fusoliera dell'apparecchio. Morale: i controlli di sicurezza agli aeroporti sono una farsa.
Detto e sperimentato da un esperto di esplosivi inglese per un documentario andato in onda su Channel 4, in collaborazione con il quotidiano londinese Evening Standard. Sidney Alford ha dato una dimostrazione convincente delle lacune disastrose di cui Al-Qaeda potrebbe approfittare. Il suo ordigno, detonato su un Boeing in disuso in un campo d'aviazione nello Hampshire, ha squarciato il fianco della fusoliera, provocando un buco di due metri in grado di disintegrare qualunque aereo in quota. L’aereo in disuso è stato totalmente devastato dalle fiamme.
Norme troppo morbide
Sventato nell'agosto di due anni fa, il complotto internazionale delle bombe liquide (il principale sospettato, poi arrestato in Pakistan, è sfuggito alle guardie ed è latitante) aveva fatto scattare il divieto di portare liquidi a bordo. Ma da quando le norme sono state ammorbidite, le code cui i passeggeri continuano a sottoporsi rischiano di diventare inutili: questi controlli non bastano più, il pericolo è ritornato.
«I terroristi potrebbero facilmente fabbricare un ordigno come questo - spiega Alford, titolare di una ditta specializzata nella fabbricazione di contrordigni che hanno salvato molte vite in Iraq - potrebbero procurarsi senza difficoltà i liquidi che non sono controllati in modo severo». Il detonatore che ha prodotto l'esplosione dell'esperimento era di tipo commerciale. Secondo Alford sarebbe possibile ottenere lo stesso effetto con un congegno artigianale nascosto in un cellulare o in un iPod. Il cronista dell'Evening Standard, Andrew Gilligan, scrive che nessuna delle parti coinvolte nella produzione del documentario ha la minima intenzione di rivelare quali siano le sostanze chimiche in questione, per evitare di dare la ricetta della bomba ai terroristi.
Nel frattempo si levano altre voci preoccupate per quella che definiscono l'inefficacia delle misure di sicurezza negli aeroporti. Philip Baum, direttore della rivista «International journal of aviation security», è convinto che molti dei controlli siano «una sceneggiata» e che gli scanner ai raggi X non siano affidabili: «Non riesco a pensare a un solo esempio di una bomba trovata usando solo una macchina ai raggi X. Code interminabili di persone si sottopongono a controlli di dubbia utilità».
Perquisizioni inutili
Baum rivela un esperimento: «Abbiamo fatto passare una donna, che aveva indosso tutti i componenti di un ordigno esplosivo, attraverso 24 aeroporti. In ciascuno di essi la donna ha fatto scattare il metal detector ed è stata sottoposta a una perquisizione manuale. Neppure uno di questi componenti è mai stato individuato durante queste 24 perquisizioni». E nel 27% dei casi gli addetti alla sicurezza non si sono accorti che nel bagaglio a mano c'erano armi oppure ordigni già assemblati.
Baum sottolinea che nei terminal dovrebbero sempre esserci esperti dell’antiterrorismo addestrati a individuare comportamenti sospetti nei passeggeri, con software per analizzare lo stress nella voce: «Dobbiamo concentrarci di più sul comportamento, la persona con intenti maligni dà sempre segni di nervosismo».