Sigonella


Ma sì, defence, combat, che vuoi che sia. L'importante è che la cospirazione del Priorato di Sion sia stata scoperta.

si tratta di avere aerei "on station" in caso di presenza di aerei "nemici" la CAP è un pattugliamento aereo in zona di combattimento in caso qualcuno intenda attacare, cambia solo come si vogliono chiamare , lo scopo è il medesimo, non sono mai stato un fanatico delle cospirazioni, me hai additato tu così, poi di inviterei ad avere un dilago più rispettoso, io non mi sono rivolto così nei tuoi confronti.
Ma quindi queste missioni erano autorizzate dal governo italiano o no? questo è il punto....
 
si tratta di avere aerei "on station" in caso di presenza di aerei "nemici" la CAP è un pattugliamento aereo in zona di combattimento in caso qualcuno intenda attacare, cambia solo come si vogliono chiamare , lo scopo è il medesimo, non sono mai stato un fanatico delle cospirazioni, me hai additato tu così, poi di inviterei ad avere un dilago più rispettoso, io non mi sono rivolto così nei tuoi confronti.
Ma quindi queste missioni erano autorizzate dal governo italiano o no? questo è il punto....

Gentiloni ha dichiarato in Parlamento che l'uso delle basi in Italia era permesso purché da tali basi non decollassero aerei che avrebbero poi partecipato ai bombardamenti sulla Siria. Tecnicamente quindi l'utilizzo di Aviano ha rispettato al 100% le richieste del Governo italiano (e le avrebbe rispettate anche se quei velivoli avessero abbattuto, difendendosi, un aereo ostile siriano)
 
Buongiorno, una curiosità che mi è venuta leggendo i quotidiani.
Gli USA in vista delle tensioni in Siria, stanno mobilitando anche le forze aeree, tra cui Sigonella.
Domanda: ma devono chiedere un permesso /autorizzazione al Governo Italiano prima di qualsiasi mobilitazione?
Grazie


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Il tema è assai complesso ed è stato approfondito dalla dottrina, ma non tanto quanto in verità meriterebbe.

La questione centrale non è tanto l'extraterritorialità delle basi, la misura della sovranità o il contenuto dei trattati coperti da segreto, bensì un'altra, apparentemente una sfumatura ma invece cruciale: l'utilizzo delle basi situate in territorio italiano da parte di forze armate estere per compiere operazioni aventi un grado di uso della forza tale da qualificare il fatto come atto di guerra, costituisce o non costituisce una forma di concorso da parte dell'Italia nell'atto di guerra?

In caso positivo, è compatibile con il dettato costituzionale? quali sono le procedure da adottare e gli organi competenti?

La maggior parte della dottrina ritiene che sia una forma di concorso e che l'organo competente sia in prima battuta il governo ed in seconda il parlamento, con il consiglio supremo di difesa ed il presidente della repubblica a svolgere un ruolo non codificato di "garante".

In realtà, la prassi ha preso altre pieghe. Negli ultimi anni in particolare, anche per quanto riguarda l'impiego diretto di forze armate italiane in contesti di guerra all'estero.

p.s.
Che ricordi.... era l'argomento della mia tesi di laurea!
 
Il tema è assai complesso ed è stato approfondito dalla dottrina, ma non tanto quanto in verità meriterebbe.

La questione centrale non è tanto l'extraterritorialità delle basi, la misura della sovranità o il contenuto dei trattati coperti da segreto, bensì un'altra, apparentemente una sfumatura ma invece cruciale: l'utilizzo delle basi situate in territorio italiano da parte di forze armate estere per compiere operazioni aventi un grado di uso della forza tale da qualificare il fatto come atto di guerra, costituisce o non costituisce una forma di concorso da parte dell'Italia nell'atto di guerra?

In caso positivo, è compatibile con il dettato costituzionale? quali sono le procedure da adottare e gli organi competenti?

La maggior parte della dottrina ritiene che sia una forma di concorso e che l'organo competente sia in prima battuta il governo ed in seconda il parlamento, con il consiglio supremo di difesa ed il presidente della repubblica a svolgere un ruolo non codificato di "garante".

In realtà, la prassi ha preso altre pieghe. Negli ultimi anni in particolare, anche per quanto riguarda l'impiego diretto di forze armate italiane in contesti di guerra all'estero.

p.s.
Che ricordi.... era l'argomento della mia tesi di laurea!

Non ho ben capito il post. Giuridicamente il problema della classificazione delle attività operative e di combattimento come operazioni militari di lotta al terrorismo/peace enforcement/civilian protection/ecc.ecc. di fatto risolve il problema per quanto concerne il dettato costituzionale. Abbiamo partecipato a bombardamenti sulla Serbia, sul Kosovo, sull'Iraq, sull'Afghanistan, e condotto missioni combat un po' dappertutto, senza che mai di fatto si ponesse il problema.
Non ho poi capito a cosa ti riferisci quando dici che la prassi nella gestione delle operazioni militari ha preso un'altra piega.
 
si tratta di avere aerei "on station" in caso di presenza di aerei "nemici" la CAP è un pattugliamento aereo in zona di combattimento in caso qualcuno intenda attacare, cambia solo come si vogliono chiamare , lo scopo è il medesimo, non sono mai stato un fanatico delle cospirazioni, me hai additato tu così, poi di inviterei ad avere un dilago più rispettoso, io non mi sono rivolto così nei tuoi confronti.
Ma quindi queste missioni erano autorizzate dal governo italiano o no? questo è il punto....

Secondo me non hai ben chiaro il perchè le chiamano in modo diverso.
Non si tratta poi di missioni che autorizza il governo italiano, che non ha alcuna autorità sulle forze USA, ma di missioni compatibili con quanto previsto dai bilaterali.
 
Helicopter.jpg


Questa invece è una foto scattata vicino a Camp Ederle. Un elicottero americano si è alzato senza autorizzazione italiana, e poco dopo Pelush insieme a un collega lo hanno abbattuto dal tetto della vicina Conad di Viale Carducci, posando poi col trofeo.

Vedo solo ora: spettacolo.
 
Serbia, Kosovo

Approfittando dell’OT militare/Balcani —

Leggevo un paio di settimane fa su di un giornale locale (Sarajevo) di una visita da parte del Gen. Graziano a Sarajevo, appunto. Non sapevo che l’Italia partecipasse a missioni in Bosnia (dopo quelle dei ‘90), anche se vedo spesso mezzi EUFOR a Sarajevo (ed appunto ignoravo il fatto che l’Italia ne facesse parte).

G
 
Approfittando dell’OT militare/Balcani —

Leggevo un paio di settimane fa su di un giornale locale (Sarajevo) di una visita da parte del Gen. Graziano a Sarajevo, appunto. Non sapevo che l’Italia partecipasse a missioni in Bosnia (dopo quelle dei ‘90), anche se vedo spesso mezzi EUFOR a Sarajevo (ed appunto ignoravo il fatto che l’Italia ne facesse parte).

G

Dubbi:
https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/Pagine/OperazioniMilitari.aspx

Fine OT per me
 
Non ho ben capito il post. Giuridicamente il problema della classificazione delle attività operative e di combattimento come operazioni militari di lotta al terrorismo/peace enforcement/civilian protection/ecc.ecc. di fatto risolve il problema per quanto concerne il dettato costituzionale. Abbiamo partecipato a bombardamenti sulla Serbia, sul Kosovo, sull'Iraq, sull'Afghanistan, e condotto missioni combat un po' dappertutto, senza che mai di fatto si ponesse il problema.
Non ho poi capito a cosa ti riferisci quando dici che la prassi nella gestione delle operazioni militari ha preso un'altra piega.

Scrissi 300 pagine circa, un anno di lavoro, mi lessi pure tutti gli stenografici dei lavori parlamentari. Il lavoro si concentrava sui casi del primo conflitto iracheno, del Kosovo e dell’Afghanistan (accaduto proprio in corso di stesura).
I tre fatti sono stati ricondotti dalla dottrina alla definizione che di guerra da’ la costituzione, a differenza di tutti quelli che li hanno preceduti.
La gran parte dei costituzionalisti li ha definiti come eventi di rottura del principio costituzionale, così come una buona parte degli internazionalisti.
Chi ( pochi ) li ha ricondotti al dato normativo li ha giustificati come legittima difesa preventivamente autorizzata dall’onu il primo, guerra umanitaria autorizzata dall’onu a posteriori il secondo, autodifesa successiva il terzo, con il trattato nato a fare da collante.
Nel primo caso il parlamento fu convocato in straordinaria qualche ora prima da Andreotti, nel secondo fu data una vaga informativa nel corso della seduta parlamentare impegnata in tutt’altro mentre le operazioni erano iniziate da ore, nel terzo caso vi fu un passaggio parlamentare singolare, segretato in parte.

Negli ultimi tempi, il parlamento decideva dell’uso della forza militare in teatro di guerra solo attraverso leggi di contabilità. Da qui la prassi decisamente deviante rispetto a quanto accaduto negli anni 1990-2002.

In estrema sintesi, ovviamente.
 
Scrissi 300 pagine circa, un anno di lavoro, mi lessi pure tutti gli stenografici dei lavori parlamentari. Il lavoro si concentrava sui casi del primo conflitto iracheno, del Kosovo e dell’Afghanistan (accaduto proprio in corso di stesura).
I tre fatti sono stati ricondotti dalla dottrina alla definizione che di guerra da’ la costituzione, a differenza di tutti quelli che li hanno preceduti.
La gran parte dei costituzionalisti li ha definiti come eventi di rottura del principio costituzionale, così come una buona parte degli internazionalisti.
Chi ( pochi ) li ha ricondotti al dato normativo li ha giustificati come legittima difesa preventivamente autorizzata dall’onu il primo, guerra umanitaria autorizzata dall’onu a posteriori il secondo, autodifesa successiva il terzo, con il trattato nato a fare da collante.
Nel primo caso il parlamento fu convocato in straordinaria qualche ora prima da Andreotti, nel secondo fu data una vaga informativa nel corso della seduta parlamentare impegnata in tutt’altro mentre le operazioni erano iniziate da ore, nel terzo caso vi fu un passaggio parlamentare singolare, segretato in parte.

Negli ultimi tempi, il parlamento decideva dell’uso della forza militare in teatro di guerra solo attraverso leggi di contabilità. Da qui la prassi decisamente deviante rispetto a quanto accaduto negli anni 1990-2002.

In estrema sintesi, ovviamente.

Giusto per fare un esempio, nel 1991 il Parlamento si riunì, come dovuto e necessario, il giorno della scadenza dell'ultimatum concesso dall'ONU (16 gennaio), e quindi per deliberare legittimamente sull'uso della forza previsto dalla risoluzione 678. La missione militare era stata tuttavia stata già mandata dal precedente mese di agosto, in seguito a più favorevoli e progressive votazioni in Parlamento, e il dibattito parlamentare fu tutto fuorchè limitato. Ricordo un gran timore negli Stati Maggiori, che temettero la possibilità di una formale dichiarazione di guerra da parte del Parlamento, che avrebbe comportato l'adozione del codice penale di guerra, dove ancora era prevista la pena di morte. La domanda ricorrente era "e se un militare in missione se la fa sotto e diserta che facciamo?" (sarà infatti abolita nel 1994). Sarà questa la causa del protrarsi della riunione, che deliberò poi positivamente senza dichiarare lo stato di guerra, non imponendo il codice penale militare e definendo la missione come "militare autorizzata all'uso della forza". La Francia si trovò nelle nostre stesse condizioni.
Per il Kosovo e l'Afghanistan fu più o meno lo stesso, come per la Somalia e la Serbia. Non conosco la posizione dei costituzionalisti in merito (chi in particolare se ne è occupato?) ma il Parlamento si è sempre tenuto lontano da un'interpretazione del genere, per gli ovvi motivi che ne derivano sotto il profilo giuridico. Non ricordo invece alcun passaggio parlamentare secretato, anche perchè sarebbe vietato dalla Costituzione. Forse in qualche commissione, ma non in Parlamento.

Per quanto concerne l'attualità, invece, quelle cui ti riferisci sono le disposizioni del "decreto missioni", che sono di natura sì economica, ma successive al regolare iter parlamentare. Si tratta di strumenti per snellire la gestione amministrativa e contabile delle missioni, e quindi già autorizzate dal Parlamento, dove sono state preventivamente proposte ed approvate. Non ci sono, invece, missioni che vengono fatte partire solo grazie al loro inserimento nel decreto missioni.
 
Approfittando dell’OT militare/Balcani —

Leggevo un paio di settimane fa su di un giornale locale (Sarajevo) di una visita da parte del Gen. Graziano a Sarajevo, appunto. Non sapevo che l’Italia partecipasse a missioni in Bosnia (dopo quelle dei ‘90), anche se vedo spesso mezzi EUFOR a Sarajevo (ed appunto ignoravo il fatto che l’Italia ne facesse parte).

G

Si, un piccolo contingente è ancora attivo con la missione "Joint Enterprise" al NATO HQ Sarajevo.
 
Esatto.
La differenza sostanziale è che si è passati da un coinvolgimento importante del parlamento ad un coinvolgimento marginale, per silenzio assenso, diciamo.
Per l’Afghanistan furono secretate diverse audizioni in commissione sulle cd prove raccolte dagli usa.
Ci sono diversi studi sul tema (il più importante un lavoro collettaneo curato dall’associazione italiana degli ordinari di diritto costituzionale).
Tra gli internazionalisti Cassese, Ronzitti.
Conso presidente emerito della corte fece un intervento durissimo nel più importante convegno tenutosi sul tema (unipd 2001).
La conclusione è che gli organi costituzionali interessati qualificarono quelle come vere e proprie guerre, ma le ritennnero conformi con il secondo e terzo comma art 11, che quindi fu letto in chiave derogatoria del comma primo. ritennero di non dover dichiarar lo stato di guerra in forza di una interpretazione storico adeguatrice.
La vera strizza, per modo di dire, erano le questioni di pregiudizialità costituzionale sollevate da alcuni parlamentari. Furono respinte, in quanto vi era l’elevatissimo e fondato rischio che la corte avesse preso posizione sulla scorta del pensiero maggioritario in dottrina. E a quel punto, ovviamente, le operazioni si sarebbero dovute fermare perché il presidente della Repubblica avrebbe dovuto dare un ordine coerente con il dettato della corte.
Direi che siamo andati ampiamente fuori tema. Speriamo di non aver annoiato troppo e troppe persone
 
L’esatto era rivolto al post ultimo di Nicola. Il tecnicismo sulla questione di pregiudizialità Sta nel fatto che la corte avrebbe potuto essere adita attraverso il meccanismo del conflitto di attribuzione. Però qui andiamo veramente sulla noiosissima
 
Per il Kosovo fu più o meno lo stesso

Mi ero persa questa.

In realtà non andò allo stesso modo dell’iraq.

Fu celebre l’intervento di un deputato alla camera che interruppe il ministro che stava rispondendo ad una interpellanza su tutt’altra questione urlandogli che in televisione stavano trasmettendo le immagini dei bombardamenti e parlavano di aerei italiani. Accorse il pdcm e intervenne nell’ambito di informative urgenti del governo e imbastì una relazione piuttosto fumosa su come e dove stessero operando gli aerei.