Aeroporti, il governo Monti
allunga la vita di Montichiari
ENTI E POLITICA. Il ministero sta adottando il piano nazionale per 18 scali di servizio. Slitta l'ultimatum di fine anno per la chiusura: ora sono previsti 3 anni per verificare le condizioni di sostenibilità economica
Aeroporto di Montichiari (ARCHIVIO) Verona. Tra anni per decidere se chiudere gli aeroporti cosiddetti «di servizio» tra i quali quello di Brescia, di proprietà della Catullo. È l'ultimo orientamento del Governo anticipato ieri dal Sole24Ore: il viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia ha ricevuto la versione definitiva dell'ormai noto piano elaborato da One Works e Kpmg e Nomisma per Enac nel quale sono classificati gli scali nazionali tra hub intercontinentali, aeroporti strategici, aeroporti primari (Catullo) e di servizio (Brescia-Montichiari). Questi ultimi sono 18 e rispetto alle prime versioni la novità rilevante è che,a differenza delle prime versioni, non è previsto «l'invito» alla chiusura. Se nei mesi scorsi il ministro Passera, in occasione del decreto Milleproroghe aveva fatto capire che entro il 2012 per questi scali serve un piano di risanamento, solvibilità e rilancio, adesso nell'ultima versione vengono dati invece tre anni per verificare «condizioni di sostenibilità economiche che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione». Per Montichiari, quindi, la tempistica migliora perché si allunga e c'è tempo per perfezionare eventuali accordi con i bresciani dal momento che si prevede di creare una società di gestione a maggioranza bresciana che gestisca il D'Annunzio in sub concessione. Solo dopo tre anni «per quegli scali che non dimostrassero il riequilibrio economico finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati» senza l'impegno di oneri «a carico dei contribuenti». In sintesi, una riduzione di soldi pubblici: o il mercato privato fa decollare gli scali o si chiude. Basta con l'assistenza dei contributi degli enti pubblici, la gestione economica e il mercato saranno i veri giudici. Nel frattempo il Governo allunga la vita dello scalo di Montichiari: entro aprile però i soci veronesi e bresciani dovranno tracciare la nuova rotta e decidere se aprire a operatori privati e investitori finanziari.OPYRIGHT
L'arena.it
allunga la vita di Montichiari
ENTI E POLITICA. Il ministero sta adottando il piano nazionale per 18 scali di servizio. Slitta l'ultimatum di fine anno per la chiusura: ora sono previsti 3 anni per verificare le condizioni di sostenibilità economica
Aeroporto di Montichiari (ARCHIVIO) Verona. Tra anni per decidere se chiudere gli aeroporti cosiddetti «di servizio» tra i quali quello di Brescia, di proprietà della Catullo. È l'ultimo orientamento del Governo anticipato ieri dal Sole24Ore: il viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia ha ricevuto la versione definitiva dell'ormai noto piano elaborato da One Works e Kpmg e Nomisma per Enac nel quale sono classificati gli scali nazionali tra hub intercontinentali, aeroporti strategici, aeroporti primari (Catullo) e di servizio (Brescia-Montichiari). Questi ultimi sono 18 e rispetto alle prime versioni la novità rilevante è che,a differenza delle prime versioni, non è previsto «l'invito» alla chiusura. Se nei mesi scorsi il ministro Passera, in occasione del decreto Milleproroghe aveva fatto capire che entro il 2012 per questi scali serve un piano di risanamento, solvibilità e rilancio, adesso nell'ultima versione vengono dati invece tre anni per verificare «condizioni di sostenibilità economiche che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione». Per Montichiari, quindi, la tempistica migliora perché si allunga e c'è tempo per perfezionare eventuali accordi con i bresciani dal momento che si prevede di creare una società di gestione a maggioranza bresciana che gestisca il D'Annunzio in sub concessione. Solo dopo tre anni «per quegli scali che non dimostrassero il riequilibrio economico finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati» senza l'impegno di oneri «a carico dei contribuenti». In sintesi, una riduzione di soldi pubblici: o il mercato privato fa decollare gli scali o si chiude. Basta con l'assistenza dei contributi degli enti pubblici, la gestione economica e il mercato saranno i veri giudici. Nel frattempo il Governo allunga la vita dello scalo di Montichiari: entro aprile però i soci veronesi e bresciani dovranno tracciare la nuova rotta e decidere se aprire a operatori privati e investitori finanziari.OPYRIGHT
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