Gallarate - Un convegno organizzato da Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti italiani sul presente e il futuro dell'hub lombardo
Aspesi: «Malpensa è una benedizione»
«Malpensa è qualcosa di inventato a cui è stato costruito intorno un indotto senza una vera pianificazione». Così Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi definisce l'hub varesino. E non sono certo da meno i commenti degli altri relatori del convegno "Malpensa e dintorni" organizzato sabato 10 febbario a Gallarate da Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti italiani. Presenti esponenti delle politica locale e non, dei comuni del Cuv (Consorzio urbanistico volontario), del Parco del Ticino e del mondo universitario.
La domanda fondamentale intorno a cui ruotava l'incontro non è certo nuova. A porla è Ennio Melandri segretario provinciale Pdci, che ha introdotto il convegno. Malpensa, risorsa o danno per il nostro territorio?. Naturalmente la questione non ha una risposta facile e definitiva. «L'aeroporto ha circa 18 mila dipendenti, di cui la metà impiegati nel settore dei trasporti - spiega Flavio Nossa della Cgil -. Da cinque anni c'è uno stallo nelle assunzioni a tempo indeterminato: questo vuol dire che aumenta il precariato». E di "cattedrale della precarietà" parla anche la senatrice del Pdci Maria Pellegatta che - chiamata a riferire sugli obiettivi del Governo sul tema delle infrastrutture - spiega come il ministro dei Trasporti abbia in programma di predisporre un progetto che coinvolge l'intero comprato nazionale del tarsporto aereo. Lavoro e potenziamento del trasporto aereo, vanno però di pari passo con due problemi, quello della viabilità e soprattutto dell'ambiente. È proprio di pochi giorni fa la proposta del sindaco di Samarate Vittorio Solanti di istituire un servizio di trasporto pubblico per i dipendenti di Malpensa. «Lo sviluppo dell'areoporto segue l'originalità tutta italiana di fare le cose senza una forte e precisa programmazione - spiega Solanti -. La nostra provincia sta per esplodere: il fatto è che le questioni economiche pesano molto di più della vivibilità dei cittadini. Non c'è più posto nel nostro territorio per altre strade: è necessario potenziare il trasporto merci su rotatia, ma anche il trasporto pubblico. Non serve costruire ancora, ma casomai migliorare quello che già c'è». Il pensiero quindi va all'ambiente, al parco del Ticino e all'idea di sviluppo sostenibile. «Il nostro primo interesse - spiega Milena Bertani, presidente del Parco - è quello di tutelare l'ambiente e il territorio. Diciamo no all'idea della terza pista e riteniamo che lo sviluppo dell'aeroporto debba essere portato avanti solo con l'intesa di tutti i comuni Cuv e di tutte le realtà coinvolte, rispettando le norme che già esistono e che vengono violate. È chiaro che, per la salvaguardia del Ticino, l'unione delle forze porterebbe a risultati migliori: per questo speriamo che si possa creare un parco interregionale del Ticino fra Lombardia e Piemonte». Proposta raccolta in pieno dal presidente della provincia Novara, Sergio Vedovato, che lamenta come «nella creazione e sviluppo di Malpensa il Piemonte sia stato in pratica dimenticato. L'imperialismo di Formigoni ha fatto il suo tempo: è arrivato il momento di avviare il dialogo fra le nostre Regioni senza dimenticare che il ruolo del Governo è essenziale».
Ed è proprio la posizione dello Stato che molti mettono in discussione. Mario Aspesi (il primo a sinistra nella foto), sindaco di Cardano al Campo e candidato dell'Unione per le elezioni provinciali di Varese, mette invece in evidenza come «ci sono esempi in passato di effettivo interessamento del governo su Malpensa. Pensiamo al decreto D'Alema del 1999 che fissava regole precise». Per Aspesi, l'hub è per molti aspetti una «vera bendizione, perchè permette alla politica, quella con la P maiuscola, di affrontare una sfida legata allo sviluppo del settore del trasporto aereo, all'impatto ambientale e alla risorsa in termini di occupazione per la nostra comunità. Naturalmente, tutto questo va fatto nel rispetto delle regole: come sindaco, non sono contro a priori alla terza pista, ma è necessario prima una valutazione ambientale strategica».
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