Ryanair lascia a terra Orban
La compagnia aerea irlandese che aveva ereditato buona parte dei voli della fallita compagnia di bandiera ungherese, Malev, chiude molte rotte per la decisione della polizia di perquisire gli equipaggi
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO – L’autoritarismo fascistoide del governo ungherese di Viktor Orbàn rovina ormai ogni aspetto dell’economia magiara, anche il trasporto aereo vitale per le comunicazioni e gli uomini d’affari. Ryanair, il grande vettore low-cost irlandese che aveva ereditato molte rotte della compagnia di bandiera ungherese, la gloriosa Malév ridotta al fallimento dall’incompetenza di Orbàn e dei suoi, ha cancellato buona parte dei collegamenti con Férihegy, l’aeroporto di Budapest. Motivo: non certo ostilità politica contro l’autocrate, i manager di Ryanair non sono filantropi cui puoi chiedere ogni sensibilità ai diritti umani. Ma indirettamente sì. Perché Ryanair è su tutte le furie per la pratica assurda introdotta dalle autorità ungheresi. Cioè quella di imporre agli equipaggi dei voli Ryanair che, fallita Malév, coprono buona parte dei collegamenti tra Budapest e il resto del mondo, di scendere dall’aereo insieme ai passeggeri e di sottoporsi in arrivo e in partenza agli stessi controlli di sicurezza.
E’una pratica assurda, e non esiste in nessuno dei 170 aeroporti dell’Unione europea, protesta Ryanair. E’ la folle ossessione di controllo poliziesco su tutti, stalinismo di ultradestra tipico di Orbàn anche nel carattere. Ed è una pratica anche pericolosissima per la sicurezza del trasporto aereo: dopo l’atterraggio e prima del decollo gli equipaggi devono restare a bordo o recarsi nelle sezioni controllo tecnico o manutenzione degli aeroporti per controllare insieme ai team a terra e garantire che il jet sia a posto.
A Budapest, per colpa dell’ossessione poliziesca del regime, gli equipaggi di Ryanair perdono almeno 25 minuti ogni volo. 25 minuti perduti per le verifiche di sicurezza vitali per i passeggeri prima di ogni decollo. La porta sbattuta in faccia da Ryanair a Orbàn porterà un nuovo gravissimo colpo alle comunicazioni aeree tra la splendida, sventurata Budapest e il resto del mondo, e quindi anche all’economia magiara che strozzata dal regime è in recessione, anni luce lontani dal solido sviluppo polacco, cèco, slovacco, romeno. Con la bancarotta della vecchia gloriosa Malév infatti l’aeroporto di Budapest aveva perduto quasi il 45 per cento delle linee. Altre compagnie erano subentrate: Lufthansa e Air Berlin dalla Germania, ma soprattutto alla grande Ryanair. Ora Orbàn raccoglie quel che ha seminato con la manìa di controlli. L’economia ungherese e il diritto degli ungheresi e degli altri europei a viaggiare pagheranno il prezzo. Malév non ha più speranza di rinascere: i suoi 25 aerei sono stati tutti sequestrati in febbraio dai creditori per inadempienza del governo, azionista di maggioranza insieme a una banca della Russia di Putin, e sono stati quasi tutti già venduti a pezzi come parti di ricambio. Nella guerra fredda, Malév era la più attendibile compagnia dell’allora Impero del Male.
La Repubblica
CIAO
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