Ryanair: rinnovati gli accordi con BLQ e PSA per altri 5 anni



Grazie del link, molto interessante. Sto leggendo - un po' assonnato: sbaglio o l'unica parte del testo che disciplina i contributi degli aeroporti ai vettori è quella denominata Aiuti di avviamento? Riporto una serie di passaggi a mio parere fondamentali.

5.1. Obiettivi
71) Gli aeroporti minori spesso non dispongono del volume di passeggeri necessario per raggiungere una dimensione critica e la soglia di redditività.
72) Non esistono cifre assolute che possano indicare quale sia la soglia della redditività. Il Comitato delle regioni indica una soglia di un milione e mezzo di passeggeri l'anno, mentre il citato studio dell'università di Cranfield, che indica una soglia di 500 000 passeggeri o anche di un milione di passeggeri l'anno, segnala l'esistenza di variazioni in funzione dei paesi e delle modalità organizzative dei singoli aeroporti.
73) Se alcuni aeroporti regionali possono farcela grazie all'aumentato flusso di passeggeri trasportati dalle compagnie aeree che devono adempiere oneri di servizio pubblico (2) o grazie ai regimi di aiuto a carattere sociale varati dalle autorità nazionali, le compagnie aeree
preferiscono le piattaforme ormai rodate, ben ubicate, che consentono collegamenti rapidi e sono abitualmente utilizzate dagli utenti e nelle quali dispongono di bande orarie che non intendono perdere. Inoltre le politiche e gli investimenti aeroportuali e aerei condotte negli ultimi anni hanno condotto spesso ad una concentrazione del traffico nelle grandi metropoli nazionali.
74) Ne consegue che le compagnie aeree non sempre sono disposte, senza incentivi, a correre il rischio di aprire collegamenti in partenza da aeroporti sconosciuti e non ancora affermati. Per questo la Commissione potrà accettare, nel rispetto di determinate condizioni, l'erogazione temporanea di aiuti pubblici alle compagnie aeree, nella misura in cui questo le incentiva a creare nuovi collegamenti o nuove frequenze a partire dagli aeroporti regionali e ad attirare il volume di passeggeri necessario a permettere loro di raggiungere poi, entro un periodo di tempo limitato, la soglia di redditività. La Commissione si adopererà per garantire che tali aiuti non favoriscano
aeroporti di grandi dimensioni già ampiamente aperti al traffico internazionale e alla concorrenza.

75) Tuttavia, tenendo conto anche dell'obiettivo generale dell'intermodalità e dell'ottimizzazione dell'uso delle infrastrutture precedentemente illustrato, non sarà ammissibile concedere aiuti per l'apertura di un nuovo collegamento aereo che corrisponde ad un collegamento ferroviario ad alta velocità.

Questo stabilisce già un criterio fondamentale: che gli incentivi degli aeroporti sono legittimi se servono all'avviamento di una nuova rotta da un aeroporto minore. La natura temporanea degli incentivi è quindi chiaramente sancita. Proseguo:

5.2. Criteri di ammissibilità
79) Tenendo conto degli obiettivi succitati e delle grosse difficoltà che può creare l'apertura di una nuova linea, la Commissione potrà approvare gli aiuti suddetti solo se soddisfano le seguenti condizioni:

[...]

b) aeroporti regionali: gli aiuti devono essere versati per rotte che collegano un aeroporto regionale delle categorie C e D con un altro aeroporto dell'Unione.
Aiuti per collegamenti tra aeroporti nazionali (categoria B) potranno essere previsti solo in via eccezionale, in situazioni adeguatamente motivate, in particolare se uno dei due aeroporti è situato in una regione svantaggiata. Tali condizioni potranno non essere di pplicazione per collegamenti in partenza da aeroporti situati nelle regioni ultraperiferiche e a destinazione dei paesi terzi vicini, che dovranno essere esaminati caso per caso;
c) nuovi collegamenti: gli aiuti riguardano esclusivamente l'attivazione di nuove rotte o di nuove frequenze, quali definite qui di seguito, che si traducono in un incremento del volume netto di passeggeri. Gli aiuti non devono incoraggiare un semplice spostamento del traffico da una linea o da una compagnia ad un'altra. Non devono in particolare comportare uno sviamento ingiustificato del traffico in relazione alla frequenza e alla redditività dei servizi esistenti in partenza da un altro aeroporto situato in una stessa città, uno stesso agglomerato urbano o uno stesso sistema aeroportuale, che serve la stessa destinazione o una destinazione comparabile secondo gli stessi criteri. Né può beneficiare di un aiuto di avviamento un nuovo collegamento aereo qualora tale collegamento sia già fornito da un servizio ferroviario ad alta velocità comparabile secondo gli stessi criteri. La Commissione non accetterà i casi di abuso in cui una compagnia cerchi di eludere la provvisorietà degli aiuti di avviamento sostituendo un collegamento sovvenzionato con un collegamento che si asserisce nuovo e che offre invece un servizio comparabile. In particolare gli aiuti non potranno essere concessi ad una compagnia aerea la quale, appena esaurito un aiuto su una data la linea, cerchi di beneficiare di un nuovo aiuto a partire da un altro aeroporto situato in una stessa città o agglomerato urbano o in uno stesso sistema aeroportuale per una linea concorrente che serve la stessa destinazione o una destinazione comparabile. Tuttavia, la semplice sostituzione, durante il periodo di versamento dell'aiuto, di una linea con un'altra linea sempre in partenza dallo stesso aeroporto e destinata a procurare all'aeroporto un numero almeno equivalente di passeggeri, non pregiudica la continuazione del versamento dell'aiuto per il periodo completo inizialmente previsto, salvo che tale sostituzione non pregiudichi il rispetto degli altri criteri che hanno permesso l'assegnazione dell'aiuto iniziale;
d) redditività a termine e intensità decrescente nel tempo: la linea sovvenzionata deve risultare redditizia a termine, ossia coprire perlomeno le spese senza finanziamenti pubblici. Questo è il motivo per cui gli aiuti di avviamento devono essere decrescenti e limitati nel tempo;
e) compensazione dei costi supplementari di avviamento: l'importo dell'aiuto deve essere strettamente legato ai costi supplementari di avviamento connessi all'apertura del nuovo collegamento o della nuova frequenza, che l'operatore aereo non dovrà più sostenere una volta raggiunto il ritmo di crociera. Queste spese sono, in particolare, le spese iniziali di marketing e di pubblicità, necessarie per
far conoscere al pubblico l'esistenza del nuovo collegamento aereo e possono comprendere le spese di insediamento sostenute dalla compagnia aerea sul sito dell'aeroporto regionale per l'attivazione della rotta, a condizione che si tratti di un aeroporto appartenente alle categorie C o D e che le spese non abbiano beneficiato di alcun'altra sovvenzione.
L'aiuto non può invece riguardare i normali costi operativi (locazione o ammortamento degli aerei, carburante, stipendi del personale di volo, oneri aeroportuali, servizi di catering). Le spese ammissibili accettate dovranno corrispondere a costi reali riscontrabili in condizioni normali di mercato;
f) intensità e durata: l'aiuto decrescente può essere concesso per una durata massima di tre anni. L'importo dell'aiuto non può superare, ogni anno, il 50 % dell'importo delle spese ammissibili dell'anno considerato e, per l'intera durata dell'aiuto, una media del 30 % delle spese ammissibili.

[...]

h) attribuzione non discriminatoria: l'ente pubblico che intenda erogare ad una compagnia, sia attraverso un aeroporto che senza il suo tramite, aiuti all'avviamento di una nuova rotta è tenuto a rendere pubblico il proprio progetto entro un termine e con una pubblicità sufficienti a permettere a tutte le compagnie aeree interessate di proporre i loro servizi. In tale comunicazione occorre precisare in particolare la rotta e i criteri obiettivi in termini di importo e durata degli aiuti. Occorre quindi rispettare le pertinenti regole sostanziali e procedurali applicabili in materia di appalti pubblici e concessioni di servizio;

Mi sono perso qualcosa nel testo della normativa?
Come è possibile che si rinnovino per cinque anni aiuti all'avviamento per rotte avviate anni fa?
Le varie pubbliche amministrazioni che sovvenzionano Ryanair, hanno pubblicato i propri obiettivi dando il tempo - che so - a Easyjet di proporre i propri servizi?
Bologna e Pisa possono davvero sovvenzionare Ryanair per volare verso Londra, rotta già coperta senza sovvenzioni da BA e Easyjet (per portare un esempio)?
 
Grazie per il link. Visto che il provvedimento ha quasi 8 anni sulle spalle e che è solo un orientamento e non un regolamento, dedurrei che fino ad oggi sia stato più o meno disatteso. Probabilmente un irrigidimento su questo fronte ne chiamerebbe in causa uno analogo sugli aiuti pubblici dati a varie compagnie non LC sui quali la politica preferirebbe sorvolare.
In un quadro di concorrenza senza distorsioni per tutti, l'orientamento della Commissione appare senz'altro corretto.
 
La normativa in questione si applica anche se i contributi sono erogati non dagli enti pubblici, ma dalle società di gestione aeroportuale (che sono formalmente soggetti di diritto privato, benché partecipati da questi enti) utilizzando il proprio cash flow?

Se la risposta è no, gli aeroporti medio - grandi che possono contare sull'autofinanziamento potrebbero tranquillamente continuare nelle contribuzioni. Chiaramente, il discorso non si pone per le strutture di piccole dimensioni.

Il testo di legge su questo non è chiaro, menzionando solo gli "aiuti pubblici".
 
Airgest senza la Provincia
Convocata l'assemblea per la ricapitalizzazione. Convenzione con Ryanair da discutere

L'intesa tra i sindaci si rafforza. Il progetto di co-marketing per finanziare il rilancio dell'aeroporto di Birgi fa un altro passo avanti. Non è certo quello decisivo e ci sono ancora tanti nodi da sciogliere. Ma c'è anche una disponibilità delle amministrazioni locali che sta prendendo forma. Il Comune di Erice è uscito allo scoperto con il sindaco Tranchida. Nel bilancio 2014 ci saranno 50.000 euro per dare corpo e sostanza al co-marketing. I cittadini ericini non saranno chiamati a pagare una nuova tassa. Tranchida ha deciso di utilizzare parte della tassa di soggiorno ed è pronto a farlo fino al 75% dell'intera quota che incamera la sua amministrazione. La tassa di soggiorno rimane lo strumento primario, ma i trasferimenti finanziari potrebbero arrivare anche da fondi comunali diretti.
Il sindaco di Valderice Mino Spezia ha evidenziato che i suoi uffici hanno posto una serie di dubbi sull'istituzione della tassa di soggiorno. Ma lui taglia comunque corto sul punto: «Faremo la nostra parte. Seguiremo la procedura più corretta. Per noi l'aeroporto di Birgi rappresenta una scelta strategica».
Il Comune di Trapani dovrebbe partecipare con 150.000 euro, circa il 50% della stima che era stata fatta dalla tassa di soggiorno che però non è stata istituita. Il Comune di Buseto Palizzolo dovrebbe contribuire con 6.000 euro.
Nella riunione che si è svolta ieri mattina nella sala consiliare della Provincia erano presenti circa la metà dei sindaci, il commissario Darco Pellos ed il presidente della Camera di Commercio Pino Pace. Anche in questa occasione è stato ribadito che l'impegno dei Comuni dovrà essere spalleggiato da quello della Regione. Senza il suo intervento l'azione di co-marketing sarebbe assolutamente insufficiente a rispondere alle esigenze economiche dello scalo. L'Airgest è chiamata a rinnovare la convenzione con la Ryanair. Prima ancora, il prossimo 16 settembre, dovrà confrontarsi con i suoi azionisti. È stata infatti convocata l'assemblea dei soci ed all'ordine del giorno c'è la ricapitalizzazione della società di gestione dello scalo trapanese. La Provincia ha il 49% delle azioni ma il commissario Pellos ha già detto che l'ente non è nelle condizioni di affrontare l'aumento di capitale. Una soluzione in cantiere è quella di far subentrare la Regione, ma è una ipotesi di lavoro che va condivisa con i privati che hanno investito su Birgi e che hanno un altro 49% delle azioni. Il restante 2% è della Camera di Commercio. Ed il confronto tra soci pubblici e privati ha nel nuovo «contratto» con la compagnia aerea irlandese - uno dei nodi da sciogliere. L'investimento è di milioni di euro e senza certezze sulle prospettive dell'aeroporto sarebbe difficile farvi fronte.
Vito Manca


11/09/2013

http://giornaleonline.lasicilia.it/...sione=sfogliabile&zoom=no&id_articolo=2149017
 
Può essere più o meno giustificabile, ma non credo proprio che per una società di gestione aeroportuale sia illegale investire nella promozione dello scalo attraverso l'aumento del traffico. Questo ovviamente all'interno delle proprie disponibilità.
D'altra parte non penso sia un caso che tutte le basi (o comunque scali) FR di una certa dimensione, siano in attivo, proprio perchè le sovvenzioni per pax sono basse o nulle, permettendo probabilmente un rientro con altre voci, a partire dal non aviation.
Comunque è innegabile che questa compagnia abbia la capacità di indirizzare veramente tante persone verso le destinazioni che serve. Io per primo non avrei scommesso un euro sul fatto che a Bologna FR portasse tanti turisti.

Bologna piace sempre di più
e il turismo torna a ingranare


Nel trimestre maggio-luglio in città si riscontra un incremento del 19% degli arrivi e del 17% delle presenze. In tutto il territorio provinciale, dall'inizio dell'anno, si contano 942mila turisti (+4%), di cui 601mila nel capoluogo (+10%)

Tanti segni positivi che fanno ben sperare sul futuro del settore. O quantomeno assicurano un presente roseo. Cresce il turismo a Bologna e provincia, come dimostrano i dati di Palazzo Malvezzi. Dalla primavera 2013 si registrano aumenti a doppia cifra, in particolare a Bologna e Imola. E mancano ancora i dati di agosto.

Giugno è stato il mese con maggiori arrivi e presenze a Bologna città e nella provincia nel suo complesso, mentre per Imola il mese migliore è stato maggio. Male invece l'Appennino.

I dati. Nel trimestre maggio-luglio 2013 a Bologna gli arrivi aumentano di quasi il 19%, le presenze del 17%; in provincia rispettivamente del 10% e del 5%. Bene anche Imola, dove gli arrivi segnano un incremento del 14% e le presenze del 18%. Dall'inizio dell'anno nel territorio bolognese sono giunti 942mila turisti, di cui 601mila nel capoluogo, 45mila a Imola, 71mila nel circondario imolese e 224mila nel resto della provincia. Questo viene tradotto in un +4% di arrivi in provincia (ma -0,54% delle presenze), con un +10% solo a Bologna e +6% a Imola.

I turisti. La crescita è stata trainata dagli stranieri che rappresentano complessivamente il 42% degli arrivi totali nel territorio e il 48% delle presenze (rispettivamente circa il 5% e il 10% in più dell'anno scorso), con punte decisamente superiori nei mesi estivi, quando gli Italiani scelgono prevalentemente altre destinazioni.

(11 settembre 2013)

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/09/11/news/turismo_provincia-66309300/

Vorrei fare una riflessione. Nell'articolo si riportano cifre di aumento di turismo ( che è un bene) ma non si riporta la cosa più importante ed il nodo centrale della discussione. Questo incremento di turisti ha aumentato il fatturato? Se si di quanto? Bisogna sapere che un aumento di turisti porta dei notevoli aumenti di costi di gestione di infrastrutture e servizi. Esempio (caso estremo): se una cittadina di 5000 abitanti in inverno ha in estate un incremento di popolazione di 20000/30000 unità (tante città costiere) questo prevede che gli impianti di potabilizzazione delle acque , depurazione delle acque e di trattamento dei rifiuti siano proporzionali al picco massimo di popolazione. Quindi una città del genere deve attrezzarsi ad avere delle infrastrutture che verranno usate al massimo potenziale per 3 o 4 mesi l'anno ma per il resto dell'anno viaggiano molto al di sotto di queste potenzialità. Tutto questo ha un incremento di costo notevole per i residenti perchè devono sobbarcarsi una spesa che tolti i turisti sarebbe molto inferiore. Ora se i turisti portano tanti soldi allora cresce il fatturato di tutti i cittadini soprattutto di quelli interessati dal turismo in maniera diretta e quindi i comuni incasseranno tanti soldi in più che potranno destinare a ciò. Ma se i turisti non portano soldi o meglio ne portano pochi dato che sono turisti low cost (e non solo per il biglietto del volo) potrebbe non esserci un pareggio di costi/benefici.
Ricapitolando se ho un incremento del 10% di turisti con un aumento delle spese di servizi ecc del 4% ma il fatturato aumenta del 1%, dalle mie parti si dice la spesa non vale l'impresa.....
Tutte queste cifre non hanno senso senza avere anche i ricavi.
 
In un certo senso sono quasi d'accordo con te. Vorrei solo dire che il bilancio di BLQ e' in attivo, quindi l'aeroporto usa soldi suoi, non quelli del contribuente. Fra l'altro penso che se FR se ne andasse da BLQ molti dei collegamenti (soprattutto quelli nazionali) vedrebbero altre compagnie aeree in tempi relativemente brevi. Forse BLQ perderebbe il collegamento bisettimanale fra il Marconi e un aeroporto minore di vattelapescaland ma, per esempio, il BLQ-PMO non rimarrebbe scoperto per molto tempo
Sono decisamente d'accordo.