Ryanair: Governo rimuoverà favori


Può anche, per alcuni aspetti, essere condivisibile.
Quello che stona è avere al Governo del Paese ,in posizione chiave per i trasporti, un uomo Alitalia.
Aspettiamo la prossima dichiarazione......
 
Crociata contro Ryan! Sicuramente a Dublino non stanno a guardare, il buon vecchio MOL avrà il piano B, il piano C ed anche quello D :D
 
Tutto si lega.
AZ piange misera per la possibile chiusura (o limitazione ulteriore) di LIN, e allora il governo fa quanto in suo potere per darle una mano. Questo è forse il primo passo concreto, a cui potrebbero seguirne altri.
In fin dei conti si tratta della famosa "politica industriale" di cui tanto si sente blaterare, per una volta fatta senza cacciare direttamente grano a fondo perduto.
 
Certo che questo Improta sta dimostrando tutto il suo valore, nel giro di una settimana è la seconda perla..
 
[h=1]Alle start up 210 milioni in due anni: da bollette e «tassa Ryanair» la dote[/h]Alla fine oltre ai contenuti, perlopiù già anticipati nei giorni scorsi, sono le coperture a dominare la discussione in Consiglio dei ministri sul decreto sviluppo bis. Gli incentivi fiscali all'investimento in start up vengono coperti con parte delle risorse che la Cassa Conguaglio per il settore elettrico, alimentata dal gettito della tariffe elettriche e del gas naturale, destina a progetti per l'efficienza energetica. Non solo. Spunta una "tassa su Ryanair" sul modello di quanto già fatto in Francia.

Un centinaio di milioni di euro verrebbe infatti ricavato da una norma che equipara la tassazione della compagnia irlandese, che oggi è sottoposta alle aliquote del suo Paese, a quella che grava su tutte le altre compagnie che operano in Italia. Attualmente, infatti, Ryanair utilizzando la direttiva Ue sui lavoratori mobili paga aliquote contributive del 12% - contro il 37% in Italia - applicandole anche ai lavoratori italiani stabilmente occupati sul territorio italiano. Altre fonti di copertura sarebbero ancora all'esame del ministero dell'Economia.


Il decreto prevede un fabbisogno di 258 milioni per il 2013, 220 milioni per il 2014, 194 milioni per il 2015, 194 milioni per il 2016, 133 per il 2017 e 160 annui a seguire. In particolare, per la parte relativa alle imprese, l'impatto è di 530 milioni in cinque anni: 70 milioni nel 2013, 140 nel 2014, 110 nel 2015 e nel 2016, 100 nel 2017. Cifre alle quali si aggiungono 150 milioni per la banda larga.
A sorpresa, il provvedimento imbarca anche un comma elaborato dal Tesoro sui pagamenti alle imprese dei debiti commerciali della Pa.
La disposizione interviene sull'articolo 35 del decreto liberalizzazioni che stanziava 2,7 miliardi per pagare le imprese: ora si prevede che la quota di risorse non utilizzate, torni in qualche modo nella disponibilità della pubblica amministrazione per altri obiettivi, le somme possono cioè essere destinate alla «reiscrizione di somme corrispondenti a residui passivi perenti non connessi a transazioni commerciali».
Per il resto il Dl coordinato dallo Sviluppo economico mantiene la fisionomia iniziale, con ampio spazio ad Agenda digitale e startup, il credito di imposta per le nuove infrastrutture (secondo Passera potrà spingere opere per 15 miliardi), il Desk per l'attrazione degli investimenti esteri, la patrimonializzazione dei Confidi, il finanziamento delle zone franche al Sud con fondi comunitari, il rafforzamento della liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
Per le assicurazioni arriva lo stop alle clausole di tacito rinnovo, il contratto base per tutte le compagnie, la libertà di collaborazione per agenti monomandatari, la centrale anti-frodi dell'Ivass.
Uno dei pilastri del pacchetto digitale è costituito dal documento unificato carta d'identità elettronica-tessera sanitaria che, con la previsione del rilascio gratuito per i cittadini, richiede una copertura impegnativa (82 milioni di euro l'anno per 10 anni) sulla quale, assicura il ministro della Pa Filippo Patroni Griffi, «non ci saranno problemi». Scatterà solo nel 2014 l'obbligo per esercenti e professionisti di consentire pagamenti con bancomat, con soglia da fissare con successivo decreto ministeriale che potrà stabilire anche l'estensione ai cellulari.
Il pacchetto startup ruota intorno agli incentivi fiscali per chi investe nelle nuove aziende, alla raccolta diffusa di capitali di rischio tramite portali online, all'accesso gratuito e semplificato al Fondo centrale di garanzia (ma salta la sezione dedicata da 50 milioni di euro). Via libera al contratto tipico: le assunzioni con contratto a termine, entro 36 mesi, potranno essere rinnovate senza dover rispettare i termini canonici, e a questi contratti non si applicherà il contributo addizionale dell'1,4% invece previsto in tutti gli altri casi per finanziare l'Aspi. Viene poi rafforzata la norma per la soluzione delle crisi da sovraindebitamento dell'imprenditore sotto le soglie di fallibilità oppure del consumatore, dopo avere preso atto dello scarsissimo utilizzo delle norma varate dal Parlamento a inizio anno.

ilsole24ore
 
Sinceramente, trovo assolutamente giusto e necessario rimuovere le condizioni di favore di cui attualmente gode FR, al fine di tutelare il mercato dalla concorrenza impari - se non sleale - degli irlandesi (contratti di lavoro, finanziamenti dagli aeroporti gestiti da enti pubblici, mancata tutela dei passeggeri ecc.)
Analogamente troverei giusto un intervento atto a limitare o chiudere LIN al fine di tutelare gli investimenti fatti per MXP e il sistema paese, anche se ciò dovesse andare contro agli interessi del principale operatore nazionale.
 
Ci sono però due questioni aperte a mio avviso. Un discorso è legato alle tasse che FR dovrebbe pagare per attività sul territorio italiano e i contratti di lavoro del personale sui quali mi trovo d'accordo sul fatto che ci voglia competizione ad armi pari.
D'altra parte, sul fronte dei contributi, sarebbe interessante capire quanto mercato è stato generato da FR (parlando di incoming turistico) a fronte degli investimenti fatti dagli aeroporti ovvero se gli investimenti sono rientrati sotto forma di turismo e se questo mercato si sarebbe sviluppato senza la presenza di FR. Poi mi chiedo se AZ abbia davvero bisogno della fetta di mercato di FR
 
[h=1]Non solo. Spunta una "tassa su Ryanair" sul modello di quanto già fatto in Francia.

Un centinaio di milioni di euro verrebbe infatti ricavato da una norma che equipara la tassazione della compagnia irlandese, che oggi è sottoposta alle aliquote del suo Paese, a quella che grava su tutte le altre compagnie che operano in Italia. Attualmente, infatti, Ryanair utilizzando la direttiva Ue sui lavoratori mobili paga aliquote contributive del 12% - contro il 37% in Italia - applicandole anche ai lavoratori italiani stabilmente occupati sul territorio italiano. Altre fonti di copertura sarebbero ancora all'esame del ministero dell'Economia.

In teoria più che giusto ma in concreto come funzionerebbe?
 
In teoria più che giusto ma in concreto come funzionerebbe?
A naso (e a memoria) basta dare un'interpretazione autentica alla definizione di "stabile organizzazione" taylor made su Ryan. In teoria, essendo un provvedimento legislativo, è valida erga omens, in pratica serve per far pagare Ryan (non credo sia particolarmente difficile dal punto di vista concettuale).
Infatti una "stabile organizzazione" per il fisco italiano è equiparata a tutti gli effetti a una società di capitali italiana.
 
Reazioni Ryan Air

Vi preoccupate per le reazioni Ryan Air ma Vi state sbagliando di grosso .
Quando ne hanno parlato stamane a MOL lui l'ha presa molto bene ed ha solo ordinato alla manutenzione di trasformare alcuni 737/800 in 737/52/Stratofortress per sorvolare Palazzo Chigi.
Niente di più....
 
Bene, vediamo quale sarà la strategia di MOL ora che sempre più paesi gli stanno prendendo le misure.
 
"Alitalia ha ricevuto ben 4,4 miliardi di
euro in aiuti di stato negli ultimi dieci anni. Nonostante
le ingenti somme ricevute, Alitalia è
riuscita a chiudere in perdita negli
ultimi 4 anni." (A.Munoz,Easyjet)
 
"Alitalia ha ricevuto ben 4,4 miliardi di
euro in aiuti di stato negli ultimi dieci anni. Nonostante
le ingenti somme ricevute, Alitalia è
riuscita a chiudere in perdita negli
ultimi 4 anni." (A.Munoz,Easyjet)


Può anche darsi che il "provvedimento Ryanair" sia destinato a favorire Alitalia, ma non riesco a capire perché in Italia, non appena una qualche autorità - in questo caso il Governo - si propone di regolare un settore e di far rispettare le leggi, si debba subito evocare il "fine losco", il complotto, l'aiuto mascherato.